tag:blogger.com,1999:blog-2980667096813042506.post731518647507869299..comments2023-05-27T13:09:16.193+02:00Comments on Topipittori: Verso un marchio di qualità per gli albi?Topipittorihttp://www.blogger.com/profile/02655552346419705796noreply@blogger.comBlogger7125tag:blogger.com,1999:blog-2980667096813042506.post-22304278197759827332013-05-25T15:17:20.514+02:002013-05-25T15:17:20.514+02:00Chi fa un buon prodotto ha a cuore una corretta in...Chi fa un buon prodotto ha a cuore una corretta informazione su di esso. Il che significa che vengano espresse con chiarezza la sue caratteristiche. Questo non è scontato, che si tratti di una caciotta o di un libro. E immagino che tutti abbiamo a cuore la qualità di quello che mangiamo, che non è basso (mentre quello che leggiamo è alto, perché come è noto anche il cibo è cultura; e a nostro avviso, meglio una buona caciotta che un libro orrendo). Tutto ciò significa, oggi, conoscere il processo produttivo e l'identità dei produttori: il commercio equo si fonda su questo, per esempio. Seguire standard di qualità, ha, per i produttori un peso e un prezzo e, giustamente, se ce ne si assume, responsabilmente, l'onere, nel promuovere il proprio prodotto si ha poi giustamente tutto l'interesse a far sì che questo lavoro sia conosciuto. E' un lavoro che si fa sul proprio prodotto ed è importante, anche nell'interesse di chi acquista. Con questo alla critica "militante" non viene tolto alcuno spazio e avrà ogni libertà di dire la sua. Così come una scuola, una biblioteca, una libreria, una rivista che lavora bene hanno ogni interesse a far conoscere il loro operato virtuoso, nello stesso modo questo diritto ce l'ha un editore. Informare il proprio pubblico non significa togliere ad altri la possibilità di dire quel che pensano, anzi, direi il contrario, come dimostrano il tuoi commnenti.Topipittorihttps://www.blogger.com/profile/02655552346419705796noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2980667096813042506.post-8458100782258984292013-05-25T14:56:20.495+02:002013-05-25T14:56:20.495+02:00ps mentre scrivevo pensavo ai marchi di denominazi...ps mentre scrivevo pensavo ai marchi di denominazione d'origine protetta, mentre in effetti Topipittori si riferiva a quelli fissati dai consorzi di produttori... ma il seguito del mio pensiero credo sia chiaro e non cambia nella sostanza...www.danielatordi.comhttps://www.blogger.com/profile/07988404515378869891noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2980667096813042506.post-29885291978007005442013-05-25T14:34:33.920+02:002013-05-25T14:34:33.920+02:00Topipittori: bè, il marchio di qualità in vero spe...Topipittori: bè, il marchio di qualità in vero spetta a chi aderisce ad un protocollo fissato per legge e non da quegli stessi che se ne fregiano (che poi sia a loro tutela che viene stabilito ed emesso è un altro paio di maniche)... e se parliamo di prodotti culturali, ritengo in generale molto pericoloso stabilire primati. Lo possono fare singole giurie all'interno di singole competizioni e certamente lo può fare la critica militante, che se ne assume le responsabilità, a volte con dignità di ruolo. Questo è il gioco, queste le forche caudine. Ad un editore sta fare buoni libri, spendersi per la loro promozione nelle sedi date, e con ciò - nella migliore delle ipotesi - dare un contributo significativo alla crescita culturale del paese. Può naturalmente anche spendersi in inziative di formazione, che se parliamo del libro per l'infanzia, sono certamente auspicabili, stando proprio a questo di paese. Ma se la devo dire tutta, il rischio di pastette io lo vedo dentro e fuori dal recinto, lo vedo tanto nella cerchia di chi produce quanto in quella di chi promuove la cultura. Quindi... direi che chi è bravo nel suo lavoro fa bene ad esserlo e questo lascia traccia e crea di per se' nuove opportunità allargando l'orizzonte collettivo. Senza bisogno che si eriga a giudice o arbitro. Sarà il suo lavoro a fare la differenza. E il modello Catalogone rimane quello che è, un approfondimento su una cernita di libri, nella fattispecie autoprodotta da alcuni editori. Ma da quel modello (e qui mi rivolgo anche ad Elillisa) non farei discendere marchi di qualità. Lo troverei inopportuno e anche inutile, in fondo. Che rimanga uno strumento, non un'etichettatrice. Semprechè un libro sia diverso da una caciotta.www.danielatordi.comhttps://www.blogger.com/profile/07988404515378869891noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2980667096813042506.post-28636378314188700802013-05-25T12:37:24.425+02:002013-05-25T12:37:24.425+02:00@Daniela Tordi. Probabilmente, quando va a fare la...@Daniela Tordi. Probabilmente, quando va a fare la spesa, si sente garantita dal marchio Parmigiano Reggiano, o Grana Padano, o Melinda: marchi che identificano consorzi di imprese private che decidono autonomamente di aderire a un protocollo produttivo che garantisca un livello qualitativo minimo. Proprio per questo, sono detti "marchi di qualità". E quello che questi marchi di qualità dichiarano è: abbiamo deciso di fare, senza che nessuno ci obbligasse a farlo, le cose in un modo che ci sembra giusto e che pensiamo possa garantire i nostri consumatori. Chi vuole può entrare nel consorzio e usare il marchio, a condizione che rispetti le regole che ci siamo dati.<br />L'unica forza di questi consorzi è la credibilità che si conquistano sul campo.<br /><br />In un paese di pastette, amici degli amici, giochi di potere spicciolo, a ogni livello e in ogni ambito, io, del tutto personalmente, non mi sento garantito da un organismo cosiddetto "super partes" più di quanto possa esserlo da un consorzio privato che si dà delle regole e fa in modo di conquistarsi una credibilità rispettandole e facendole rispettare.<br /><br />La patente di qualità non può darla nessuno, né ad altri né a se stesso. Un lavoro di qualità si può provare a farlo, possibilmente insieme, possibilmente coinvolgendo attori diversi. A noi piacerebbe che partisse dal Catalogone. Intanto perché l'abbiamo inventato noi. E poi perché lo riteniamo uno strumento utile e, nel suo piccolo, rivoluzionario rispetto al panorama del materiale di analisi sugli albi illustrati a disposizione del pubblico, a pagamento e non. Uno strumento che è riuscito, in sei anni di lavoro, a meritarsi un'attenzione non passeggera da parte dei librai, dei bibliotecari, degli altri editori che hanno voluto aderire al progetto, degli insegnanti, dei genitori e, perfino, di qualche illustratore. E pensiamo che questa iniziativa, con il limite intrinseco che ha nel fatto di nascere dall'iniziativa di un gruppo di editori, abbia un suo valore a prescindere dalla sua funzione promozionale. <br /><br />E questo pensiamo sia un buon punto di partenza. Non è il punto di partenza perfetto, ma è quello che abbiamo e da qui di proponiamo di cominciare a lavorare. Topipittorihttps://www.blogger.com/profile/02655552346419705796noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2980667096813042506.post-48279078470653597532013-05-25T11:58:13.962+02:002013-05-25T11:58:13.962+02:00Daniela hai ragione. Mi sono spiegata male (parlav...Daniela hai ragione. Mi sono spiegata male (parlavo no? dei miei neuroni in salamoia)<br />È chiaro che una "certificazione" può essere data da un organismo terzo, esterno.<br />Quando ho detto Caldecott, in realtà pensavo più che altro alla medaglia dorata sulla copertina, visibile e riconoscibile da chiunque.<br />Se questo consorzio (che riunirebbe editori sì, ma anche bibliotecari, librai, esperti; quindi qualcosa di un po' diverso dal team che crea i Catalogoni) dovesse veramente formarsi, mi auguravo solamente che decidesse di evidenziare visivamente sugli scaffali le sue "scelte". Vedo il simbolo, mi informo di cosa si tratta (o me lo spiega il bibliotecario o il libraio), vengo a conoscenza del Catalogone, vengo a conoscenza del lavoro di questo consorzio.<br />Il Catalogone è uno strumento bellissimo, ma secondo me è ancora troppo poco (purtroppo) conosciuto (tu stessa, che sei un'illustratrice, no?! hai detto di averne sentito parlare solo oggi)elillisahttps://www.blogger.com/profile/09097506677713405348noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2980667096813042506.post-68707616466901121232013-05-25T10:51:25.883+02:002013-05-25T10:51:25.883+02:00Non conoscevo il Catalogone, di cui ho scaricato e...Non conoscevo il Catalogone, di cui ho scaricato e sfogliato l'ultima edizione. Se ho ben capito, si tratta di un utile strumento di auto/promozione: gli editori che aderiscono all'iniziativa chiedono una recensione approfondita ed articolata dei loro libri ad un "pool" di esperti di letteratura per l'infanzia, da loro stessi ovviamente prescelti. Una Caldecott italiana presupporrebbe un totale cambiamento di prospettiva. Un organismo super partes, esterno alle case editrici, che in assolutà libertà vagliasse un panorama ampio di proposte editoriali. Fare rete significa legittimamente comporre delle cointeressenze, ma una patente di qualità (ammesso che sia necessaria...) può essere conferita solo da organismi paralleli e mai tangenziali a chi i libri li produce e li vende.www.danielatordi.comhttps://www.blogger.com/profile/07988404515378869891noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2980667096813042506.post-23995838696164099022013-05-24T15:45:18.769+02:002013-05-24T15:45:18.769+02:00Innanzitutto:grazie grazie grazie per i Catalogoni...Innanzitutto:grazie grazie grazie per i Catalogoni che voi tutti avete voluto donarci e, già da ora, per quelli futuri che arriveranno.<br /><br />Un marchio di qualità che leghi insieme in un "consorzio informale piccoli editori, librerie indipendenti, esperti e bibliotecari", io trovo sia un'ottima idea.<br />Come credo sarebbe buona l'idea di far riconoscere già sulla copertina gli albi selezionati da questo consorzio. Io sogno una "Caldecott italiana" e non per il miglior artista dell'anno, ma per evidenziare una rosa di libri che non possono mancare sugli scaffali di biblioteche e case private: libri recenti, ma anche libri ancora in catalogo che tuttavia rischiano di essere dimenticati. <br />Magari ho detto una castroneria, eh?!? Scusate ho il cervello annacquato dalla pioggia incessante...elillisahttps://www.blogger.com/profile/09097506677713405348noreply@blogger.com