tag:blogger.com,1999:blog-2980667096813042506.post2915090806688398582..comments2023-05-27T13:09:16.193+02:00Comments on Topipittori: Riflessioni a margine di una crisi /1: invito a una conversazioneTopipittorihttp://www.blogger.com/profile/02655552346419705796noreply@blogger.comBlogger50125tag:blogger.com,1999:blog-2980667096813042506.post-30517104140488532902013-10-01T16:53:55.259+02:002013-10-01T16:53:55.259+02:00Cari Topipittori,
bello l'approccio propositi...Cari Topipittori, <br />bello l'approccio propositivo di questo blog, che seguo sempre. Vi invito a "leggerci indietro", se vi va, perché potreste forse dire che non ovunque "regna il silenzio...". Per esempio qui: http://tropicodellibro.it/notizie/librerie-indipendenti-se-vendi-libri-ti-cancello/<br />A presto spero,<br />Francesca Santarelli<br />Tropico del LibroUnknownhttps://www.blogger.com/profile/03979713737476941004noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2980667096813042506.post-35105045565376837912013-02-11T19:37:42.850+01:002013-02-11T19:37:42.850+01:00Alla rettifica di Pietro Biancardi abbiamo ritenut...Alla rettifica di Pietro Biancardi abbiamo ritenuto non fosse sufficiente rispondere con un semplice commento. Trovate la nostra risposta e le nostre scuse, a lui e a voi, qui: http://topipittori.blogspot.it/2013/02/rettifiche-e-scuse.htmlTopipittorihttps://www.blogger.com/profile/02655552346419705796noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2980667096813042506.post-34492667676557844622013-02-11T16:42:40.973+01:002013-02-11T16:42:40.973+01:00@topipittori
Mi hanno segnalato questa frase: &quo...@topipittori<br />Mi hanno segnalato questa frase: "e qualcuno facendo pagare 12 euro per l'ingresso a una festa in una struttura museale di proprietà dei Comune di Milano ottenuta gratuitamente" riferita chiaramente alla festa organizzata da Iperborea insieme ad altri editori (Instar, La nuova frontiera, minimum fax, nottetempo e Voland) al Museo della scienza e della tecnologia durante i giorni di Bookcity Milano. <br />Il museo è gestito da una fondazione privata e non dal Comune, e non è affatto stato messo a disposizione gratis. I sei editori hanno pagato di tasca propria a prezzi di mercato l'affitto dello spazio. Essere calunniati non è mai bello, quando a farlo sono colleghi che si stimano è ancora peggio. Un caro saluto, <br />Pietro Biancardi, IperboreaPietrohttps://www.blogger.com/profile/16648082565399042214noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2980667096813042506.post-43179505731594621752013-02-04T16:36:09.761+01:002013-02-04T16:36:09.761+01:00Scrivo professionalmente da più di 20 anni, di rec...Scrivo professionalmente da più di 20 anni, di recente mi sono votato all'autoproduzione in formato digitale. Non ne potevo più di libri letteralmente rovinati da piccoli editori (o sedicenti tali) e i grandi sono irraggiungibili, chiamano per cooptazione e spesso per meriti televisivi. Non ne potevo più di silenzi o di sentirmi chiedere se, per caso, non avessi un porno già pronto o almeno un vissuto personale osceno da poter vendere. Per me la crisi viaggia anche per queste assurde strade. Max Del PapaMassimo Del Papahttps://www.blogger.com/profile/09005640869889363488noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2980667096813042506.post-84714858573699009482013-01-26T21:46:05.488+01:002013-01-26T21:46:05.488+01:00Dibattito molto interessante. Per aggiungere altri...Dibattito molto interessante. Per aggiungere altri elementi di riflessione vi segnalo - nel caso non lo aveste già letto - questo articolo uscito ieri proprio sul futuro delle librerie, che riprende alcune cose dette da Diletta Colombo.<br />http://www.leultime20.it/librerie-quale-futuro/Anna Pisapiahttps://www.blogger.com/profile/03255467107936409318noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2980667096813042506.post-27454731708086706592013-01-16T11:41:57.569+01:002013-01-16T11:41:57.569+01:00Ecco una delle cose che ci siamo inventati per dar...Ecco una delle cose che ci siamo inventati per dare un ritratto a colori del mondo editoriale oggi: le recensioni delle librerie, e una nostra collaboratrice oggi ha recensito proprio una libreria per ragazzi, Pel di carota di Padova.<br />http://www.bibliocartina.it/le-recensioni-delle-librerie-pel-di-carota-un-angolo-di-padova-dedicato-ai-piu-piccoli/Floreshttps://www.blogger.com/profile/05665426353047215440noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2980667096813042506.post-54568223527190212132013-01-16T11:01:31.138+01:002013-01-16T11:01:31.138+01:00Mi scuso per il profluvio di refusi del commento p...Mi scuso per il profluvio di refusi del commento precedente. Prometto che non lo farò più.Topipittorihttps://www.blogger.com/profile/02655552346419705796noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2980667096813042506.post-87203964348239938752013-01-16T10:59:04.199+01:002013-01-16T10:59:04.199+01:00@ Diletta e Patrizio: la questioni delle prassi op...@ Diletta e Patrizio: la questioni delle prassi operative e della deontologia degli operatori è molto interessant ee credo vada allargata. Io, per bocconiana formazione, non mi stupisco che una multinazionale cerchi di minimizzare il proprio carico fiscale. Non mi piace che lo faccia, ma non mi meraviglio. Ma non è tutto lì il problema. Credo che qualcuno, anche fra chi ha commentato questo post, potrebbe raccontarne di assai sorprendenti sul trattamento che ricevono i dipendenti delle librerie, di catena e non, della prassi diffusissima dell'evasione e dell'elusione fiscale da parte delle piccole librerie (con i relativi fuoribusta per tacitare il malcontento dei dipendenti), della altrettanto diffusa, pessima abitudine di non pagare i conti al distributore e, una volta vistosi revocare il "conto", rivolgersi all'editore per una fornitura diretta. <br />Ma non mi pare che sia questo il punto.<br />Che ci piaccia o no (e a me non dispiace), Amazon è un operatore del mercato con il quale dobbiamo fare i conti, così come dobbiamo fare i conti tutti gli altri, dalla cartolibreria che vende solo i libri della Pimpa al megastore Feltrinelli all'interno della Stazione Centrale di Milano.<br />Io credo che buona parte di questa crisi non derivi da cattivi comportamenti che non trovano sanzione o non generano danno reputazionale, ma dall'incapacità di riconoscere quali meccanismi e incentivi hanno cominciato ad agire in modo perverso: fino a ieri funzionavano benissimo, ma oggi non funzionano più.<br />E, come diceva Diletta fin dall'inizio, non credo sia solo un fatto di riduzione del potere d'acquisto.<br />Glio standard di servizio di Amazon, per esempio, definiscono nuovi parametri. Come fa un libraio a soddisfarli? Penso che non possa. Allora deve trovare un modo per giustificare economicamente la propria esistenza. Perché un libraio è prima di tutto un'impresa e sopravvive in questo caso. Poi, certo, il libro è una merce-non-merce (se o si tratta come tale, sennò è una merce come tutte le altre).<br />IIo ho trovato molto interessante il discorso di Anna-lettrice: come dovrebbe essere il mio libraio ideale? E mi domando in che modo io possa essere l'editore ideale per un libraio (fermo restando il fatto che il mio rapporto economico con lui è intermediato da un distributore). So bene come vorrei che fosse il mio distributore, perché fosse ideale. Anzi, magari adesso gli telefono e glielo dico.<br />C'è qualche libraio che ha voglia di telefonare a me?Topipittorihttps://www.blogger.com/profile/02655552346419705796noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2980667096813042506.post-64760882246433436952013-01-16T10:47:20.004+01:002013-01-16T10:47:20.004+01:00@Patrizio: il mio tono è bonario quando difendo Am...@Patrizio: il mio tono è bonario quando difendo Amazon! ☺ E mi piace discuterne.<br />Sono riuscita a vederlo il servizio su reporter e resto ferma sul fatto che sono servizi per suscitare emozioni di pancia, non informare.<br />Ne è un esempio il fatto che lei ha riportato qui che Amazon non paga le tasse in Italia, quando non c'è nessuna accusa reale né commissione parlamentare che lo accusi di questo.<br />E che cerchi di aggirare le tasse in Inghilterra ci posso annche credere, ma non sposta il mio giudizio di fondo.<br /><br />Secondo me è un presupposto sbagliato vedere in Amazon un antagonista delle piccole librerie. <br />Come spiega Diletta, magari è proprio Amazon che permette oggi di far sopravvivere piccole librerie o piccoli editori. <br />E comuqnue sta portando un enorme entrata di capitale in un paese sull'orlo del fallimento. E questo Reporter non lo dice.<br /><br />Non è Amazon il responsabile del fallimento di molte catene. E’ il cambiamento sostanziale che sta avendo il mercato, i consumatori, le forme di fruizione della cultura: Amazon ha solo cavalcato l’onda, capito questo cambiamento.<br /><br />Quello che molti librai non capiscono è che una grossa fetta di lettori (forti, ma anche meno forti) oggi ha bisogni nuovi.<br /><br />Qualche mese fa, alla Feltrinelli, ci ho messo mezz’ora per far capire a una signorina che cercavo un libro di Wells scrittore di fantascienza e non di Wells scrittore di romanzi porno. E quando ha capito e non ha trovato il libro mi ha detto: non ce l’abbiamo. Punto.<br />Non mi ha detto: non ce lo abbiamo, glielo ordino, l’avrà domani (magari sarei anche tornata). L’ho raccontato qui:<br />http://www.lefiguredeilibri.com/2011/10/25/io-alla-feltrinelli-non-ci-entro-piu-una-riflessione-sul-futuro-dei-librai/.<br />E in Emilia, in una piccola libreria, un libraio mi ha mezzo insultata perché gli ho chiesto se poteva togliere il cellophane a un libro che volevo sfogliare…<br />E poi si lamentano che sono in bancarotta??<br /><br />Io ho la sensazione che Amazon capisca i miei bisogni. E che li soddisfi. E mi sta portando un guadagno. Come fa a non essermi simpatico? Mi sto facendo intortare? Sono come uno di quei consumatori abbindolati da strategie segrete di cui parlava Packard nei Persuasori occulti? <br />Dovrei optare per un consumo più critico? Per cosa? Per non far fallire i librai di domani? <br />Non so: avrei anche dovuto continuare a fare foto su pellicola per non far fallire la Kodak? Avrei dovuto continuare a compare cd invece di ascoltare musica in streaming per non far fallire l’industria musicale? <br />Il modello di consumo è cambiato. <br />A questa nuova generazione dell’odore della carta non gliene importa più un piffero. I ragazzi affollano anonimi Starbucks al posto di piccoli caffè, perché lì c’è “connessione wifi gratis”. <br />Se questo i librai non lo capiscono, e non si adattano, sono destinati a fallire. E’ una rivoluzione del consumo troppo forte per fermarla con una nostalgica difesa dei “veri valori”.<br /><br />E detto questo SPERO CON TUTTO IL CUORE che, come è avvenuto in America (dove sono sempre 10 anni più avanti), i piccoli librai di quartiere non siano destinati a fallire. <br />Annahttps://www.blogger.com/profile/11210445696934129759noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2980667096813042506.post-29287258665729930582013-01-16T10:14:52.960+01:002013-01-16T10:14:52.960+01:00@ Patrizio Concordo che bisogna sempre guardare l&...@ Patrizio Concordo che bisogna sempre guardare l'altra faccia della medaglia: cioè come queste grandi multinazionali rispettano leggi, trattano e pagano i dipendenti o altro. Cfr anche Ikea!<br />Tuttavia, per la questione centrale qui è che se molte librerie, grandi o piccole, avessero avuto l'efficienza, la precisione, la velocità, la gentilezza, l'intelligenza, il calore (amazon non mi sembra per nulla asettico, mettiamolo a confronto con Deastore per esempio ed esce la differenza tra un sito caldo e uno freddo!), il servizio, la creatività e la capacità di cambiare di Amazon, forse non avrebbero chiuso dopo poco tempo o non avrebbero fatto così fatica a trasformarsi. Non che cambiare basti, perchè molti problemi del mercato del libro in Italia sono molto più grandi del lavoro del singolo. Ma la qualità del lavoro del singolo e la sua lungimiranza sono la base.dilettahttps://www.blogger.com/profile/17824348989477419279noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2980667096813042506.post-2689868029884570132013-01-16T09:29:06.945+01:002013-01-16T09:29:06.945+01:00@ Anna
Ok, tu sei riuscita a rispondermi senza ne...@ Anna<br />Ok, tu sei riuscita a rispondermi senza neanche vedere il servizio di Report... Questo articolo firmato BBC magari riesci ad aprirlo, non ci sono video: http://www.bbc.co.uk/news/business-20288077<br />E' anche il parlamento inglese che chiede spiegazioni ad Amazon, e non si trattava di un servizio bomba sensazionalistico quello di Report, che ti consiglio di provare a vedere quando riuscirai.<br />Poi, non voglio convincerti di nulla, Amazon può essere il bene o il male per uno o mille motivi, però è una corporation-multinazionale come le altre, che tu me la associ ai librai un poco mi spiazza. <br />Se un lettore si fida e si affida al libraio classico, magari di una piccola libreria indipendente, che gli da consigli su acquisti e nuove uscite, è proprio perché non vuole comprare nel freddo e asettico spazio di Amazon. <br />Poi, ripeto, non voglio convincerti, solo ampliare il dialogo, ma da come hai difeso a spada tratta Amazon non credo ci sia molto margine di dialogo. Finisco qui, sottolineando che mi chiamo Patrizio, non Patrizia :)<br />Ciao, buona giornata.Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/04086152174240923874noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2980667096813042506.post-64952915982177984042013-01-15T20:57:43.118+01:002013-01-15T20:57:43.118+01:00Aggiungo un dato interessante:
a Libri più Liberi ...Aggiungo un dato interessante:<br />a Libri più Liberi ho assistito a una conferenza sulla lettura e i lettori di domani (molto intellettuale e poco realistica) tenuta da Agamben, Ginevra Bompiani, due scrittori e Alberto Galla presidente di ALI (Associazione Librai Italiani).<br />Potete leggere alcuni temi trattati su Bibliocartina:<br />http://www.bibliocartina.it/speciale-piu-libri-piu-liberi-ginevra-bompiani-nottetempo-meglio-non-leggere-che-leggere-50-sfumature/<br /><br />Galla citava un dato interessante dell'attuale panorama delle librerie americane: le grandi catene sono in fallimento anche lì, mentre invece c'è tutto un nuovo fiorire delle librerie di quartiere, che a quanto pare non solo non hanno risentito della crisi di Amazon e dei nuovi lettori digitali, ma ne hanno beneficiato.<br />Forse, proprio per quel bisogno di dimensione "umana" di cui hanno parlato molti di voi e io stessa.<br /><br /> Annahttps://www.blogger.com/profile/11210445696934129759noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2980667096813042506.post-6815354442250314632013-01-15T20:23:15.733+01:002013-01-15T20:23:15.733+01:00Refuso:
l'ultima frase inziava con
"Secon...Refuso:<br />l'ultima frase inziava con<br />"Secondo me..."Annahttps://www.blogger.com/profile/11210445696934129759noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2980667096813042506.post-8464746048432236702013-01-15T20:21:27.076+01:002013-01-15T20:21:27.076+01:00Ciao Patrizia,
va bene, ragioniamoci :)
..che Ama...Ciao Patrizia,<br />va bene, ragioniamoci :)<br /><br />..che Amazon possa essere un gigante non troppo gentile lo posso anche credere, e sarebbe interessante soprattutto riflettere sui rischi dell'omologazione della distribuzione a livello mondiale (come sulla centralizzazione dell'informazione con google), ma sul fatto che non paghi le tasse in Italia questi sono gli scoop da quattro soldi dei giornalisti italiani.<br />Ci sono leggi nell'Unione europea sulla libera circolazione della merce, e ci sono accordi bilaterali tra Stato e Stato. <br />Per ora, il fatto che Amazon paghi le tasse solo dove ha sede fiscale, cioè nello Stato del Lussemburgo, è legale grazie alla convenzione sulla doppia imposizione tra Stati membri, che permette esattamente di non pagare le tasse due volte.<br /><br />E i giornalisti che puntano allo scoop (non sono riuscita a vedere il video) lo ricordano o no al pubblico di quanti soldi sta portando Amazon all'economia italiana?<br />O delle piccole imprese italiane che grazie ad Amazon riescono a stare a galla o ingrandirsi?<br /><br />Ma no, dimentichiamocele queste notizie positive, che come ricordano Diletta e Paolo in questo post, è più conveniente continuare ad alimentare una cultura delle "emozioni di pancia", che ci faccia brontolare tutti senza darci gli strumenti per aiutarci a ragionare davvero.<br /><br />E non toccatemi Amazon! :)<br />Secondo un'impresa come Amazon meriterebbe che si inventasse per lei sola il nobel della Genialità d'impresa.<br />Annahttps://www.blogger.com/profile/11210445696934129759noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2980667096813042506.post-23553783411924077672013-01-15T20:11:38.521+01:002013-01-15T20:11:38.521+01:00@Diletta: grazie, andrò a leggermi l'articolo ...@Diletta: grazie, andrò a leggermi l'articolo che mi hai suggerito.Clementinahttps://www.blogger.com/profile/01566459229859184766noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2980667096813042506.post-62608351628964603932013-01-15T19:47:30.409+01:002013-01-15T19:47:30.409+01:00@ anna
Ciao Anna. Purtroppo Amazon è tanto lungimi...@ anna<br />Ciao Anna. Purtroppo Amazon è tanto lungimirante e innovativo, quanto "maligno". Ecco il riassunto della puntata di report di dicembre 2012 dove si denuncia il fatto che Amazon non indica minimamente i dati sulle vendite né tantomeno fiscalizza in Italia per beni confezionati, venduti e a volte anche prodotti in Italia. > http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-425f93d2-fc86-4c0c-8a99-e6cc133500e3.html<br />Invito anche a leggere il recente appello di un piccolo editore italiano rivolto ad altri editori e ai lettori. <br />> http://tropicodellibro.it/notizie/amazon-editori/<br />In una società dove, grazie al libero mercato e alle sue logiche, si sta andando sempre di più verso una sciatteria generale dei contenuti e a una mancanza di scelta critica da parte delle persone (che stanno diventando consumatori-pecorelle) di certo un buon libraio può aiutare, e molto, l'economia editoriale, ma ti prego non dire più che "il mio libraio ideale mi è simpatico almeno quanto Amazon." perché sotto sotto c'è molto fango (sotto sotto ad Amazon intendo) :(<br />Ps: sia chiaro Anna, non ce l'ho con te assolutamente, solo, ragioniamoci. :)Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/04086152174240923874noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2980667096813042506.post-11491334775994153702013-01-15T19:10:58.272+01:002013-01-15T19:10:58.272+01:00Il tema è sicuramente complesso per la quantità di...Il tema è sicuramente complesso per la quantità di attori che si dividono il palcoscenico. <br />Ma uno spettacolo appassionante non è la risultanza delle lamentele del gruppo di attori che attribuiscono al regista, alla scenografia, al collega, al pubblico… la causa della crisi del Teatro.<br />Anche in piena crisi del Teatro può capitare di vedere uno spettacolo appassionante, che fa ripartire la voglia di fare teatro, di andare a teatro. <br />Quando scoppia il cocomero asinino di colpo il frutto esplode e i semi vanno dappertutto. <br />Siamo in un momento di apparente appiattimento, durante il quale ogni attore pensa che siano gli altri che devono darsi da fare. È utile invece mettersi realmente in gioco, ognuno per la sua parte, calamitando altri per la convinzione stessa con cui ci si muove, si fanno proposte e progetti. <br />Un buon libro è il risultato di un lavoro di team in cui ogni parte lavora con le altre ma viene profondamente rispettata. Non è il lavoro di un manovratore di robot, il Mercato, che ha bisogno di protesi pubblicanti, disegnanti, scriventi, vendenti…<br />Dobbiamo ancora riimparare a far rete? E’ anche entusiasmante sentirsi pionieri.<br />L’energia dei giovani, su cui si è anche seminato tanto in questi anni, un po’ in sordina, grazie ai festival, alle Biblioteche, a molte librerie, sta emergendo nelle immagini e nei temi proposti in libri, a volte forse un po’ elitari ma indicatori di nuovi percorsi, di voglia di ricerca. Come le onde, sorge proprio quando l’energia attuale è davvero in basso ma andrà avanti perché è nella fisica dell’onda procedere. Spesso poi, chi segue l'onda, segue una moda non un’idea e lo fa in maniera poco critica. Perché non usare il pensiero? Perché non credere in una propria proposta, in un proprio stile? Perché fare come gli altri e omologare le linee editoriali? <br />E’ per questo disorientamento che non si vende e non si legge?<br />Per che cosa si legge? Per i cosiddetti “numeri” oppure per il piacere di leggere, di scegliere il proprio libro, di ricordarlo durante tutta una vita, per quell’immagine o quel testo?<br />Non diciamo in continuazione che la voglia di leggere figure e testi viene trasmessa condividendo questo piacere?<br />Allora forse dobbiamo leggere di più. Creare più circoli di lettori. Leggere ad alta voce, più che fare laboratori che spesso “coprono” la voce del libro. <br />Leggere e trasmettere l’entusiasmo di leggere. <br />Pubblicare con l’entusiasmo di pubblicare buoni libri.<br />Scegliere i titoli da vendere con l’entusiasmo di proporli.<br />Lavorare su immagini e testi col gusto di comunicare.<br />Per creare tutti insieme un ottimo spettacolo.<br />Il rapporto quantità di libri/libraio uccide il piacere della relazione tra chi vende e chi entra a comperare, base fondamentale per coinvolgere, incuriosire, dare il gusto di frugare tra gli scaffali in cerca del libro che non chiama la massa omologata ma proprio “me”, che avevo bisogno di “quel” titolo. <br />I soldi mancano. I politici preposti alla Cultura la dimenticano (non parliamo poi di quella che si rivolge ai ragazzi o ancor peggio ai bambini). La distribuzione strangola: da tempi infiniti le medesime lamentele. Con la differenza che si lavora sempre di più ognuno per il proprio orticello e il lavoro perde di convinzione, di rispetto, di verità.<br />E’ il momento di lavorare per il meglio e non per il tanto. Di dare spazio e correttezza ai rapporti di lavoro, perché si possa tutti lavorare felicemente e meglio. La creatività esige questo: al settimo giorno Dio sorrise.<br />Non ho esperienza da commercialista, da distributore, da stampatore, da libraio. Credo che tanti, in ognuno di questi settori, abbiano dato l’anima per far crescere la qualità e per allargare la base di quanti potessero goderne. Ma tanti si sono trovati nel gorgo dei “numeri”, nella necessità di aumentare e aumentare i titoli per alimentare un drago che poi li rigetta al macero.<br />Pensiamoci. <br />Personalmente prendo una pausa per tornare alle radici e al senso della mia scelta di “fare” libri. Sono certa di ritrovare lì la sorgente del desiderio.emanuela bussolatihttps://www.blogger.com/profile/10653232741429096268noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2980667096813042506.post-40925093075513691632013-01-15T18:52:05.425+01:002013-01-15T18:52:05.425+01:00@ Flores colgo l'occasione per guardare il tuo...@ Flores colgo l'occasione per guardare il tuo blog che ammetto di non conoscere. qui http://www.bibliocartina.it/speciale-libreria-edison-il-vincolo-duso-sui-locali-nostra-unica-speranza-la-sfida-dellazionariato-popolare-ii/ un altro fenomeno interessante per parlare di crisi: i passi più lunghi della gamba di grandi aziende che investono sul vuoto, provocando tracolli che rovinano anche le parti buoni dei propri rami aziendali.dilettahttps://www.blogger.com/profile/17824348989477419279noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2980667096813042506.post-2440047684185610192013-01-15T17:24:27.852+01:002013-01-15T17:24:27.852+01:00"La stampa e i media potrebbero avere un rili..."La stampa e i media potrebbero avere un rilievo e una forza stupefacenti nell'indirizzare le energie di chi, come te, a questa crisi non si vuole arrendere. Non sarebbe molto difficile farlo." Noi di Bibliocartina.it ci stiamo provando, ma non è vero che non è difficile. Anzi direi che è difficilissimo, visto che ormai dilaga la stampa gratuita. Il paradosso, che dice tutto delle contraddizioni in cui a fatica si tiene a galla il mondo dei media, è che un sito come il nostro che cerca di far parlare tutti gli attori, anche i più misconosciuti, del mondo editoriale, ottenga al momento l'unica - minima e risibile - fonte di introiti dall'affiliazione con Amazon.Floreshttps://www.blogger.com/profile/05665426353047215440noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2980667096813042506.post-18112760482676763602013-01-15T17:14:23.369+01:002013-01-15T17:14:23.369+01:00Quanto alla rete, è sì una grande risorsa, sopratt...Quanto alla rete, è sì una grande risorsa, soprattutto per chi già sa cosa andarci a cercare/trovare. La rete non fa altro che amplificare quello che noi già siamo: se siamo persone scrupolose, capaci di fare ricerche mirate, ci permette di risparmiare tempo e denaro come nessun'altra cosa, ma se siamo disorientati e confusionari come spesso capita, non facciamo altro che amplificare il nostro caos, perdendoci in mille meandri con pochi risultati. In rete chi non ha grandi esperienze tende a replicare le ricerche di ciò che già conosce, senza fare grandi scatti in avanti. Una libraia ti può guidare su sentieri nuovi, sconosciuti, ti può far notare nuove tecniche di illustrazione, far saggiare la grammatura della carta, parlarti dei messaggi contenuti in certe immagini, dandoti quindi strumenti nuovi, nuove competenze che arricchiranno il tuo patrimonio, e che poi potrai continuare a condividere e ricercare in rete, perchè no? Scambio di competenze, quindi, arricchimento..Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/17127818152285633803noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2980667096813042506.post-20744059345412951832013-01-15T17:07:05.464+01:002013-01-15T17:07:05.464+01:00@Diletta: conosco molto bene l'evoluzione urba...@Diletta: conosco molto bene l'evoluzione urbanistica della mia città e del quartiere Garibaldi, e quando dicevo che siete lì "non a caso", mi riferivo a questo. Dopo di che, per dirla tutta, sia il Bosco verticale che la Piazza Gae Aulenti, a 6 metri da terra, mi ricordano l'episodio di Sean Penn, interpretato da Ernest Borgnine in 11 settembre 2001: quartiere rimasto all'ombra per cosa? Per una costruzione brutta che, non ancora terminata, presenta lastricati in ardesia di spessore risibile, già sbroccolati prima dell'inaugurazione. L'opposto della qualità di cui parliamo, una grandeur prepotente e già vecchia, anche se fornita di pannelli fotovolaici e quant'altro. Ma già le premesse le avevamo viste nella nuova sede della Regione.. Comunque l'Isola avrà il suo collegamento con Brera e bon..Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/17127818152285633803noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2980667096813042506.post-83265073563894624842013-01-15T11:33:45.083+01:002013-01-15T11:33:45.083+01:00@ Piero. Concordo pienamente sui bookshop dei muse...@ Piero. Concordo pienamente sui bookshop dei musei. E' un tema a me molto caro che andrebbe portato alla luce perchè, soprattutto al centro-sud, le librerie nei musei avrebbero grandissime potenzialità.<br />Non sono per nulla d'accordo con la visione che se tutti comprassero da Amazon la mia libreria chiuderebbe. <br />Innanzitutto perchè questa stessa libreria compra libri da Amazon perchè la sua offerta, la sua velocità e i suoi prezzi sono imparagonabili rispetto a un distributore che fa ricarichi folli, è lentissimo nelle consegne dall'estero e non ti sa mai dire quando arriva un libro. Certo, devi saper comprare, sennò i libri ti rimangono perchè non li puoi rendere.<br />Inoltre perchè dalla cultura in rete non si può tornare indietro e il futuro sta lì dentro. <br />Infine sono convinta che i lettori forti (ma anche quelli deboli) sono onnivori e amano alla follia la fisicità della carta e perdono la testa per acquisti d'impulso on line o per ricerche mirate.<br />L'acquisto dei libri di carta ha a che fare con componenti irrazionali, di attrazione, impulso e attrazione che mai nessun pc potrà sostituire completamente, almeno per i prossimi 100 anni.<br />La bellezza di uno spazio e di un incontro umano, la casualità di una scoperta, il piacere di vedere e toccare un formato, un colore, di una storia vanno molto oltre internet e vivono dentro le pagine che uno incontra emotivamente per caso. <br />La vendita on line non spaventa per nulla BK, ci convive benissimo e, anzi, la sfrutta in mille occasioni.<br />Ovviamente gli acquisti variano molto a seconda del genere di riferimento (se libri illustrati, libri per ragazzi, saggistica scientifica, o narrativa). <br />Oltre al fatto che saper sfruttare le vendite on line ha salvato molte librerie antiquarie dal tracollo, offrendo un mercato infinito. Hoepli stessa ha puntato tutto sulle vendite on line, Ibs ha fatto partire un progetto molto interessante per far convivere librerie fisiche e on line, ancora per un po'.<br />Per me la sfida è tenere insieme e questo richiede fare un grosso lavoro di ricerca, scelta, selezione e offerta.<br /><br />@ Clementina trovo molto più illuminati della Agnoli le recenti riflessioni di Virginia Gentilini http://nonbibliofili.wordpress.com/2012/11/23/ebookfest-sanremo-e-librinnovando-milano-i-materiali/ Magari dacci un occhio.dilettahttps://www.blogger.com/profile/17824348989477419279noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2980667096813042506.post-19116410785083394142013-01-15T10:44:07.279+01:002013-01-15T10:44:07.279+01:00@Piero che dice: "giustamente elogi Anna per ...@Piero che dice: "giustamente elogi Anna per la sua lucidità, però se tutti fossero come lei ("la maggior parte dei libri che scelgo e compro ormai quasi esclusivamente su Amazon") la tua libreria fallirebbe!".<br /><br />Non penso. Devo specificare che vivendo all'estero Amazon lo uso per avere libri italiani, o francesi, o inglesi. Per quelli spagnoli preferisco uscire e andare a farmi un giro nei begli spazi della libreria "Central" di Barcellona, che è una grande catena catalana, ma molto ben curata. O nella deliziosa Abracadabra, di libri illustrati.<br />Ne deduco che se abitassi in Italia, andrei in libreria.<br /><br />Poi, per essere ancora più precisi, se devo fare un grosso ordine di libri italiani (più di 3 o 4) passo da Webster.it, che è gestito da un ragazzo che conobbi qui a Barcellona e che mi spiegò che aveva fatto questa scelta commerciale (che trovo geniale): il prezzo delle spese di invio all'estero è fisso. Circa 14 euro. Ma con quel prezzo si possono ordinare anche una tonnellata di libri. <br /><br />Comunque, Piero, se passerai dai link di LFdL, grazie! Sono guadagni piccoli, ma almeno mi pago le spese di server annuali del blog e qualche libro.<br /><br />@Barbara: capisco quello che dici sull'esserci, ma trovo che la rete sia anche un modo di esserci, e a suo modo caldo e vivo.Annahttps://www.blogger.com/profile/11210445696934129759noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2980667096813042506.post-38630719056172983562013-01-15T09:20:45.782+01:002013-01-15T09:20:45.782+01:00L'articolo del Corriere Bologna che Clementina...L'articolo del Corriere Bologna che Clementina suggerisce è http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/cronaca/2013/4-gennaio-2013/biblioteche-rifugio-crisi-cosi-cultura-diventa-welfare-2113405472999.shtml#.UOrpEXZFUKN.facebook<br /><br />@Piero: grazie per la sintetica analisi del comparto bookshop musei.<br /><br />@ Barbara: la tua idea di"usare la rete per poi esserci, anche fisicamente" ci ha fatto venire un'idea che speriamo possa avere uno sviluppo. Vi erremo aggiornati.Topipittorihttps://www.blogger.com/profile/02655552346419705796noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2980667096813042506.post-56095070866562784032013-01-15T09:07:45.107+01:002013-01-15T09:07:45.107+01:00Mi sembra che sia stata data una visione molto chi...Mi sembra che sia stata data una visione molto chiara sulle volontà di reagire al contesto culturale e di crisi economica che si sta vivendo dal un punto di vista del libro, ed anche molto positiva. Ne ho gioito! Personalmente però ci tengo sottolineare che le voci in capitolo sono delle realtà privilegiate, già coinvolte nel mondo tecnologico e culturale del libro. Diversamente l'intervento di Antonella Agnoli mi ha entusiasmato proprio perché non si riferiva esclusivamente a queste realtà. Vedasi anche l'articolo inchiesta di Daniela Corneo sul corriere della sera "Le biblioteche, rifugio dalla crisi". Si parla di coloro che normalmente non usano il libro come strumento di benessere ne tantomeno Kindle, iPad o se ci riferiamo agli anziani (e con loro molte famiglie) addirittura il computer. Inoltre, vorrei sottolineare l'importanza sociale del volontariato, non solo come forza economica, ma come valore umano sia per chi lo opera ma anche per chi lo riceve. L'aria che si respira e si produce in questi casi è di una società migliore, vissuta non per interposta persona. Importante, però, anche in questo caso è la qualità che si produce: i volontari devono essere preparati da corsi ad hoc, così come per i malati terminali di cancro, il volontario che lo accompagna ha seguito periodicamente dei corsi di formazione che lo ha preparato a sostenere la situazione al meglio, anche negli altri campi il volontario deve avere la possibilità di essere preparato (perché non offriamo noi stessi dei corsi formativi gratuiti?).<br />Sono felice di sentire attorno a me tanta voglia di vivere!Clementinahttps://www.blogger.com/profile/01566459229859184766noreply@blogger.com