Gli animali filosofi di Toon Tellegen, grande scrittore e poeta danese di cui abbiamo parlato tanto tempo fa qui, ce lo insegnano con gesti veri, lievi, silenziosi, umoristici e malinconici a un tempo.
Il libro da cui il racconto che vi proponiamo è tratto è edito da Donzelli e si intitola Lettere dal bosco. Un libro preziosissimo che non si può non leggere, e non solo a Natale, ma tutti i giorni dell'anno. Le illustrazioni sono di Mance Post, l'illustratrice danese che si è occupata di gran parte dell'opera per ragazzi di Tellegen.
Buon Natale dai Topipittori. Il 31 dicembre torneremo a salutarvi. Ma siamo virtualmente in vacanza fino al 7 gennaio.
Una mattina il vento recapitò una lettera allo scoiattolo.
Incuriosito lo sciattolo l'aprì e lesse:
Lista dei desideri
Un granello di zucchero.
Non bussate alla porta. Non ballate.
Non cantate. Non festeggiate.
E non fate nemmeno visite inaspettate.
Posate il granello di zucchero e ripartite subito.
Non portate niente di più e nemmeno niente di diverso.
Non gridate: «Auguri pappataci».
Non aspettate di sentire: «Grazie».
Non fate sorprese.
Non mettetevi dietro un albero a spiare
se per caso esco fuori.
Non arrabbiatevi.
Il pappataci.
È chiaro, pensò lo scoiattolo dopo aver letto la lista. Prese un granello di zucchero e s'incamminò.
Vide arrivare animali da ogni parte.
«Dove andate?», domandò.
«Dal pappataci», risposero. «E tu?».
«Anch'io».
Giunti nei pressi della casa del pappataci cominciarono ad affrettare il passo. Posarono il loro granello di zucchero e corsero via.
Nessuno si mise a spiare dietro un albero né gridò: «Auguri pappataci».
Al tramonto, una montagna enorme di granelli di zucchero svettava davanti alla casa del pappataci.
Spuntò la luna e la montagna splendeva e luccicava.
Sbirciando da ogni parte il pappataci scivolò fuori della porta a tarda sera e portò dentro i granelli di zucchero uno alla volta. Li nascose nella credenza, sotto il pavimento e nella sua piccola e buia soffitta.
Poi si mise a letto, si avvolse nelle coperte e sussurrò: «Grazie a tutti voi».
ce l'ho proprio adesso sul mio comodino. mi fa bene. mentre leggo i racconti ho sempre un sorriso stampato in faccia...
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