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venerdì 25 gennaio 2013

Posso fare un libro anch'io?

[di Ilaria Mozzi]



Da poco è terminato il corso Progettare Libri che Paolo Canton e Giulia Sagramola hanno condotto presso la scuola di Arti Applicate del Castello Sforzesco a Milano.
Otto lezioni intense, travolgenti, ricche di informazioni e preziosa occasione di confronto.
Otto serate vissute con enorme interesse e curiosità.
Otto episodi che mi piacerebbe raccontare uno per uno (e forse lo farò), ma che ora tenterò di riassumere in questo lunghissimo post.
Ma partiamo dall’inizio: c’era una volta, un anno e qualche mese fa, una serie di bei post su alcuni blog (fra l'altro, qui e su Le figure dei Libri) che parlano di un corso in cui Paolo insegna a “fare libri”.
Li leggo con curiosità, mi informo, scrivo qualche mail… e per un po’ me ne dimentico.
Fino a questo ottobre quando mi tornano in mente il corso e il programma. E la voglia di ampliare le mie conoscenze editoriali mi spinge a partecipare alla pre-selezione.
Dopo una decina di giorni arriva la lieta notizia: sono ammessa!

I miei appunti.
Così, una fredda sera di novembre prendo parte alla prima lezione del corso, assieme a 15 compagni d’avventura di diversa origine e professione: dagli Appennini alle Ande, passando per l’Ungheria e l’Iran (non scherzo!), illustratori, architetti, bibliotecari, studenti, insegnanti, impiegati comunali...
In queste prime ore Paolo, dopo breve presentazione, comincia a somministrarci informazioni culturali, storiche, economiche, commerciali, contabili e tecniche. 
E noi riempiamo fogli di appunti, pagine di grafici sul funzionamento della filiera editoriale, righe e quadretti colmi di numeri e percentuali. 
Giulia, nel frattempo, ci parla di “autoproduzione” e parte un confronto diretto sui costi, i guadagni e le fatiche di un editore (italiano) e di chi i libri li fa e li promuove da sé!
Torno a casa con la mente piena, un gran sorriso e… una lista di strani oggetti da recuperare. Alzi la mano chi di voi sa cos’è un creaser?

Ecco che cos'è un creaser.
Il secondo incontro è altrettanto ricco e generoso di informazioni, questa volta sull’anatomia dell’oggetto libro. E i nostri taccuini si coprono di termini tecnici (plancia, quadrante, canaletto, segnatura), termini buffi (cartone grigio-grigio, pancia, piede), alcuni onomatopeici (standard din), disegni e schemini.
Torno a casa con la testa che fuma… (ma a questo punto ho già scoperto cos’è il creaser!)

La terza lezione riserva sorprese.
Dopo interessanti spiegazioni su come vengono confezionati i libri arriva, finalmente, il momento tanto atteso! Un momento che Paolo e Giulia presentano con uno strano luccichio negli occhi, quello che scatena gli animi e le mani: la piegatura dei fogli!
La classe alza la testa dal quaderno, riempie i tavoli di carta e cartoncini ed è tutto un piegare di qua e piegare di là! E chissà perché… lo sguardo di Paolo e Giulia è sempre più vispo, somiglia vagamente a quello di un bambino che ha trovato perfetti compagni di gioco.
Pieghiamo fogli grandi, fogli piccoli, 2, 3, 4 volte e poi, su suggerimento degli insegnanti, pratichiamo qualche taglio qui, qualche incisione lì… e nuove strutture cartacee si formano sotto i nostri nasi. 
Ci rilassiamo, ci divertiamo, perché è proprio vero che il “fare” aiuta a sbloccarsi; e con il gioco delle pieghe, mi presti il bisturi, come l’hai fatto questo… inizia la vera interazione di gruppo.
L’espressione di Paolo, ora, è completata da un largo e sospetto sorriso…
Ma in quel momento, sono troppo entusiasta dell’utilità e dell’efficacia del mio creaser  e del mio bisturi per pensarci, finché un rumore di gessetto sulla lavagna mi costringe ad alzare gli occhi: COMPITI A CASA!
Compiti?
Certo, è una vera e propria scuola questa.
Un compito a casa di Marissa Morelli...
Il primo compito creativo è quello di ricavare una storia, un progetto, qualcosa che abbia senso partendo da una delle strutture appena create. Si comincia seriamente a progettare libri! 
Il ritorno a casa, stavolta rasenta la follia. Nella mia testa si accavallano immagini, idee, creazioni a cui devo dar forma subito! Il processo di creazione inverso suggeritoci (dal contenitore al contenuto) va a stimolare non so quali parti del cervello e, incredibilmente, apre un vaso di Pandora.

... e uno di Vessela Nikolova.
La settimana che segue è più intensa del solito e arrivo alla quarta serata con un’energia che mi mancava da tempo, quella particolare sensazione che nasce dalla passione, dal desiderio di creare, dal confronto e dalla condivisione con persone che parlano la tua stessa lingua (e che si esaltano per una piega, per una cucitura o per la scelta di un certo tipo di carta!). 
Lo spirito di gruppo ha preso vita e cresce. Le lezioni seguenti sono come un’onda, costellate di esercizi pratici in classe, a casa, con la testa e con le mani, da soli, in coppia o in trio! 
E più “ostacoli” ci vengono posti, più la nostra creatività si esprime nel trovare soluzioni.
Una legatura di Elham Asadi.
Ogni volta Giulia e Paolo ci mostrano nuovi tipi di rilegatura e assemblaggio dei fogli; e noi studenti ci troviamo a maneggiare aghi, fili, martelli e punteruoli, trasformati in novelli sartorelli (non sempre agili ma decisamente creativi!). 
Impariamo a riconoscere e fabbricare leporelli, fascicoli, pamphlet, dos-à-dos, legature giapponesi, wendingen, cuciture copte, nodi da marinai e CSB (crossed structure binding).
E nelle settimane tra un incontro e l’altro, ognuno di noi coltiva idee e produce “oggetti e progetti libro” sottoposti poi all’esame del resto della classe e degli insegnanti.
Fabio Facchinetti presenta il set portatile di libri da sgranocchiare...
Ho visto cose che voi umani… non potete davvero immaginare (ma che forse avete già visto qui e qui): libri-gioco, libri-laboratorio, rilegature impossibili, copertine intrecciate, addirittura set di libri da sgranocchiare! 
E la diversità di origine e formazione dei partecipanti, i differenti approcci e punti di vista sono una fonte continua di stimoli e arricchimenti. Un vero e proprio tesoro a cui attingere.
Gli insegnanti ci guidano in questo percorso ponendo domande, dubbi, soluzioni e considerazioni tecniche ed economiche.

... e dimostra come indossarlo con disinvoltura.
Arriviamo all’ultima lezione carichi di creatività e di… cibo (la festa finale non poteva certo mancare!). Nutriamo corpi e spirito, in un utilissimo e divertente esercizio in cui ognuno di noi presenta nel modo più efficace possibile un suo progetto a un compagno eletto, per l’occasione, “editore” (e non pensiate che interpretare l’editore cattivo sia facile… non lo è!). 
Inutile dire che le auto presentazioni sono varie e personalizzate; ci sono i timidi e veloci, i comici e assai convincenti, i super organizzati con tanto di spiegazione scritta e i sicuri di sé. 
Ne nascono confronti, dibattiti, consigli, critiche costruttive e risate.
Antonio Laino presenta la sua versione delle calviniane Città invisibili
E Rosana Liali ci spiega che la periferia desidera diventare città.

Il corso Progettare libri è diverso da quelli, da me, sperimentati finora.
Permette di comprendere i meccanismi della produzione dei libri a più livelli, offrendo la possibilità di osservare il “prodotto libro” non solo dal punto di vista di illustratori, ma soprattutto da quello degli altri fondamentali protagonisti: editori, stampatori, rilegatori, distributori, librai, clienti etc.
L'autrice di questo post si finge editore, mentre Vessela Nikolova
le presenta il suo libro sui colori....
... con copertina a intarsio in plastica trasparente.
Si esamina (e viviseziona) l’oggetto libro da prospettive differenti, a 360°; questo processo stimola un’apertura mentale e un approccio nuovo al “fare libri” che tiene in conto, oltre al contenuto creativo del progetto, un insieme più ampio e complesso di fattori e ruoli.

Anche Barbara e Ilaria (alias Passpartu) si sono confrontate
con la severità  di Illustrilla Editore.


Progettare libri è più di un corso: è un laboratorio, un’officina, un luogo d’incontro, un’occasione di crescita personale, culturale, artistica e professionale.  
Mi permetto di citare le parole scritte in questo post da Ilaria, Gloria e Elisabetta a proposito del corso: «[…] Cinque giorni che costringono a reinventarsi. Ed è normale, quando passa l'uragano.»
L’uragano ha travolto anche me, regalandomi il desiderio e la necessità di andare avanti, creare, reinventarmi, scoprire sempre più cose e, come ci hanno decisamente insegnato Paolo e Giulia, imparare a condividere e a lavorare (bene) con gli altri.
Che ne dite? Ce la siamo meritata un po' di festa?
E non pensiate che sia finita qua, perché ho il sospetto che quest’avventura sia solo all’inizio!

I miai compagni in questo corso sono stati: Ilaria Antonini; Elham Asadi; Barbara Balduzzi; Eugenia Burchi; Silvia Cancelmo; Fabio Facchinetti; Marta Ferina; Antonio Laino; Rosana Liali; Marissa Morelli; Daniela Iride Murgia; Vessela Nikolova; Richolly Rosazza; Paola Sonnante; Miguel Tanco

5 commenti:

  1. Non sono assolutamente capace di disegnare ma giocare con la carta e creare piccoli libri con cui giocare insieme al mio bambino mi diverte e mi da una gran carica. Ma il confrontarsi e ammirare l'estro di persone così creative purtroppo mi manca. Chissà, magari un giorno organizzeranno qualcosa del genere anche a Bologna, magari aperto anche a curiosi.
    Ti segnalo che il link a Vessela Nikolova non è corretto.
    Buona giornata

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  2. @ Mammamozza: i miei corsi sono aperti anche a curiosi. A questo, alla Scuola del castello, c'era un'umanità molto varia. Quindi, perché rinunciare a priori?

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  3. Allora rilancio e spero che veniate dalle parti di Bologna.

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  4. A quando il prossimo corso? Vengo a Milano in trasferta più che volentieri!!

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  5. @ Francesca Massai: il prossimo corso è il 17 giugno a Sàrmede, in versione intensiva. http://www.sarmedemostra.it/ita/corsi/corsi.html
    Molto probabilmente ci sarà ancora alla Scuola di Arte Applicata del Castello Sforzesco a partire dalla fine di ottobre, sempre il martedì sera, in versione estensiva. Comunque, appena siamo sicuri delle date o abbiamo notizie le postiamo qui e sulla nostra pagina facebook

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