Quodlibet è una delle mie case editrici preferite. Praticamente io i loro libri li comprerei tutti, per qualsiasi ragione, che sia il titolo, l'argomento, la copertina, l'autore, il sottotitolo, la quarta, il risvolto... Insomma, ci spendo delle fortune, ogni volta, allo stand di Quodlibet, a Roma, a Più libri più liberi. Per fortuna, siccome siamo colleghi, ci fanno generosi sconti, o forse perché capiscono che davanti alla loro esposizione cado in preda alla compulsione di acquisto librario. Un'altra contingenza che mi muove questa compulsione è il nome Giorgio Manganelli stampato su una copertina. Manganelli ha scritto un libro che chiunque ami la letteratura per ragazzi non può non leggere: Pinocchio. Un libro parallelo, che è una rilettura, parola per parola, di Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino di Carlo Collodi. Un libro quasi bello come il Pinocchio originale, il che si può dire sia un miracolo, essendo questo uno dei più bei libri mai scritti.
A intervalli regolari lo ricordo, questo libro di Manganelli, su questo blog: è una sorta di compulsione anche questa. Non posso rassegnarmi all'idea che questo libro non sia più conosciuto di quanto sia.
Nel 2010, Quodlibet ha pubblicato Album fotografico di Giorgio Manganelli. Racconto biografico di Lietta Manganelli. Leggo dalla scheda bibliografica:
Questo libro riproduce il pacchetto di fotografie che Giorgio Manganelli conservava in casa, abbastanza disordinatamente, e che sono passate alla figlia Lietta. Sono in ordine cronologico, come in un album di famiglia, e ne percorrono la vita. I testi che l’accompagnano sono i racconti fatti a voce su suo padre da Lietta, mentre sfogliava e riordinava le foto: la sua vita, le sue manie, le cose buffe e caratteristiche, le leggende famigliari, i luoghi d’infanzia, le insofferenze furiose, le amicizie, i suoi famosi colpi d’umore; e compongono una specie di romanzo biografico in larga parte immaginario (e in parte anche molto sincero e affettuoso) su questo grandissimo, iperbolico e spesso comico scrittore italiano, ben conosciuto da chi lo ama, ma ancora forse troppo poco letto.
Ovviamente, assommando due caratteristiche per me fatali, Manganelli e Quodlibet, ho comprato subito questo Album. Che non è solo un album, ma un libro, e anche molto bello. Lietta racconta di suo padre e della stirpe dei Manganelli in maniera rudemente irresistibile. In questi ricordi forse vien fuori anche perché Manganelli fosse così irretito da Pinocchio che infatti sta sulla copertina. A leggere gli espisodi della sua grama infanzia, si capisce che forse per esperienza diretta compativa la miseria nera dell'esser piccoli, quel trascinarsi maldestro e sprovveduto fra pazzi che te ne fanno di ogni, con la scusa che ti vogliono un bene da matti o non te ne vogliono affatto, il che forse non è poi così diverso, negli esiti. Vi riporto alcuni brani di questo libro, che fanno molto ridere e pensare e penare, come è giusto che sia.
Mio padre era timidissimo, incavolatissimo, tra l'altro vestito da bambina, secondo me con un trauma psicologico notevole; è vero che allora si usava, ma è anche vero che mio padre era brutto, era brutto già allora, cioè nessuno avrebbe mai detto «che bella bambina» vedendo questo tizio col vestitino da femmina; e infatti lui si difendeva già allora leggendo; è lì che si nasconde dietro ai libri già in questa foto.
Mia nonna Amelia, [...], Amelia Censi, madre di mio padre, voleva una figlia femmina, ma ha avuto mio padre; in casa mia è successa due volte di fila questa storia, con mia nonna e con mia madre, tutte e due hanno avuto il figlio che non volevano, cioè un figlio lo volevano, ma non quello. Quando è nato mio padre mia nonna aveva già un figlio maschio di 13 anni, il classico Manganelli, bello, con gli occhi azzurri; allora aveva deciso che adesso sarebbe stata una femmina, «la mia bambina, la mia bambina», diceva che era incinta; gli ha preparato dei bauli di pizzi, collettini all'uncinetto, vestine, nastri rosa, poi gli nasce questo maschio già con la faccia che ha poi sempre avuto, e che era difficile contrabbandare per femmina e le fa tutti i dispetti del mondo fin da subito: ad esempio nasce di mercoledì alle quattro di mattina, per mia nonna martedì è il giorno buono per i miracoli, si deve nascere di martedì, allora non poteva nascere quattro ore prima?
Mia nonna, povera donna [...] voleva essere ricompensata del fatto che aveva avuto un figlio sbagliato, per cui doveva almeno essere un genio; ma mio padre era un cane a scuola fino alle superiori, nel vero senso della parola, è riuscito a farsi bocciare in prima elementare, credo non ci sia mai riuscito nessuno, un suo compagno delle elementari che ho trovato se lo ricorda: l'unica cosa che faceva bene erano i compiti in italiano - mi ha detto questo Franco - lui faceva già i temi, mentre noi facevamo solo i pensierini - mi ha detto - ma per il resto era un cane...; non ha mai imparato ad esempio la matematica in vita sua, contava sulle dita anche da adulto, secondo me non perché ha avuto una professoressa spaventosa alle medie, come dice lui, ma perché c'era proprio un rifiuto, in quanto tutta la famiglia invece era matematica, ma lui stava dalla parte di sua madre, che scriveva poesie, che io ho, anche molto belle ...
Eccolo al mare, circa sette anni, ce lo portavano di peso, nel senso letterale del termine, perché lui odiava il mare e odiava Rimini, lo portavano a Rimini e pretendevano che lui facesse il bagno, anche se mio padre l'idea del bagno che poi ha sempre avuta era sollevarsi i pantaloni, infilare un piede, uscire, dire ho fatto il bagno, sedersi sotto l'ombrellone e mettersi a leggere il giornale, perché gli dava noia la gente, detestava farsi vedere in abbigliamento succinto, era abbastanza sgraziato, aveva le braccia più lunghe del normale.
Mio padre a me mi chiamava torta fritta, che è un cibo tipico di Roccabianca, è croccante, ma quando lo mangi dentro è morbidissimo, c'è un cuore pastoso, farina e acqua buttata nell'olio bollente e tirata fuori che si mangia come pane; perché io sembravo rospa ma dentro avevo il cuore morbido morbido. E mi raccontava queste storie pazzesche, di draghi e altro; ce n'è una che mi è rimasta impressa poi a vita e che secondo me mi ha molto condizionato, le storie di san Giorgio, ma viste dalla parte del drago: «adesso questo san Giorgio viene, adesso m'ammazza - diceva il drago - ma io cos'ho fatto? perché ce l'ha con me?», e anche la fanciulla da liberare: «brutto deficiente d'un cavaliere, adesso guarda un po' cosa fa! Ma lascialo stare! che cosa ti ha fatto?» La cosa mia di vedere il mondo alla rovescia nasce da queste storie qui.
E poi c'è un episodio bellissimo, forse il più bello di tutti, di quando Lietta, dopo secoli che non lo vede e non sa bene come sia diventato, a 17 anni incontra di nuovo suo padre. Alle sette e un quarto di mattina, a Roma, suona il campanello, pensando, mentre aspetta, di aver sbagliato appartamento, e quando lui apre, lo chiama "professor Manganelli". E poi succede una cosa incredibile che fa morire dal ridere. Ma questa non ve la racconto, così andate in libreria a prendervi il libro.
A intervalli regolari lo ricordo, questo libro di Manganelli, su questo blog: è una sorta di compulsione anche questa. Non posso rassegnarmi all'idea che questo libro non sia più conosciuto di quanto sia.
Nel 2010, Quodlibet ha pubblicato Album fotografico di Giorgio Manganelli. Racconto biografico di Lietta Manganelli. Leggo dalla scheda bibliografica:
Questo libro riproduce il pacchetto di fotografie che Giorgio Manganelli conservava in casa, abbastanza disordinatamente, e che sono passate alla figlia Lietta. Sono in ordine cronologico, come in un album di famiglia, e ne percorrono la vita. I testi che l’accompagnano sono i racconti fatti a voce su suo padre da Lietta, mentre sfogliava e riordinava le foto: la sua vita, le sue manie, le cose buffe e caratteristiche, le leggende famigliari, i luoghi d’infanzia, le insofferenze furiose, le amicizie, i suoi famosi colpi d’umore; e compongono una specie di romanzo biografico in larga parte immaginario (e in parte anche molto sincero e affettuoso) su questo grandissimo, iperbolico e spesso comico scrittore italiano, ben conosciuto da chi lo ama, ma ancora forse troppo poco letto.
Ovviamente, assommando due caratteristiche per me fatali, Manganelli e Quodlibet, ho comprato subito questo Album. Che non è solo un album, ma un libro, e anche molto bello. Lietta racconta di suo padre e della stirpe dei Manganelli in maniera rudemente irresistibile. In questi ricordi forse vien fuori anche perché Manganelli fosse così irretito da Pinocchio che infatti sta sulla copertina. A leggere gli espisodi della sua grama infanzia, si capisce che forse per esperienza diretta compativa la miseria nera dell'esser piccoli, quel trascinarsi maldestro e sprovveduto fra pazzi che te ne fanno di ogni, con la scusa che ti vogliono un bene da matti o non te ne vogliono affatto, il che forse non è poi così diverso, negli esiti. Vi riporto alcuni brani di questo libro, che fanno molto ridere e pensare e penare, come è giusto che sia.
...è lì che si nasconde dietro ai libri già in questa foto. |
Mia nonna Amelia, [...], Amelia Censi, madre di mio padre, voleva una figlia femmina, ma ha avuto mio padre; in casa mia è successa due volte di fila questa storia, con mia nonna e con mia madre, tutte e due hanno avuto il figlio che non volevano, cioè un figlio lo volevano, ma non quello. Quando è nato mio padre mia nonna aveva già un figlio maschio di 13 anni, il classico Manganelli, bello, con gli occhi azzurri; allora aveva deciso che adesso sarebbe stata una femmina, «la mia bambina, la mia bambina», diceva che era incinta; gli ha preparato dei bauli di pizzi, collettini all'uncinetto, vestine, nastri rosa, poi gli nasce questo maschio già con la faccia che ha poi sempre avuto, e che era difficile contrabbandare per femmina e le fa tutti i dispetti del mondo fin da subito: ad esempio nasce di mercoledì alle quattro di mattina, per mia nonna martedì è il giorno buono per i miracoli, si deve nascere di martedì, allora non poteva nascere quattro ore prima?
Mio padre col collettino di pizzo, tra i piccioni di piazza Duomo, a Milano. |
Eccolo al mare, circa sette anni... |
Mio padre a me mi chiamava torta fritta, che è un cibo tipico di Roccabianca, è croccante, ma quando lo mangi dentro è morbidissimo, c'è un cuore pastoso, farina e acqua buttata nell'olio bollente e tirata fuori che si mangia come pane; perché io sembravo rospa ma dentro avevo il cuore morbido morbido. E mi raccontava queste storie pazzesche, di draghi e altro; ce n'è una che mi è rimasta impressa poi a vita e che secondo me mi ha molto condizionato, le storie di san Giorgio, ma viste dalla parte del drago: «adesso questo san Giorgio viene, adesso m'ammazza - diceva il drago - ma io cos'ho fatto? perché ce l'ha con me?», e anche la fanciulla da liberare: «brutto deficiente d'un cavaliere, adesso guarda un po' cosa fa! Ma lascialo stare! che cosa ti ha fatto?» La cosa mia di vedere il mondo alla rovescia nasce da queste storie qui.
E poi c'è un episodio bellissimo, forse il più bello di tutti, di quando Lietta, dopo secoli che non lo vede e non sa bene come sia diventato, a 17 anni incontra di nuovo suo padre. Alle sette e un quarto di mattina, a Roma, suona il campanello, pensando, mentre aspetta, di aver sbagliato appartamento, e quando lui apre, lo chiama "professor Manganelli". E poi succede una cosa incredibile che fa morire dal ridere. Ma questa non ve la racconto, così andate in libreria a prendervi il libro.
Una prossima lettrice già l'avete trovata, di entrambi i libri! grazie...
RispondiEliminaMannaggia.
RispondiEliminaIrresistibile.
Se non l'avete ancora letto, leggete "La palude definitiva" di Manganelli. E' uno dei miei libri preferiti.
Come sono ignorante! Di Manganelli non ho mai letto nulla...un errore da correggere immediatamente e grazie a voi so esattamente da dove cominciare!
RispondiEliminaCaspita! Comincerò a chiedere la percentuale a Quodlibet.
RispondiEliminaPlease, tell the authors I wrote about their book:
RispondiEliminahttp://hellaheaven-ana.blogspot.com.br/2013/03/il-viaggio-di-miss-timothy-by-giovanna.html
Thank you!
Invito - italiano
RispondiEliminaIo sono brasiliano.
Dedicato alla lettura di qui, e visitare il suo blog.
ho anche uno, soltanto molto più semplice.
'm vi invita a farmi visita, e, se possibile seguire insieme per loro e con loro. Mi è sempre piaciuto scrivere, esporre e condividere le mie idee con le persone, a prescindere dalla classe sociale, credo religioso, l'orientamento sessuale, o, di Razza.
Per me, ciò che il nostro interesse è lo scambio di idee, e, pensieri.
'm lì nel mio Grullo spazio, in attesa per voi.
E sto già seguendo il tuo blog.
Forza, pace, amicizia e felicità
Per te, un abbraccio dal Brasile.
www.josemariacosta.com