Oggi vi proponiamo due recensori d'eccezione: Giovanni Eugenio e Margherita. Quest'estate il loro papà gli ha comprato Il meraviglioso Cicciapelliccia, e la loro mamma è stata costretta, visto l'entusiasmo con cui è stato accolto, a leggerlo qualche centinaio di volte. Così, quando ci è venuta l'idea di ascoltare le loro opinioni su questo libro, hanno cortesemente accolto la nostra proposta, e qualche giorno fa ci hanno mandato le loro recensioni. La prima è stata dettata alla mamma, visto chel'autore è un treenne ancora non avvezzo all'uso della penna, ma questo non è mai stato un problema per un ragazzo dotato di immaginazione. Probabilmente si tratta del più giovane recensore del pianeta: ha davanti un futuro, ne siamo certi. La seconda è di sua sorella Margherita, che ha per noi redatto questa magnifica prosa in bella copia. Ne siamo onorati, anche perché ci è piaciuto molto il suo stile e il fatto che sia molto brava a giocare e a ballare. Grazie Giovanni Eugenio, Margherita e Barbara, mamma-scrivana. Buona lettura a tutti.
Sono io?
[di Giovanni Eugenio detto anche Gioggi il Principe Guastatore o Cicciopalla. Tre anni splendidamente portati, un futuro da pompiere ed un presente da terremoto.]
Spesso in casa, per via della forma che ho, mi chiamano Cicciopalla. Quindi, quando a fine luglio ho saputo che il babbo ci avrebbe portato un libro intitolato Il meraviglioso Cicciapelliccia, ho subito domandato: «Sono io?».
In questi mesi ho chiesto alla mamma di leggermelo molte volte e mi capita anche di sfogliarlo da solo. Il libro è bello, ma ho subito capito che non si tratta di me.
Mi piacciono molto i negozi che ci sono nei disegni. Mi ci perdo.
Le pettinature delle tre signore che si vedono nella vetrina della parrucchiera sono divertenti e vorrei entrare nel negozio di giocattoli, ma quello che mi attrae più di tutti è il negozio del panettiere Jean, con le brioche, le fette di torta, i bignè, il pane da toast e anche lo strudel che a me piace parecchio. Vado matto anche per la vetrina di Emmett perché ci sono l’armatura, il trombone e, se ci guardi bene, vedi anche un uccellino in gabbia.
Un giorno, prima del pisolino pomeridiano, stavo sfogliando Cicciapelliccia per conto mio e mi sono accorto di una cosa stranissima: sempre all’interno del negozio di Emmett, nella pagina in basso, si vede una coda rosa. Io dico che è del Cicciapelliccia! Mia sorella dice di no, ma lei è una femmina….
Mi piace tanto anche guardare gli oggetti che ci sono in casa della bimba Edith ed elencarne i nomi. A Modena anche la mamma usa una frusta come quella che ha Edith per montare le uova e qui al mare abbiamo le stesse tovagliette intrecciate per la colazione. Ce ne sono nelle case di tutti i bimbi? Mah… leggendo il libro mi sono venute in mente anche tante altre domande, tipo: il Cicciapelliccia è maschio o femmina? Cosa mangia? È una specie di topo? È dello stesso colore della giacca della bambina perché alla fine diventa suo? Se vuole può parlare? Vive sui tetti come un uccellino? Sa ridere? È pauroso?
A me, ad esempio, fanno un po’ paura le facce del macellaio Theo e dello spazzino Quentin. Al contrario mi fa molto ridere la pagina in cui Edith tira fuori il Cicciapelliccia dalla spazzatura e dice «Che schifo!» e mi diverto anche alla fine, quando la mamma di Edith se lo sistema in testa come se fosse un cappello.
Io ho un gatto, Petit Pierre, che è più grosso del Cicciapelliccia, e quindi non posso metterlo in testa, e nemmeno fargli fare tutte le altre cose a cui può servire un Cicciapelliccia, perché Petit non vuole. Però a volte lo abbraccio come la bimba abbraccia il Cicciapelliccia.
Alla fine Edith è felice perché regala il Cicciapelliccia alla sua mamma e anche la mamma è contenta perché il Cicciapelliccia è peloso e prezioso.
Quando leggiamo il libro mi diverto a fare soprattutto due cose: il verso del Cicciapelliccia che, secondo me, è quasi un miagolio di gatto e poi, quando la storia è finita, mi piace tanto confrontare le due pagine iniziali con le ultime due alla fine. Dico tutti i nomi dei personaggi ed elenco i loro mestieri (tra l’altro, la fioraia Wendy somiglia molto alla zia, la stessa che, secondo me, è ritratta da piccola in una delle fotografie illustrate in Chiuso per ferie), li osservo attentamente a caccia di differenze. Per ora mi sono accorto che in fondo compare il Cicciapelliccia in testa alla bambina, mentre prima non c’era. È perché lo ha trovato.
Mia sorella dice anche che l’uccellino in basso annuncia la fine del libro, ma io, ogni volta, controllo che non ci sia altro. Secondo me, appena la mamma chiude il libro, i personaggi cambiano posizione e allora lo apriamo e lo chiudiamo velocemente varie volte. Per ora sono sempre lì.
Sono molto brava a giocare
[di Margherita detta anche Megghi Ciucci. Nove anni. Ballerina-canterina-musicista. Il giusto contrappasso per due genitori che fanno della scienza il loro pane quotidiano.]
Appena ho letto il meraviglioso Cicciapelliccia mi è piaciuto che la bimba di nome Edith, Eddie per gli amici, si preoccupa di cercare un regalo per la sua mamma. L’ho fatto tante volte anch’io.
Guardando il negozio di Jean il panettiere mi è venuta fame e voglia di mangiare tutto; e a me piacciono i fiori di Wendy; e Mimì che negozio da favola!
Le uniche due cose che non ho capito del libro sono state: la prima è che Edith andrà nel negozio del signore più elegante del Mondo, cioè Emmett l’antiquario, quando non è molto elegante; la seconda è che Theo puntò un coltello verso il naso di Edith, e non è un bel gesto.
Quando leggo il libro con mio fratello e la mamma ci divertiamo a inventare il verso del Cicciapelliccia e a pensare altri modi di usarlo. Per esempio:
spugna per i piatti o per la doccia
mocio per i pavimenti
borsa dell’acqua calda
palla (NON da calcio)
ferma porte
piumino per la cipria
scalda mani
elastico per i capelli
pallina per l’albero di Natale
yo-yo
cancellino per la lavagna.
Ma la cosa più bella di tutto il libro è che grazie ai regali dei suoi amici Edith scopre il suo talento.
Alcuni dei miei talenti io li conosco già: sono molto brava a giocare e a ballare. Sono brava anche a disegnare e mi diverto molto a guardare la pagina con tutti gli usi del Cicciapelliccia e l’illustrazione del negozio di Mimì da dentro perché è molto peloso.
Per finire vorrei dire che del Cicciapelliccia mi piace il pelo e il colore, ma anche il suo sguardo strano che mi fa ridere.
Per leggere le altre puntate di I bambini leggono, qui.
Sono io?
[di Giovanni Eugenio detto anche Gioggi il Principe Guastatore o Cicciopalla. Tre anni splendidamente portati, un futuro da pompiere ed un presente da terremoto.]
Spesso in casa, per via della forma che ho, mi chiamano Cicciopalla. Quindi, quando a fine luglio ho saputo che il babbo ci avrebbe portato un libro intitolato Il meraviglioso Cicciapelliccia, ho subito domandato: «Sono io?».
In questi mesi ho chiesto alla mamma di leggermelo molte volte e mi capita anche di sfogliarlo da solo. Il libro è bello, ma ho subito capito che non si tratta di me.
Mi piacciono molto i negozi che ci sono nei disegni. Mi ci perdo.
Le pettinature delle tre signore che si vedono nella vetrina della parrucchiera sono divertenti e vorrei entrare nel negozio di giocattoli, ma quello che mi attrae più di tutti è il negozio del panettiere Jean, con le brioche, le fette di torta, i bignè, il pane da toast e anche lo strudel che a me piace parecchio. Vado matto anche per la vetrina di Emmett perché ci sono l’armatura, il trombone e, se ci guardi bene, vedi anche un uccellino in gabbia.
Un giorno, prima del pisolino pomeridiano, stavo sfogliando Cicciapelliccia per conto mio e mi sono accorto di una cosa stranissima: sempre all’interno del negozio di Emmett, nella pagina in basso, si vede una coda rosa. Io dico che è del Cicciapelliccia! Mia sorella dice di no, ma lei è una femmina….
Mi piace tanto anche guardare gli oggetti che ci sono in casa della bimba Edith ed elencarne i nomi. A Modena anche la mamma usa una frusta come quella che ha Edith per montare le uova e qui al mare abbiamo le stesse tovagliette intrecciate per la colazione. Ce ne sono nelle case di tutti i bimbi? Mah… leggendo il libro mi sono venute in mente anche tante altre domande, tipo: il Cicciapelliccia è maschio o femmina? Cosa mangia? È una specie di topo? È dello stesso colore della giacca della bambina perché alla fine diventa suo? Se vuole può parlare? Vive sui tetti come un uccellino? Sa ridere? È pauroso?
A me, ad esempio, fanno un po’ paura le facce del macellaio Theo e dello spazzino Quentin. Al contrario mi fa molto ridere la pagina in cui Edith tira fuori il Cicciapelliccia dalla spazzatura e dice «Che schifo!» e mi diverto anche alla fine, quando la mamma di Edith se lo sistema in testa come se fosse un cappello.
Io ho un gatto, Petit Pierre, che è più grosso del Cicciapelliccia, e quindi non posso metterlo in testa, e nemmeno fargli fare tutte le altre cose a cui può servire un Cicciapelliccia, perché Petit non vuole. Però a volte lo abbraccio come la bimba abbraccia il Cicciapelliccia.
Alla fine Edith è felice perché regala il Cicciapelliccia alla sua mamma e anche la mamma è contenta perché il Cicciapelliccia è peloso e prezioso.
Quando leggiamo il libro mi diverto a fare soprattutto due cose: il verso del Cicciapelliccia che, secondo me, è quasi un miagolio di gatto e poi, quando la storia è finita, mi piace tanto confrontare le due pagine iniziali con le ultime due alla fine. Dico tutti i nomi dei personaggi ed elenco i loro mestieri (tra l’altro, la fioraia Wendy somiglia molto alla zia, la stessa che, secondo me, è ritratta da piccola in una delle fotografie illustrate in Chiuso per ferie), li osservo attentamente a caccia di differenze. Per ora mi sono accorto che in fondo compare il Cicciapelliccia in testa alla bambina, mentre prima non c’era. È perché lo ha trovato.
Mia sorella dice anche che l’uccellino in basso annuncia la fine del libro, ma io, ogni volta, controllo che non ci sia altro. Secondo me, appena la mamma chiude il libro, i personaggi cambiano posizione e allora lo apriamo e lo chiudiamo velocemente varie volte. Per ora sono sempre lì.
B. Alemagna, schizzo per Il meraviglioso Cicciapelliccia. |
[di Margherita detta anche Megghi Ciucci. Nove anni. Ballerina-canterina-musicista. Il giusto contrappasso per due genitori che fanno della scienza il loro pane quotidiano.]
Appena ho letto il meraviglioso Cicciapelliccia mi è piaciuto che la bimba di nome Edith, Eddie per gli amici, si preoccupa di cercare un regalo per la sua mamma. L’ho fatto tante volte anch’io.
Guardando il negozio di Jean il panettiere mi è venuta fame e voglia di mangiare tutto; e a me piacciono i fiori di Wendy; e Mimì che negozio da favola!
Le uniche due cose che non ho capito del libro sono state: la prima è che Edith andrà nel negozio del signore più elegante del Mondo, cioè Emmett l’antiquario, quando non è molto elegante; la seconda è che Theo puntò un coltello verso il naso di Edith, e non è un bel gesto.
Beatrice Alemagna, schizzo per Il meraviglioso Cicciapelliccia. |
Quando leggo il libro con mio fratello e la mamma ci divertiamo a inventare il verso del Cicciapelliccia e a pensare altri modi di usarlo. Per esempio:
spugna per i piatti o per la doccia
mocio per i pavimenti
borsa dell’acqua calda
palla (NON da calcio)
ferma porte
piumino per la cipria
scalda mani
elastico per i capelli
pallina per l’albero di Natale
yo-yo
cancellino per la lavagna.
Beatrice Alemagna, schizzo per Il meraviglioso Cicciapelliccia. |
Ma la cosa più bella di tutto il libro è che grazie ai regali dei suoi amici Edith scopre il suo talento.
Alcuni dei miei talenti io li conosco già: sono molto brava a giocare e a ballare. Sono brava anche a disegnare e mi diverto molto a guardare la pagina con tutti gli usi del Cicciapelliccia e l’illustrazione del negozio di Mimì da dentro perché è molto peloso.
Per finire vorrei dire che del Cicciapelliccia mi piace il pelo e il colore, ma anche il suo sguardo strano che mi fa ridere.
Per leggere le altre puntate di I bambini leggono, qui.
Interessantissimi e vivi questi commenti. Confermano l'inclinazione (mai parola fu più corretta) dei bambini a finir dentro nei mucchi: a osservare tutti i piccoli particolari e le tante espressioni. Oltre che a riconoscersi nel desiderio di far felice una mamma, cosa assolutamente desiderabile!
RispondiEliminaPer le mamme che comprano il libro ai loro bambini, naturalmente! :-D
RispondiEliminaGrazie Emanuela, hai ragione: amore pazzo per i mucchi.
RispondiEliminaThank you for this, a rare and the tiniest of glimpses into a world we would capture and serve.
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