[di Thomas Pololi]
Sono passati più di dieci anni da quando quasi per caso, nella casa dei miei genitori a Bergamo, aprii il cassetto che conteneva alcuni miei quaderni delle scuole elementari e, anche se allora non lo sapevo, buona parte del mio futuro.
Il progetto Quadernini è nato molto spontaneamente in quel periodo, dal desiderio di raccogliere e diffondere quello che consideravo un vero e proprio patrimonio letterario attraverso un blog.
Negli anni capii che i quaderni avevano ancora più valore di quello che pensavo: come hanno messo in evidenza ricercatori come Juri Meda dell'Università di Macerata, che insieme a Roberto Sani e Davide Montino ha curato un incredibile libro dal titolo School Exercise Books. A Complex Source for a History of the Approach to Schooling and Education in the 19th and 20th Centuries, (1567 -!- pagine di contributi di storici dell'educazione di tutto il mondo), i quaderni sono una fonte complessa, ma fondamentale per lo studio della storia dell'educazione, della società, della psicologia infantile.
La cosa stupefacente è che al di fuori del mondo accademico il quaderno sia, invece, considerato come un oggetto che sì, è bello conservare, ma che al primo trasloco può essere buttato in un cassonetto insieme a vecchie riviste e giornali (non che quelli abbiano meno valore, ma sono prodotti in serie e conservati in archivi, mentre ogni quaderno è un oggetto per sua natura unico, e a pensarci bene non esiste un altro tipo di documento redatto dai bambini in grado di presentarci il loro pensiero e il loro sguardo sul passato recente).
L'associazione Quaderni Aperti è stata fondata nel 2014 proprio allo scopo di valorizzare la bellezza e la forza poetica, storica, educativa di questo materiale: non si tratta solo di digitalizzare e catalogare quaderni di scuola, un lavoro che viene già svolto da alcuni istituti di ricerca in Italia e nel mondo, ma di cercare di trasmettere qualcosa attraverso una “cura artistica” dell'oggetto quaderno e dei suoi contenuti.
Attraverso i contenuti prodotti dai bambini vorremmo far riflettere, divertire e a volte fare anche piangere, come accade quando Bing Bong svanisce nel Baratro della Memoria in Inside Out.
L'idea di fondo è quella di “estrarre” dai quaderni il loro potere comunicativo ed evocativo, e utilizzarlo per realizzare attività che vanno dalla divulgazione sul web alla realizzazione di laboratori per le scuole, dagli spettacoli ai seminari.
Per fortuna sul nostro percorso abbiamo incontrato tantissimi sostenitori: insegnanti, artisti, scrittori e curiosi che seguono le nostre attività in rete (il blog e la pagina Facebook Quadernini), ma anche ricercatori (in particolare il già citato Juri Meda, che ci ha persino invitato a presentare i progetti dell'associazione a un simposio internazionale, e il gruppo di ricerca della professoressa Simonetta Polenghi, direttrice del Dipartimento di Pedagogia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore), laboratori innovativi come La Grande Fabbrica delle Parole, reti di associazioni come Milanosifastoria, collezionisti pieni di passione come Carlo Covini del negozio Il Mondo è Piccolo di Milano, e addirittura aziende illuminate come Arbos, una cartiera che si trova vicino a Vicenza con la quale stiamo realizzando un progetto editoriale per portare i temi scritti dai bambini di una volta sui quaderni venduti nelle librerie e cartolerie attuali.
La mostra che inaugurerà il 25 novembre allo spazio Ex Fornace, gentilmente concesso dal Consiglio di Zona 6 del Comune di Milano (che ha anche patrocinato l'iniziativa) sarà la prima occasione in cui presenteremo una panoramica completa su quello che è stato fatto in questi anni.
Il percorso sarà composto da circa 50 pannelli: si partirà dalle vacanze di una bambina di Milano del 1900 durante le quali viene assassinato il re Umberto I e si arriverà alla spesa con la migliore amica alla CittàMercato, passando per i problemi di matematica del fascismo (“Calcola quanti sono i balilla di Montelupo”), per il punto di vista di una ragazza sfollata sulla Milano bombardata degli anni Quaranta e per il viaggio immaginario di un bambino di Macerata verso la Luna, nel 1971.
Si potrà scoprire perché la calligrafia obliqua all'inizio del Novecento è diventata dritta, chi per primo ha sfruttato il potere comunicativo delle copertine, come è cambiato l'approccio al disegno in classe (gli interventi più specifici sono stati sviluppati insieme al Dipartimento di Pedagogia dell'Università Cattolica e da loro supervisionati).
Si potranno sfogliare nove quaderni di ex bambini milanesi, riprodotti integralmente da Arbos, sedendosi a dei banchi originali degli anni Venti, Cinquanta e Settanta, e navigare tra circa 1000 pagine del nostro archivio digitale.
E poi realizzeremo laboratori per le scuole con La Grande Fabbrica delle Parole (andremo in tre quarte elementari a leggere i temi di tre “ex coetanei” degli anni Quaranta, Cinquanta e Ottanta che i bambini successivamente incontreranno di persona all'Ex Fornace) e ospiteremo due seminari, I quaderni raccontano – La parola ai bambini della scuola di ieri (27 novembre, ore 14:30), con l'Università Cattolica del Sacro Cuore, e Bambini e lavoro (30 novembre, ore 14:30) con Milanosifastoria, per andare ancora più in profondità ed esplorare sia i contenuti dei quaderni di scuola che la tematica del lavoro e della formazione dei minori.
Infine, presenteremo per la prima volta il nostro prossimo, ambizioso progetto, The School Exercise Books Project, che ha come obiettivo la creazione di un archivio di contenuti di quaderni di scuola internazionali e lo sviluppo delle attività che già realizziamo in Italia anche in altri paesi.
La mostra e tutte le iniziative saranno gratuite e aperte al pubblico (tutte le informazioni si trovano sul sito); sarà possibile lasciare un contributo volontario a sostegno delle attività ordinarie e dei progetti dell'associazione.
La speranza è che per noi questa mostra, oltre a essere un punto d'arrivo, sia anche un punto di partenza e uno slancio verso il futuro.
E che per tutti sia un'occasione di arricchimento, riflessione, divertimento, e anche un po' di Bing Bong.
Sono passati più di dieci anni da quando quasi per caso, nella casa dei miei genitori a Bergamo, aprii il cassetto che conteneva alcuni miei quaderni delle scuole elementari e, anche se allora non lo sapevo, buona parte del mio futuro.
Il progetto Quadernini è nato molto spontaneamente in quel periodo, dal desiderio di raccogliere e diffondere quello che consideravo un vero e proprio patrimonio letterario attraverso un blog.
Negli anni capii che i quaderni avevano ancora più valore di quello che pensavo: come hanno messo in evidenza ricercatori come Juri Meda dell'Università di Macerata, che insieme a Roberto Sani e Davide Montino ha curato un incredibile libro dal titolo School Exercise Books. A Complex Source for a History of the Approach to Schooling and Education in the 19th and 20th Centuries, (1567 -!- pagine di contributi di storici dell'educazione di tutto il mondo), i quaderni sono una fonte complessa, ma fondamentale per lo studio della storia dell'educazione, della società, della psicologia infantile.
La cosa stupefacente è che al di fuori del mondo accademico il quaderno sia, invece, considerato come un oggetto che sì, è bello conservare, ma che al primo trasloco può essere buttato in un cassonetto insieme a vecchie riviste e giornali (non che quelli abbiano meno valore, ma sono prodotti in serie e conservati in archivi, mentre ogni quaderno è un oggetto per sua natura unico, e a pensarci bene non esiste un altro tipo di documento redatto dai bambini in grado di presentarci il loro pensiero e il loro sguardo sul passato recente).
L'associazione Quaderni Aperti è stata fondata nel 2014 proprio allo scopo di valorizzare la bellezza e la forza poetica, storica, educativa di questo materiale: non si tratta solo di digitalizzare e catalogare quaderni di scuola, un lavoro che viene già svolto da alcuni istituti di ricerca in Italia e nel mondo, ma di cercare di trasmettere qualcosa attraverso una “cura artistica” dell'oggetto quaderno e dei suoi contenuti.
Attraverso i contenuti prodotti dai bambini vorremmo far riflettere, divertire e a volte fare anche piangere, come accade quando Bing Bong svanisce nel Baratro della Memoria in Inside Out.
L'idea di fondo è quella di “estrarre” dai quaderni il loro potere comunicativo ed evocativo, e utilizzarlo per realizzare attività che vanno dalla divulgazione sul web alla realizzazione di laboratori per le scuole, dagli spettacoli ai seminari.
Per fortuna sul nostro percorso abbiamo incontrato tantissimi sostenitori: insegnanti, artisti, scrittori e curiosi che seguono le nostre attività in rete (il blog e la pagina Facebook Quadernini), ma anche ricercatori (in particolare il già citato Juri Meda, che ci ha persino invitato a presentare i progetti dell'associazione a un simposio internazionale, e il gruppo di ricerca della professoressa Simonetta Polenghi, direttrice del Dipartimento di Pedagogia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore), laboratori innovativi come La Grande Fabbrica delle Parole, reti di associazioni come Milanosifastoria, collezionisti pieni di passione come Carlo Covini del negozio Il Mondo è Piccolo di Milano, e addirittura aziende illuminate come Arbos, una cartiera che si trova vicino a Vicenza con la quale stiamo realizzando un progetto editoriale per portare i temi scritti dai bambini di una volta sui quaderni venduti nelle librerie e cartolerie attuali.
La mostra che inaugurerà il 25 novembre allo spazio Ex Fornace, gentilmente concesso dal Consiglio di Zona 6 del Comune di Milano (che ha anche patrocinato l'iniziativa) sarà la prima occasione in cui presenteremo una panoramica completa su quello che è stato fatto in questi anni.
Il percorso sarà composto da circa 50 pannelli: si partirà dalle vacanze di una bambina di Milano del 1900 durante le quali viene assassinato il re Umberto I e si arriverà alla spesa con la migliore amica alla CittàMercato, passando per i problemi di matematica del fascismo (“Calcola quanti sono i balilla di Montelupo”), per il punto di vista di una ragazza sfollata sulla Milano bombardata degli anni Quaranta e per il viaggio immaginario di un bambino di Macerata verso la Luna, nel 1971.
Si potrà scoprire perché la calligrafia obliqua all'inizio del Novecento è diventata dritta, chi per primo ha sfruttato il potere comunicativo delle copertine, come è cambiato l'approccio al disegno in classe (gli interventi più specifici sono stati sviluppati insieme al Dipartimento di Pedagogia dell'Università Cattolica e da loro supervisionati).
Si potranno sfogliare nove quaderni di ex bambini milanesi, riprodotti integralmente da Arbos, sedendosi a dei banchi originali degli anni Venti, Cinquanta e Settanta, e navigare tra circa 1000 pagine del nostro archivio digitale.
E poi realizzeremo laboratori per le scuole con La Grande Fabbrica delle Parole (andremo in tre quarte elementari a leggere i temi di tre “ex coetanei” degli anni Quaranta, Cinquanta e Ottanta che i bambini successivamente incontreranno di persona all'Ex Fornace) e ospiteremo due seminari, I quaderni raccontano – La parola ai bambini della scuola di ieri (27 novembre, ore 14:30), con l'Università Cattolica del Sacro Cuore, e Bambini e lavoro (30 novembre, ore 14:30) con Milanosifastoria, per andare ancora più in profondità ed esplorare sia i contenuti dei quaderni di scuola che la tematica del lavoro e della formazione dei minori.
Infine, presenteremo per la prima volta il nostro prossimo, ambizioso progetto, The School Exercise Books Project, che ha come obiettivo la creazione di un archivio di contenuti di quaderni di scuola internazionali e lo sviluppo delle attività che già realizziamo in Italia anche in altri paesi.
La mostra e tutte le iniziative saranno gratuite e aperte al pubblico (tutte le informazioni si trovano sul sito); sarà possibile lasciare un contributo volontario a sostegno delle attività ordinarie e dei progetti dell'associazione.
La speranza è che per noi questa mostra, oltre a essere un punto d'arrivo, sia anche un punto di partenza e uno slancio verso il futuro.
E che per tutti sia un'occasione di arricchimento, riflessione, divertimento, e anche un po' di Bing Bong.
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