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venerdì 21 settembre 2012

Arrampicarsi su un albero

Ovvero: esperienze di bambini all’aria aperta raccontate col fumetto assieme a Michele Petrucci.

[di Monica Monachesi]

Questa avventura comincia così:
con un libro che ha il potere di catturare un bambino di sei anni che ha appena terminato la scuola e ha davanti tutte le sue vacanze estive.
Ogni mattina Pietro legge e legge, e riprende in mano il libro appena ha tempo. Si tratta di una graphic novel, di un fumetto, i disegni sono freschi e divertenti. A caccia di rane lo interessa: parla di un bambino come lui, Michele Petrucci, che trascorre il tempo all’aria aperta con i suoi amici, nella campagna marchigiana.


Già, le Marche. Michele è di Fano e noi andiamo al mare poco più a sud, a Senigallia, chissà se lo incontreremo mai... si domanda subito Pietro.
Detto fatto! Leggiamo di un suo laboratorio di fumetto per bambini nel programma di Disegni Diversi, festival del fumetto: non possiamo assolutamente perderlo.
Dobbiamo però insistere un po’, il laboratorio è per bambini di dieci anni e Pietro ne ha sei.
Ma ci concedono di partecipare. Meraviglioso: Pietro è fuori di sé.
Il tema del laboratorio è raccontare con un fumetto un’avventura all’aria aperta e Pietro ha già trovato la sua, vissuta in campagna con alcuni suoi compagni di scuola.

Il primo settembre, alle 11.00, arriviamo al Memo ovvero la Mediateca Montanari di Fano.
Non ci eravamo mai stati. Davvero uno spazio bellissimo, al centro della città, in mezzo agli alberi. Tanta luce e tanto spazio, bambini di ogni età e famiglie che sfogliano libri, scrutano scaffali, trovano storie.
Noi cerchiamo il laboratorio e ci accompagnano in un’ampia stanza luminosa. I bambini sono seduti attorno a grandi tavoli, anche Pietro si siede.


Michele è già lì. Piuttosto silenzioso, ispira calma e curiosità con i suoi grandi occhi verdi e gentili. Saluta i bambini, si presenta velocemente e subito li coinvolge in modo diretto ed efficace: legge un elenco di cose da fare all’aria aperta chiedendo chi di loro le avesse già fatte.

1 Arrampicarsi su un albero
2 Fare una torta di fango
3 Esplorare un fosso o un bosco
4 Correre sotto la pioggia
5 Far volare un aquilone
6 Fare una battaglia a palle di neve
7 Partecipare a una caccia al tesoro
8 Costruire una diga su un ruscello
9 Andare sullo slittino
10 Organizzare una gara di lumache
11 Imparare ad andare in bici
12 Fischiare usando un filo d’erba
13 Guardare l’alba
14 Scalare una collina
15 Dar da mangiare a un uccello dalla mano
16 Andare a caccia di insetti o lucertole o rane
17 Fare una passeggiata nel bosco di notte
18 Piantare qualcosa, coltivarla e mangiarla


19 Accamparsi all’aperto e accendere un fuoco senza fiammiferi
20 Costruire una capanna

È un elenco straordinario! Avete già capito che questo laboratorio ha un nucleo molto importante e sensibile, dedicato alle esperienze dei bambini, quelle all’aria aperta. L’ho trovato emozionante come mamma e ho visto che è stato molto coinvolgente e stimolante per i partecipanti. Ho apprezzato molto la direzione dei desideri che scaturiscono dalla lettura di questo elenco: desideri semplici e genuini e che chiunque può permettersi.
Poi Michele spiega le fasi del lavoro: ognuno avrà un foglio A4 per il proprio racconto e lui li aiuterà a progettare il fumetto. Qualcuno respira profondo per essere pronto, e pende dalle sue labbra.
Michele ascolta le storie a una a una e contribuisce a sviluppare lo storyboard.


Questo è lo storyboard nato dal racconto di Pietro, con una ritoccatina al titolo.


Mentre i bambini raccontano, Michele fa piccole osservazioni sulla sceneggiatura della storia: sul numero dei personaggi, sull’inizio e sul finale, su come essere comici o drammatici. Poche parole chiave e consigli di un professionista del fumetto per organizzare al meglio la narrazione anche in funzione del tempo e dello spazio a disposizione.



Ora i piccoli disegnatori sono all’opera, concentratissimi, ognuno con la propria storia e con i propri personaggi.




C’è chi sembra già un fumettista esperto.


E chi se la cava lo stesso, anche se ha appena finito la prima elementare.



E mentre le matite rendono felicemente abitato ogni spazio del foglio, il tempo passa e intorno c’è chi aspetta, in buona compagnia.


È ora di colorare!


Vista la bellezza dei disegni a matita, subito provo il timore che, dato anche il poco tempo a disposizione, questa fase possa essere rischiosa per il risultato finale. E invece, ecco il limite che salva: Michele propone di scegliere un solo colore. Ma un solo colore non è affatto poco e A caccia di rane insegna.


Michele indica soluzioni efficaci e rapidissime: colorare gli sfondi per gli spazi chiusi e lasciare il bianco per gli spazi aperti in caso di alternanza aperto/chiuso oppure utilizzare gradazioni di colore per varie inquadrature di esterni. Colorare i personaggi e altri elementi anche con la matita o creando gradazioni dello stesso colore. Un bell’esercizio di pensiero.




Però, che belle storie sono nate! Intrecci di esperienze, parole e immagini, mica poco per i giovani autori. Grazie Michele! Aspettiamo nuovi appuntamenti come questo e nuovi racconti come A caccia di rane.




mercoledì 23 maggio 2012

Concerto per rane, ricordi e bambini

[di Michele Petrucci] 

 «Le Rane è una canzone che parla del tempo che passa, del ricordo. Crescendo, invecchiando, si tende a ricordare la parte più bella di quello che si è vissuto, anche perché il ricordo è selettivo, e così confrontato con il presente dà spesso un senso di perdita. »
Francesco Bianconi (Baustelle)



A caccia di rane è il mio primo libro a fumetti pensato per un pubblico di bambini e ragazzi. La storia che sta alla base del libro, un'estate di tre amici e il loro rapporto con la natura circostante, con la crescita e con il superamento delle proprie paure, la scrissi molto tempo fa, ma per anni è rimasta nel cassetto.
Da quello scritto, però, negli anni ho attinto a piene mani. Per esempio il ricordo della pesca a mani nude che io e altri miei amici facemmo nelle secche del fiume (e il ricordo di quei macabri trofei portati ai nostri genitori e il senso di colpa per aver ucciso quei pesci nelle notti successive) è finito in un altro mio libro a fumetti, Metauro (Tunué), anch'esso in parte autobiografico. 


Cerco nella memoria i tre amici. Prime prove...

Quando ho saputo della collana Gli anni in tasca Graphic dei Topi ho ripreso in mano quel racconto e suggestionato dall'ascolto della canzone Le rane dei Baustelle (nell'album I mistici dell'Occidente), l'ho sistemato e presentato a Giovanna e Paolo.
Il mio libro parla del ricordo e di come il tempo possa modificarlo e spesso abbellirlo. Da alcuni recenti studi si è scoperto che i ricordi non vengono "stampati" nel nostro cervello per poi consumarsi pian piano con il tempo. Il cervello aggiorna continuamente i nostro ricordi, li "ricostruisce"periodicamente.
Aggiungo un po' di grigio.
Per fare un paragone, è un processo che non assomiglia tanto all'emulsione di una pellicola, ma piuttosto a uno spettacolo teatrale che viene continuamente messo in scena e che quindi ogni volta cambia un poco. Il lavoro che ho fatto in A caccia di rane è stato quindi, prima di tutto, un lavoro di ricerca personale, per far affiorare anche i lati meno luminosi e gioiosi (che sono ovviamente tanti) della mia infanzia.



Ancora in cerca del respiro e del segno giusto.

A quel punto ho dovuto cercare il respiro adatto al racconto e un segno e un disegno che sintetizzasse quel respiro. Ho dovuto procedere per tentativi, mescolando elementi più diversi. Ho iniziato con la sintesi tipica dei giapponesi studiando i disegni di un grande artista come Yoshitomo Nara. Da lì ho cercato di rendere il segno più personale, usando pennello e aggiungendo il grigio (tecniche che utilizzo da molti anni).
Entra in scena il colore.

Eccoli, sono loro.

Con i Topi abbiamo anche deciso di usare un secondo colore e il verde, ovviamente, è stato il primo che ci è venuto in mente. Ma il risultato ancora non ci soddisfaceva, così ho spostato il registro su un piano più figurativo.

L'estate è verde: verde come le rane.

A questo punto ho cominciato a lavorare su vecchie foto e sono arrivate immagini soddisfacenti. Infine, ho deciso di abbandonare il pennello a favore di un pennarello a punta fine, per rendere il disegno più immediato, diretto.

Le rane sono una metafora...
A quel punto, il fumetto ha cominciato a prendere forma e ho realizzato le tavole molto velocemente. Alla fine della storia mi sono divertito ad aggiungere una specie di postfazione a fumetti, un secondo finale dove vediamo cosa fanno i personaggi del libro oggi, a distanza di 30 anni. Ma secondo Giovanna mancava ancora qualcosa al libro. Le rane.
Perché in realtà di rane nel fumetto se ne vedono poche. Le rane sono più una metafora del passare del tempo e della crescita, non a caso ogni capitolo del libro inizia con una fase dello sviluppo di una rana, dalle uova alla formazione delle piccole rane (che dura approssimativamente proprio quanto un'estate). Giovanna ha però avuto l'idea di aggiungere una divertente seconda postfazione a fumetti, una specie di semplice manuale per andare a caccia di rane. E solo a quel punto il libro ci è sembrato veramente finito.

... ma Giovanna non si accontenta di metafore.

mercoledì 21 marzo 2012

Per chi non è a Bologna/ 3: A caccia di rane

La collana di fumetti Anni in tasca graphic compie un anno. E giusto l'anno scorso, in fiera, si parlò parecchio di narrazioni a fumetti dedicate ai bambini, finalmente di scena in Italia, come già accade in altre paesi d'Europa, come Francia e Belgio, in cui la bande dessinée è una realtà vivacissima e con un pubblico numeroso e affezionato.

Insieme a noi, altri editori come Orecchio acerbo, Tunuè, Rizzoli, Black Velvet, hanno pensato di sviluppare questo filone, ancora poco praticato e invece di grande interesse.

A caccia di rane di Michele Petrucci è il nostro terzo titolo, dopo Bacio a cinque di Giulia Sagramola, e Il magnifico lavativo di Tuono Pettinato, usciti nel 2011.


Fu proprio lo scorso anno, alla fiera, che Michele si propose come autore per la collana, raccontandoci per sommi capi come avrebbe impostato la storia che aveva in mente.

Quello che ci disse ci incuriosì: il racconto di un'estate di un ragazzino nato e cresciuto nella campagna marchigiana, con ogni capitolo della narrazione aperto dall'immagine di uno degli stadi di evoluzione di una rana: uovo, girino eccetera...

A rimarcare il tema della crescita e a ricordare quanto ai bambini, in una sola estate, possa capitare di crescere e diventare grandi, così senza che nemmeno si capisca bene perché, senza che nulla di straordinario accada, ma silenziosamente e un po' misteriosamente.


Gli dicemmo che, sì, il suo progetto ci piaceva e che avremmo seguito volentieri il modo in cui si sarebbe sviluppato. Nel tempo, Michele ha mantenuto tutte le promesse.

I mesi successivi al nostro incontro ha lavorato molto: al soggetto, alle ambientazioni, alla caratterizzazione dei personaggi, sempre facendo in modo che noi seguissimo e partecipassimo a ogni fase del progetto e a ogni decisione da prendere in merito alla sua evoluzione.

Così il progetto, a poco a poco, è uscito dalla fase sperimentale, per diventare libro. Il risultato ci soddisfa, decisamente: una narrazione lieve, ma coinvolgente, divertente, ma sottile.

A noi sembra che questo libro sia stato scritto e disegnato dal suo autore pensando molto al pubblico a cui è rivolto: cioè ai bambini. E questo ci piace molto.

La collana Anni in tasca graphic ci sta dando soddisfazioni e non solo per i riscontri di vendite e il gradimento che ha incontrato: grazie ai suoi autori e al lavoro che abbiamo fatto e stiamo facendo insieme a loro e grazie a loro, stiamo imparando a capire un genere, quello del fumetto e della graphic novel, in cui sentiamo di avere ancora esperienza da fare e cosa da capire.

E questà possibilità di apprendimento sul campo è molto efficace e convolgente. Adesso in cantiere abbiamo due nuovi titoli, uno, Cicale! di Marta Iorio, previsto per l'autunno, e ormai a buon punto;
l'altro, che è ancora senza titolo, di una giovanissima autrice polacca, Zosia Dzierzawska.

Ah, e poi ce n'è un terzo, di cui abbiamo gettato le fondamenta due mattine fa, in fiera: vi diremo solo che l'autrice è italiana, conosciutissima, ma non certo per il fumetto. Insomma, sarebbe una vera sorpresa, se andasse davvero in porto. Incrociamo le dita.

Oggi, alle 17, al nostro stand, 29 D36, in Fiera, a Bologna, Michele firma le copie del suo libro. Insieme a lui ci saranno anche Tuono e Giulia, Zosia e Marta a festeggiare il primo anno di collana.
ACCORRETE!