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lunedì 21 febbraio 2011

Ricordando Antonella


Antonella l'abbiamo conosciuta nel 2004, a Olina, in una casa di campagna dell'appennino tosco emiliano. In quella zona, entrambe abbiamo passato le estati fin da bambine, nelle case appartenute a nonni, bisnonni... La conoscevo bene di vista già da tanti anni, avevamo parecchi amici in comune. Tuttavia, quella sera, a cena, fu la prima volta che le parlai. C'era anche Elena, sua figlia, insieme si erano da poco trasferite a vivere lì, lasciando Milano. La simpatia fu immediata. Spontanea. Viva. Antonella ci disse che disegnava, che faceva l'illustratrice. Rimanemmo con l'accordo che ci sarebbe venuta a trovare, per farci vedere il suo lavoro. E così fu, qualche tempo dopo. Venne da noi con un gran raccoglitore bianco sotto il braccio. Non si trattava di qualche tavola. Ma di un fumetto intero.

 Si intitolava Gina cammina e raccontava una storia costruita sui ricordi di sua madre, Gina, gran “contatrice di storie”, che durante la guerra, bambina, era partita a piedi con la mamma da Olina, fino a Firenze, per andare a servizio. Una storia avventurosa, piena di incontri, fatti, paesaggi, pensieri. Un fumetto bellissimo. Belle immagini, belle parole. Un racconto pieno di ritmo, forza, tensione, calore, capace di farti attraversare con leggerezza stati d'animo e atmosfere diverse, solo col bianco e nero del disegno e del clima di sopravvivenza, solidarietà, asprezza di quel tempo drammatico. Fu una scoperta. Ci lasciò a bocca aperta. Antonella, sorpresa, ci disse che aveva un contatto per pubblicare quel lavoro che, poco dopo, infatti, divenne libro.

Decidemmo, comunque, seduta stante che avremmo fatto sì, qualcosa insieme. Non c'era dubbio che bisognava farla: si trattava solo di capire cosa. L'idea venne non molto tempo dopo, nel corso di un'altra cena: parlando, spuntò l'idea del Pifferaio di Hamelin. Ad Antonella l'idea di quella fiaba piacque subito: la trovò congeniale alla sua immaginazione, alla drammaticità del suo segno.
Avevo i versi del poemetto di Robert Browning che mi ronzavano in testa da quando, anni prima, avevo visto il film di Atom Egoyan Il dolce domani. Li recitava l'unica superstite dell'incidente dello scuolabus, sfogliando il libro con le illustrazioni di Kate Greenaway (il film è una sorta di trasposizione ai giorni nostri, in una cittadina statunitense, della storia raccontata da Browning). E mi parevano bellissimi.

E mi parve anche, attraverso Antonella, di aver incontrato un'interprete ideale. Scoprii, dopo una breve ricerca, che il testo di Browning non aveva una traduzione italiana da molto tempo. E come accade con i progetti giusti, scoprii anche che Umberto Fiori, poeta, musicista, professore di letteratura italiana e traduttore, era disponibile a tradurre quel testo che da tempo leggeva e approfondiva.
Il libro è nato così.

La sequenza di immagini è tratta da Gina cammina.
L'amicizia con Antonella da quei giorni è andata crescendo, dentro e fuori i progetti comuni. Fra mille incontri, risate a non finire, chiacchierate interminabili, gite estive per l'appennino, tè invernali nella sua stanza piena del suo calore, del suo incanto. Un'amicizia forte, allegrissima, bella, intensa, come quelle che si pensa possano nascere e crescere solo quando si è ragazzi.



Antonella ci ha lasciati il 21 febbraio del 2010. Aveva appena finito le tavole del Fazzoletto bianco, un libro che volle fortemente e di cui ogni merito è suo, a cominciare dalla scelta del testo: è stata lei a farci conoscere la storia di Viorel Boldis.
Noi pensiamo ad Antonella ogni giorno. Oggi la vogliamo ricordare stringendoci a Elena, Gina, Sergio, Antonio, Lorenzo, Rita e Paola.

Antonella alla presentazione di Il pifferaio magico di Hamelin,
a Pavullo, in biblioteca.

lunedì 17 gennaio 2011

Quando a vincere sono le storie, al cinema e nei libri

Si intitola La vita è bella anche se non hai la tv. Basta il cinema, la bella recensione dedicata a Senza Tv da Paolo Mereghetti, uscita sul “Corriere della sera” del 4 gennaio, di cui riportiamo un brano:

Chi ama il cinema dovrebbe tenersi stretto un «piccolo» libro, pubblicato da una «piccola» casa editrice per bambini, Topipittori: si intitola Senza Tv (traduzione di Massimo Scotti) e racconta l'infanzia autobiografica di Guillaume Guéraud. È un libro da leggere non solo perché è divertente, ha un ritmo prodigioso, è intelligente, ma perché è una delle più belle dichiarazioni d'amore per il cinema (e per la vita) che ho letto.

Qui trovate anche la lunga intervista dedicata a Guillaume da wat.tv.


Una bella sorpresa anche da “il manifesto”, che il 12 gennaio pubblica l'articolo Postcoloniali tra fiaba e magia a firma di Silvia Albertazzi.

Oggi molte delle storie in cui crediamo con più entusiasmo, desiderando che non finiscano, ci vengono da autori non occidentali, postcoloniali, migranti, ancora capaci di tradurre la loro realtà sotto specie magica, consci del fatto che, come puntualizza il nigeriano Ben Okri, “abbiamo bisogno del mistero e di un rinato senso di meraviglia per ritrovare la nostra integrità”, scrive in un passo la giornalista, che propone un'attenta disamina di tre racconti, alla luce degli archetipi della fiaba: Luka e il fuoco della vita, di Salman Rushdie, Il libro selvaggio di Juan Villoro e il nostro Il fazzoletto bianco di Viorel Boldis e Antonella Toffolo.
Bello che i quotidiani stiano dalla parte delle storie, nei libri e nei film. Anche quando sono per ragazzi e per bambini.

Qui trovate anche l'intervista a Viorel Boldis realizzata da Leon Blues.


Viorel BOLDIS from Leon Blues on Vimeo.

domenica 5 dicembre 2010

Viorel Boldis a Bologna

Ci commuove l'accoglienza e l'interesse che sta ricevendo Il fazzoletto bianco. Il numero di novembre del mensile "Andersen" (sempre attento e prezioso nel segnalare le novità e approfondire i temi più pressenti della contemporaneità: abbonatevi!), gli ha dedicato due belle pagine, firmate da Lorenzo Luatti. E il sito Mangialibri, qualche giorno fa, ha mandato online una recensione di Maria Ferragatta, di cui riportiamo qualche riga:

C’era una volta un ragazzo povero che un giorno decise di andare a cercare fortuna. Di regola nelle favole il protagonista giramondo la fortuna la trova davvero e rientra al suo paesello ricco sfondato. Quella di Viorel Boldis invece non è una favola e in Occidente il suo ragazzo avventuroso incontra solo la grama realtà degli immigrati. ... La sua, infatti, è una variante attualizzata della parabola del figliol prodigo, rivisitata in un racconto asciutto e poetico con un finale pieno di pathos. Un centinaio di righe in tutto, più che sufficienti però a far capire ai lettori più giovani la condizione dei migranti, le loro speranze e le loro delusioni. A commento del testo, le tavole nero su bianco di Antonella Toffolo - illustratrice di una bella edizione del Pifferaio di Hamelin - che evocano con tratti spigolosi e guizzanti le corse, i giochi, la fuga, il viaggio. Quadri essenziali ed espressivi in cui la spensieratezza dell’infanzia, la voglia di crescere, la nostalgia del passato compongono le tappe di un cammino che porta alla riscoperta delle proprie radici. Per tutti i dreamers dell’altrove che sognano di scappare lontano. E poi decidono di tornare. 

Segnaliamo che mercoledì, 8 dicembre, a Bologna, alla  Libreria Irnerio, in via Irnerio 27, alle ore 11, Viorel Boldis presenterà e leggerà il libro, insieme a Rita Monticelli, docente di Lingue e Letterature Straniere Moderne dell'Università di Bologna, e a Fulvio Pezzarossa, docente di sociologia della letteratura all’Università di Bologna e fondatore della rivista "Scritture Migranti".
 

lunedì 15 novembre 2010

Omaggio ad Antonella Toffolo

"Avevamo una casa bellissima, con muri di mattoni blu scuro, come il cielo prima di una tempesta  autunnale, e le finestre abbastanza piccole, molto comuni nelle case dei contadini...”

Il 20 novembre vogliamo ricordare Antonella Toffolo.
Lo faremo attraverso una mostra delle tavole originali dell'ultimo libro che Antonella ha fatto per noi.
È stata proprio Antonella a proporci il racconto, bellissimo, di Viorel Boldis, dopo la prima esperienza di lavoro insieme, quella di Il pifferaio magico di Hamelin, che ha segnato l'inizio della nostra amicizia e collaborazione.

In questa occasione Viorel Boldis leggerà il suo racconto, e si darà lettura di uno scritto di Giulia Mirandola sul libro.


Vi aspettiamo tutti alla Libreria Castello di Carta di via Belloi 1/b. Ore 17.00.


Nell'occasione, segnaliamo tutte le belle recensioni del libro che sono uscite in queste settimane.

Giusi Germenia su “Vivere” allegato di “La Sicilia”.
Giulia Mirandola su Osservatorio balcani.
Elisabetta Mincato su Leggere leggerci.
La rubrica Assaggi Letterari ha poi fatto questa videorecensione includendo sia Il fazzoletto bianco sia Gli uccelli.