Visualizzazione post con etichetta Gli uccelli. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Gli uccelli. Mostra tutti i post

mercoledì 25 settembre 2013

Volare, oh oh


Prima di conoscere di persona Sergio Ruzzier, due anni fa, a Bologna, alla Fiera del Libro per Ragazzi, conoscevo, e ormai da parecchi anni, il suo libro Gli uccelli. Siccome la mia immaginazione spesso mi impone il suo modo di vedere le cose (il che non sempre è un vantaggio), ho pensato che Ruzzier fosse un tipo secco, alto, emaciato, attempato e cattivissimo. Lo immaginavo anche con un aspro accento veneto, il che non migliorava le cose. In sostanza, con quella tipica ingenuità di chi è dominato dall'immaginazione, mi ero fatta l'idea che fosse un minaccioso connubio dei quattro terribili personaggi del libro Gli uccelli. Ci ho preso solo con l'altezza.

S. Ruzzier, immagine per la mostra Libretto postale. Animali in viaggio, 2013.

Quest'anno, sempre a Bologna, alla mostra Libretto postale. Animali in viaggio, la mia cartolina preferita era quella di Ruzzier. Quel pulcino che fissa il pollo arrosto si può dire sintetizzi il dramma di ogni vita al suo esordio. E in più fa ridere. Fa ancora più ridere il testo della cartolina. E il fatto che firmarlo sia stato Pio VIII.

S. Ruzzier, immagine per la mostra Libretto postale. Animali in viaggio, 2013.

Sempre quest'anno, Ruzzier è stato scelto per realizzare il manifesto del Festivaletteratura di Mantova. Come vedete, anche qui, uccelli. Intervistato da Glamour, Ruzzier ha spiegato con precisione a che libri corrispondano quelli che i suoi volatili stortignaccoli leggono fra i merli del castello. Se date un'occhiata ai titoli che ha indicato, vi renderete conto della finezza del suo ingegno, oltre che di quella delle sue letture.

S. Ruzzier, manifesto, Festivaletteratura, Mantova 2013.
Nonostante non sia secco, emaciato, attempato e cattivissimo, Ruzzier è comunque il classico tipo che infrange lo stereotipo dell'autore di libri per ragazzi. I suoi personaggi, di solito animaletti dall'identità ibrida, oscillano fra perfidia e dolcezza, e, visivamente, fra mostruosità e tenerezza.
Siccome questo si potrebbe dire del 99% per cento dei bambini di questo mondo, ho riflettuto che forse per questo Ruzzier è diventato, e per giunta negli Stati Uniti, un affermato autore di libri per l'infanzia.
Oggi, il pdf del libro Gli uccelli è disponibile a tutti sul blog di Sergio. Per festeggiare questo evento, ho pensato a questa breve conversazione, in cui l'autore si è gentilmente prestato a farsi coinvolgere. Le domande sono incentrate su quella che sembra essere una vera e propria predilezione per i volatili (su Le figure dei libri, invece, ne trovate una interessante sul suo lavoro di illustratore).

Non so se sia corretto, ma credo che i capostipiti di questo stormo creativo, siano, appunto, quelli del libro Gli uccelli. Pennuti che infrangono ogni luogo comune di specie, apparendo poveri pollastri male in arnese, gravati da un peso esistenziale che sembra precluder loro il volo, e la conseguente ebbrezza della libertà (l'antitesi dell'insopportabile Jonathan Livingston, per intenderci), date anche le alette rattrappite di cui dispongono. E che, ad allietare il loro tetro soggiorno terreno, si direbbero afflitti da un tocco di umor depressoide.

Dal blog di Sergio Ruzzier: Sassetta vs Ruzzier.

Come ti è venuta l'idea di questo libro?

L'idea iniziale si limitava al primo episodio, quello che nel libro chiamo prologo. Era poco più di una vignetta. Mi piaceva pensare a questi uccelli male assortiti che arrivano in un posto che dovrebbe essergli famigliare, ma che in fondo non sembra appartenergli più di tanto. Ho fatto quei due disegni e poi il resto è venuto un po' da solo.

Un altro pennuto di Ruzzier. Da Have You Seen My New Blue Socks? Clarion 2013.

Come hai trovato l'editore?

Veramente è stato l'editore a trovare me. Avevo ricevuto una lettera da Chicca Gagliardo e Francesca Habe in cui mi invitavano a pensare a un libro a figure (come si dice picture book in italiano? a me albo illustrato non sembra giusto) per la casa editrice milanese con cui collaboravano al tempo. Io avevo questo germe d'idea che, bontà loro, gli è piaciuto, e così ci siamo messi d'accordo. Poi, per un motivo o per l'altro, il libro è stato invece pubblicato da Despina, che Chicca e Francesca, insieme ad Anna Serva, nel frattempo, avevano deciso di fondare. Dopo Gli Uccelli, Despina ha pubblicato anche due bei libri di Massimiliano Tappari, Parole chiave e Coffee break.

Sergio Ruzzier, Gli uccelli, Despina 2002.

I protagonisti del libro sono uccelli migratori, o almeno così si direbbe, visto che tornano a casa con la primavera. Però sono uno diverso dall'altro, non come i migratori che volano fra membri della stessa specie. Insomma, sembrerebbe un piccolo stormo di individualisti.

Hai ragione. Come dicevo, sono senz'altro molto male assortiti. Forse si sono conosciuti in uno di quei vecchi compartimenti delle FFSS, con le tende marroni che sventolavano sempre perché il finestrino non si chiudeva. Immagino non avessero neanche il biglietto e il controllore li ha fatti scendere alla stazione più vicina.
Sono insieme quasi per caso e per convenienza, non certo per amicizia.

Sergio Ruzzier, Gli uccelli, Despina 2002.

Puoi dire una cosa per ognuno di loro: l'uccello verde, quello azzurro, quello arancione, quello marroncino?

Provo, ma sono pronto a ritrattare. L'uccello verde mi sembra l'unico che forse potrebbe cavarsela anche da solo. Quello azzurro, alto, è uno di quei personaggi che per qualche motivo ti si appiccicano per qualche mese, che sembra non possano vivere senza di te, ma che poi spariscono all'improvviso senza mai più ricomparire. Quello marroncino per me è rosa-bianchiccio, ma come si sa, sui colori non si discute. Non mi fiderei mai di lui. Se passasse le giornate al bagno degli uomini della Stazione Centrale di Milano non mi stupirei. Ha un occhio finto. Quello piccolo, arancione, può ritenersi fortunato di essersi in qualche modo salvato dall'essere arrostito.

Sergio Ruzzier, Gli uccelli, Despina 2002.

A me leggendo il libro è venuto più volte in mente il vecchio adagio:
La strada per l'inferno è lastricata di buone intenzioni. Un pensiero un po' apocalittico. Forse suggerito anche dalle atmosfere rarefatte, da giudizio universale (evocato dall'affresco sulla chiesina).

Hai mai visto il giudizio universale di Taddeo di Bartolo nella collegiata di San Gimignano? Che meraviglia. L'ho visto la prima volta che avevo dodici anni e mi è rimasto addosso.

Sergio Ruzzier, Gli uccelli, Despina 2002.

Sintetizzando in una frase pomposa: lo sguardo severo dei trecenteschi italiani diventa teatro metafisico dello smarrimento contemporaneo (ipotizzando che Gli uccelli siamo noi). Però poi, come accade per il pulcino, queste situazioni fanno sempre un po' ridere.

Eh be'. Le cose tragiche o deprimenti fanno sempre anche un po' ridere, almeno quando le guardi con un certo distacco. Pensa alla tavola di Simone Martini con le storie del Beato Agostino Novello: in uno degli episodi, Agostino si precipita volando come un antenato di Nembo Kid, ma invece di salvare il bambino che si sta per schiantare al suolo dopo essere caduto dal balcone, sembra più interessato a salvaguardare l'assicella di legno caduta insieme al bambino.

Sergio Ruzzier, Gli uccelli, Despina 2002.

Mi piace molto la cassapanca dove i quattro disperati buttano alla rinfusa le cose da portare in viaggio. Da piccola ne avevo una identica

Completamente inutili quelle cose. Tra l'altro non sono neanche sicuro che sia roba loro.

Sergio Ruzzier, Gli uccelli, Despina 2002.

E comunque la grande libertà degli uccelli consisterebbe nel non essere gravati da beni materiali. Non come noi, sempre con qualche valigia appresso.

Quando sono scappato da Milano, trasferendomi a New York, avevo quest'ansia addosso perché avevo qualche centinaia di libri, soprattutto libri d'arte, e non sapevo come portarmeli dietro senza dover pagare una fortuna. Poi ho preso la decisione di lasciarmeli dietro, regalandone una parte, vendendone un'altra, e così via. Non mi sono mai sentito così leggero in vita mia. Eppure c'erano tanti bei libri.  

Sergio Ruzzier, Gli uccelli, Despina 2002.

Gli uccelli tornano in una casa che non li aspetta, ma in cui rimangono, causa condizioni meteorologiche avverse. Lì dispongono di un canapé di velluto, un attaccapanni e una libreria. Come dire, sono autosufficienti. E sono così sprovveduti (e brutali) che con ogni probabilità se la caveranno.

Probabilmente sì, sono autosufficienti, anche se alla fine uno di loro potrebbe veramente venir mangiato dagli altri, magari verso febbraio.
Chissà cosa se ne faranno dell'attaccapanni, dato che non hanno panni da attaccarci.


Sergio Ruzzier, Gli uccelli, Despina 2002.

A chi consiglieresti questo libro?


Non lo so. Però mi piacerebbe molto sapere cosa pensa del libro chiunque lo legga, così come mi ha fatto piacere sapere cosa ne pensi tu.

Sergio Ruzzier, illustrazione per Forbes magazine 2002.

lunedì 13 giugno 2011

Una tendopoli per i piccoli nomadi della lettura

[di Saba Farivar]

La Tribù versione 2008
Vorrei iniziare questo breve testo, ringraziando calorosamente il “signor Canton” e Giovanna per la possibilità che mi stanno dando e soprattutto per la pazienza dimostrata nell’aspettare un mio testo che raccontasse la Tribù dei Lettori.

La Tribù dei Lettori, la cui edizione 2011 si è conclusa lo scorso 31 maggio, è nata cinque anni fa. Nel tempo è cresciuta, in parte è anche cambiata e soprattutto si è espansa, invadendo pacificamente sempre più spazi di Roma e della Provincia, andando a coinvolgere un numero sempre maggiore di lettori, piccoli e grandi, insegnanti, editori, autori, illustratori e da quest’anno anche librai. Quella che è rimasta immutata è la voglia di creare momenti e spazi in cui potersi fermare e dedicarsi a una delle attività meno praticate del nostro tempo: leggere. Un leggere di qualità fatto non solo di parole, ma anche di immagini, suoni, voci, emozioni. Generalmente quando bisogna descrivere un evento si tende a considerare soprattutto i numeri. In questa sede, mi piacerebbe farli passare in secondo piano, per dare maggiore spazio a quell’aspetto più emotivo che è stato e continua a essere il motore della Tribù. Non vorrei per questo sembrare eccessivamente romantica, ma credo che il volto dei bambini rapiti dal racconto di un libro, dalle immagini che esso porta e spesso anche l’emozione data dalla voce che si presta per accompagnarli in questo viaggio, sia veramente il motivo per cui abbiamo deciso di creare la Tribù dei Lettori.

La Tribù versione 2010
Il primo passo è stato quello di creare uno luogo che potesse accogliere quanti volessero entrare a far parte della tribù. Da qui l’idea di allestire dei teepe indiani che andassero a contaminare gli spazi urbani e all’interno dei quali poter trasmettere la passione e l’amore per la lettura. Sono proprio le tende, oggi, il simbolo più autentico e riconoscibile del fatto che la Tribù si riunisce a cadenza annuale. Il primo accampamento è nato nei Giardini di Villa Borghese, nell’estate del 2007, dove per oltre un mese si sono alternate letture ad alta voce e letture libere. Data l’ottima risposta, l’anno successivo ci siamo spinti ancora oltre, coinvolgendo direttamente quanti, tra gli editori di libri per bambini e ragazzi, investono soprattutto sulla qualità del loro lavoro.

La Tribù versione 2011
Credo sia stato proprio l’incontro e il confronto con il mondo dell’editoria a segnare un altro di quegli aspetti fondamentali e fondanti della Tribù, che ha portato nei due anni successivi a un infittirsi di relazioni, non solo tra editori, ma anche tra autori, illustratori, associazioni di lettura, bibliotecari, insegnanti e genitori. Ancora saldamente innamorati di quello stupore e di quella meraviglia che compare sui volti dei più piccoli, ma anche dei più grandi con la lettura o l’ascolto di un buon libro, la Tribù dei Lettori nel 2010, grazie anche al sostegno delle istituzioni, è divenuta una vera e propria realtà del panorama culturale di Roma e della Provincia. Ne sono nati infatti un  premio letterario, le Scelte di Classe, e la Festa della Lettura con i ragazzi. A questo punto è inevitabile scendere nel dettaglio dei numeri e delle definizioni dalle quali, come dichiarato all’inizio, avrei volentieri fatto a meno.

Il premio Scelte di Classe è un progetto volto a promuovere le proposte più significative e innovative del nostro panorama editoriale, selezionate da un Comitato Scientifico;  una giuria di ragazzi dai 5 anni 13 anni di Roma e della Provincia, durante un intero anno scolastico, è chiamata a leggere i titoli selezionati, divisi per fasce d’età, decretando, alla fine, quale sia il miglior libro dell’anno. Ad accompagnare il lavoro di ragazzi e insegnanti durante la lettura dei libri, oltre a incontri in classe con personale specializzato, è stata affiancata anche la pubblicazione di un vero e proprio catalogo con schede e approfondimenti per ciascun libro. La Festa della Lettura, ormai alla sua seconda edizione, è invece, una vera e propria festa, dove ragazzi e bambini, con la scuola o con le famiglie hanno la possibilità di incontrare autori, partecipare a workshop con artisti e illustratori, vedere mostre, ascoltare storie lette, non solo da lettori esperti, ma talvolta anche da attori del cinema italiano. Nell’edizione appena conclusasi, la città è stata letteralmente invasa, andando a coinvolgere 13 luoghi di Roma e Provincia, dal centro alle zone più periferiche. Fondamentale, per questo, è stata la partecipazione e la collaborazione di alcune librerie specializzate per bambini e ragazzi. A ognuna di esse è stata infatti affidata una tenda, all’interno della quale, si è susseguito, dal 26 al 31 maggio, un ricco calendario di appuntamenti, tra letture, incontri e laboratori.

Albertine e Germano Zullo incontrano i bambini a Casina di Raffaello
Obiettivo di quest’anno, che a posteriori possiamo dire raggiunto, è stato infatti riuscire a comunicare a quanti più bambini e ragazzi, scuole e famiglie, la passione e il piacere della buona lettura che nel futuro ci auguriamo continui a coinvolgere e “contaminare” sempre più persone.  Il segreto per tutto questo, credo stia in quell’equilibrio tra validità delle proposte culturali e voglia di mettersi continuamente in gioco, alla ricerca di stimoli sempre nuovi. La Tribù dei Lettori si potrebbe per questo definire come un vero e proprio fenomeno, che al di là di alcuni punti fermi, vorrebbe soprattutto continuare a crescere e a muoversi, perché animata da quello spirito vivo e libero che solo il giusto incontro tra lettore e libro può far scattare.

mercoledì 3 novembre 2010

Certi giorni sono diversi

Sono diversi perché si riceve una mail come questa:
Cara Giovanna,
è la seconda volta che vi scrivo una mail per complimentarmi per una delle ultime edizioni: Gli uccelli
È un libro così poetico che qui nella mia scuola, a Reggio Emilia, si è sparsa la voce e le copie vanno a ruba.
Per questa ragione la nostra Festa di autunno sarà dedicata a lui.
E la cosa più speciale è che un gruppo di genitori musicisti ha scritto una sorta di colonna sonora, interpretando le bellissime immagini con frasi musicali.
L'11 novembre la scuola si trasformerà in un teatro con uno spettacolo tutto speciale.
Vi ringraziamo a nome di tutta la scuola: bambini, insegnanti e genitori che per primi hanno creduto in questo progetto.
Isabella Meninno


Isabella Meninno è insegnante atelierista in uno dei celebri asili del Progetto 0/6 del Comune di Reggio Emilia.
Ringraziamo bambini, genitori e insegnanti. Sono queste le cose che più profondamente ci danno il senso del nostro lavoro e della nostra ricerca.

Un'immagine realizzata per lo spettacolo Gli uccelli

Post scriptum: non cercate di andare alla festa, per quanto sia allettante l'idea di abbuffarsi di caldarroste, crostate e torte di noci. È riservata solo ai bambini della scuola!

sabato 25 settembre 2010

Il cugino di Costanza

«Se il signore del camion rosso, quel giorno, avesse trovato una cosa non proprio piccola, una cosa insignificante, ma anche un tantino ingombrante, diciamo una cosa chiamata mio cugino, be'... Questo libro avrebbe preso strani e inquietanti risvolti!»
Un bel tipo, questo cugino.
Lo si potrebbe definire “il sale della vita”.

Potete seguire le sue avventure qui.