mercoledì 1 dicembre 2010

Libro illeggibile N.Y. 1.

«È un libro di comunicazione plurisensoriale, oltre che visiva. Fu così che nacquero i "libri illeggibili", così chiamati perchè non c'è niente da leggere ma molto da conoscere attraverso i sensi» 
(B. Munari, Libri senza parole, in R. Pittarello, Per fare un libro, Milano, edizioni Sonda, 1993)

Libro illeggibile. Così si chiama questo volume che Munari ha realizzato nel 1967 per il Museum of Modern Art di New York, in occasione della mostra "Two graphic designers".
È un libro di cartoncino rosso, nero e grigio. Cartoncino bucato, con fori perfettamente rotondi che lasciano intravedere le pagine successive, che come porte ci conducono a un cuore di pagine traslucide che svelano piano piano il percorso di un luminoso filo rosso.

Questo filo attraversa lo spazio, per sparire infine nell'ultima pagina, giocando con le spirali-scarabocchio che Munari dissemina tra le pagine. È un libro senza storia, senza parole, ma racconta molto di noi stessi. I colori vengono percepiti da ognuno in modo unico. Non si tratta solo di vedere ma di sentire in un senso ampio. Con il tatto: carta ruvida che si alterna a carta liscia; con l'olfatto: il cartoncino, i fogli traslucidi, e il libro hanno odori distinti (e chissà dov'è stato conservato, questo volumetto così sorprendente, prima che approdasse fra i nostri libri); con l'udito: scorrendo fra le pagine, il filo non fa sempre lo stesso rumore, perché interagisce con carte diverse in modo diverso.


Questo non è il primo libro "illeggibile" di Munari, che lo crea quando ormai da anni ragiona sui menabò, cioè sui modelli "nudi" dei libri, che ancora non sono stati riempiti dalle parole e dalle immagini. Gli interessa la forma, non come concetto, bensì per come la possiamo sentire, e per come effettivamente la sentiamo.


Nel 1949 alla Libreria Salto di Milano espone i primi illeggibili. Alberto Mondadori, che scrive il testo di presentazione, ci regala questa bellissima riflessione:

«Forme, colori, spazi, accordi, ritmi, possono essere usati come linguaggio per esprimere delle sensazioni, degli stati d'animo, per "raccontare" qualcosa. (...) Colori allegri, colori tristi, drammatici, pesanti, vaporosi, forme lievi, fragili, decise o accennate, angolose o morbide, pagine sottilissime, pagine rigide, molli o dure, opache o trasparenti, intatte o strappate, possono diventare un linguaggio comune ad ogni essere umano.»

Munari facendo gli illeggibili arriverà nel 1956 al primo albo plurisensoriale per bambini (per bambini?): Nella notte buia.
Da qui in poi, il libro non si legge più. Si sente, con tutti i sensi, con l'immaginazione e la vista. Leggere non è più solo un verbo della parola ma è un verbo dei sensi tutti. Da questo percorso scaturiscono i Prelibri, riproposti da Corraini e disponibili qui.
Questo Libro illeggibile N.Y. 1 ci stimola anche una riflessione più legata al contemporaneo. Stiamo probabilmente entrando nell'epoca del libro digitale. Un ingresso che viene vissuto da molti con un senso di allarme. Viene da chiedersi se gli albi illustrati, così difficili da definire e da classificare, così meravigliosamente complessi, potranno essere codificati in ebook. E anche se anche, se in questo delicato processo non si rischi di perdere questa possibilità di leggerli come Munari ci ha insegnato, e come molti, seguendo le sue orme, continuano a insegnarci. Sarebbe un vero peccato.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Chissà cosa penserebbe Munari della Baby TV su sky, un canale tutto dedicato ai bambini sotto i 3 anni. :-( Mah!

Interessanti i libri illeggibili.

°ç°

Topipittori ha detto...

Non sappiamo che cosa ne penserebbe Munari. Ma ci piacerebbe sapere come la farebbe lui.

Federica MammaMoglieDonna ha detto...

Ottima idea!!! Magari si potesse fare!!!!