Sarà perché la memoria e il suo ascolto sono un fatto eminentemente interiore, e richiedono spazi e tempi propri, separati dai suoni, dai gesti, dalle consuetudini e dalle parole della comunicazione ordinaria, fatto sta che l'idea di un'Accademia del Silenzio è venuta alla luce dalle molteplici esperienze maturate nella Libera Università dell'Autobiografia, e da una sua costola, materialmente, è nata, ad Anghiari, nel dicembre 2010. Suoi patrocinatori sono la giornalista e ricercatrice Nicoletta Polla Mattiot e Duccio Demetrio, ordinario di filosofia all’Università Milano Bicocca.
Come si legge sul sito, obiettivi di questa singolare istituzione sono la valorizzazione e il rispetto del silenzio e dei suoi luoghi, della ricerca interiore, dell'ascolto di suoni, voci, natura, contro l’inutile rumore; l'approfondimento delle occasioni e delle risorse intellettuali che hanno la necessità del silenzio; la sperimentazione di un “linguaggio del silenzio” e di una sua grammatica, necessari all'ascolto e alle parole. Segnaliamo, fra l'altro, che qualche giorno fa a questa iniziativa Radio3 Suite ha dedicato largo spazio.
Nel sito, ci ha colpito molto un articolo di Anna Cecchini, La voce del silenzio, che racconta della relazione fra bambini e silenzio in una ordinaria giornata di vita alla scuola d'infanzia. Le sue parole ci hanno conquistati, e dato la misura, nel breve volgere di poche frasi, di quanto, nella pratica educativa, il silenzio sia una dimensione necessaria, addirittura vitale ai tempi e ai modi della sensibilità e della percezione infantile.
Anna Cecchini, della quale trovate qui un dettagliato profilo, è collaboratrice scientifica della Libera Università dell’Autobiografia. Attualmente opera presso l’istituto comprensivo di San Giovanni in Marignano, in provincia di Rimini. Da anni, sperimenta insieme ai bambini la pratica narrativa autobiografica, in questo caso legata al silenzio. Quando l'abbiamo contattata per chiederle il permesso di pubblicare il suo scritto, ci ha raccontato in che modo, ogni mattina, porta fra i bambini questa esperienza.
Al mattino, l'ingresso dei bambini a scuola è accompagnato da un sottofondo musicale. Il momento è prolungato, vivace, accogliente, connotato da saluti, scambi, dialoghi fra la maestra, i genitori e i bambini, che si ritrovano e interagiscono liberamente fra loro negli spazi predisposti (l’angolo del disegno, dei libri, della casa della bambola, del tappeto con i materiali, il tavolo degli animali ecc); alle nove segue la chiusura del cancello. Dopo un veloce riordino degli ambienti, Anna si siede in quello che viene chiamato “l'angolo delle parole”, dove invita i bambini a fermarsi, a sostare all'ascolto «del silenzio che c'è in tutte le cose». Ogni giorno quindi, i bambini sono invitati a leggere il silenzio «che si trova ovunque»: si osserva un colore, un oggetto e silenziosamente si pensa e ogni pensiero si ricollega a un altro e poi a un altro ancora. Dopo questa lunga pausa, in cui i bambini singolarmente sono assorti nell'ascolto, e immersi a riflettere sull'esperienza che fanno, segue l'invito di Anna a comunicare agli altri impressioni, sensazioni, emozioni. Si ricomincia, dunque, a parlare, ma, secondo le indicazioni della maestra, a bassa voce: perché le parole che sorgono dal silenzio portano con sé qualcosa di importante di questa esperienza, sono parole che nascono diversamente e hanno bisogno di una voce che sappia dire, con il tono giusto, la cura e l'attenzione. Mentre i bambini parlano, Anna scrive, appuntandosi i loro pensieri. E quando lo scambio ha termine, Anna legge il frutto delle loro osservazioni, citando i loro nomi e i bambini si sentono fieri. E di nuovo ci si scambiano riflessioni, idee, considerazioni, su quel che si è detto, ascoltato, provato. A noi sembra che il lavoro di Anna abbia un'importanza e una profondità straordinarie. E sia il segno di un umanesimo vivo, attento, tenace, che non si arrende al caos e al degrado, e li combatte, certo, silenziosamente, ma con armi affilate.
Vi proponiamo lo scritto di Anna, certi che anche a molti di voi questa esperienza interesserà.
Scuola dell’infanzia… ore 9,15 di una mattina di dicembre 2010.
Così, nell’angolo delle parole, si comincia una nuova giornata.
Finestra mezza aperta… vociare di bimbi… confusione, frastuono, chiasso… tanto!
Poi un gesto, un richiamo all’ordine, all’ascolto, all’attenzione… “Bimbi… Ssssss… arriva… è la voce del silenzio!”
E subitamente calano i toni, sopraggiunge la calma… bisbigli… silenziosità.
Occhi grandi, incuriositi scrutano la finestra. Affascinati, aspettano ormai ogni mattina di ascoltare quel magico silenzio, pressoché amico, che torna a trovarci per indurci al suo stare… e nell’attesa osserviamo, ci incantiamo… Ammaliati, scopriamo la meraviglia nascosta nei colori e nelle cose che ci circondano.
Ora ascoltiamo: si odono rumori diversi che si sentono solo quando c’è davvero il silenzio, effetti sonori mai uditi. Il fruscio delle foglie che si distaccano dagli alberi trasportate da una folata leggera… “il vento che fa il tamburo”, un cane che abbaia “da laggiù”… macchine lontane che suonano… e poi più niente! Silenzio…! Silenziosamente captiamo il suo benessere, la sua armonia che si addentra nei nostri corpi e diventa rilassamento, attenzione, ascolto… è emozione!
“Io lo sento nelle braccia, mi scende dalla testa nelle braccia e poi nei piedi”(C. 5 a)
“È bello, lo sento nella testa, gira intorno!”(L. 5 a.)
“Si, è come una palla che gira…!”(S. 5 a.)
“Io lo sento qui, sul collo… mi tocca!”(S. 3 a.)
“Il silenzio ci fa stare riposati e si sta anche bene!” (A. 4 a.)
“Mi fa tranquillare la testa!”(K. 5 a.)
“Mi fa riposare la testa e il cervello… Si pensa di più”
“Anch’io lo sento nella testa: mi fa sentire di più le cose, le vedo di più. Col chiasso queste cose non ci sono !” (L. 5 a.)
“Io lo sento nelle gambe… si muovono più piano!”(A. 4 a.)
“Le mie orecchie non fanno più zzzzzzz…!!!”(A.4 a.)
“Ci fa venire belli, zitti…”(G. 3 a.)
“Mi fa bene nel cuore e mi fa diventare bella da tutte le parti… anche più buona”(V. 4 a.)
“La magia del silenzio mi fa essere allegra e mi fa pensare bene. Fa bene al corpo perché bisogna ascoltare tutti, col chiasso non si può ascoltare, col silenzio si…” (S. 5 a.)
“C'ho i brividi e mi sono emozionato… mi piace, mi fa fermare” (M. 5 a.)
E dopo un po’sembriamo più leggeri, più sorridenti e i nostri sguardi sembrano brillare come incantati dalla tranquillità.
Spontaneamente, “nell’angolo delle parole”, in silenzio, di giorno in giorno il gioco si gode, si prolunga… le sensazioni aumentano; le parole che volano nell’aria sono analisi vere di ascolti interiori, di emozioni. L’esperienza ormai è diventata parte anche del gioco libero. Volutamente i bambini, a piccoli gruppi, di tanto in tanto chiedono di dividersi in spazi più tranquilli della scuola, “per parlare piano” e per ascoltare “la voce del silenzio”.
Come si legge sul sito, obiettivi di questa singolare istituzione sono la valorizzazione e il rispetto del silenzio e dei suoi luoghi, della ricerca interiore, dell'ascolto di suoni, voci, natura, contro l’inutile rumore; l'approfondimento delle occasioni e delle risorse intellettuali che hanno la necessità del silenzio; la sperimentazione di un “linguaggio del silenzio” e di una sua grammatica, necessari all'ascolto e alle parole. Segnaliamo, fra l'altro, che qualche giorno fa a questa iniziativa Radio3 Suite ha dedicato largo spazio.
Anne Herbauts, Silencio, Casterman 2005. |
Nel sito, ci ha colpito molto un articolo di Anna Cecchini, La voce del silenzio, che racconta della relazione fra bambini e silenzio in una ordinaria giornata di vita alla scuola d'infanzia. Le sue parole ci hanno conquistati, e dato la misura, nel breve volgere di poche frasi, di quanto, nella pratica educativa, il silenzio sia una dimensione necessaria, addirittura vitale ai tempi e ai modi della sensibilità e della percezione infantile.
Anna Cecchini, della quale trovate qui un dettagliato profilo, è collaboratrice scientifica della Libera Università dell’Autobiografia. Attualmente opera presso l’istituto comprensivo di San Giovanni in Marignano, in provincia di Rimini. Da anni, sperimenta insieme ai bambini la pratica narrativa autobiografica, in questo caso legata al silenzio. Quando l'abbiamo contattata per chiederle il permesso di pubblicare il suo scritto, ci ha raccontato in che modo, ogni mattina, porta fra i bambini questa esperienza.
Anne Herbauts, Silencio, Casterman 2005. |
Al mattino, l'ingresso dei bambini a scuola è accompagnato da un sottofondo musicale. Il momento è prolungato, vivace, accogliente, connotato da saluti, scambi, dialoghi fra la maestra, i genitori e i bambini, che si ritrovano e interagiscono liberamente fra loro negli spazi predisposti (l’angolo del disegno, dei libri, della casa della bambola, del tappeto con i materiali, il tavolo degli animali ecc); alle nove segue la chiusura del cancello. Dopo un veloce riordino degli ambienti, Anna si siede in quello che viene chiamato “l'angolo delle parole”, dove invita i bambini a fermarsi, a sostare all'ascolto «del silenzio che c'è in tutte le cose». Ogni giorno quindi, i bambini sono invitati a leggere il silenzio «che si trova ovunque»: si osserva un colore, un oggetto e silenziosamente si pensa e ogni pensiero si ricollega a un altro e poi a un altro ancora. Dopo questa lunga pausa, in cui i bambini singolarmente sono assorti nell'ascolto, e immersi a riflettere sull'esperienza che fanno, segue l'invito di Anna a comunicare agli altri impressioni, sensazioni, emozioni. Si ricomincia, dunque, a parlare, ma, secondo le indicazioni della maestra, a bassa voce: perché le parole che sorgono dal silenzio portano con sé qualcosa di importante di questa esperienza, sono parole che nascono diversamente e hanno bisogno di una voce che sappia dire, con il tono giusto, la cura e l'attenzione. Mentre i bambini parlano, Anna scrive, appuntandosi i loro pensieri. E quando lo scambio ha termine, Anna legge il frutto delle loro osservazioni, citando i loro nomi e i bambini si sentono fieri. E di nuovo ci si scambiano riflessioni, idee, considerazioni, su quel che si è detto, ascoltato, provato. A noi sembra che il lavoro di Anna abbia un'importanza e una profondità straordinarie. E sia il segno di un umanesimo vivo, attento, tenace, che non si arrende al caos e al degrado, e li combatte, certo, silenziosamente, ma con armi affilate.
Anne Herbauts, Silencio, Casterman 2005. |
Vi proponiamo lo scritto di Anna, certi che anche a molti di voi questa esperienza interesserà.
Scuola dell’infanzia… ore 9,15 di una mattina di dicembre 2010.
Così, nell’angolo delle parole, si comincia una nuova giornata.
Finestra mezza aperta… vociare di bimbi… confusione, frastuono, chiasso… tanto!
Poi un gesto, un richiamo all’ordine, all’ascolto, all’attenzione… “Bimbi… Ssssss… arriva… è la voce del silenzio!”
E subitamente calano i toni, sopraggiunge la calma… bisbigli… silenziosità.
Occhi grandi, incuriositi scrutano la finestra. Affascinati, aspettano ormai ogni mattina di ascoltare quel magico silenzio, pressoché amico, che torna a trovarci per indurci al suo stare… e nell’attesa osserviamo, ci incantiamo… Ammaliati, scopriamo la meraviglia nascosta nei colori e nelle cose che ci circondano.
Ora ascoltiamo: si odono rumori diversi che si sentono solo quando c’è davvero il silenzio, effetti sonori mai uditi. Il fruscio delle foglie che si distaccano dagli alberi trasportate da una folata leggera… “il vento che fa il tamburo”, un cane che abbaia “da laggiù”… macchine lontane che suonano… e poi più niente! Silenzio…! Silenziosamente captiamo il suo benessere, la sua armonia che si addentra nei nostri corpi e diventa rilassamento, attenzione, ascolto… è emozione!
Anne Herbauts, Silencio, Casterman 2005. |
“Io lo sento nelle braccia, mi scende dalla testa nelle braccia e poi nei piedi”(C. 5 a)
“È bello, lo sento nella testa, gira intorno!”(L. 5 a.)
“Si, è come una palla che gira…!”(S. 5 a.)
“Io lo sento qui, sul collo… mi tocca!”(S. 3 a.)
“Il silenzio ci fa stare riposati e si sta anche bene!” (A. 4 a.)
“Mi fa tranquillare la testa!”(K. 5 a.)
“Mi fa riposare la testa e il cervello… Si pensa di più”
“Anch’io lo sento nella testa: mi fa sentire di più le cose, le vedo di più. Col chiasso queste cose non ci sono !” (L. 5 a.)
“Io lo sento nelle gambe… si muovono più piano!”(A. 4 a.)
“Le mie orecchie non fanno più zzzzzzz…!!!”(A.4 a.)
“Ci fa venire belli, zitti…”(G. 3 a.)
“Mi fa bene nel cuore e mi fa diventare bella da tutte le parti… anche più buona”(V. 4 a.)
“La magia del silenzio mi fa essere allegra e mi fa pensare bene. Fa bene al corpo perché bisogna ascoltare tutti, col chiasso non si può ascoltare, col silenzio si…” (S. 5 a.)
“C'ho i brividi e mi sono emozionato… mi piace, mi fa fermare” (M. 5 a.)
E dopo un po’sembriamo più leggeri, più sorridenti e i nostri sguardi sembrano brillare come incantati dalla tranquillità.
Anne Herbauts, Silencio, Casterman 2005. |
Spontaneamente, “nell’angolo delle parole”, in silenzio, di giorno in giorno il gioco si gode, si prolunga… le sensazioni aumentano; le parole che volano nell’aria sono analisi vere di ascolti interiori, di emozioni. L’esperienza ormai è diventata parte anche del gioco libero. Volutamente i bambini, a piccoli gruppi, di tanto in tanto chiedono di dividersi in spazi più tranquilli della scuola, “per parlare piano” e per ascoltare “la voce del silenzio”.
2 commenti:
Che cosa interessante! Da provare anche in famiglia (a televisione spenta, naturalmente).
Non c'è mai stata tanta attenzione verso l'educazione dei più piccoli ed è lodevole che si lasci spazio anche ad esperienze nuove. Viene tuttavia da chiedersi perchè tutto questo non salvaguardi un po' dal disagio che sembra colpire in seguito la maggior parte dei giovani, spingendoli verso pratiche assurde e deleterie (alcool, droga ecc.)
Lo so che questa non è la sede adatta per la discussione, ma ogni volta che sento di bambini di 10/12 anni dediti al bere, di ragazzini di 13 che violentano la compagna di scuola, sono colta da un senso di scoramento e frustrazione. Mai, credo, i bambini e i giovani hanno ricevuto tanto, in termini di cose materiali, dialogo, amore, attenzione, eppure...
Scusate lo sfogo.
Commoventi le descrizioni dei bambini riguardo all'esperienza del silenzio e preziosissimo il lavoro di questa Accademia. Viviamo in una società terrorizzata dal silenzio. E' terribile non poter trovare un luogo dove poter leggere un libro in silenzio... ora anche su molti aerei la musica è perennemente in sottofondo.
Da leggere assolutamente su questo tema: Il TESORO DEGLI UMILI di Maurice Maeterlinck: un libro interamente dedicato al tema del silenzio. Cito:
"Noi parliamo soltanto nelle ore in cui non viviamo, nei momenti in cui non vogliamo accorgerci dei nostri fratelli e in cui ci sentiamo grandemente lontani dalla realtà. Appena ci mettiamo a parlare, sentiamo come un avvertimento che in qualche luogo si chiudono delle porte divine. Siamo per questo avarissimi dei nostri silenzi, e neppure i più imprudenti tacciono mai col primo venuto".
(...)
Ancora:
"E se vi è dato discendere un momento fino alle profondità della vostra anima, dove regnano gli angeli, ciò che prima di tutto ricorderete di un essere profondamente amato non saranno le parole che vi ha detto, o i gesti che ha fatto, ma i silenzi che avete vissuto insieme. Poiché solo la qualità di quei silenzi ha rivelato la qualità del vostro amore e delle vostre anime."
@ Rose: troppa attenzione forse? Troppe ore di doposcuola? Troppa poca noia? Troppa poca natura e aria aperta e solitudine?
Anna
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