martedì 28 giugno 2011

Grazie, Bruno

Una lettrice d’eccezione, Carla Ida Salviati, ci manda una bella lettera su Doppio blu, di Bruno Tognolini, pubblicato nella nostra collana Gli anni in tasca.
La ringraziamo per quel che scrive e ci scrive, e la pubblichiamo anche con un certo orgoglio.


Cari Topipittori,
sull’autobiografia  si sono scritti fiumi di parole. Personalmente mi interessa solo se essa è piena (strapiena) di letteratura, se è un gioco di specchi tra epoche diverse della vita, un sentiero nei meandri del ricordo, una sfida spinta verso la soggettività estrema. 
In altre parole, mi pare tanto più intrigante quanto meno essa è realistica e oggettiva poiché non sono i fatti, gli eventi a essere centrali, ma come l’autore racconta fatti ed eventi ritraendoli – veri o falsi che siano, non importa –  come appartenenti a sé, al proprio percorso esistenziale.  
«Le parole sono imbroglione e divertenti», dice Bruno Tognolini nella sua autobiografia, e qui sta il punto di forza, “l’imbroglio” meraviglioso che le parole costruiscono e il divertimento che fanno esplodere. Quando le si sanno usare con maestrìa, beninteso.
Doppio blu è un’autobiografia incantata e struggente, è il racconto di una salita, di un affanno, di un entusiasmo: crescere. Ci sono odori, suoni, botte più prese che date, zii minotauri, selciati che trattengono tesori, crudeltà sottili, gioie irrepetibili, solitudini. C’è anche un cane custode, laica declinazione del più noto angelo, accanto al quale ha senso dissertare sul “vero” colore del mare.
Grazie, Bruno, bambino cresciuto e invecchiato, poeta balbettante dal verso sciolto, puer faber innamorato di Ariosto… Grazie, editori coraggiosi, che trovate carta e inchiostro per questa collana colta dedicata al grande regista dell’infanzia.

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