giovedì 23 giugno 2011

Le scelte di Sophie

Qualche mese fa, Sophie Van der Linden mi aveva parlato di un suo progetto: una pubblicazione che rispondesse alle domande che normalmente si sente rivolgere un libraio: «Cerco un libro per un bambino di tre anni... che ha paura del buio... che sta imparando a leggere...» Le avevo manifestato certe mie perplessità. Ma sono contento di essere stato smentito.

Quel progetto, infatti, oggi è un libro: Je cherche un livre pour un enfant. La guide des livres pour enfatts de la naissance à 7 ans. È pubblicato dalla inedita joint venture fra una neonata casa editrice, Editions De Facto, e uno dei colossi dell'editoria transalpina, Gallimard Jeunesse, e lo si può acquistare in tutte le librerie di Francia per soli 19,50 euro.  La joint venture è una soluzione ottimale, perché associa l'indipendenza di giudizio di una casa editrice che non è attiva nel settore specifico, ma si occupa esclusivamente di critica, con la potenza di fuoco di una corazzata della distribuzione editoriale, che probabilmente riuscirà a far trovare uno spazio a questa pubblicazione in moltissime librerie, facilitandone la diffusione. Peccato che il libro sia in francese e  parli di libri francesi, altrimenti sarebbe un acquisto fondamentale e da raccomandare caldamente.

Il libro di Sophie si struttura, come detto, intorno ad alcune domande e seleziona per ciascuna una trentina di libri di qualità che possono soddisfare l'esigenza manifestata. Una selezione abbastanza severa, dunque. Ma proprio per questo straordinariamente utile. Sono sicuro che le scelte di Sophie faranno discutere. Ma anche questo è utile. Il tutto, poi, è arricchito da interviste con autori, librai, bibliotecari, e da una guida al materiale di referenza che si può trovare in libreria e in  rete.
Insomma, una specie di Catalogone all’ennesima potenza, che copre l'intero spettro del mercato e non solo la produzione delle case editrici che partecipano. Ma c’è davvero bisogno di una pubblicazione del genere?

In Italia si pubblicano ogni anno più di duemila nuovi libri per ragazzi. In Francia quasi il doppio. In Germania più del triplo. E poi ci sono i titoli in catalogo, quelli esauriti, quelli fuori catalogo eccetera. Di fronte a tanta offerta, il problema dell’adulto che vuole acquistare un libro per un bambino è, da noi come altrove, quello della selezione. Come distinguere i libri buoni da quelli cattivi? Quelli adatti da quelli inadatti al bambino che abbiamo in mente?

Una funzione di selezione e di consulenza all'acquisto viene in genere svolta dai librai specializzati, che lavorino in una libreria per ragazzi o nel reparto ragazzi di una libreria generalista. Di solito sono ottimi professionisti che sanno dare consigli eccellenti. Ma al libraio specializzato bisogna pur sempre arrivare. Quanti ne hanno veramente la possibilità? Immagino pochi, visto il numero e la distribuzione geografica delle librerie per ragazzi e di quelle che hanno un buon reparto specializzato. O quanti hanno accesso alla stampa specializzata? E tutti gli altri?

La stampa, la radio e la televisione latitano completamente, almeno nel nostro paese. I francesi si lamentano della loro situazione, che a noi pare dorata. Il fatto che i quotidiani, i telegiornali, i settimanali e i mezzi di comunicazione di massa in generale si occupino dei libri per ragazzi solo en passant, con scarso approfondimento e scarsissima competenza (fatte – va detto – pochissime eccezioni) ha delle conseguenze in termini economici e di diffusione della lettura.

In termini economici, la questione è legata al fenomeno dell’asimmetria dell'informazione e al conseguente problema della selezione avversa: se non dispongo di informazioni sufficienti, non posso scegliere razionalmente e rischio di acquistare il prodotto sbagliato; a un acquisto sbagliato non ne segue un secondo. La selezione avversa è la porta della diffidenza degli adulti nei confronti dei libri per bambini. Una diffidenza che potrebbe essere superata attraverso una migliore e più capillare e frequente diffusione di informazione di qualità su quanto l’editoria per ragazzi produce. Quindi, è necessario che chi si occupa di giornalismo culturale sappia che la mancanza di una seria critica del libro per ragazzi nei mezzi di comunicazione di massa italiani comporta: a) una contrazione del fatturato del settore; e b) una diminuzione della diffusione del libri fra i bambini e i ragazzi. Poi, se vogliamo, qui si innesca un circolo vizioso e perverso che ci porta agli sconfortanti indici di lettura che tutti ben conosciamo.

E tutto questo perché i giornalisti delle pagine culturali non sanno parlare di libri per ragazzi e non sono incentivati a imparare a farlo da capo-redattori e direttori abbastanza lungimiranti. Librai, editori, genitori, bambini e ragazzi sentitamente ringraziano.

1 commento:

chiara ha detto...

Parole sante, ahimè. Per fortuna c'è la rete. E io, andando in controtendenza, ho deciso di scrivere articoli dedicati ai libri per bambini su diversi blog. Inaspettatamente, i post riscuotono sempre un grande successo e sono moltissime le mamme che lasciano commenti per ringraziare dei suggerimenti, lamentandone altresì la mancanza altrove. La butto lì: e se la facessimo anche in Italia una guida come quella francese? Io mi dichiaro entusiasticamente a disposizione!