giovedì 7 luglio 2011

Con un testone e due occhi bovini...

Nell'opinione comune, prevale l'idea che le fiabe siano storielle rassicuranti e un po' campate in aria per mettere a letto i bambini. Tuttavia, basta qualche informazione in più per rendersi conto di quanto il luogo comune sia lontano dalla verità.
Per esempio, per farsi un'idea di quanto le fiabe possano affondare le loro radici nel terreno scabroso e tumultuoso del cuore umano, è utile sfogliare un'edizione delle fiabe dei Grimm, The Juniper Tree and Other Tales from Grimm, pubblicata nel 1973 da Farrar, Straus and Giroux e illustrata da Maurice Sendak. Più avanti pubblicheremo un post sul lavoro che fu necessario al grande illustratore americano per affrontare questo monumento della letteratura.
Per ora, semplicemente, pubblichiamo una delle illustrazioni della raccolta e il racconto corrispondente: Gli gnomi. Breve. Brevissimo. Una fiaba sconosciuta e poco praticata fra le tante che, invece, sono notissime. E tuttavia fulminante, con la sua atmosfera allucinata, le allusioni a riti antichi e quasi stregoneschi, le ombre che si agitano accanto ai focolari e alle cucine, regni femminili per eccellenza, ma carichi di inquietudine e per niente rassicuranti, metafora di timori e ambivalenze presenti nei cuori materni.
A proposito di questo lavoro di illustrazione, Sendak disse, fra le altre cose che di queste fiabe quel che gli premeva era “cogliere il momento in cui la tensione fra storia e emozione è perfetta, così che il lettore leggendo si sorprenda, rammentando che si tratta di una 'semplice' favola.”
I due volumi di fiabe contengono una selezione di ventisette racconti (pochi per scelta, così da poterli stampare in un corpo grande), effettuata da Sendak insieme alla traduttrice, Lore Segal. Sarebbe interessante sapere perché, fra le moltissime, proprio questa fu selezionata, così arcana, sfuggente, spiazzante.



Gli gnomi

A una madre gli gnomi avevano tolto il bambino in culla e ci avevano messo un mostriciattolo, con un testone e due occhi bovini, che non faceva che bere e che mangiare. Disperata, la madre andò a chieder consiglio alla vicina. Questa le disse di portare il mostro in cucina, di metterlo sul focolare, accendere il fuoco e far bollire l'acqua in due gusci d'uovo: così l'avrebbe fatto ridere e, se rideva, era tutto finito. La donna fece quello che la vicina le aveva detto. Quando mise sul fuoco i gusci d'uovo pieni d'acqua, disse quell'occhio bovino:

- Sono per mia sfortuna
vecchio come la luna.
Ma ancor non vidi alcuno nei gusci far cucina.

E si mise a ridere. Mentre rideva, sopravvenne una folla di gnomi; portavano il bambino vero, lo misero sul focolare e si ripresero il mostro.

(trad. Clara Bovero, da Fiabe, Einaudi 1951)

4 commenti:

Cardiofonico ha detto...

Che meraviglia di storia.
E più guardo l'illustrazione più mi innamoro ancor di più del genio di Sendak.

Non vedo l'ora di leggere il resto.

Grazie, ciao!

Mauro

giorgia ha detto...

E' l'immagine che avrei tanto voluto e che avevo proposto all'art director della casa editrice Carocci per la copertina del saggio sulla letteratura per l'infanzia che ho curato con Emy Beseghi! Hanno temuto che i diritti costassero troppo e ne abbiamo scelta un'altra. Peccato, questa immagine di Sendak racchiude tutta l'ambiguità, l'inafferrabilità e il mistero che sono propri dell'infanzia (e della miglior letteratura per l'infanzia). Qualcosa che Sendak più di chiunque altro ha còlto ed espresso fino in fondo in tutta la sua opera. E' un'immagine incredibile e potentissima. Esattamente come la fiaba che illustra. Ci dice quello che più ci inquieta, antropologicamente credo da sempre: cioè che l'infanzia sta sulla soglia tra ciò che possiamo considerare come 'nostro' e ciò che invece si rivela 'estraneo', diverso, alieno. Sendak del resto ritorna spesso sulla figura dell' 'infante scambiato o sostituito' (in 'Outside over there', nelle immagini per 'Lo schiaccianoci'...)
Giorgia Grilli

Topipittori ha detto...

Cara Giorgia, grazie per il tuo bel commento. La cosa che più mi affascina di questa storia e dell'illustrazione è esattamente l'ambiguità: la descrizione del mostro nella fiaba corrisponde perfettamente a quella di un neonato, tout court. E la creatura trasportata dagli gnomi disegnata da Sendak ci si chiede, appunto, sarà il bambino rapito o il mostro scambiato? Entrambi, dato che alla fine, i due coincidono.

Topipittori ha detto...

Mille grazie a te, Cardiofonico. Mi sa che per la seconda puntata ti toccherà attendere settembre.