mercoledì 6 luglio 2011

Un irragionevole bisogno di disegnare un coccodrillo

Tempo fa, sul sito di Random House, che in America pubblica i libri di Leo Lionni, e che ha una sezione molto bella a lui dedicata, trovammo un suo breve scritto che parlava del processo creativo. Lo trovammo limpido, esauriente, illuminante. In poche parole, vi si descrive qual è il complicato e rigoroso compito di chi lavora con la creatività. Che molto poco ha a che fare con una casuale e narcisistica espressione di sé e molto invece con un processo severo che richiede distanza, precisione, nervi saldi, concentrazione e senso critico. Lo abbiamo tradotto e qui ve lo proponiamo.
Vi ricordiamo che in Italia i libri di Lionni sono pubblicati da Babalibri.

 

Di tutte le domande che mi sono state fatte come autore di libri per bambini, senza dubbio la più frequente è stata: “Da dove ti vengono le idee?”La maggior parte delle persone sembra pensare che un’idea sia qualcosa di misterioso e, allo stesso tempo, semplice. Misterioso, perché l’ispirazione sembra arrivare come un particolare stato di grazia da cui solo gli spiriti più dotati sono toccati. Semplice, perché ci si aspetta che le idee piovano nella mente sotto forma di parole e immagini, pronte per essere trascritte e realizzate sotto forma di libro, completo di risguardi e copertina. Il termine “venire” esprime bene queste aspettative. Niente può essere più lontano dalla verità.


È vero che, di tanto in tanto, dal flusso caotico delle immagini mentali, inaspettatamente emerge qualcosa che, per quanto in modo vago, sembra portare la promessa di una forma, di un significato e, più importante ancora, di una irresistibile carica poetica. La sensazione di istantaneo riconoscimento con cui poniamo questa immagine nella piena luce della coscienza è l’impulso iniziale dell’atto creativo. Ma, sebbene ciò sia importante, non si produce che il germe di un’idea. Ogni libro, alla nascita della sua storia creativa, ha un momento così. Alcuni sono abbastanza fortunati da avere, fin dall’inizio, un eroe dalla personalità forte e ben definita, con un destino a cui non si sfugge. Altri sono segnati dalla promessa di un inizio, o forse dalla visione di una fine (che significa lavorare a ritroso, verso un inizio a sorpresa). Altri sono contrassegnati da una situazione conflittuale chiaramente articolata. Qualche volta, devo ammettere, si può trovare la motivazione del libro in un improvviso, irragionevole bisogno di disegnare un coccodrillo. E può anche accadere che nel buio della nostra mente appaia, come dal nulla, una costellazione di parole che ha la brillante e arrogante certezza di un titolo. Proprio la scorsa notte sono stato strappato a un sonno profondo dalle parole “il topo che non esisteva”. Sono sicuro che, messe temporaneamente da parte nella mia memoria, alla fine diventeranno un titolo per una storia di cui ancora non so nulla.


Dare forma e affinare la logica della storia, concatenarne il flusso degli eventi e, in ultima istanza, definirne l’idea nel suo complesso, è come una partita a scacchi. Alla luce di una strategia generale, ogni mossa è il risultato di dubbi, ipotesi e selezioni, che riportano inevitabilmente alla memoria i successi e i fallimenti delle esperienze precedenti.


I raptus creativi possono verificarsi, ma la maggior parte dei libri si creano attraverso un duro, disciplinato lavoro. Lavoro creativo, certo, poiché i suoi materiali vengono dalla sfera dell’immaginario. Ma per manipolare questi materiali è richiesto molto più che mera attitudine o talento. È un processo complesso quello attraverso cui l’idea prende forma attraverso prove e tentativi, deviazioni e diramazioni che, qualora non si sia guidati da rigore professionale, possono condurre l’autore in un inestricabile labirinto di alternative.

5 commenti:

gianlorenzo ingrami ha detto...

sottoscrivo, parola su parola, goccia di sudore su goccia di sudore

Tissi ha detto...

Post davvero molto interessante e VERO! il lavoro creativo ha delle regole.
Grazie per la condivisione :)

esile ha detto...

Grazie per questo post! Mi sapreste dire per favore se esistono delle pubblicazioni (meglio se in italiano...)su metodo di lavoro/teoria/pensiero di Leo Lionni? Cerco ma non trovo... Grazie!

Topipittori ha detto...

Esile: due anni fa Minimondi ha organizzato una bella mostra su Leo Lionni, e in occasione di questa è stato pubblicato un piccolo, ma ben fatto catalogo sulla sua opera, edito da Babalibri. Puoi chiedere a Babalibri se ci sono ancora copie a disposizione. Electa negli anni Ottanta ha pubblicato un taccuino di Lionni; qualche copia in giro c'è (in rete), ma è difficile acquistarla sia per il prezzo sia per l'eccesso di domanda.

esile ha detto...

Graziegrazie topi, ciao!