martedì 13 settembre 2011

Spazi che parlano alle persone


Nell’ottobre del 2010, di passaggio a Fano, abbiamo approfittato per andare a fare una visita a un posto di cui da tempo sentivamo molto parlare: la Mediateca Montanari, MEMO, inaugurata il 10 luglio del 2010, sorge nel centro storico della cittadina marchigiana, in un vasto e bell’edificio che un tempo ospitava le scuole.


Una volta entrati, è impossibile non rimanere colpiti dall'intervento architettonico, dalla qualità della ristrutturazione e della progettazione. Gli spazi di MEMO sono grandi, luminosi, essenziali, funzionali, ben arredati.


In un posto come questo, sembra legittimo parlare effettivamente di “luogo di cultura”, poiché quanto abbia contato e conti quest'ultima lo si legge, concretamente, nel corpo stesso dei muri. Anche per questo MEMO ci è parsa un caso interessante, da approfondire. Lo abbiamo fatto ponendo alcune domande a Danilo Carbonari, suo direttore, che con grande disponibilità ha acconsentito a rispondere.


Il nome della mediateca viene da chi l’ha sponsorizzata e donata alla città, Corrado Arturo Montanari. Quanto conta in una realtà come quella di Fano la presenza di un imprenditore che avverte la responsabilità sociale d’impresa come un compito imprescindibile e per il quale, evidentemente, un investimento sulla cultura corrisponde a un investimento sul futuro, anche economico della città?

La presenza del Presidente Corrado Arturo Montanari è stata di primaria importanza: senza di lui probabilmente il Comune non sarebbe riuscito da solo ad affrontare questo ambizioso progetto, visti i tempi e le risorse sempre più esigue. L’intelligenza e la lungimiranza di questo nostro cittadino hanno fatto sì che la nostra città acquistasse finalmente uno spazio con un servizio di ampio respiro e di alto profilo, proprio come era nei suoi progetti. Il Presidente Montanari ha sempre tenuto a dire che questo investimento è prima di tutto per le aziende della città, ribadendo sempre che potranno sperare di crescere e diventare sempre più competitive solo se inserite in contesti culturalmente avanzati.


In che misura Montanari ha seguito ed è intervenuto nella realizzazione del progetto?
La Fondazione Montanari ha elargito oltre 5 milioni di euro per il recupero della struttura, l'allestimento e la fornitura di arredi e attrezzature per l'apertura della Mediateca Montanari. Inoltre ha seguito sempre molto da vicino tutte le scelte dei progettisti, degli architetti e dei bibliotecari. È sempre stato uno stimolo e un osservatore attento di tutto quanto accadeva intorno al servizio nascente.


In questi mesi, in che modo la città ha reagito alla presenza di questo luogo nuovo destinato alla cultura? Cos'ha cambiato MEMO, cosa sta cambiando e cosa si propone di cambiare?
Direi che la città ha reagito molto bene: certo una parte dell'utenza già a conoscenza dei servizi dei bibliotecari l'abbiamo “catturata” subito, ma la Memo è stata subito attraente per quanti le biblioteche non le hanno mai frequentate, essendosi proposta fin da subito come luogo sociale oltre che culturale.

La Memo ha il compito principale di offrire un servizio culturale multimediale e contemporaneo, in integrazione e in cooperazione con l'altro importante servizio bibliotecario della nostra città, la Biblioteca Federiciana, che, dopo aver assolto per molti anni anche al servizio di pubblica lettura, torna a essere a pieno titolo un servizio bibliotecario dedicato allo studio, alla ricerca e alla conservazione di un ricchissimo patrimonio storico.
Le due strutture dovranno lavorare insieme e promuoversi a vicenda. L’ambizione più grande è quella di diventare, con questo sistema bibliotecario cittadino, il centro culturale e sociale della nostra città, con tutto quello che ne consegue chiaramente!


La Memo ha già cambiato le abitudini quotidiane di alcuni dei nostri concittadini e ha arricchito anche la proposta turistica della nostra città, visto che sono molti i turisti che approfittano del nostro servizio... l'obiettivo è quello di arrivare veramente a tutti grazie a una collezione sempre aggiornata e a una proposta culturale rivolta veramente a tutti, dai bambini agli studiosi.
  
Che cos'è esattamente una mediateca e che servizi offre al pubblico?
Una mediateca è sostanzialmente una biblioteca pubblica con una forte vocazione al multimediale: oltre i libri, quindi, tanti computer, rete wireless, ma anche dvd, cd e tutti i supporti multimediali utili a veicolare informazioni. Certamente è un servizio che ha un'attenzione a tutte le nuove tecnologie: oggi non possiamo certo non pensare agli e-book ed essere quindi mediatori anche verso questi nuovi media.


Cosa significa per un bibliotecario entrare in un'istituzione così giovane e nuova, priva di abitudini consolidate, norme acquisite?
È un grande stimolo di certo: un servizio di biblioteca nasce dopo un'attenta analisi dei bisogni del territorio e sulla base di consolidate esperienze e conoscenze biblioteconomiche... fortunatamente c'è una scienza che ci insegna come si fanno le biblioteche. Certo, però, parte del nostro servizio si modifica e si sviluppa anche grazie alle capacità di osservazione e di ascolto dei bibliotecari e all'inventiva che spesso usano per attivare nuove strategie di promozione dei servizi in modo tale da arrivare ad attirare il maggior numero possibile di persone. Una struttura nuova e giovane come questa è di sicuro stimolo anche per chi ci lavora!


Qualcuno ha detto che la scuola dev’essere il luogo più bello che un bambino frequenta. Quanto conta, oggi, la qualità, la bellezza dello spazio nel gradimento dell'utenza di una biblioteca?
La gradevolezza degli spazi è molto importante: è certamente anche una delle strategie per rendere attraenti i nostri servizi bibliotecari che pagano lo scotto di tanti pregiudizi, oltre al fatto che per principio crediamo che tutti i servizi al cittadino dovrebbero essere inseriti in contesti piacevoli.


E in particolare, quanto è importante per i frequentatori più giovani, i bambini e i ragazzi?
Moltissimo: una persona può sentirsi immediatamente accolta o respinta da un servizio anche senza incontrare qualcuno che lo accolga... è importantissimo per questo che gli spazi parlino subito alle persone che entrano mostrando che sono stati pensati proprio per loro. Lo spazio dei bambini e dei ragazzi è certo fondamentale: parlano ai bambini i colori, l'altezza degli scaffali, la comodità delle sedute, la prossimità dei materiali e la loro sistemazione.

 
In che modo avete avviato e state pensando di avviare il rapporto con i bambini e i ragazzi della città?

Abbiamo da subito avviato un rapporto privilegiato con le scuole che sono veicolo principale verso i bambini e ragazzi e le famiglie. Inoltre abbiamo attivato una serie di attività per tutte le fasce d’età: dalle letture per i piccolissimi, nell'ambito del progetto Nati per Leggere, a incontri dedicati agli adolescenti.


Come hanno accolto MEMO i frequentatori più giovani?
Da subito siamo stati frequentatissimi dai giovani: ci sono sempre molti adolescenti qui alla Memo. Quindi potremmo dire che hanno accolto bene la Memo, anzi che forse la aspettavano da tempo. Per noi i bambini e i giovani sono molto importanti: non meno del pubblico adulto, almeno visto che fino a qualche anno fa era il solo pubblico contemplato dalle biblioteche.


Ora fortunatamente tutti i nuovi servizi di biblioteca in Italia si occupano dei bambini e dei giovani, come d'altra parte fanno da tempo tutti i Paesi esteri dove questi servizi sono avanzatissimi: sono il nostro futuro e bisogna avere una grande attenzione per la formazione culturale di queste fasce della popolazione, è fondamentale accoglierli in servizi come il nostro e offrire loro delle opportunità culturali, formative e sociali.


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