giovedì 29 marzo 2012

Un saluto in una mattina di sole e bei libri


A volte riceviamo dei messaggi che, oltre a farci un immenso piacere, ci divertono molto. Come questo, che ha come oggetto: Un saluto in una mattina di sole e bei libri, che ieri ci ha mandato Vera Salton. Vera è, fra molte altre cose, la proprietaria della libreria Il treno di Bogotà di Vittorio Veneto, che, forse ricorderete, lo scorso ha avuto molti problemi a causa di un grave allagamento. Ma, a quanto pare, è vero che da certe crisi si esce più tosti e pimpanti che mai. 
Con Vera e altri amici librai ci siamo visti in Fiera, a Bologna, durante un incontro voluto e condotto da Giovanni Nucci, a chiacchierare di vendite, libri e strategie comuni fra librai ed editori indipendenti. Credo che tutti ci siamo resi conto, una volta di più, proprio in questa occasione, di quanto avere contatti, confronto, dialogo e relazioni forti sia fondamentale, oggi, e come questo sia possibile grazie ai media a disposizione che ci permettono scambi importanti di contenuti in tempo reale. 


Questa lettera va in questo senso, soprattutto per come esprime l'apprezzamento e il sostegno, cosa per noi molto importante, per il lavoro svolto in questi anni, scegliendo di promuovere il nostro catalogo attraverso una pubblicazione diffusa gratuitamente, il Catalogone, strumento di approfondimento e analisi dedicato al tema delle parole e le immagini, che ha individuato specificamente nei librai specializzati i suoi primi interlocutori (del nuovo volume parleremo qui a brevissimo). Per questo la condividiamo con i nostri lettori. 
Molto interessante, fra le righe del messaggio, è anche leggere come i libri in ogni lettore trovino un canale unico e prezioso che permette di rintracciare nuovi riferimenti, idee, esperienze, nessi fantastici. Insomma: grazie Vera! Senza di te non avremmo mai saputo chi è quell'omino strano che saluta dalla finestra della tavola di Scarabottolo.


Ciao Giovanna,
ho appena  finito di guardare i vostri nuovi libri, appena arrivati, uno più bello dell'altro! E volevo dirti che l'edificio mai costruito di Cose che non vedo dalla mia finestra mi fatto sorridere, perché un paio di settimane fa sono stata nelle Marche, a Corinaldo, dove vi è una casa dalla storia particolare, e visto che la tavola di Guido Scarabottolo mi ci ha fatto pensare, ho deciso di scrivertene, grata come sempre per le belle emozioni che ci regalate. Ho guardato il Catalogone, studiato direi, perché non si finisce mai di imparare, e perché fa scoprire e ricordare cose che non si erano mai osservate o che si erano appunto dimenticate. Un grazie doppio quindi.
E un abbraccio,
Vera

Foto di Marco Lorenzetti
 La casa di Scuretto

Gaetano, detto Scuretto, era un ciabattino a cui piaceva molto "l'arte dionisiaca". Aveva un figlio, emigrato in America per far fortuna, che periodicamnete gli mandava del denaro per poter costruire una casa a Corinaldo. Questi denari andavano però a finire nelle osterie del paese tanto che il figlio, insospettitosi per la lungaggine dei lavori di costruzione, chiese al padre una foto della nuova casa. Scuretto non si perse d'animo e si organizzò così: costruì la facciata, ci mise il numero civico e si fece fotografare affacciato alla finestra. Arrivarono ancora soldi, ma la casa rimase così com'è, senza solai, pareti di fondo e tetto. La potete ammirare a circa metà della via Piaggia.

1 commento:

diletta ha detto...

Qualcuno ha visto il meraviglioso film "Almanya - la mia famiglia va in Germania"? Il viaggio dei protagonisti conduce a una casa come quella di Scarabottolo, molto metaforica.