[di Leyla Vahedi]
Un gruppo di pittori, scultori, incisori, grafici, illustratori, ma anche medici, insegnanti, giornalisti, studenti e mamme si ritrova da tre anni per disegnare dal vero. Due volte a settimana, a Roma: dividono i costi dei modelli, ma anche uno spazio, il lavoro comune, stimoli per provare tecniche diverse o espedienti nuovi. La chiamano Classe di nudo autogestita.
C'è chi viene per motivi professionali; ma c'è anche chi la frequenta perché vuole disegnare, anche se nella vita fa tutt'altro.
Ci chiamiamo “classe” di nudo, ma non siamo una classe in senso accademico, né le ore trascorse a disegnare vengono strutturate didatticamente. Decidiamo insieme i minuti di posa, il tipo di posa che vogliamo, ma ciascuno utilizza la tecnica che desidera, con lo stesso rigore e sapienza creativa di un bambino che pasticcia con carta e colori.
Disegna insieme a noi un artista iraniano, Hassan Vahedi. Hassan ci dà delle “dritte”, ma non è il maestro “ufficiale” del gruppo e non è l’unico vero artista presente alla classe. Si impara facendo, e confrontando, sbirciando gli altri che lavorano e il risultato del loro lavoro.
Le sessioni di posa sono molto eterogenee. A volte stiamo in silenzio, concentrati sul foglio. Ogni tanto scatta qualcosa: uno sguardo sul disegno dell'altro, un'ispirazione improvvisa, un pensiero da condividere. Così nascono discussioni, chiacchiere, proposte di nuove attività.
Per dare una forma più organica a questi scambi occasionali, abbiamo cominciato a riportare riflessioni, segnalazioni, piccole scoperte e trucchi di bottega nel nostro blog, che vuole essere uno strumento di apprendimento per chi partecipa alle attività, ma anche per chi, semplicemente interessato al disegno, vuole crescere e sperimentare.
«Disegnare insieme,» racconta Sophie, attivissima nel gruppo e, fra l'altro, curatrice dello Spazio 23, «è soprattutto rubacchiarsi idee e tecniche, selezionando il meglio da ciascuno per appropriarsene, immagazzinarlo, digerirlo. I nostri saperi personali vanno così a costituire un bagaglio comune sempre più ricco, a cui attingere liberamente.»
Nanni, giornalista e disegnatrice su grande formato, dice: «Disegnare insieme è ritrovarsi periodicamente in uno spazio di condivisione e crescita prezioso. [...] In questa nostra classe ci sono molti giovani. E mi commuove la loro bravura. Sono appassionati, fissati e perfino un po’ invasati del loro lavoro di artisti. È terribilmente stimolante lavorare in mezzo a loro.»
Gabriele e Fabrizio, giovani e promettenti illustratori, riflettono ad alta voce: «Incontrare artisti con orizzonti diversi, pronti a metterli in comune è uno stimolo prezioso. A differenza di una classe tradizionale qui nessuno vuole superare gli altri [...]. Non essendoci competizione o stupidi personalismi, c'è sempre modo di darsi una mano, procedere insieme, spronare gli altri, senza autorità, quasi per gioco.»
Inizialmente lavoravamo solo con modelli professionisti, con anni di esperienze in accademie e scuole. Poi abbiamo scoperto i ballerini, gli atleti, gli attori: corpi che sono strumenti di lavoro, e perciò ci offrono sempre nuovi spunti. Anche loro amano sbirciare i nostri schizzi alla fine delle sessioni e a volte, prendono parola, offrendoci punti di vista inediti e spesso sorprendenti.
Col tempo è nata l'esigenza di metterci in mostra. Molti di noi hanno partecipato al concorso “Pink is red”, del quale ci sarà una seconda edizione nel 2013: “Take back the night”. Poi abbiamo esposto i nostri taccuini di schizzi dell'estate in una rocambolesca collettiva ospitata la scorsa settimana dallo Spazio 23. E stiamo ultimando una mostra dei lavori della classe, sempre allo Spazio 23, dal 21 al 24 ottobre.
Sotto la rubrica "Avventure" trovate anche:
3: Teiera
2: Semiserie
1: Armad'illo
Un gruppo di pittori, scultori, incisori, grafici, illustratori, ma anche medici, insegnanti, giornalisti, studenti e mamme si ritrova da tre anni per disegnare dal vero. Due volte a settimana, a Roma: dividono i costi dei modelli, ma anche uno spazio, il lavoro comune, stimoli per provare tecniche diverse o espedienti nuovi. La chiamano Classe di nudo autogestita.
C'è chi viene per motivi professionali; ma c'è anche chi la frequenta perché vuole disegnare, anche se nella vita fa tutt'altro.
Un'idea nata quasi per gioco, dal desiderio di continuare a disegnare anche al di fuori delle istituzioni deputate, ma di continuare a farlo in gruppo. Abbiamo cominciato lasciando volantini nei negozi di belle arti, vicino alle accademie, nei bar e nelle librerie, proponendo appunto una classe di nudo autogestita. Volevamo una classe, cioè un gruppo; ma volevamo anche che il gruppo permettesse a ciascuno si sviluppare un percorso personale di sperimentazione e di crescita, senza riferimento a un “maestro”. Della parte organizzativa e di promozione si occupa Cartastraccia, un'associazione attiva anche in altri ambiti dell'arte e del libro.
Ci chiamiamo “classe” di nudo, ma non siamo una classe in senso accademico, né le ore trascorse a disegnare vengono strutturate didatticamente. Decidiamo insieme i minuti di posa, il tipo di posa che vogliamo, ma ciascuno utilizza la tecnica che desidera, con lo stesso rigore e sapienza creativa di un bambino che pasticcia con carta e colori.
Disegna insieme a noi un artista iraniano, Hassan Vahedi. Hassan ci dà delle “dritte”, ma non è il maestro “ufficiale” del gruppo e non è l’unico vero artista presente alla classe. Si impara facendo, e confrontando, sbirciando gli altri che lavorano e il risultato del loro lavoro.
Le sessioni di posa sono molto eterogenee. A volte stiamo in silenzio, concentrati sul foglio. Ogni tanto scatta qualcosa: uno sguardo sul disegno dell'altro, un'ispirazione improvvisa, un pensiero da condividere. Così nascono discussioni, chiacchiere, proposte di nuove attività.
Per dare una forma più organica a questi scambi occasionali, abbiamo cominciato a riportare riflessioni, segnalazioni, piccole scoperte e trucchi di bottega nel nostro blog, che vuole essere uno strumento di apprendimento per chi partecipa alle attività, ma anche per chi, semplicemente interessato al disegno, vuole crescere e sperimentare.
«Disegnare insieme,» racconta Sophie, attivissima nel gruppo e, fra l'altro, curatrice dello Spazio 23, «è soprattutto rubacchiarsi idee e tecniche, selezionando il meglio da ciascuno per appropriarsene, immagazzinarlo, digerirlo. I nostri saperi personali vanno così a costituire un bagaglio comune sempre più ricco, a cui attingere liberamente.»
Nanni, giornalista e disegnatrice |
Gabriele e Fabrizio, giovani e promettenti illustratori, riflettono ad alta voce: «Incontrare artisti con orizzonti diversi, pronti a metterli in comune è uno stimolo prezioso. A differenza di una classe tradizionale qui nessuno vuole superare gli altri [...]. Non essendoci competizione o stupidi personalismi, c'è sempre modo di darsi una mano, procedere insieme, spronare gli altri, senza autorità, quasi per gioco.»
Inizialmente lavoravamo solo con modelli professionisti, con anni di esperienze in accademie e scuole. Poi abbiamo scoperto i ballerini, gli atleti, gli attori: corpi che sono strumenti di lavoro, e perciò ci offrono sempre nuovi spunti. Anche loro amano sbirciare i nostri schizzi alla fine delle sessioni e a volte, prendono parola, offrendoci punti di vista inediti e spesso sorprendenti.
Leyla Vahedi, autrice di questo post, con i suoi taccuini estivi. |
Sotto la rubrica "Avventure" trovate anche:
3: Teiera
2: Semiserie
1: Armad'illo
1 commento:
Che bellezza!
Sono convinta che in Avventure come questa, alla fine, l'opera più preziosa prodotta è il gruppo stesso di persone, che si è cercato, si è trovato, cammina insieme e insieme crea.
Bravi!
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