mercoledì 7 novembre 2012

Fare una biblioteca di classe

Della iniziativa I libri? Spediamoli a scuola! abbiamo già parlato su questo blog. Oggi ritorniamo in argomento, perché da qualche giorno abbiamo fra le mani un opuscolo realizzato dagli organizzatori di questa importante iniziativa, che si intitola Per una biblioteca in ogni scuola. Che cosa contiene? È presto detto, tutte le informazioni per chi, insegnante, genitore, educatore o anche semplice cittadino, cominci a pensare non solo che le biblioteche scolastiche sono un luogo molto importante e particolare, ma anche che sarebbe proprio bello metterne i piedi una. Quindi: come arredarla, come fornirla di libri, come organizzarla e gestirla, come indirizzarla, come aggiornarla e via di questo passo. Un piccolo libro che contiene, cioè, tutte le cose da sapere e i primi passi da fare per arrivare a risultati che, se possono sembrare piccoli, sono invece importanti e concreti. Vi pare poco? A noi sembra moltissimo, e infatti abbiamo deciso di pubblicarne l'introduzione. L'intero opuscolo potete scaricarlo qui, in pdf. Chi poi volesse stamparlo tipograficamente, può richiedere i file di stampa all'editore Sinnos.

Un circolo virtuoso

[di Luisa Marquardt e Della Passarelli
a nome di tutto il gruppo de I libri? Spediamoli a scuola!]

Quello che avete in mano è uno strumento utile per iniziare a lavorare o per migliorare il vostro lavoro all’interno di una biblioteca scolastica. Abbiamo cercato di coniugare la complessità della professione del bibliotecario documentalista scolastico con la situazione della nostra scuola. Sappiamo che la strada da percorrere è faticosa ma sicuramente entusiasmante, e speriamo sia la più lunga e più fruttuosa possibile.

La campagna I libri? Spediamoli a scuola! è nata proprio perché, grazie alla collaborazione tra scuole, librerie e cittadini, le scuole possano essere “riempite” di libri: quelle scuole che i libri li vogliono leggere, che con i libri vogliono e sanno lavorare, che li ritengono indispensabili al percorso formativo e alla crescita dei bambini e dei ragazzi. E anche per riconoscere e sostenere il prezioso lavoro degli editori, che progettano libri, e dei librai, quelli che sanno consigliarci, quelli appassionati, quelli che sanno scegliere. La campagna I libri? Spediamoli a scuola! ha incontrato quella lanciata due anni fa da Ensil-Iasl-Ifla, “Alies, A Library In Every School” – “Bios, una Biblioteca In Ogni Scuola”. Il loro cammino prosegue insieme, perché crediamo nell’unione di idee e risorse per interventi più incisivi nel settore. Non vogliamo sostituirci alle Istituzioni, ma sollecitarle e affiancarle nella loro opera. Per questo abbiamo voluto coinvolgere in primo luogo i lettori a partecipare alla costruzione di biblioteche scolastiche, che attualmente non sono un istituto definito e sono lasciate alla scelta e all’impegno dei singoli dirigenti scolastici o della singola scuola.

Vogliamo dare al “movimento” una struttura più stabile e solida. L’idea, nata da Sinnos editrice con il supporto di altri editori, librai, insegnanti, bibliotecari ed esperti impegnati in I libri? Spediamoli a scuola!, è perciò quella di dare vita a un circolo virtuoso. Un vero lavoro di squadra. Per promuovere libri e lettura. A partire dalla scuola. Dalla sua biblioteca. Perché senza gli autori (scrittori, illustratori) che creano, senza la mediazione di editori che operano scelte e investono per offrire libri di qualità, senza i librai che hanno il prezioso compito di far arrivare ai lettori i libri pubblicati, senza i bibliotecari che selezionano, acquisiscono, organizzano i libri (anche digitali) e ne promuovono la fruizione, noi rischiamo di avere un Paese pieno di “non libri”, ma di prodotti commerciali.

Senza editori e senza librai che svolgono con responsabilità e impegno il proprio lavoro rischiamo di impoverire la nostra cultura, di abbassare il livello, di limitare la pluralità delle idee, di indebolire la democrazia. Senza bibliotecari avremmo delle collezioni casuali, approssimative, non rispondenti ai reali bisogni di lettura e informazione della comunità servita. Senza insegnanti e genitori quali esempi credibili di lettori, capaci di rendere viva, quotidiana e appassionante l’esperienza di lettura con e per i loro ragazzi, coltiveremmo soltanto dei “leggenti” e non, invece, nuove generazioni di lettori competenti.

Le biblioteche scolastiche dovrebbero essere fiori all’occhiello delle nostre scuole. Luoghi di conoscenza e di sapere, luoghi dove trovare risposte non solo “scolastiche”, ma anche emotive, legate ai sentimenti e al senso della vita. Luoghi di immaginazione e creatività, libertà e democrazia.
Perché i nostri ragazzi possano crescere con gambe forti, possano “nutrire la mente” per crescere come cittadini e adulti consapevoli e anche, perché no, in grado di saper cogliere la bellezza dell’esistenza.


“Nutrire la mente” è il concetto espresso da Eleanor Roosevelt, in uno scritto del maggio 1948, quando decise di sostenere il progetto di Jella Lepman, di una biblioteca internazionale per ragazzi nella Germania del dopoguerra. Vi lasciamo con le sue parole:

[…] Senza libri come possono le menti dei bambini tedeschi più piccoli
essere aperte a nuove idee? Come possono essere cambiate le menti di
quelli più grandi così da capire che esistono altri punti di vista oltre a
quelli che sono stati loro insegnati sotto Hitler?


Sono concetti su cui riflettere, oggi più che mai. E la storia di Jella Lepman e della costituzione della Jugendbibliothek di Monaco e dell’Ibby (International Board on Books for Young People) è proprio una bella storia, da leggere e da tenere a mente.

Ci auguriamo che I libri? Spediamoli a scuola! possa contribuire alla crescita culturale del nostro Paese e che possa rafforzare il lavoro di insegnanti, bibliotecari, editori e librai.
Un buon lavoro a tutti!


2 commenti:

elillisa ha detto...

Iniziativa fantastica e mi fa piacere sentirne parlare sempre più spesso e nei posti più disparati, non solo in luoghi "dedicati" come questo o altri blog di libri... vuol dire che qualcosa si sta muovendo.

Sempre circa l'argomento "biblioteca nelle scuole" sarebbe interessante approfondire anche la questione dell'"adozione alternativa al libro di testo". Fino a qualche tempo fa non conoscevo questa possibilità (prevista dalla legge!) (e questa è la seconda volta che confido ai Topi la mia ignoranza...) e mi chiedevo come mai non fosse utilizzata a piene mani da tutte le scuole. Parlando con alcune mie amiche insegnanti, mi è stato spiegato che, fosse anche passato lo scoglio del penoso iter burocratico per fare questa scelta, poi ci sarebbero dirupi ben più rischiosi creati da insegnanti che non credono nell'utilità dell'abbandono del testo ufficiale per una variegata scelta di libri e da genitori che preferiscono vedere il proprio figlio con il libro di proprietà.
Certo è che abbandonare un testo unico e iniziare a studiare ed apprendere immergendosi in centinaia (voglio pensare in grande) di libri di una biblioteca ben fornita significherebbe forse dover adottare metodi di insegnamento un po' diversi dal solito.

(io personalmente, se tornassi bambina, mi divertirei un sacco a fare "l'alternativa")

elillisa ha detto...

A onor del merito, il post che svelò la mia ignoranza:
http://zazienews.blogspot.it/2012/09/tempo-di-scuola-tempo-di-leggere.html