[di Monica Monachesi]
Quando apro un libro illustrato, c’è una cosa che mi capita immediatamente: mi immagino mille cose da fare con i bambini. Prima di tutto, con i miei che ora hanno 7 e 5 anni: a casa, appena c’è tempo, facciamo esperimenti, ci divertiamo, e così, a volte, a poco a poco nascono veri e propri percorsi laboratoriali.
Ma devo dire che mi capitava la stessa cosa anche quando bambini per casa non ne avevo... Universi inattesi, sistemi di pensiero, cataloghi di gesti e azioni, vocabolari di creatività a disposizione di tutti: ecco che cosa sono, tra l’altro, i bei libri illustrati.
Da un libro si può trarre ispirazione per far lavorare in modo stimolante i bambini: ci sono ricette squisite che stimolano l’appetito.
Da un libro si può estrarre nutrimento per disegnare, dipingere, raccontare come prima non t’immaginavi nemmeno.
Da un libro nasce sempre qualcosa, quando e come nessuno lo sa con precisione, lascia di certo un segno che prima o poi diventerà leggibile.
E se gli adulti ci possono trovare spunti e esempi di forza eccezionale, i piccoli devono essere messi nella condizione di sfogliarli continuamente perché l'azione dei libri è misteriosa, ma profonda e affiora quando meno te lo aspetti.
Ci vuole costanza nell’offerta e fiducia nei risultati che arriveranno.
Queste considerazioni sono, assieme ad altre, al centro del corso per insegnanti genitori e appassionati tutti, che propongo ultimamente – e che si chiama appunto Universi Inattesi (l’ho tenuto lo scorso anno a Vicenza, a Trento e lo riproporrò il 20 gennaio a Sàrmede e in primavera di nuovo a Vicenza). L’obiettivo è scoprire insieme bei libri, escogitare mille modi per approfittare della bellezza delle pagine illustrate e farsi trascinare a inventarne di tutti i colori.
Per raccontarvi più chiaramente di cosa si tratta, ecco uno degli argomenti del corso che lo scorso anno ho trasformato in un laboratorio per adulti e bambini a Vicenza, nell’ambito del Festival Biblico che ospitava un'antologia della 28ma edizione di Le immagini della fantasia.
Il tema del 2011 era ispirato alle parole del Vangelo di Marco: “Perché avete paura?”.
La mostra di illustrazione rivolta ai bambini e alle scolaresche avrebbe trattato soprattutto il tema della paura, dunque anche mostri e creature fantastiche.
Così, dipingendo e ritagliando, siamo passati, senza paura, “Dal caos indistinto alla forma che racconta” e abbiamo allestito il corridoio d’ingresso alla mostra: tre ore con una trentina di partecipanti. Il risultato non è male, ma è il percorso che è stato emozionante.
Il lavoro di Eric Carle di cui si è parlato più volte in questo blog, è stato trainante per la scelta della tecnica (dalla pittura libera e astratta su grandi fogli, sperimentando varie gestualità, al ritaglio delle forme da assemblare per creare tantissime creature).
Abbiamo cominciato dipingendo a più non posso; tutto è cominciato ‘dal caos indistinto’, era bello osservare colori che si mescolano, gesti che si liberano.
Poi dovevamo fare un progetto per inventare le nostre creature fantastiche.
Per nutrire l’immaginario ho mostrato anche le meravigliose miniature dei codici spagnoli dell’VIII sec. del Beato di Liébana sull'Apocalisse.
Non mi sono fatta mancare Nel paese dei mostri selvaggi di Maurice Sendak per rompere il ghiaccio con i bambini, né potevo fare a meno di mostrare il lavoro di André Letria creatore di Animali fantastici, Kalandraka o quello di Joelle Jolivet in Zoo logico, Rizzoli, dato che gli animali fantastici l’uomo li ha sempre immaginati a partire da quelli reali...
Poi, via con le carte colorate da ritagliare come piume, zampe, antenne, tutte coloratissime. Era bello lavorare assieme ai più grandi!
Eccoci arrivati a conquistare la forma che racconta! C’era chi non riusciva più a fermarsi e in ogni ritaglio vedeva una piuma, una coda, un serpente...
Quando apro un libro illustrato, c’è una cosa che mi capita immediatamente: mi immagino mille cose da fare con i bambini. Prima di tutto, con i miei che ora hanno 7 e 5 anni: a casa, appena c’è tempo, facciamo esperimenti, ci divertiamo, e così, a volte, a poco a poco nascono veri e propri percorsi laboratoriali.
Ma devo dire che mi capitava la stessa cosa anche quando bambini per casa non ne avevo... Universi inattesi, sistemi di pensiero, cataloghi di gesti e azioni, vocabolari di creatività a disposizione di tutti: ecco che cosa sono, tra l’altro, i bei libri illustrati.
Da un libro si può trarre ispirazione per far lavorare in modo stimolante i bambini: ci sono ricette squisite che stimolano l’appetito.
Da un libro si può estrarre nutrimento per disegnare, dipingere, raccontare come prima non t’immaginavi nemmeno.
Da un libro nasce sempre qualcosa, quando e come nessuno lo sa con precisione, lascia di certo un segno che prima o poi diventerà leggibile.
E se gli adulti ci possono trovare spunti e esempi di forza eccezionale, i piccoli devono essere messi nella condizione di sfogliarli continuamente perché l'azione dei libri è misteriosa, ma profonda e affiora quando meno te lo aspetti.
Ci vuole costanza nell’offerta e fiducia nei risultati che arriveranno.
Queste considerazioni sono, assieme ad altre, al centro del corso per insegnanti genitori e appassionati tutti, che propongo ultimamente – e che si chiama appunto Universi Inattesi (l’ho tenuto lo scorso anno a Vicenza, a Trento e lo riproporrò il 20 gennaio a Sàrmede e in primavera di nuovo a Vicenza). L’obiettivo è scoprire insieme bei libri, escogitare mille modi per approfittare della bellezza delle pagine illustrate e farsi trascinare a inventarne di tutti i colori.
Per raccontarvi più chiaramente di cosa si tratta, ecco uno degli argomenti del corso che lo scorso anno ho trasformato in un laboratorio per adulti e bambini a Vicenza, nell’ambito del Festival Biblico che ospitava un'antologia della 28ma edizione di Le immagini della fantasia.
Il tema del 2011 era ispirato alle parole del Vangelo di Marco: “Perché avete paura?”.
La mostra di illustrazione rivolta ai bambini e alle scolaresche avrebbe trattato soprattutto il tema della paura, dunque anche mostri e creature fantastiche.
Così, dipingendo e ritagliando, siamo passati, senza paura, “Dal caos indistinto alla forma che racconta” e abbiamo allestito il corridoio d’ingresso alla mostra: tre ore con una trentina di partecipanti. Il risultato non è male, ma è il percorso che è stato emozionante.
Il lavoro di Eric Carle di cui si è parlato più volte in questo blog, è stato trainante per la scelta della tecnica (dalla pittura libera e astratta su grandi fogli, sperimentando varie gestualità, al ritaglio delle forme da assemblare per creare tantissime creature).
Abbiamo cominciato dipingendo a più non posso; tutto è cominciato ‘dal caos indistinto’, era bello osservare colori che si mescolano, gesti che si liberano.
Poi dovevamo fare un progetto per inventare le nostre creature fantastiche.
Per nutrire l’immaginario ho mostrato anche le meravigliose miniature dei codici spagnoli dell’VIII sec. del Beato di Liébana sull'Apocalisse.
Non mi sono fatta mancare Nel paese dei mostri selvaggi di Maurice Sendak per rompere il ghiaccio con i bambini, né potevo fare a meno di mostrare il lavoro di André Letria creatore di Animali fantastici, Kalandraka o quello di Joelle Jolivet in Zoo logico, Rizzoli, dato che gli animali fantastici l’uomo li ha sempre immaginati a partire da quelli reali...
Eccoci arrivati a conquistare la forma che racconta! C’era chi non riusciva più a fermarsi e in ogni ritaglio vedeva una piuma, una coda, un serpente...
5 commenti:
Bellooooo!!!
bellissimo!
Bellissimo articolo.
Sono d'accordissimo con Monica con sfruttare questi enormi spazi fra libri illustrati e lettori. Anch'io riflettevo questi giorni sulla neccesitá di avvicinare di piu' i lettori al meraviglioso mondo del albo illustrato.
grazie!
Bellissimo lavoro per costruire l'attenzione e la cultura di domani, grazie a Monica Monachesi.
A Bologna (per adulti) nulla? :(
Sarebbe bellissimo poter frequentare un corso del genere.
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