Forse ricorderete che, qualche tempo fa, sulla nostra pagina facebook abbiamo promosso una ricerca online sulla relazione fra le famiglie e i libri digitali per l’infanzia, nel nostro Paese.
La ricerca si è conclusa, e i risultati sono stati presentati al TOC, ovvero Tools of Change for Publishing, di Bologna Children's Book Fair 2013. Siccome ci sembrano interessanti, ve li proponiamo qui, nella forma sintetica in cui ci sono stati proposti: se volete visualizzarli integralmente, andate qui (qui pubblichiamo alcune slide). Ringraziamo Anna Pisapia per averci fornito le informazioni e i materiali per questo post.
#NATIDIGITALI
Una ricerca online ha indagato le affinità delle famiglie con i libri digitali per l’infanzia nel nostro Paese.
Solo il 30% dei genitori italiani online utilizza libri digitali con i propri bambini. Più del 60% preferisce leggere loro libri cartacei perché teme che attraverso il supporto digitale si possa perdere la “magia del libro”. Ma chi conosce e usa i libri digitali, è molto meno diffidente verso l’utilità di questi strumenti tecnologici.
I libri digitali vengono impiegati quando si è in viaggio, in auto o quando occorre intrattenere i bambini. I libri di carta rimangono i preferiti per le storie della buonanotte. Il formato più utilizzato risulta essere l’app.
Sono i dati che emergono da un sondaggio online, lanciato nel mese di gennaio da Filastrocche.it, Happi ideas, Mamamò e Nati per Leggere, in collaborazione con AIB (Associazione Italiana Biblioteche), MLOL (MediaLibraryOnLine) e FattoreMamma. Lo scopo: capire qual è lo stato dell’arte sui libri digitali per bambini dal punto di vista dei genitori e delle persone che abitualmente hanno a che fare con loro. I risultati del sondaggio sono stati presentati nel corso del TOC e della Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna.
Al questionario hanno risposto in 1000, tra genitori, insegnanti, educatori e bibliotecari, coinvolti principalmente con bambini dai 3 ai 10 anni. Le persone coinvolte hanno un livello d’istruzione piuttosto alto (circa il 68% di chi ha risposto è infatti in possesso di laurea o titolo post laurea) e una propensione tecnologica superiore alla media italiana (anche per le modalità stesse di raccolta dei dati).
Tuttavia, dalla ricerca è emerso che il 70% degli intervistati non utilizza libri digitali per bambini, percentuale che rimane invariata fra i bibliotecari e gli insegnanti. Segmento in cui si dichiara, rispettivamente nel 44% e nel 33,3% dei casi, di non disporre degli strumenti idonei per leggerli, imponendo così una doverosa riflessione sul ritardo del loro ruolo di guida e mediazione verso il contenuto di qualità anche nel digitale.
La motivazione principale di chi dichiara di non averli mai usati è la preferenza per i libri cartacei, anche se solo il 18% è contrario a priori all’utilizzo dei libri digitali. Il timore più grande per tutti: che si perda la “magia del libro”, l’esperienza sensoriale e tattile, che si disincentivino creatività, concentrazione e autonomia nella lettura. Del resto, emerge che la lettura del libro cartaceo per molte famiglie italiane (circa il 70%) coincide con il momento della buonanotte, in cui si privilegia un approccio lento e non interattivo con la narrazione di storie. E per questo che anche le aspettative sul libro digitale forse, quando presenti, si spostano sull’aspetto del divertimento e del coinvolgimento.
Su chi dichiara di fare uso di libri digitali per bambini, incide, come prevedibile, il possesso di un tablet, tanto che il formato più utilizzato dai genitori è l’app. Insegnanti e bibliotecari, più legati all’uso del computer, sfruttano maggiormente i formati idonei a quel supporto, come il pdf. In generale, però, anche tra chi ne fa uso, l’appuntamento col libro digitale è occasionale.
Come viene percepita invece l’offerta dei libri digitali per l’infanzia nel nostro Paese? Genitori ed educatori si affidano alle recensioni online, ai motori di ricerca e al passaparola per trovare buoni titoli e si dimostrano ormai capaci nell’individuare i prodotti e gli editori di valore, tanto che la frustrazione più forte nella loro esperienza d’acquisto è causata dalla carenza di titoli italiani. Capaci di segnalare libri cartacei di qualità, individuano l’offerta qualitativamente migliore nei titoli digitali in italiano (su tutti, vincono quelli di Elastico), ma lamentano un mercato locale ancora troppo povero di proposte. Eppure, sono disposti a spendere (la metà almeno fino a 5 euro) e spesso, per avere ciò che cercano, scaricano libri in lingua inglese.
La conversazione continua online #natidigitali
La ricerca si è conclusa, e i risultati sono stati presentati al TOC, ovvero Tools of Change for Publishing, di Bologna Children's Book Fair 2013. Siccome ci sembrano interessanti, ve li proponiamo qui, nella forma sintetica in cui ci sono stati proposti: se volete visualizzarli integralmente, andate qui (qui pubblichiamo alcune slide). Ringraziamo Anna Pisapia per averci fornito le informazioni e i materiali per questo post.
#NATIDIGITALI
Una ricerca online ha indagato le affinità delle famiglie con i libri digitali per l’infanzia nel nostro Paese.
I libri digitali vengono impiegati quando si è in viaggio, in auto o quando occorre intrattenere i bambini. I libri di carta rimangono i preferiti per le storie della buonanotte. Il formato più utilizzato risulta essere l’app.
Sono i dati che emergono da un sondaggio online, lanciato nel mese di gennaio da Filastrocche.it, Happi ideas, Mamamò e Nati per Leggere, in collaborazione con AIB (Associazione Italiana Biblioteche), MLOL (MediaLibraryOnLine) e FattoreMamma. Lo scopo: capire qual è lo stato dell’arte sui libri digitali per bambini dal punto di vista dei genitori e delle persone che abitualmente hanno a che fare con loro. I risultati del sondaggio sono stati presentati nel corso del TOC e della Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna.
Al questionario hanno risposto in 1000, tra genitori, insegnanti, educatori e bibliotecari, coinvolti principalmente con bambini dai 3 ai 10 anni. Le persone coinvolte hanno un livello d’istruzione piuttosto alto (circa il 68% di chi ha risposto è infatti in possesso di laurea o titolo post laurea) e una propensione tecnologica superiore alla media italiana (anche per le modalità stesse di raccolta dei dati).
Tuttavia, dalla ricerca è emerso che il 70% degli intervistati non utilizza libri digitali per bambini, percentuale che rimane invariata fra i bibliotecari e gli insegnanti. Segmento in cui si dichiara, rispettivamente nel 44% e nel 33,3% dei casi, di non disporre degli strumenti idonei per leggerli, imponendo così una doverosa riflessione sul ritardo del loro ruolo di guida e mediazione verso il contenuto di qualità anche nel digitale.
La motivazione principale di chi dichiara di non averli mai usati è la preferenza per i libri cartacei, anche se solo il 18% è contrario a priori all’utilizzo dei libri digitali. Il timore più grande per tutti: che si perda la “magia del libro”, l’esperienza sensoriale e tattile, che si disincentivino creatività, concentrazione e autonomia nella lettura. Del resto, emerge che la lettura del libro cartaceo per molte famiglie italiane (circa il 70%) coincide con il momento della buonanotte, in cui si privilegia un approccio lento e non interattivo con la narrazione di storie. E per questo che anche le aspettative sul libro digitale forse, quando presenti, si spostano sull’aspetto del divertimento e del coinvolgimento.
Su chi dichiara di fare uso di libri digitali per bambini, incide, come prevedibile, il possesso di un tablet, tanto che il formato più utilizzato dai genitori è l’app. Insegnanti e bibliotecari, più legati all’uso del computer, sfruttano maggiormente i formati idonei a quel supporto, come il pdf. In generale, però, anche tra chi ne fa uso, l’appuntamento col libro digitale è occasionale.
Come viene percepita invece l’offerta dei libri digitali per l’infanzia nel nostro Paese? Genitori ed educatori si affidano alle recensioni online, ai motori di ricerca e al passaparola per trovare buoni titoli e si dimostrano ormai capaci nell’individuare i prodotti e gli editori di valore, tanto che la frustrazione più forte nella loro esperienza d’acquisto è causata dalla carenza di titoli italiani. Capaci di segnalare libri cartacei di qualità, individuano l’offerta qualitativamente migliore nei titoli digitali in italiano (su tutti, vincono quelli di Elastico), ma lamentano un mercato locale ancora troppo povero di proposte. Eppure, sono disposti a spendere (la metà almeno fino a 5 euro) e spesso, per avere ciò che cercano, scaricano libri in lingua inglese.
La conversazione continua online #natidigitali
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