giovedì 11 luglio 2013

E, in premio, una mela

Giovanni di Paolo, Creazione e Cacciata
dal Paradiso terrestre
, 1445, Metropolitan
Museum of Art, New York.
Al concorso di Associazione Tapirulan, che quest'anno propone ai partecipanti di illustrare il concetto di Eden, devo la scoperta di una incomparabile rappresentazione del paradiso terrestre, in cui mi sono imbattuta cercando in rete notizie sul tema.
L'autore è un a me finora sconosciutissimo Erastus Salisbury Field, nato nel 1805 nel  Massachusetts, e sempre nel Massachusetts defunto nel 1900, che, con rigore protestante, diede del paradiso una versione al contempo immaginifica e pignolescamente letterale.

Erastus Salisbury Field, The Garden of Eden, 1860,  Museum of Fine Arts, Boston.

E. S. Field, 1840. Dagherrotipo colorato dall'artista.

Una visione fra il lisergico e lo svizzero che mi appare, nel complesso, abbastanza esilarante. Erastus dipingeva in prevalenza ritratti, paesaggi e quadri a soggetto storico. Il suo non doveva essere un ambiente allegro, a giudicare dall'umore dei personaggi ritratti.
E anche il suo volto non sembra suggerire una personalità, come dire, lieve. Quanto alla sua monumentale rappresentazione della Repubblica Americana, a metà fra l'Angkor Wat e Dubai City, viene il sospetto che possa essere stata immaginata nel corso di qualche esperienza di paradiso artificiale.
Erastus a parte, non so se esista tema più frequentato, nella storia dell'arte, del Paradiso Terrestre.
Erastus Salisbury Field, Joseph Moore His Family, 1839,  Museum of Fine Arts, Boston.

Erastus Salisbury Field, Historical Monument of the American Republic,
1867-1888, Springfield Museum of Fine Arts.

Nell'iconografia occidentale, a partire dalla Bibbia, questo significa sostanzialmente Adamo ed Eva: dapprima beati a perder tempo in mezzo a una lussureggiante verzura, circondati da rivi cilestrini, fiori e animali; quindi nei pressi del fatidico albero della vita, spesso immortalati in compagnia del celebre serpente e dell'ancor più celebre mela, a rosseggiare beffarda su un ramo, con Eva nell'atto di desiderarla, coglierla o offrirla. E, infine, a far la parte di coppia più sciagurata della storia, cacciata in malo modo dalla località vacanze più ambita del Creato, per di più coperta di contumelie e maledizioni da un Padreterno molto ambiguo e decisamente sadico.

Masolino, Tentazione di Adamo ed Eva,
1424-25, Cappella Brancacci, Firenze.
Masaccio, Cacciata dei progenitori,
1426-28, Cappella Brancacci, Firenze.


























L'Eden, termine dell'ebraico che sta per giardino (mentre paradiso viene dal sanscrito paradesha, "paese supremo", da cui il greco paràdeisos), non è, come è noto, unicamente appannaggio dei cristiani: esistono Eden per diverse culture e religioni. Per esempio, per i musulmani è la Janna, per i guerrieri nordici il Valhalla, per gli induisti gli svarga. Tutti posti con caratteristiche abbastanza simili, poiché l'immaginazione nel dar forma al luogo che rappresenta il compimento di ogni umano e possibile desiderio sembra cadere in un singolare (e significativo) stato di paralisi, con le dovute eccezioni.

Lucas Cranach il Vecchio, Adamo ed Eva nel giardino dell'Eden, 1530,
Kunsthistorisches Museum, Vienna.

Il concetto di Paradiso varia tuttavia non solo spostandosi nello spazio, ma anche nel tempo. Basti osservare come, dalle origini a oggi, sia mutato il semplice concetto di giardino, luogo attraverso cui l'umanità nel tempo ha realizzato, nella maniera se vogliamo più ingenua, ma anche più diretta, la propria idea di Eden. Un concetto che, nel corso della storia e secondo uno schema imprevedibile di corsi e ricorsi, si è concretizzato in una serie fantasiosissima e magnifica di creazioni vegetali e architettoniche del più vario tipo, che vanno da un estremo all'altro: da luoghi del tutto artificiali, contrassegnati da ordine, simmetria e geometria, intese come qualità della perfezione divina, a domini della wilderness più incontaminata, metafora della misteriosa forza divina che la pervade.

Lucas Cranach il Vecchio, Adamo ed Eva,
1533, Bode Museum, Berlino.
Lucas Cranach il Vecchio, Adamo ed Eva,
1538 - 1539, Národní galerie, Praga.





















Che il paradiso anche quando selvaggio, sia comunque sempre artificiale, in quanto costruzione squisitamente umana, è acquisizione dell'epoca moderna. E a questa desacralizzazione, o forse, meglio, laicizzazione e umanizzazione, contribuì certamente Charles Baudelaire con i suoi Les Paradis artificiels, in cui il termine paradiso è assunto a metafora degli effetti delle droghe sulla pische umana: smettendo con ciò di indicare la dimensione divina, espressione di Alterità, per passare a dimensione psichica, interiore, stato d'animo (e tuttavia, sempre per la serie di corsi e ricorsi della storia, vale la pena riflettere che le droghe sono state per un'intera generazione strumento di riappropriazione della dimensione del sacro).

Lucas Cranach il Vecchio, Adamo ed Eva,1526,
Courtauld Institute of Art Gallery, Londra.
Lucas Cranach il Vecchio, Adamo ed Eva,
Royal Museum of Fine Arts, Anversa.



















Lucas Cranach il Giovane, Adamo ed Eva, 1537,
Gemäldegalerie Alte Meister, Dresda.
Hugo van der Goes, The Temptation, 1470,
Kunsthistorisches Museum, Vienna.























Se oggi fate una ricerca su Google digitando le parole Eden o Paradise, vi appariranno una sfilza di agenzie di viaggio, voli low cost, villaggi vacanze, località esotiche, spiagge, resort, buffet a base di pescioni e frutti tropicali, palmizi, singorine in costume da bagno, centri benessere. Senza contare le centinaia di paradisi della scarpa, della sposa, della pesca, della caccia e del bebè.
L'artista che maggiormente si dedicò ad Adamo ed Eva nel giardino dell'Eden, fu probabilmente Lucas Cranach il Vecchio, che su tale soggetto dipinse una quantità di tele impressionante. Viene il sospetto che la sua fosse una vera e propria fissazione.

Hieronymus Bosch, Il Giardino delle Delizie, 1480-1490,
Museo del Prado, Madrid.

Hieronymus Bosch, Il Giardino delle Delizie, 1480-1490,
dettagli, Museo del Prado, Madrid.

Quello che, invece, maggiormente si è avvicinato alla rappresentazione più esaustiva del concetto di paradiso è Hyeronimus Bosch, con il suo famoso Giardino delle Delizie: un'opera che antologicamente riassume praticamente tutto quello che l'umanità ha immaginato a proposito di Paradiso: da Adamo ed Eva, ai paradisi artificiali, da paradiso del sesso e della scarpa a parco dei divertimenti, un orrore fra Disneyland e i desueti, ma intramontabili baracconi dei vecchi Luna park, sebbene nella trasfigurazione di un genio.

Hieronymus Bosch, Il Giardino delle Delizie,
1480-1490, dettaglio, Museo del Prado, Madrid.
Dunque, gli illustratori che parteciperanno al concorso indetto da Tapirulan per la realizzazione dell'annuale calendario, che quest'anno ha come tema, appunto, l'Eden, non avranno che l'imbarazzo della scelta. E potranno avvantaggiarsi di una quantità di suggestioni e spunti davvero infiniti.
La ragione vera, per cui ho scritto questo post, a parte il fatto che il concorso di Tapirulan, di cui trovate qui tutti i riferimenti e le informazioni utili (termine ultimo per inviare gli elaborati, 18 ottobre), mi sembra una egregia iniziativa, sempre meglio organizzata e interessante (e in questa edizione, con tante novità), è che ho letto che gli organizzatori quest'anno come premio al vincitore assoluto, oltre a un assegno di 2000,00 euro, doneranno una mela.

Hieronymus Bosch, Il Giardino delle Delizie,
1480-1490, dettaglio, Museo del Prado, Madrid.
Sì, una mela. Un dono molto appropriato e spiritoso. Un bell'invito a trasgredire il proprio personale paradiso. Se io fossi illustratore, lo raccoglierei, in fondo pensando che ogni paradiso nasce per essere tradito o abbandonato. E se basta una mela per lasciarsi alle spalle un paradiso, vale la pena farlo subito: non credo esistano posti più noiosi, tremendi, rumorosi, sovraffollati, demenziali, mal frequentati di un paradiso, ovunque esso si trovi, come dimostrano il capolavoro di Bosch e i siti delle agenzie turistiche. (gz)

Notizia per i nostri cari lettori: con luglio, i post settimanali si sono ridotti a due, il martedì e il giovedì. E col primo agosto, il blog chiuderà per ripartire a settembre.


Hieronymus Bosch, Il Giardino delle Delizie, 1480-1490,
dettagli, Museo del Prado, Madrid.

2 commenti:

Cristina Sestilli ha detto...

Ringrazio per gli spunti donati. Un articolo molto interessante.

Rob Dunlavey ha detto...

I wrote about Eve and the snake last night. I will enter Tapirulan again this year. The topic is so rich! Thank you very much!