venerdì 7 febbraio 2014

Io voglio fare PiPPo!

[di Ada Colombi]

Il giorno in cui mi è stato proposto da Diletta di Spazio B**K di prendere parte al progetto PiPPo non lo sa insieme alla mia scuola ricordo di avere fatto dei saltelli di gioia per la casa... 500 possibili euro di buono libri non capitano tutti i giorni, soprattutto nelle mani di un maestra che ha problemi a contenersi ogni volta che entra da B**K!

Violetta, 3 anni e la sua Città che sale di Umberto Boccioni.

In molti si sono domandati, e mi hanno domandato, come mai sia stata scelta proprio la nostra scuola e la motivazione non è da nascondere, anzi io credo sia stata proprio la grande forza di questa progetto: la motivazione è la stima, prima, e l'amicizia, poi, che ha legato il mio percorso a Diletta, dal primo giorno in cui ho comprato libri selezionati da lei nella libreria dove lavorava (credo fosse il 2008), al crescere di un' amicizia, allo scoprire di avere tante passioni e soprattutto persone speciali in comune, tutte legate da un lunghissimo filo rosso che potremmo chiamare amore per le immagini, per i libri e per l'infanzia.

Emma, 3 anni e la sua Marilyn Monroe di Andy Warhol.

Fatta questa premessa, passo a raccontarvi cosa è stato PiPPo non lo sa per la nostra scuola e in special modo per la mia classe, la mia collega e i miei bambini, avendo vissuto direttamente il loro entusiasmo.
PiPPo è stato come prima cosa una rara opportunità e come tale non la si poteva perdere, né tanto meno deludere: essere una fra le due scuole selezionate l'ho sentita come una grossa responsabilità.
Ma ecco che per la mia classe fin da subito è apparso un ostacolo, che mi ha obbligata a fermarmi e riflettere. L'ostacolo? Beh, come fare un laboratorio di copia dal vero con bambini di tre anni, in una classe omogenea?
Chi non lavora nella scuola dell'infanzia comunali di Milano, non sa che solitamente questa è una proposta laboratoriale che ai bambini di tre anni non viene offerta, così come l'uscita al museo spesso impegnativa e stancante con tutto il gruppo classe.


E così mi sono ritrovata a pensare a come far partecipare i miei bambini a questo progetto, così importante,  proponendo loro attività adatte alle loro età e capacità.
Ho pensato fin da subito a Bruno Munari, ai suoi laboratori a Brera, ai suoi quaderni Giocare con l'arte e mi sono trovata a fare un lavoro parallelo di autocritica e ricerca, il primo per aver pensato che fosse difficile e forse inopportuno proporre la copia a bambini così piccoli, il secondo di ricerca sui materiali.
Munari ha illuminato la mia strada, pensando a lui mi sono detta:
- farò grande ricerca di materiali;
- differenzierò le tecniche in modo tale che ognuno possa utilizzare quella che più lo rappresenta;
- li osserverò nelle pitture libere per capire cosa posso proporre loro come artisti di riferimento;
- utilizzerò l'azione-gioco munariana per portare avanti i laboratori.


Ecco che dalle osservazioni abbiamo avuto la conferma di avere una sola bambina che sapeva disegnare figure umane (uomo con testone tipico dei tre anni), scoperto una bambina che dipinge con la tecnica divisionista alla stregua di Boccioni, di avere amanti dei paesaggi, fissati del sole rosso proprio come Mirò, di avere in casa e non a scuola una nipote di sei anni che ama pizzi, luccichini e gale, ma non rifugge dai baffoni pelosi di Frida e anzi dichiara apertamente il suo amore per lei: roba da non credere!


Beh, direi non poche scoperte per chi sembrava iniziare con lo svantaggio dell'età... diciamo che, con questa consapevolezza e la gran voglia di partecipare, io e le mie colleghe siamo partite più cariche che mai, coinvolgendo al massimo i bambini che nei giorni chiedevano: “Ancora PiPPo!”, “Io voglio fare PiPPo”.


Gli artisti selezionati e proposti sono stati il più possibile diversi: Pollock, Matisse, Warhol, Klee, Monet, Prampolini, Van Gogh, Boccioni, Lichtenstein, Mondrian, Kandinskij, Balla, Braque, Burri e per alcuni di loro sono state selezionate diverse opere.
In totale i bambini hanno fatto un paio di PiPPo ciascuno, hanno lavorato in piccolo gruppo con i materiali che di giorno in giorno venivano loro offerti e per l'occasione anche costruiti, come nel caso dei timbri.


In merito alle tecniche abbiamo spaziato: collage, pittura e dripping, stampo e timbri, graffio, spugnature, utilizzando colori per pittura su vetro in tubetto, tempere in polvere, acquerelli, gessi, tempere nei colori basici e perlate, vinavil, ritagli di carte colorate e con pattern, piccoli ritagli tipografici, campionari di tessuti, pellami, sacchi, bottoni.
Ogni supporto, da regolamento doveva avere come formato l'A5, ma nessuno ci vietava di differenziarli e così abbiamo usato SOLO scarti tipografici di diverso colore, dal fluo per Warhol, alla carta quadrettata per Mondrian a quella da lucido per Pollock, al puntinato e bianco e nero per Lichtenstein, riuscendo in alcuni casi a facilitare il riconoscimento dell'opera rispetto all'originale.


Così facendo, ogni opera era certo sarebbe stata diversa dalle altre ancora prima che il laboratorio avesse inizio e così abbiamo ottenuto PiPPo completamente diversi, anche offrendo lo stesso autore e la stessa opera. Insomma abbiamo garantito l'eterogeneità, tanto bella e tipica della storia dell'arte.
Qui sotto l'esempio di due Foreste Incantate di Pollock e di due Tramonto di Lichtenstein


Ogni classe ed educatore hanno coinvolto i bambini e le relative famiglie, alle quali è stato chiesto di partecipare e collaborare. A una settimana dalla chiusura del gioco PiPPo non lo sa abbiamo allestito fuori dalla sezione la mostra dei lavori dei nostri bambini, con tanto di didascalie e miniature dell'originale di riferimento.
Ma ecco un secondo “ostacolo” all'orizzonte: nonostante i numerosi biglietti e bigliettoni sulle porte, un cartellone illustrato all'ingresso, non arrivavano PiPPo dalle famiglie... “Cavolo, che peccato”, mi sono detta. Poi ho pensato a una cosa: spesso, quando le proposte fatte agli adulti contemplano arte, libertà e creatività, la risposta che si riceve è paura di non essere all'altezza, timore del giudizio... ho pensato a una possibile soluzione, aperta a tutta la scuola e non solo alla mia sezione ed è così che ho deciso e creato una scatola che ricordasse la deadline, le regole di formato, ma che soprattutto permettesse ai genitori di riporre in segreto la loro busta senza che questa passasse  nelle mani degli educatori... una scatola-personaggio che attirasse la curiosità dei bambini che, si sa, fanno domande e di conseguenza dei genitori obbligati a leggere e rispondere... che furbetta è?!
Bisogna ingegnarsi, insomma, e non perdere mai la speranza, soprattutto nei confronti di genitori pieni di impegni e così PiPPo Box ha risolto il problema, permettendoci di ricevere un sacco di altri lavori!


Venerdì, 6 dicembre, la PiPPo Box ha infine lasciato la scuola di via Rovetta, ha riposato a casa mia due giorni per digerire l'indigestione, domenica ha fatto un giretto per Milano e mercatini di libri usati e infine ha raggiunto Diletta e Chiara da Spazio B**K!
Questo racconto fotografico ha permesso ai bambini, soprattutto a tutti coloro non sono potuti venire alla mostra, di capire come finiva la storia iniziata nelle nostre aule piene di colore e gioia... ovvero in uno spazio altrettanto pieno di colore e gioia: Spazio A!


Il ricco bottino acquistato con il buono di 500 euro andrà ad aggiungersi ai libri della nostra biblioteca scolastica.
La biblioteca di Rovetta è dedicata a Camilla, una bimba diversamente abile scomparsa all'età di quattro anni, in memoria della quale i genitori hanno acquistato e donato un gran numero di libri alla scuola, allestendo una biblioteca che avesse il suo nome. Ora a Camilla si aggiunge il nome di PiPPo e noi siamo davvero felici che, di anno in anno, il numero di libri aumenti.


Abbiamo scelto libri legati al tema del giardino, avendone uno meraviglioso come Alberi, Primavera, estate, autunno, inverno, La vita segreta dell'orto; altri legati all'intercultura e alla lingua come Mappe e Il grande libro delle figure e delle parole, classiconi mancanti di Munari e Iela Mari per completarne la collezione, libri su arte (compresi ovviamente i PiPPo), sui formati come Apri questo piccolo libro. Abbiamo scelto trentotto libri, adatti ai piccoli di tre o ai grandi di cinque... o per entrambi, perché proprio come la copia dal vero anche il libro non ha necessariamente un destinatario di età precisa... per me sono un po' come i giochi da tavolo che riportano sulla scatola la legenda dai 3 ai 99 anni... tutto dipende da come si propongono, da come li si guarda, da come e con chi si vive l'esperienza di lettura... altrimenti perché a 33 anni continuerei a comprare albi illustrati per l'infanzia?

Ringraziamo Ada Colombi per questo suo bel report che mette in luce il ruolo attivo che hanno avuto la scuola, le insegnanti e i bambini nel progetto PiPPo non lo sa, nato intorno alla collana d'arte Piccola Pinacoteca Portatile, che ha visto uniti un editore, cioè noi, una libreria, cioè Spazio B**K, e uno studio creativo, cioè Spazio A, per la raccolta di fondi destinate a tre biblioteche scolastiche. Il racconto proseguirà con i report delle altre insegnanti coinvolte nel progetto.

Qui trovate tutti i post usciti sul blog, sull'argomento:
- PiPPo non lo sa: un gioco per bambini
- In compagnia di Picasso, Whistler, Munch e Pollaiolo
- L'imbarazzo della scelta
- PiPPo lo sa

1 commento:

isabel archer ha detto...

mi scuso se il mio commento non è su questo argomento ma vorrei sapere una cosa e non so a chi chiederla e nemmeno dove cercare notizie. la scrittura nei quadri e non solo, diciamo nell'arte che ho iniziato a notare forse una decina d'anno fa o di più non so, in che corrente si può inserirla? e chi sono i primi artisti? tipo mi viene in mente l'opera sui numeri di fibonacci in neon di Merz può anche farne parte?