martedì 20 ottobre 2015

Come pesci sugli alberi

Qualche giorno fa, abbiamo avuto notizia che la Fondazione Elena e Gabriella Miroglio, in collaborazione con la quale abbiamo realizzato Nove storie sull'amore e Io l'ospedale lo vedo così, sta progettando Come pesci sugli alberi: un’importante giornata di studio e formazione per gli insegnanti delle scuole del primo ciclo dedicata al rinnovamento della didattica in un’ottica più inclusiva, con un focus sui disturbi dell'apprendimento.
L'evento si svolgerà il 21 novembre, dalle 8.30 alle 18.30, ad Alba, presso Miroglio Fashion, via Santa Barbara 11 e sarà aperto a tutti previa iscrizione fino a esaurimento posti.

La giornata prevede tre fasi:
- il convegno Come pesci sugli alberi, rivolto in particolare a insegnanti, genitori e operatori sanitari;
- una serie di laboratori di formazione dedicati agli insegnanti delle scuole dell’infanzia, primarie e medie della città;
- lo screening precoce presso La Casa dei Bambini Elena e Gabriella Miroglio, ovvero l'asilo aziendale di Miroglio spa.

Per lo spirito con cui questa giornata è stata organizzata, cercando di mettere insieme tutti i punti di vista e far collaborare le competenze coinvolte – clinico scientifiche, didattiche e pedagogiche – ci è parsa un'iniziativa da seguire con particolare interesse. Per questo abbiamo rivolto all'ideatrice e organizzatrice di Come pesci sugli alberi, Elisa Miroglio, alcune domande.

Anzitutto parliamo del bel titolo che avete trovato. Da dove viene e perché avete deciso di adottarlo?

Il modo con cui l’ho trovato non è proprio poetico. Ho fatto una ricerca su internet per vedere di trovare una frase di persone celebri che hanno sofferto di dislessia o qualche aneddoto interessante sulla dislessia, spunti da cui partire per pensare a un titolo non banale. Perché fin dall'inizio ho pensato di aver bisogno di parole diverse per comunicare una giornata che volevo diversa.
Dopo aver scartato pagine e pagine, mi sono imbattuta in questa bellissima frase di Albert Einstein, che dice: «Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido.»
Secondo me rendeva molto bene l’idea di come si sente un dislessico in classe e mi sembrava quasi di vedere mio figlio appeso a uno di quei rami.


Da dove nasce l'idea di questa iniziativa?

La dislessia era per me un argomento abbastanza sconosciuto, fino a quando ho scoperto di avere un figlio dislessico. Ho vissuto con lui le difficoltà quotidiane legate alla vita scolastica e ho provato a capire di più sul tema, leggendo molto e frequentando convegni specifici.
Ho scoperto che in generale c’è pochissima informazione e formazione, sia presso gli insegnanti che i genitori. Io stessa mi sono trovata disorientata e non sapevo come aiutarlo nei compiti.
Da qui è nata l’idea di tentare di fare qualcosa di utile per questi ragazzi che vengono massacrati quotidianamente e, poco a poco, perdono autostima e fiducia in se stessi, nonostante le doti intellettive superiori alla media.
Ho toccato con mano come, in Italia, già a partire dalla scuola dell’infanzia, inclinazioni come la creatività vengano non solo poco valorizzate, ma addirittura soffocate dal continuo e monotono atto di colorare pagine e pagine di fotocopie mal riuscite. Io dò molta importante alla bellezza e al gusto estetico e credo che la bellezza vada respirata fin da piccoli perché aiuta la creatività. Nel nostro asilo aziendale La Casa dei Bambini Elena e Gabriella Miroglio cerchiamo di far cogliere ai bambini il senso del bello, non solo attraverso le arti grafiche, la pittura e la scultura, ma anche con visite a mostre e musei e la lettura di poesie e opere italiane.

Una giornata di studio, testimonianze e scambi di esperienze. Con quali obiettivi l'avete progettata?

Abbiamo istituito un comitato organizzativo per il progetto, composto dalla sottoscritta, da un ex dirigente scolastico e da alcune insegnanti particolarmente illuminate e appassionate. 
Abbiamo deciso di organizzare il convegno in modo diverso, rispetto ai soliti convegni, scegliendo un approccio eclettico e coinvolgendo anche persone che non operano nel campo.


Chi sono i relatori e come li avete scelti?

I relatori saranno: il professor Giacomo Stella, luminare italiano nel campo della dislessia, ordinario di psicologia clinica all’università di Modena e Reggio Emilia; la professoressa Maria Luisa Gorno Tempini del Dyslexia Center dell’Università di San Francisco che mostrerà come i cervelli dei dislessici abbiamo connessioni interessanti e mostrerà le tac fatte al cervello del velista Giovanni Soldini, che è dislessico. 
Il pomeriggio si aprirà con l’intervento di Alessandro Baricco, che ci parlerà del privilegio di insegnare alle intelligenze mancine e introdurrà così la parte più pedagogica dei due relatori: Camillo Bortolato, l’inventore del metodo analogico intuitivo, e Lilia Teruggi, titolare del dipartimento di scienze umane dell’università Bicocca. Questa seconda parte della giornata sarà dedicata a trasmettere strumenti pratici di lavoro alle insegnanti.


Oltre a scienziati ed esperti di didattica quindi avrete anche la testimonianza del velista Giovanni Soldini. Perché questa scelta?

È un modo per comunicare che la dislessia non è una patologia "invalidante" e che la vita di una persona non è compromessa dalla sua presenza, anzi, il contrario. Oltre a essere un dislessico famoso, Giovanni è un amico. È una persona piacevole e coinvolgente che con la sua dislessia ha stabilito un possibile rapporto di convivenza e pensiamo anche che con la sua ironia e autoironia, possa smorzare i toni clinici e scientifici dei relatori che parleranno delle neuroscienze. Giovanni potrebbe raccontare alcuni episodi legati al suo passato scolastico e alla sua vita attuale di velista, in cui le difficoltà non lo hanno mai abbandonato. Come quella volta in cui, navigò tutta la notte contro il tempo e le onde del Pacifico altre 12 metri, per salvare la velista francese Isabelle Autissier. Quando Giovanni finalmente la raggiunse, inviò un messaggio alla base per dire che l’aveva trovata, che conteneva più errori ortografici che parole. Per quel motivo fini sulla prima pagina di Le Monde.

Per quale ragione avete ritenuto importante in un convegno del genere la presenza di uno scrittore come Alessandro Baricco?

Abbiamo chiesto ad Alessandro di trasmettere, col suo intervento, fiducia nel cambiamento e caricare di entusiasmo le insegnanti. Ci sembrava un bel messaggio da lasciare come ricordo da portarsi a casa.

Tutto ciò che la Fondazione Miroglio fa è connotato da una specifica attenzione alla qualità degli spazi e degli ambienti, dai quali si rileva sempre la ricerca di una estetica che veicoli il senso profondo delle iniziative.


Sì, a grandi linee sarà così, ma non abbiamo ancora deciso i dettagli. L’idea è quella di allestire la sala del convegno con grandi alberi di tessuto su cui stamperemo (visto che Miroglio fa proprio questo di mestiere) le frasi più significative sulle difficoltà scolastiche, tratti da libri come Diario di scuola di Daniel Pennac e di altri autori, in molti casi dislessici che sono diventati famosi.
Vorremmo creare una sorta di bosco, fatto di alberi appesi al soffitto e alle pareti in cui si possa camminare e orientarsi leggendo le scritte. All’interno del bosco vorremmo mettere una casetta di organza, molto leggera per dare ancora più leggerezza e poesia a un argomento che vogliamo trattare in modo creativo, delicato, non pesante.

 
Avete anche previsto uno spazio per l'editoria che si occupa di pubblicazioni su questi temi e di libri accessibili.


All’interno del bosco di alberi, ci sarà uno spazio dedicato agli editori specifici sul tema. Ci saranno i libri di Erickson, Giunti scuola, AID e la mostra di libri accessibili Vietato Non sfogliare di Area Onlus. È importante che un'occasione del genere offra agli insegnanti e ai genitori la possibilità di accedere e di conoscere studi e libri che possono rivelarsi supporti di comprensione e strumenti di pratica e di lavoro.

Grazie Elisa.

Segnaliamo che ci è interessato a partecipare può iscriversi al convegno sul sito: www.comepescisuglialberi.it.

Le immagini che corredano questo post sono tratte, per gentile concessione di Elisa Miroglio, dall'album di presentazione di La Casa dei Bambini Elena e Gabriella Miroglio.

1 commento:

AlmaCattleya ha detto...

Da bambina avevo la dislessia e sono andata da una logopedista. Ora vado di certo meglio anche se ancora qualche volta mi capita di leggere invertite alcune lettere di una parola e altro.
Vi ringrazio per quello che fate.