lunedì 2 novembre 2015

Tuffare gli occhi in quei colori

[di Francesca Zoboli]

Occhio al mosaico , da qualche giorno disponibile in libreria per Topipittori, è il mio secondo progetto, dopo Dame e cavalieri, per la collana PiPPo, ovvero Piccola Pinacoteca Portatile. La realizzazione di entrambi i libri mi ha totalmente coinvolta, in quanto, dalla scelta dell’argomento alla fase ideativa (in particolare in che modo fare del libro un'esperienza attiva e renderlo manipolabile per i ragazzi), fino alle illustrazioni e all’impaginazione, si può dire che praticamente (a parte i bellissimi testi di Marta Sironi) mi sono occupata di tutto e, aggiungo, divertendomi moltissimo, anche grazie alla grande libertà di poter gestire l'intero progetto.
Se però dovessi dire come nasce un libro PiPPo, nel mio caso direi che prima del libro succede qualcosa che poi mi porta naturalmente al libro, proprio come ho spiegato in questo post, a proposito di Dame e cavalieri.
Nel caso di Occhio al mosaico tutto è cominciato durante il corso Fare libri, tenuto due anni fa da Paolo Canton alla Scuola Superiore di Arte Applicata del Castello Sforzesco. In una lezione Paolo ci ha chiesto di utilizzare un certo tipo di legatura per costruire “il libro infinito”cioè un libro che avesse la peculiarità di poter essere continuamente accresciuto nel tempo e nel numero di pagine.

Pagine dal progetto per Il libro infinito.

Pur recependo l’aspetto poetico e quasi borgesiano del tema, ho optato per una scelta molto pragmatica, quella cioè di fabbricarmi un catalogo cromatico dei colori all’anilina, che nel mio lavoro di decoratrice uso molto, e che si presentano in forma di pigmenti e danno luogo a colori molto diversi quando poi sono diluiti. Senza contare che anche il tipo di carta su cui vengono stesi ne influenza la tonalità e io utilizzo carte di tanti tipi e colori, dalle veline alle carte da pacco.
Il risultato è stato un libro affascinante e sorprendente, composto da tanti tipi di carta diversi, pieno di macchie di colori accuratamente catalogate, e grazie al quale ho capito che i colori in sé, senza nient'altro, hanno una loro potenza e bellezza intrinseca, oltre che una qualità narrativa.


Nel frattempo avevo già focalizzato il mosaico come possibile argomento per il mio secondo volume PiPPo: fino a quel momento nella collana infatti erano usciti solo volumi tematici (animali, natura morta, dame e cavalieri, uccelli) o monografici (Giotto e Depero), e invece mi piaceva l'idea di parlare di una tecnica. Inoltre mi sembrava che poter lavorare con tessere di carta da tagliare e incollare si prestasse molto bene a un libro che oltre a raccontarne la storia, offrisse la possibilità ai bambini di mettere in pratica e cimentarsi concretamente con quanto avrebbero letto e visto, mettendoli nelle condizioni di capire quali problemi o qualità presenti questa specifica tecnica artistica.
Non so come e quando ho unito l’idea del libro sul mosaico con il catalogo delle macchie, ma l’idea di utilizzarle come palette a cui attingere per rifornirsi di tessere da tagliare, a un certo punto mi è parsa perfetta. A questo punto il concept del libro era a fuoco ed è iniziata la ricerca iconografica.


Per cominciare ho costruito un libricino che mi facesse da story board in modo da studiare le sequenze delle immagini, solo dopo un po’ ho capito che utilizzare le bellissime scene complesse dei vari mosaici sparsi per il mondo era improponibile: le tessere avrebbero avuto, nella misura di una pagina, dimensioni così ridotte da rendere pazzo anche il bambino più paziente e perfezionista, così ho scelto solo particolari e figure semplici.
A quel punto ho realizzato i disegni in bianco e nero che ho riempito solo in parte con le tessere colorate, solo per dare un suggerimento ai lettori riguardo alla scelta dei colori.


Mentre realizzavo le tavole, applicando i quadratini ai disegni, attività che richiede concentrazione e cura, sono entrata in una sorta di stato ipnotico, mi vene da dire, zen, molto piacevole e mi sono chiesta se anche i miei lettori bambini avrebbero potuto godere della stessa sensazione. Mi sono chiesta se questa pratica artistica possa essere un antidoto alla mancanza di attenzione, alla velocità e alla fretta che inquinano la vita di tutti.


Penso che questo libro possa costituire la base per la proposta di tanti laboratori didattici che potranno strutturarsi in vari modi, a partire dalla preparazione dei colori. Il tema del mosaico è ricchissimo, infatti, e permette di lavorare a tanti aspetti contemporaneamente: la visione di opere antiche, la scelta dei temi da affrontare, la riflessione sui materiali e la loro preparazione, il conseguimento collettivo di un risultato comune eccetera.
Le macchie di colore mi hanno talmente conquistato che l’anno scorso mi sono autoprodotta un Quaderno cromatico, vale a dire un leporello che si può anche appendere alla parete e che è un po’ la versione artistica di tutte queste riflessioni.


Nella presentazione del Quaderno cromatico ho scritto: «Da  sempre mi piacciono i colorifici. Uno di quelli che frequentavo da piccola esponeva all’esterno del negozio un grande cartello di latta, bianco, con allineati in verticale cinque dischi leggermente in rilievo, colorati. Grandi caramelle lucide. Non ricordo se vi fossero scritte. Per me tuffare gli occhi in quei colori era una grande gioia.»
Ecco credo che, ancora prima di tutto, in Occhio al mosaico e in Quaderno cromatico, ci sia questo ricordo.

Per chi fosse interessato, Quaderno cromatico è in vendita a Milano, da Corraini in via Savona o in Corso Como 10, oppure contattandomi direttamente su facebook.

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