venerdì 30 maggio 2014

Forme e figure, come organismi viventi

[di Francesca Zoboli]

Certi lavori hanno dei tempi di gestazione molto lunghi e la loro riuscita può quasi avvenire per caso, prendendo poi direzioni imprevedibili come spesso succede agli organismi viventi. Forse per questo, ripensando a questa vicenda mi è sembrato di assomigliare un po’ a un agricoltore.

Semi
Quando ancora ero all’Accademia di Brera e frequentavo il corso di pittura (con l’indimenticabile Beppe Devalle, che purtroppo ci ha lasciato un anno fa), affrontavamo in classe il tema della figura.
Iniziavo allora a sperimentare varie tecniche, tra cui il frottage, e cercavo confusamente di rendere la figura come fantasma, sorta di silhouette bianca in paesaggi acquamarini e cespugli ispirati dai meravigliosi dipinti di Pisanello che vedevo sui Maestri del colore, comprati alle bancarelle di Porta Venezia.

Francesca Zoboli, Studi sulla figura.

Sono nati così dei fogli di carta molto grandi, trattati con divesre tecniche, dal contorno impreciso, causale, poi esposti a una mostra collettiva a Ferrara, a Palazzo dei Diamanti. Pochi anni dopo, ho partecipato a un’ altra collettiva al Castello di Udine in cui mi è stato chiesto di lavorare sul tema della 'donna guerriera'. Dopo una piccola indagine sugli abbigliamenti cavallereschi del Cinquecento, ho deciso di realizzare un vestito di carta decorato per un amazzone medioevale e la gualdrappa per il suo cavallo. Le grandi carte erano tagliate come fossero cartamodelli sartoriali.
Poi sono passati venticinque anni. Anni in cui ho fatto cose molto diverse fra loro, ma anche lavorato  sulle tecniche di trattamento della carta: una riflessione e un'esperienza che è stata, insieme, su decorazione e pittura.


Francesca Zoboli, Donna guerriera.

Pianta
Frequentando Topolò e volendo realizzare un disegno per la PUT (Pinacoteca Universale di Topolò), un pomeriggio prendo il solito libro su Pisanello, prendo i miei pizzi per i frottage, le aniline e i pastelli e in quattro e quattr'otto viene fuori, tutta da sola (o così a me è parso), un’interpretazione del ritratto di Leonello D’Este.
Un disegno riuscito, come se gli antichi tentativi avessero trovato, improvvisamente, una soluzione.

Francesca Zoboli, rielaborazione
di Lionello d'Este di Pisanello.

Fiori
Da questo disegno è nato tutto il progetto del libro Dame e Cavalieri, secondo volume della PiPPo, ovvero la Piccola Pinacoteca Portatile. I riferimenti alla storia dell’arte si sono ampliati e ai ritratti si sono affiancate, in modo un po’ pop, le tante texture decorate da tagliare per “vestire” le silhouette dei ritratti, un lavoro molto appassionante e divertente.


Dame e cavalieri, in mostra a Casina di Raffaello, primavera 2013.

Frutti
Nel frattempo il libro è maturato, cioè i semi hanno dato frutti che a loro volta stanno andando a depositarsi in terre diverse e inaspettate. Una di queste è l’attività dei laboratori, concepiti sia per i bambini, nelle scuole, nelle  biblioteche e in festival vari, sia per gli adulti, insegnando la tecnica del frottage e della decorazione su carta.




















Laboratorio su Dame e cavalieri, Roma, Più libri più liberi, 2013.

Ma l’ultimo e più sorprendente territorio in cui è approdato il libro è stato quello del wall-design. Da due anni collaboro con l’azienda Wall&Decò che produce carte da parati on demand piuttosto particolari. 


Per la collezione 2014, Christian Benini, uno dei soci di questa azienda, dopo aver visto il libro Dame e cavalieri mi ha chiesto di provare a pensarne un’interpretazione da adattare a parete. L’idea mi piace ed è subito chiaro che le figure devono essere intere, associabili e interscambiabili tra loro e che devono avere un fondo neutro, ma interessante.


Francesca Zoboli per Wall&Decò, 2014.

Dopo un mese e più di studi e prove, finalmente il lavoro si può dire concluso, ma i miei originali non sono più alti di 80 cm, così quando durante il salone del mobile vado allo show room per vedere le mie carte stampate e incollate sulla parete anche per me è una vera sorpresa: la figure sembrano grandi affreschi un po’ rovinati e sono altissime, anche  più di due metri!



giovedì 29 maggio 2014

Aggiornamenti del decennale: cose belle e cose brutte

Il 12 maggio, sul nostro blog, per festeggiare il decennale dei Topipittori, abbiamo lanciato una votazione per stabilire qual è libro più rappresentativo del nostro catalogo, scelto fra i 10 (+ 1) da noi selezionati.
È andato tutto bene fino a quando, alcuni giorni fa, la finestra del sondaggio si è, per usare un termine tecnico, impallata. I voti sono rimasti in memoria, ma in nessun modo si possono visualizzare e recuperare, e quindi, a meno che domani, a sorpresa non si risolva tutto, non possiamo stabilire l'esito della votazione, di cui era fissato il termine il 30 maggio, domani.

Lo potete constatare anche voi: vedete che la finestra riporta solo file di zeri. Per risolvere questo disastro abbiamo scritto a blogger, messo al lavoro per giorni le persone che si occupano dei nostri media, ma nessuno per ora è riuscito a risolvere il problema. E a noi dispiace moltissimo.



Ci dispiace moltissimo, perché il sondaggio era molto partecipato, aveva oltre 900 voti.

Ci dispiace moltissimo perché ci tenevamo moltissimo a questa iniziativa: ci sarebbe piaciuto sapere per i nostri lettori quale è il libro più amato.

Ci dispiace moltissimo perché avete votato e adesso i vostri voti chissà se si riusciranno mai a recuperare.

Ci dispiace moltissimo perché la dichiarazione del vincitore sarebbe coincisa con la festa dei Topipittori, in occasione della Festa della Lettura a Casina di Raffaello, organizzata da Tribù dei Lettori, che è stata nostra partner in questa iniziativa.

Cosa dire? I libri che stavano vincendo, quasi a pari merito, con pochissime differenze fra loro, quando abbiamo visionati i risultati, l'ultima volta, erano Zoo segreto di Giovanna Zoboli e Francesca Bazzurro, Che cos'è un bambino di Beatrice Alemagna, e Favole di Esopo e Simone Rea. Proponiamo, perciò, finché non riusciamo a risolvere il problema del sondaggio (se mai si risolverà), di dichiararli i tre vincitori. Vi ringraziamo per avere partecipato. E davvero ci scusiamo, sperando di poetr contare sulla vostra comprensione e pazienza.








Nel frattempo vi ricordiamo che il Blog dei Topilettori, lanciato il 19 maggio, sempre per festeggiare il decennale, gode di ottima salute tecnologica, e quindi aspetta di essere frequentato e usato da voi, per commenti, riflessioni, proposte, consigli  e tutto quello che vi piacerà scrivere e comunicarci.

E adesso noi partiamo per Roma, per la Festa della Lettura, a Casina di Raffaello, che per chi non lo sapesse, sta a Villa Borghese, viale della Casina di Raffaello, e della quale trovate il programma integrale qui. Vi aspettiamo agli appuntamenti che riguardano i Topi e i loro autori. A domani!




Anche se già per oggi, 29 maggio vi segnaliamo a due eventi importanti, sempre a Casina di Raffaello.

Il primo è l'apertura della mostra delle tavole originali dell’illustratrice Cristina Stija Rubio, per il nostro libro Gli altri. Così Tribù dei Lettori presenta la mostra.

Quando un libro riesce è perché nasce da un buon lavoro collettivo, cioè di tanti io che poi tutti insieme fanno gli altri”. Sono queste le parole che l’editore Topipittori ha accompagnato alla pubblicazione  di uno dei suoi ultimi libri: Gli altri. Scritto da Susanna Mattiangeli,  Gli Altri è stato magistralmente illustrato con gli acquarello dell’artista venezuelana Cristina Sitja Rubio, che in occasione della Tribù dei lettori, e fino al 20 luglio, sarà possibile ammirare alla Casina di Raffaello.

Il secondo riguarda una bellissima iniziativa delle Biblioteche di Roma

Ore 17:00 • Lettura ad alta voce • Casina di Raffaello (Tepee)
Inaugurazione dell’ApeLettura. LibroMobile delle Biblioteche di Roma
A di Abecedario, B di Bestiario e I immaginario
A cura delle Biblioteche di Roma
Apelettura è il mezzo a tre ruote scelto per la Campagna promozionale del libro e della lettura delle Biblioteche di Roma. L'apelettura  percorrerà le strade della Capitale e si fermerà nei parchi e nei giardini, proponendo a un pubblico di bambini e di adulti letture ad alta voce all’aria aperta, vetrine volanti con le ultime novità editoriali e mostre lunghe un giorno su autori, illustratori e temi legati al libro per bambini. A ogni fermata autisti d’eccezione srotoleranno il magico tappeto delle storie su cui accomodarsi ed immergersi in un mondo d’emozioni, di fiabe, di racconti e di figure.
Inizia così l’avventura dell’Apelettura!

Siamo molto fieri del fatto che le immagini che decorano questo meraviglioso motocarro vengano da Alfabeto delle fiabe e sono di Antonella Abbatiello (testi di Bruno Tognolini) Non vi sembrano perfette?

Ed ecco i nostri appuntamenti:

venerdì 30 maggio
Ore 11:00 • Incontro con l’autore • Casina di Raffaello (Sala Giani)
≥ Gli Altri ≥ A cura di Susanna Mattiangeli
Un libro per imparare a scoprire quella strana, indecifrabile,
mirabolante esperienza che è l’umanità.
In collaborazione con Topipittori • Riservato alle scuole

Ore 14:00 • Laboratorio • Casinadi Raffaello (Sala Giani)
≥ Manifesto segreto ≥ A cura di Guido Scarabottolo
Vuoi raccontare una nuova scoperta? Annunciare la nascita di un
sentimento? Protestare perché hai sempre troppi compiti? Fallo
con un manifesto, per dire quello che vuoi a chi vuoi.
In collaborazione con Vànvere Edizioni • Riservato alle scuole

Ore 14:00 • Laboratorio • Casina di Raffaello (Spazio lab)
≥ Dame e cavalieri ≥ A cura di Francesca Zoboli
Armati di colla, forbici e bellissime carte decorate i bambini creeranno
i loro personaggi vestendoli con stole, mantelli e cappelli secondo il loro
estro e guardando gli abbigliamenti di altre epoche.
In collaborazione con Topipittori • Riservato alle scuole



sabato 31 maggio
Ore 12:00 • Laboratorio • Casinadi Raffaello (Sala Giani)
≥ Zoosegreto ≥ A cura di Francesca Bazzurro
Angelica è una bambina molto speciale. I suoi pensieri somigliano agli
animali delle fiabe: possono essere misteriosi, saggi, delicati, ma anche
dispettosi, selvaggi e un po’ cattivi. Un libro che insegna a muoversi con
rispetto e ironia attraverso il contraddittorio e movimentato mondo dei
sentimenti e delle passioni. In collaborazione con Topipittori • Età consigliata dai 5 anni in su
Prenotazione obbligatoria sul posto fino ad esaurimento posti.

Ore 17:00 • Incontro con la casa editrice • Casina di Raffaello (Sala Giani)
≥ 10 anni di Topipittori ≥ A cura di Topipittori
incontro con lo Staff al completo della casa editrice Topipittori.

Per info: segreteria@tribudeilettori.it; tel. 06 85305597
.

mercoledì 28 maggio 2014

Ho camminato per il sentiero che sai

[di Marta Iorio]

Io spero sempre che le cose che creo abbiano un tale effetto di compiutezza su chi le guarda da non indurlo a chiedermi di aggiungere parole.
Poi ricordo a me stessa che quando nei miei lavori non usavo la parola, a me la parola alla fine mancava…
Sentivo il bisogno di raccontare con tutti e due i modi, parole e immagini insieme.
E qui, vi racconto, con parole e immagini la storia di una mia illustrazione.
Quest’anno ho realizzato l’immagine–manifesto del Trento Film Festival, il festival cinematografico sulla montagna che è arrivato alla sua 62°edizione.
La montagna e il paesaggio in generale, sono molto presenti nei miei ultimi lavori, ed è proprio quello che m’interessa attualmente.
Giulia Mirandola lo deve aver intercettato bene, e così mi ha coinvolto in un progetto di illustrazione e paesaggio, che data la sua specifica attinenza al tema “montagna” arriva negli uffici della direzione del Festival.
Quando mi è stato richiesto di creare l’immagine del Festival 2014 (a parte l’enorme emozione), ero anche un po’ tesa per il carico di aspettative che può avere il pubblico di un festival cinematografico così antico e specializzato.
Insomma, un pubblico che di immagini ne capisce qualcosa, e che di montagne e paesaggi ha potuto goderne la bellezza in abbondanza. Poi questa edizione del Festival aveva come paese ospite il Messico, e la direzione avrebbe avuto piacere di introdurlo nell’immagine-manifesto.
Io di questo paese potevo raccontare molte cose, perché ormai, per ragioni autobiografiche, fa parte della mia vita, è culla delle mie esperienze più forti.


Trento film festival, però, non ha solo un focus specifico sulla montagna, perché allarga il suo pensiero all’uomo, alla donna, alla società e all'ambiente, dando voce a un’idea di comunione fra esseri viventi e paesaggio.
Così, ho deciso che il mio manifesto sarebbe stato un paesaggio: di questo ne ero certa, anche se sapevo in partenza di cominciare con una scelta quasi banale, che però rispondeva al mio intuito, alla mia ricerca artistica degli ultimi tempi e a un certa complessità di aspetti descritti dalla committenza.
Avrei realizzato l’immagine di un paesaggio autentico, di una terra perturbante, dura, con un tramonto che brucia, ma tinto di rosa… Così mi sono messa al lavoro, e tutto è incominciato con questo.

Secondo schizzo: Una collana sacra.
I segni primari del lavoro che andavo a realizzare sono racchiusi in questi due schizzi realizzati in una sera di grande stanchezza. Li mostro, perché nella loro incompiutezza e nel loro segno pesante e disordinato mi hanno suggerito molte strade.
Al primo è legato una lettera tratta dal libro Lettere a un Lupo di Giuliano Scabia
La riporto perché è una delle cose più belle, e avrei voluto che queste parole si tramutassero nell’immagine.

Caro lupo,
è notte. È il mio compleanno. Voi bestie, credo, non sapete cosa sono i compleanni. Né gli anni. Né il tempo. Il secolo chiamato Novecento è finito. Quello in cui siamo entrati si chiama Duemila. Dalla rete del tempo scandito dagli orari non usciamo più – in ansia di perderlo, il tempo. 


Primo schizzo: "Caro Lupo..."
Solo i bambini, gli smemorati e le bestie resistono fuori – almeno in apparenza.
Un temporale da ore si aggira qui sopra – tuona e lampeggia. Da mezz’ora è cominciata piano piano la pioggia. Sono le due. Adesso esco e vengo nel bosco, forse ti incontro di nuovo.
 

Ho camminato per il sentiero che sai fino alla tua radura. Ero più ombra dell’ombra. Non ho avuto paura. Pioggia, fulmini e tuoni. L’acqua entrava sotto i vestiti, nelle scarpe, giù per i peli. Ero bagnato come voi bestie. Come è bella la notte. Piano piano mi son sentito di diventare un altro. C’è un altro, in noi, che quando si rivela può fare paura. L’hai visto il mio altro mentre camminava in cerca di te? Lui si che è fuori dalla rete del tempo quando entra nelle sue visioni e magari vede te.


Il secondo è legato a un sentimento di devozione nei confronti della natura. Una collana sacra su una montagna. E da qui sono partita.

Blui di Prussia.

Questa bottiglietta di pigmento blu di Prussia, invece, è stata fondamentale perché volevo che nel manifesto ci fosse tutta l’intensità di questo colore. Tutta la gamma dei blu che ho usato hanno un po’ di blu di Prussia.
Poi ho iniziato una ricerca fra i libri di storia dell’arte e foto della mia libreria, di tutte quelle vedute che a suo tempo mi avevano fortemente suggestionato.

Pieter Bruegel, Cacciatori nella Neve.

Da questa immagine ho preso spunto per creare due piani: uno, ravvicinato, in cui ci fosse la figura umana e un secondo che desse spazio al vero paesaggio. E infatti i primi schizzi più dettagliati avevano questa impostazione.




















Un ex voto.

Questo ex voto è stato importante per un fatto cromatico: di queste tinte di azzurro, verde, spezzate dalla luce solare avrei fatto largo uso. E così…


Questa era la prima immagine completa. pensavo fosse quella giusta, e anche alla direzione piaceva, ma era in conflitto con il testo e il logo del festival che avrebbe preso gran parte del manifesto.
mentre lavoravao ho sempre avuto in mente l’Allegoria Sacra di Giovanni Bellini, il suo cielo, i passaggi netti dalle tinte scure a quelle chiare. Così ho deciso che anche il mio cielo avrebbe dovuto avere questa atmosfera di mutevolezza, che mi ricordava anche l’alba di Città del Messico.

Giovanni Bellini, Allegoria Sacra.
Con questa foto in bianco e nero ho capito che nel mio lavoro avrei aggiunto la presenza umana, la figura di un’esploratrice (che si trova in basso sulla destra del manifesto definitivo). Il soggetto di questa foto è in contemplazione, è immerso nel paesaggio, è in fusione totale con il mondo. Ecco io volevo quella cosa lì.


Anche questa foto di Yuri e Lucy al vulcano mi ha sempre raccontato molte cose.


Così la seconda proposta era questa: una scalata in notturna, un momento prima dell’alba quando si parte per tragitti lunghi, in luoghi caldi. Qui, mi convinco che la mia montagna sarà un vulcano.


Ma questa proposta non convinceva la direzione del festival perché troppo cupa. Allora ho lavorato a un ulteriore bozzetto in cui ho rivisto in generale l’impostazione spaziale e ho realizzato la prova definitiva. Almeno pensavo fosse quella definitiva… Il manifesto di Trento Film Festival 2014 sarebbe stato questo: la direzione e la giunta si erano riuniti e avevano approvato.

Dal bozzetto...
...alla realizzazione a colori.

Incontrai anche l’art director dell’Agenzia Plus di Trento che cura l’immagine coordinata e tutta la grafica del Festival. Il manifesto era deciso, salvo qualche piccolo dettaglio fastidioso di adattabilità di una immagine lavorata interamente a tempera gouache.
Però, il mio lavoro di ricerca nei giorni seguenti non si è fermato, anche se in realtà avevo terminato, sfogliavo spesso il mio libro sugli alberi.


Facevo studi di animali… e iniziavo a trovare parecchi difetti a quello che pensavo fosse un lavoro chiuso. Così mi sono rimessa al lavoro, dicendo a Luana Bisesti, direttrice del Festival : «Luana, non credo di essere contenta.» Lei forse avrà pensato tra sé: «I soliti comportamenti ossessivo-compulsivi degli artisti!» Ma questo non l’ho mai saputo... Invece mi ha dato piena fiducia e mi ha fatto lavorare fino all’ultimo giorno utile prima di consegnare il lavoro per la lavorazione grafica e la stampa.


Questo poi è stato il risultato che soprattutto ha convinto molto me, e credo abbia soddisfatto pienamente la direzione.


No so se al pubblico in generale abbia suscitato qualcosa di speciale, anche se questa è sempre la mia speranza. Perché se non fosse così, vederselo in ogni angolo della città sarebbe abbastanza problematico!

Dimenticavo: sul fondo svetta, per la prima volta nella storia dei manifesti di Trento Film Festival, un vulcano: montagna viva per eccellenza!

C’è un ultimo ingrediente che non avevo aggiunto, che è una intenzione indiretta, perché fa parte di un bagaglio esperienziale, di cose che ognuno ha vissuto, che entrano nel proprio lavoro. Quelle sono i propri passi, una strada, il tempo dedicato al guardare un luogo, e con il guardare, capire.
Il sentirsi con le spalle scoperte quando si è “lontano”, e di quel lontano, incominciare ad avere fiducia.

martedì 27 maggio 2014

Lenzuola, pensieri, semi e disegni

Dopo aver letto, il nostro post di ieri, le nostre due intrepide e industriosissime Silvia Vecchini e Marina Marcolin ci hanno inviato due messaggi circa alcune novità sul laboratorio, dai 6 anni in poi, Il desiderio è un seme, incentrato sul libro Poesie della notte del giorno di ogni cosa intorno, che terranno a Carpi, sabato, 31 maggio, presso la Libreria Radice-Labirinto, piazza Garibaldi 1, alle 16.30.

Cari Topi,
per Carpi avremo una tenda nuova di zecca. Ecco qui alcune immagini.
Una struttura molto semplice: cinque paletti di legno colorati, quattro viti, due lenzuola fatte a pezzi. Poi ho cucito anche qualche taschina per metterci libri, cartoncini, bustine di semi.


Visto il titolo del programma, abbiamo pensato di lavorare sugli elementi del prato: i bambini potranno pescare una carta (preziosa!) disegnata da Marina e ciascuno lavorerà su un elemento in particolare.
Partiremo da alcune associazioni e poi andremo a vedere se qualcosa un po' ci somiglia più di altro e quando e perché: insomma, racconteremo un prato sentimentale!

Cinque paletti di legno...
viti...
e due lenzuola fatte a pezzi.

I bambini porteranno a casa il disegno di Marina, il testo che hanno scritto con noi e nuovi spunti per scritti futuri. Alla fine, riceveranno anche un sacchettino con alcuni semi da piantare e una parola segreta per ricominciare a scrivere una volta a casa.
Vi mandiamo un po' di scatti della tenda itinerante in costruzione!
Baci
Silvia

Ah, e questi sono sacchettini con semi e parole da portare a casa.

Cari Topi,
io e Silvia ci siamo consultate per il laboratorio che terremo a Carpi sabato, e abbiamo pensato di proporre dei bigliettini dipinti a mano, dentro un sacchettino: i bimbi li pescheranno e utilizzeranno per scrivere le poesie con Silvia. I temi saranno legati al giardino e saranno il piccolo omaggio che lasceremo loro una volta terminato l'incontro. Vi allego una foto dei bigliettini che sto preparando, mentre Silvia preparerà dei sacchetti con i semi.
A presto!
Marina

E poi ci sono bigliettini dipinti a mano a da Marina Marcolin.

Nel senso: oltre a ricevere una magistrale lezione di poetica e pensiero, i bambini porteranno a casa un disegno originale di Marina Marcolin, più un seme e una parola da piantare e di cui prendersi cura. Qualcuno pensa di non esserci?

lunedì 26 maggio 2014

Dal chiasso alla parola/ 5. Parole come semi

Per tutto il mese di giugno, la libreria Radice-Labirinto ospiterà  le tavole di Marina Marcolin per le poesie di Silvia Vecchini, Poesie della notte, del giorno e di ogni cosa intorno. E tutto il mese di giugno sarà dedicato dalla libreria alla poesia. Il programma della giornata di sabato, 31 maggio, Semi e parole, è ricchissimo: si comincia alle 10 e si finisce alle 18 e 30. Lo trovate qui. Alle 16.30, del 31, vi segnaliamo Il desiderio è un seme, laboratorio per bimbi dai 6 anni, a cura di Marina Marcolin e Silvia Vecchini.

Mi piace partire dall’inizio.
E secondo me l’inizio sta nel fatto che da piccola ho avuto qualche difficoltà a parlare. In prima elementare, tanto per fare un esempio, mi misero accanto a una bambina molto più spigliata di me. Io le dicevo una cosa all’orecchio e lei parlava al posto mio. È andata avanti così per un po’.

Se poi dovevo dire qualche cosa di molto importante, la cosa si complicava. Ho il preciso ricordo di quando, scoperto il registratore, pigiavo il tasto REC in camera mia, parlavo, pigiavo il tasto STOP, riavvolgevo con il tasto REW e poi portavo il registratore in cucina, dai miei, spingendo il tasto PLAY e scappando via mentre loro ascoltavano il mio messaggio in differita. Certo, era anche un gioco. Ma non del tutto.

Che cosa c’entra questo con i laboratori di scrittura e di poesia che svolgo con i bambini?
Poco per gli altri, molto per me.
Scrivere, tirar fuori le parole, spesso non è facile. Anche per i bambini che invece sarebbero così generosi nel condividere i propri pensieri. Scrivere a volte somiglia troppo a un compito.
E poi, quando i laboratori sono una tantum e non tracciano un percorso, può esserci un po’di imbarazzo. Quindi, i bambini hanno tutte le ragioni per partire in sordina o con sospetto.
E allora, innanzitutto, quando incontro i bambini a scuola, in biblioteca o in libreria, mi piace accoglierli in modo che si trovino a loro agio.

Schizzo di Marina Marcolin, durante la lettura-laboratorio
presso Libreria Cuccumeo, Firenze, 13 aprile.

Se è possibile, non scriviamo a un tavolo. Se si sta all’aperto è ancora meglio. Di solito offro sempre colori, matite, acquerelli, pennelli, in modo che possano anche disegnare mentre aspettano l’idea giusta o che tutti abbiano terminato l’attività.

Mi piace aprire l'incontro con una lettura, spesso con un libro illustrato. Da quando ho scoperto Dentro me, utilizzo questo viaggio misterioso come l’augurio di scoprire, durante la scrittura, qualche cosa di noi che ancora non sappiamo. Che si tratti di un orco, una nuvola, una roccia o un arcobaleno.
Per il laboratorio su Poesie della notte, del giorno, di ogni cosa intorno ho scelto di preparare una tenda, un rifugio provvisorio, di quelli che i bambini approntano in casa con coperte, cuscini, seggiole. Nel libro c’è una poesia dedicata a questo gioco e partiamo proprio da lì.
In questo luogo riparato, intimo, facciamo conoscenza e iniziamo a leggere. Poi propongo loro un’attività con dei piccoli oggetti: può essere un oggetto a loro particolarmente caro e che chiedo loro di portare da casa, ma anche un oggetto casuale che troviamo svuotando le tasche, oppure un piccolo gioco pescato tra quelli che ho portato io da casa.
Naturalmente non chiederò loro di scrivere una poesia.
Do a ciascun bambino un balloon ritagliato in modo che possano far parlare l’oggetto, sentire la sua voce.


In questa fase, il fatto di stare un poco scomodi, di scegliersi la propria posizione, di non far troppo caso agli scarabocchi, alle prime frasi lasciate a metà, è un sollievo. Scriviamo innanzitutto per noi. Non sarà perfetto, ma proprio per questo andrà benissimo.
In poco tempo, scendiamo un po’ più nel profondo e ci concentriamo su un’emozione in particolare.

Cosa sente, cosa prova, cosa pensa o cosa vorrebbe fare l’oggetto che ci è toccato in sorte?
Proviamo a scrivere anche quello. Se abbiamo tempo, passiamo dalla prosa ai versi. Eliminiamo parole, concentriamo il tutto, proviamo a sentire la musica dei suoni e delle pause.
Dopo aver assegnato uno stimolo alla scrittura, si lavora in silenzio, ci si aspetta e poi si condivide liberamente. C’è chi scalpita e chi frena. Alla fine tutti o quasi lo fanno.
Ma la cosa interessante non è quasi mai il prodotto della scrittura (anche se i bambini scrivono spesso cose straordinarie) quanto il clima che si crea nel cercare di scrivere.
L’oggetto fa da schermo ma i bambini raccontano se stessi.
Dentro questo tentativo, in quell’attenzione concentrata, in quel silenzio ricco di possibilità, mentre scegli la strada da prendere per dire qualcosa di tuo, sta il divertimento e l’occasione.

La scrittura è un esercizio di libertà e insieme un esercizio di riconoscimento perché quello che scrivi ti rappresenta. E farlo insieme, iniziare per gioco, avere qualcuno che ascolta e ti ringrazia per quello che hai condiviso, ai miei occhi è come dare a ciascuno un registratore perché lo faccia scendere giù, dentro, possa premere REC, catturare qualcosa, fosse anche una frase che gli somiglia e riportarlo fuori. Pigiare insieme PLAY e sentire che effetto fa.
Il prossimo appuntamento con Poesie della notte, del giorno, di ogni cosa intorno sarà a Carpi il 31 maggio all’interno dell’iniziativa Semi e Parole.

Per questo incontro, io e Marina Marcolin (che disegnerà e guiderà i bambini nella parte dedicata all’illustrazione dei testi) abbiamo preparato una tenda e un’attività speciale. Ci saranno fili d’erba, fiori, chiocciole, api, sassi, coccinelle. E parole come semi.

Si parla sottovoce, si scrive come viene
si dice un poco, il resto si trattiene.
Va bene stare scomodi,
è solo per provare,
tirar fuori le parole
non sai mai come fare.
Ci vuole un apriscatole,
una chiave a stella,
poi basta una frase
e sei proprio tu, sei quella.




Le immagini di questo post, realizzate da Teresa Porcella, sono state prese durante l'incontro del 13 aprile scorso, presso la libreria Cuccumeo, a Firenze: una lettura-laboratorio con Silvia Vecchini e Marina Marcolin, a partire dal libro Poesia della notte, del giorno, di ogni cosa intorno.

Gli altri post della rubrica Dal chiasso alla parola li trovate qui:
Dal chiasso alla parola/1. Carla Melazzini
Dal chiasso alla parola/2. Il bianco che resta sulla carta
Dal chiasso alla parola/ 3. Nell'aula silenziosa della mente
Dal chiasso alla parola / 4. Nel grande mistero


Locandina dell'incontro, Libreria Cuccumeo, Firenze, 13 aprile 2014.