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lunedì 27 ottobre 2014

A cavallo degli alfabeti

[di Valentina Colombo]

John Alcorn ha illustrato LIBRI!, originariamente BOOKS! nel lontano 1963. Superfluo dire che ne è passata di acqua sotto i ponti, da allora.
Innanzitutto la grafica e l’illustrazione, oggi, parlano anche, se non solo, il linguaggio di Photoshop o Illustrator, attraverso l’uso di palettine e palettone elettroniche, device astrusi o semplici, con o senza matitone digitale.
Una volta si disegnava a mano, si tagliava, si incollava, si sbagliava e si doveva ricominciare tutto daccapo. Per fare una copertina ci si potevano mettere settimane. Oggi ci sono il benedetto ctrl-Z e il Salva con nome. Si possono presentare in diretta diverse varianti, fatte in cinque minuti e mandate in stampa in un lampo. La velocità domina la creazione grafica e i tempi di realizzazione di una copertina possono dilungarsi solo se ci sono problemi (del grafico, dell’editore etc.).
Ai tempi di BOOKS! il libro era di carta, spessa o sottile, pesante o leggera, ma sempre carta; lasciamo stare le edizioni speciali in pelle di daino o seta cinese, parliamo dei normali libri in commercio in libreria.
Oggi ci sono (anche) ebook, app, enhanced book: li scarichi con un click seduto sul divano.


BOOKS! uscì negli USA nel 1963. C’era ancora la guerra fredda, in quegli anni, le notizie viaggiavano per telefono e televisione, ma erano diffuse a ore di distanza, un aereo ci metteva un giorno per attraversare un oceano ed Elvis era ancora vivo.
Adesso gli U2 vanno da Fazio su RaiTre; in 8 ore sei a New York, e le notizie viaggiano a dorso si passerotto blu su Twitter, istantaneamente.

  

Detto questo, è interessante cercare di capire come mai LIBRI!, riscoperto nel 2012 da Marta Sironi e riproposto da Topipittori, oggi sia stato pubblicato in inglese (Ammo books), francese (Autrement), coreano (Blue Wing), russo (Mann, Ivanov and Ferber), spagnolo e catalano (Gustavo Gili), portoghese (Pequena Zahar). Forse perché LIBRI! è semplice e affascinante; diverso e universale; vintage e attuale; serio e divertente. Spiega con immediatezza cos’è un libro, come si usa, come è fatto, qual è il viaggio che compie dalla testa dell’autore agli occhi dell'editore, alle mani del lettore, passando attraverso le cure del libraio, del tipografo, dell’illustratore, prendendo forma in parole e immagini, e assumendo i mille e uno significati della lettura.

A sinistra, edizione Simon and Schuster, 1963; a destra, edizione Ammo Books, 2014.
Il formato della nuova edizione americana è completamente cambiato, rispetto
all'originale, rimasto invece identico in tutte le altre edizioni realizzate nel mondo.

LIBRI! è un manuale. Anzi, è il migliore annuncio pubblicitario mai fatto sui libri.
LIBRI! è una brillante campagna di marketing concepita sul libro e per il libro fatta attraverso un libro; il che può sembrare bizzarro: ma se ci pensate, è come se vi stessero vendendo un'auto offrendovene una in prova (il che accade normalmente). Questo gioco continuo, dentro e fuori dal libro, la sua sorprendente freschezza è quel che rende LIBRI! traducibile in ogni lingua.

Edizione tedesca, 1966.
Il libro di Alcorn è stato sapientemente riprodotto da ognuno degli editori che ne hanno acquisito i diritti, pur con le varianti che ognuno di loro ha voluto inserire per renderlo adatto al proprio mercato e ai propri lettori, che non sono più quelli del 1963. In questo senso, inizialmente, ci ha sorpreso la scelta dell'editore americano Ammo di stravolgere completamente il formato originale, scegliendone uno più grande e più 'prezioso'. Vale a dire, secondo le loro intenzioni, più vicino a quello di un libro d'arte che a quello di un memorandum agile e spiritoso.

Una scelta spiazzante, che ancora non sappiamo se darà i suoi risultati, ma che senza dubbio risulta interessante, e in parte comprensibile. Del resto, anche l'originale edizione tedesca della fine degli anni Sessanta era stata manipolata: la copertina è totalmente diversa.

Se sfogliate LIBRI! notate da subito che i caratteri sono sorprendentemente differenti. Ogni pagina è diversa, per colori e forme. Ogni lettera o numero sono non solo segni e simboli ma anche immagini, illustrazioni. Le parole giocano a fare le figure.






















E, in fondo, proprio per questo non è sorprendente che russi e coreani, che hanno un alfabeto completamente diverso dal nostro, abbiano voluto cimentarsi in una traduzione, o meglio on una ricodificazione di questo libro. E se si guarda all’opera di Alcorn nel suo insieme, non sorprende che in LIBRI! sia riuscito a trovare un linguaggio così universale.

La sua opera, infatti, si basa su una inesauribile esperienza estetica, intellettuale e pratica, visiva e manuale, guidata da una inesausta meraviglia, da una rigorosa passione per la bellezza e dalla ricerca di un linguaggio capace di comunicare con chiarezza attraverso le forme.

In LIBRI!, come in pochi altri casi, ho sentito tanto forte il potere del libro, la sua capacità di parlare, tirare fili, illuminare significati.



Alcorn ha fatto questo per tutta la sua vita. Ha cercato uno stile che fosse, sempre, un modo di comunicare, creando un riconoscibile codice visivo e approfondendo il potere sia del testo sia dell’immagine, sia di entrambi gli elementi in relazione fra loro.

Dal genio di questo grafico, artista, illustratore, sono nate locandine di film (per dirne uno, Amarcord di Fellini), marchi editoriali (la BUR, per esempio), pubblicità di bibite gassate (la Pepsi), copertine di libri (qui l’elenco è infinito). Li ha raccolti Moleskine in una monografia completa curata da Marta Sironi, insieme a Stephen Alcorn. Un volume di più di 400 immagini prese dall’archivio Apice dell’Università di Milano, dove tutto il fondo Alcorn è conservato (avete capito bene: Alcorn ce l’abbiamo noi, in Italia: tutto).

La grafica del volume è stata realizzata da Marina del Cinque, che chi segue questo blog e i Topipittori conosce, perché a lei si deve la grafica di numerosi libri di topesca pubblicazione, in particolare Il viaggio di una stella.
Non è strano che Moleskine si sia cimentata nella pubblicazione di un volume del genere. I taccuini di questo marchio sono potenziali scrigni dei tesori per scrittori e illustratori di tutto il mondo. Pensieri, parole, suggestioni su quelle pagine testimoniano un processo creativo inesauribile e personale.



John Alcorn: Evolution by design è una imprescindibile fonte di sapere e ispirazione. Consente un accesso privilegiato alla progettualità artistica di Alcorn, attraverso un'infinita galleria di  successi e scarabocchi.
E, infine, per completare il quadro, il 13 novembre, in occasione di Bookcity Milano, Guido Scarabottolo terrà una rilettura di Alcorn. Un dialogo tra passato e presente, fra un art director artigiano innamorato di carta, penna e forbici e uno che ha trovato un terreno ideale anche nel digitale; tra un progettista di copertine di oggi e uno di allora, per cercare di ritrovare territori comuni di pratica e pensiero, confrontandosi a distanza di tempo e di spazio, cercando di capire cosa è accaduto ai mestieri di grafico, artista e illustratore. Che sia una Università, quella di Milano, ad accogliere questo evento, non fa che sottolineare ancora una volta l’importanza di imparare, di riflettere, di indagare il passato per sperimentare il nuovo e proiettarsi verso il futuro.


venerdì 30 novembre 2012

L'intelligenza del libro

Lo scorso 10 novembre, ad Alba, alla presenza del ministro della Pubblica Istruzione, con una grande e affollatissima festa e una mostra, è stato presentato il libro 999 storie sull'amore.

Ideato e realizzato nel corso di un progetto durato due anni, il libro è stato voluto dalla Fondazione Elena e Gabriella Miroglio, e ha coinvolto noi Topipittori in qualità di consulenti, Giulia Mirandola, Hamelin Associazione Culturale, qualche decina di insegnanti e dirigenti scolastici del territorio di Alba e Bra e, soprattutto, un migliaio di bambini e ragazzi.

Se il titolo 999 storie sull'amore vi richiama Nove storie sull'amore, è perché è stato proprio da questo libro, nato su commissione della famiglia Miroglio, che si è sviluppato il progetto 999 storie sull'amore. Pensato per coinvolgere i bambini e i ragazzi delle scuole del territorio, il progetto ha avuto una fase preliminare di formazione degli insegnanti sull'uso degli albi illustrati in classe, una seconda fase di lettura e riflessione condivisa nelle classi del libro Nove storie sull'amore, e una terza fase  finalizzata alla realizzazione da parte dei bambini di progetti, individuali o collettivi, incentrati sul tema dell'amore, e tesi a sviluppare una "educazione ai sentimenti" nei giovani allievi delle scuole dell'infanzia e primarie.

I lavori delle classi in mostra nella chiesa di San Domenico ad Alba.
E un momento dell'affollata presentazione.

Gli elaborati dei ragazzi - che, significativamente, sono stati quasi esclusivamente collettivi, giusto a ricordarci che se bisogna parlare d'amore bisogna farlo almeno in due - sono stati poi selezionati da un comitato composto da Elisa Miroglio, noi Topipittori, Giulia Mirandola e Ilaria Tontardini (Hamelin). La finalità di questa selezione: pubblicare un libro che raccogliesse gli elaborati più rappresentativi del lavoro svolto dai ragazzi in classe e che, oltre a servire per finanziare le attività della Fondazione Nuovo Ospedale Alba Bra onlus, potesse anche servire da guida e ispirazione allo sviluppo di altre, e analoghe attività.




Ciò che ha guidato l'attività di selezione non è stato un criterio puramente estetico: quelli che sono stati raccolti nel libro non sono necessariamente i testi, i disegni, i lavori più belli fra quelli presentati; ma sono - o, almeno, vorrebbero essere nell'intenzione di chi li ha scelti - quelli più rappresentativi dell'originalità, della spregiudicatezza, della freschezza e della passione con la quale bambini e ragazzi hanno declinato e interpretato la parola "amore"





Nonostante questo (o, forse, proprio per questo) ne è venuto fuori un libro bellissimo. Perché quel che i bambini fanno, dicono e pensano è sorprendente di per sé, per l'angolazione del loro sguardo sulle cose. E grazie a una persona che fin qui non abbiamo nominato per non rovinarvi la sorpresa, anche se ha partecipato al progetto fin dall'inizio. Questa persona si chiama Marina Del Cinque, e affermare che sia una grafica sarebbe riduttivo.



Marina (il cui sito internet perennemente in costruzione è qui, e che con noi ha realizzato questo libro e ha contribuito a questo e questo e questo) è indubbiamente una grafica straordinaria, cresciuta alla scuola di Italo Lupi, dal quale ha appreso una impeccabile lezione di equilibrio e pulizia. Ma la sua caratteristica più peculiare è che possiede l'intelligenza del libro.





Un'intelligenza che le permette sempre - e in questo caso in particolare - di individuare il senso della narrazione e di sottolinearlo, senza diventare mai troppo presente, troppo ingombrante. Per 999 storie sull'amore ha saputo, con rara maestria, raccogliere, ordinare, disporre e organizzare voci diverse, frasi disparate, segni a volte contrastanti. E ha fatto di questi elementi non un catalogo, ma una affascinante conversazione, un discorso che trova compiutezza soprattutto grazie agli accenti (ora gravi ora acuti) che ha evidenziato e ai ritmi che ha saputo imprimergli.



Il libro, che ha avuto grandissimo successo e venduto un gran numero di copie, è nato con uno scopo benefico: il prezzo di 35 euro è interamente devoluto alla Fondazione Nuovo Ospedale Alba Bra onlus, che lo destinerà all'acquisto di apparecchiature medico scientifiche per il reparto materno infantile dell'erigendo ospedale.


Qui e qui, invece, trovate questa esperienza raccontata da alcuni ragazzi, nei blog delle rispettive scuole.




Chi volesse acquistare il libro lo può fare rivolgendosi a queste librerie:
ad Alba
- Libreria il Bandolo: piazza Savona 7
- Libreria Milton: via Pertinace 9
- Libreria l'Incontro: via Mandelli 13
- Libreria La Torre: via Pertinace 8
- Libreria Zanoletti: via Cavour 5
a Bra:
- Libreria Il Crocicchio: via Fratelli Carando,8, Bra
- Premiata Libreria Marconi: via Marconi 13, Bra
a Torino:
- Abook: via Nizza 240/103
a Milano
- Abook piccolo: via Rovello, 2 (nel cortile del Piccolo teatro)
- Libreria degli Atellani: Corso Magenta, 65
o direttamente 
- alla Fondazione Nuovo Ospedale Alba Bra onlus
- alla Fondazione Elena e Gabriella Miroglio.

lunedì 25 giugno 2012

Come veri grafici

[di Chiara Armellini]

«Ma c'è il dinosauro, in questo libro? E il drago sputafuoco?»
«Ottima idea, non ci avevo pensato… ma potresti farne uno tu», suggerisco a E., piccolo partecipante del mio primo laboratorio per bambini da Ti faccio a pezzetti, tenuto a Bologna durante i giorni della Fiera del Libro 2012.
In questi laboratori incontro tanti bambini come E., ovvero bambini che con le loro idee, intuizioni e il loro sguardo nuovo sulle cose, il loro pensiero privo di pregiudizi, mi illuminano ogni volta. Prima di tutto perché sono pratici, logici, sicuri, sanno quello che vogliono realizzare una volta capito il lavoro da affrontare; ma nello stesso tempo, sono espressivi e liberi da preconcetti visivi o da stili.



Immagini dal mio primo laboratorio su Ti faccio a pezzetti, Bologna 2012.

Curioso è anche notare come i bambini sappiano sperimentare e progettare con grande professionalità come dei veri grafici: fanno domande e risolvono problemi che incontrano volta per volta, si interrogano su come uscirà la stampa o su come si può tagliare un buco dentro un altro buco eccetera.
E tutte le volte che lavoro con loro sono stimolatissima, perché con i bambini mi ricarico sempre, le loro idee sono originali, i risultati sorprendenti.





Immagini dal mio primo laboratorio su Ti faccio a pezzetti, Bologna 2012.

Esattamente come questi bambini, anch'io due anni fa mi sono cimentata per la prima volta con le stampe, con lo stesso entusiasmo e lo stesso stupore, forse anche con gli stessi interrogativi. Ho realizzato dei timbri con pezzi di gomma intagliati, inchiostrati e stampati a mano.
Da diverse prove e da alcune sovrapposizioni casuali sono emersi i primi tentativi di "pezzi animaleschi" timbrati:







Da qui è venuta poi l'idea di rappresentare cinque animali e di inviarli alla selezione per la Mostra degli illustratori 2010, della Bologna Children's Book Fair. Il progetto però doveva avere anche un filo conduttore, così ho deciso di pormi un vincolo, un'idea base da seguire, e ho pensato di rappresentare le vocali dell'alfabeto con gli animali. Ecco qui le A E I O U o meglio bAboon, zEbra, lIon, Owl e tUrtle:




E così, questi cinque primi fortunati esperimenti sono stati selezionati alla Fiera del Libro 2010, dove sono stati esposti, e, in bella vista da tutti, hanno fatto il loro dovere, ovvero attirare l'attenzione di alcuni editori, oltre a prendersi dei complimenti e a farsi anche un viaggio nei musei del Giappone!


Museo d’Arte Itabashi, Tokyo, Giappone.

Grazie alla visibilità data dalla Fiera del libro, i Topipittori mi hanno contattato, ci siamo conosciuti, abbiamo parlato delle tavole, della tecnica, del come e del perché... ma soprattutto del progetto da realizzare per un libro illustrato. L'abecedario da cui ero partita si è trasformato in questo libro-gioco intitolato Ti faccio a pezzetti. Dal titolo accattivante si deduce subito che qualcosa verrà scomposto, distrutto o creato. Aprendo il libro, il meccanismo del gioco, a ogni giro di pagina, è semplice e immediato: un testo-indovinello in rima, e una immagine-indovinello fatta di pezzi sparpagliati e caotici, sono i primi indizi per scoprire di che animale si sta parlando (o che animale si sta guardando). Girando pagina, ecco la soluzione, e il disegno, che prima era un caos di forme, diventa un'immagine leggibile, composta, unitaria e ordinata.

La grafica del libro è stato felicemente studiata da Marina del Cinque, che ha arricchito le pagine dei testi con font e scelte cromatiche appropriati al contenuto.




Un aspetto bello e interessante del libro è che il concetto che ne è alla base, la scomposizione e ricomposizione, e la tecnica con cui sono realizzate le immagini danno luogo a un processo potenzialmente infinito, di continua trasformazione: perché una volta costruito un pezzetto, si possono inventare e timbrare animali nuovi, mai visti o estinti, come il dinosauro o, appunto, il drago sputafuoco.

Il drago sputafuoco