La Bibbia, si sa, è Il Libro. E dei libri esaurisce tutte le possibili descrizioni.
Affrontarla come una qualsiasi altra lettura, cioè aprendola a pagina uno, forti solo della propria buona volontà, è sforzo destinato a fallire. Più o meno come leggere un'enciclopedia, in rigoroso ordine alfabetico. Qualcuno, lassù, osserva l'incauto lettore e si prende gioco di tanto mal riposto zelo.
Giusi Quarenghi ha fatto passare quindici anni fra il suo primo incontro con la Bibbia e il magnifico libro che le ha dedicato, pubblicato da Rizzoli nello scorso mese di luglio, con illustrazioni di Michele Ferri. Si intitola Io ti domando e ci indica una strada non solo verso le parole delle sacre scritture, ma verso la parola tout court e verso il rapporto che abbiamo con essa, se è vero che attraverso la parola abbiamo la possibilità di interrogare noi stessi, gli altri, le cose che abbiamo intorno, il creato, il mistero del nostro essere al mondo e la relazione che intratteniamo con esso nella nostra coscienza, nel nostro pensiero, che si sia credenti o no.
Riuscire in una simile impresa, aprire la Bibbia alla comprensione, e non a una sola comprensione ma alle sue infinite possibili, credo sia cosa che riesca a pochi. Giusi Quarenghi, dimostrando un'altezza di pensiero straordinaria e una coscienza degli strumenti narrativi davvero impressionante, c'è riuscita. Ogni cosa nel suo testo appare di chiarezza adamantina, anche là dove compito della parola è raccontare la difficoltà di dare e trovare senso, di addentrarsi nell'abisso dello sperdimento, della confusione e del dolore, di distinguere il bene dal male, di rimanere affacciati sul mistero, senza risposte, senza garanzie, senza appigli.
Il libro è ammirevole anche per semplicità e intelligenza di impianto: le storie della Bibbia, i suoi personaggi, sono seguiti e approfonditi da un corredo di domande a cui l'autrice risponde ricorrendo alle meravigliose interpretazioni attinte dalla lettura del Midrash e del Talmud che ne sondano i profondi significati, sempre rigorosamente circostanziati, e tuttavia dall'autrice lasciati aperti in modo da consentire al lettore infiniti spunti di riflessione.
Ciò che ne viene fuori è il racconto di una relazione intensa e ineludibile, quella fra l'Uomo e Dio, così complessa, ricca, difficile, violenta, delicata, viva, tesa, combattuta, ardente, resa in tutte le sue sfumature, e soprattutto così imprevedibile, eccentrica, poco convenzionale, in barba a ogni tentativo di ortodossia, da lasciare interdetti. E da offrire punti di vista esistenziali, religiosi, filosofici di sorprendente novità. A partire dal concetto stesso di Dio: un Dio inedito di questi tempi, pieno di umorismo, di ironia, di dubbi, di insofferenza verso il servilismo degli adoratori, poco interessato al proprio e all'altrui potere, disperatamente impegnato a far apprendere all'uomo la complicata lezione della libertà.
Io ti domando è un un libro davvero unico per spessore intellettuale e culturale, da tenersi ben stretto, da leggere e rileggere. E da regalare, esclusivamente, agli amatissimi.
1 commento:
Bella recensione e segnalazione. Grazie.
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