venerdì 8 ottobre 2010

Si vede la pagliuzza nell'occhio dell'altro

Il New York Times di oggi pubblica un articolo sullo stato del mercato del picture book negli Stati Uniti.
Molto interessante, ma a nostro avviso giunge a conclusioni solo parzialmente soddisfacenti. Non c'è dubbio che l'atteggiamento delle famiglie, accuratamente descritto nell'articolo, abbia un peso. Ma bisognerebbe anche domandarsi quanta parte della disaffezione del pubblico sia responsabilità del conservatorismo bacchettone della maggior parte delle case editrici statunitensi. Un'ipotesi che l'articolo stesso pare confermare, indicando in due veri rivoluzionari, Sendak e il Dr. Seuss, gli unici autori che - nonostante gli anni - continuano a vendere bene.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Concordo pienamente!

Cristiana C. ha detto...

Cari amici Topi,
sono giorni che seguo l'infuocata discussione, seguito dell'articolo apparso sul NYTimes cui fate riferimento: non posso fare altro che concordare con voi.

Forse troverete interessanti anche questi post, usciti proprio in America:

Nine Kinds of Pie http://www.philnel.com/2010/10/08/picture-book-is-dead/

A Fuse#8 Production
http://blog.schoollibraryjournal.com/afuse8production/2010/10/11/fusenews-hes-the-greatest-secret-agent-in-the-world/

Seven Impossible Things
http://blaine.org/sevenimpossiblethings/?p=2008

Credo diano un interessante panorama in merito alla visione dei professionisti dell'educazione, e non solo.

Credo che alla fine questa polemica, nata da un articolo non propriamente accurato ad essere sinceri, non fara' che del bene agli albi illustrati.

Buon lavoro!!!

Topipittori ha detto...

Grazie delle informazioni, Cristiana. Te la immagini una discussione infuocata sugli album illustrati partita da uno dei nostri quotidiani?

Questo è un paese dove le famigliole con bambini piccoli la domenica vanno in gita sui luoghi di efferati delitti e intervistati dichiarano di farlo "a scopo educativo". Credo che questi comportamenti siano strettamente legati alle caratteristiche e alla qualità dell'informazione dei nostri media.

Cristiana C. ha detto...

Malauguratamente è proprio come dici!! Sarebbe bello se la stampa italiana, una volta tanto, degnasse la letteratura all'infanzia dell'attenzione che dovrebbe avere di diritto! Quando però penso che lo scorso anno, la notizia che l'Italia era l'ospite d'onore al Salon di Montreuil, è stata ignorata dalla maggioranza delle testate nazionali mi viene una rabbia pazzesca, per il panorama giornalistico che delinea, per il poco valore che la cultura ha in questo paese. Meglio non pensarci, stringere i denti e andare avanti!