mercoledì 24 novembre 2010

El último verano de la boyita

Giulia Mirandola ci manda una recensione di un film di Julia Solomonoff, che molto volentieri pubblichiamo.

La boyita è una roulotte nel giardino di Jorgelita, dieci anni, e della sorella Luciana, tredici, un luogo di giochi, nascondiglio segreto, casita, riparo, che occupa intensamente i primi minuti del film, così come ha occupato fino a quel momento le vite delle due ragazzine.  
El último verano è l’ultima estate. Ultima, appunto, prima che tutto, definitivamente, cambi. Prima della separazione dei genitori. Prima della partenza per le vacanze, Luciana con la madre, al mare, e Jorgelita con il padre, in campagna. Prima delle prime mestruazioni. Prima, soprattutto, di conoscere il segreto di Mario.

Se c’è una cosa che Jorgelita non esita a fare è porre domande. A se stessa e agli adulti con medesima franchezza, identica intelligente ostinazione. Sarà la campagna, con la sua lentezza inusitata, la sua calura insopportabile, il teatro di molte iniziazioni nel campo dei sentimenti, dell’identità, dei vincoli parentali e delle leggi talvolta crudeli che li regolano, dello sviluppo fisico, della percezione del dolore e del piacere. In questo viaggio di formazione, Jorgelita ha per compagno un ragazzino biondo di nome Mario, figlio di braccianti, cresciuto in mezzo ai cavalli e ai campi, silenzioso, resistentissimo. In corpo un segreto antico, che lui stesso, alle soglie dell’adolescenza, fatica a spiegarsi.


Questo film – uscito nel 2009 al festival internazionale di San Sebastian e da allora pluripremiato – è assente dalla grande distribuzione, e dunque tragicamente invisibile ai più. È il destino di molte pellicole che passano nella programmazione di festival e rassegne e poi spariscono in un buco nero. Con la storia di Jorgelita e Mario la regista argentina Julia Solomonoff firma un capolavoro e tocca un tema difficilissimo
– l’intersessualità – da grande narratrice, senza indecisione, con infinita dolcezza.

El último verano de la boyita è un film per ragazzi, per adolescenti e per adulti, da vedere più di una volta, da cercare, da mostrare nelle scuole, soprattutto, senza timore e senza veli.

4 commenti:

Andrea Calisi ha detto...

che bello! cercherò di vederlo. grazie per il consiglio
andrea

Anna ha detto...

Grazie per la segnalazione!

La Garba ha detto...

Sei sempre brava e attenta, Giulia!

Anonimo ha detto...

Un problema (ma forse non è appropriato chiamarlo in questo modo) più diffuso di quanto si creda. Il film sembra trattarlo con delicatezza e il tono giusto. Interessante l'intervista alla regista. Grazie per questo post.