martedì 30 novembre 2010

...ogni colore, ogni minimo oggetto [...] hanno la loro ragione d'essere

A noi piace lavorare con i cosiddetti “giovani illustratori”: gente che ha compiuto studi e si è magari specializzata, ha un’età nella quale i nostri genitori (e anche i loro, probabilmente) avevano già figli grandicelli e si consideravano adulti a pieno titolo. Ci piace lavorare con loro perché hanno già raggiunto una maturità espressiva, ma restano ancora innovativi, spregiudicati e sono ancora invasi dal sacro fuoco. Se qualcosa di grande sarà fatto, saranno loro a farlo. Come è sempre successo. Un esempio? Eccolo qui



Edouard Leon Louis Legrand, detto Edy, all’epoca meno che trentenne, pubblica Macao et Cosmage nel 1919. Il colophon, in quarta copertina, recita: Achevé d’imprimer le 30 novembre 1919 (quindi, buon compleanno, Macao). È il primo libro della oggi gloriosa Editions de la Nouvelle Revue Française.  Un librone fragile, rivestito in carta, di grandissimo formato (40 x 40 cm chiuso; 80 x 40 cm aperto), stampato magistralmente da Tolmer e colorato a mano, con la tecnica del pochoir, da Saudé. Insomma, un monumento tipografico, oggi di grande rarità, destinato ai collezionisti maniaco-ossessivi, come noi, date le valutazioni correnti.

La storia è quella di Macao e Cosmage, uomo e donna, moderni Adamo ed Eva che abitano un paradiso terrestre dimenticato, se non da Dio, almeno dagli uomini, in perfetto equilibrio con la natura.


Poi arriva una grande nave.


Ne scendono uomini e, con loro una promessa di modernità che porta alla distruzione del paradiso, attarverso un processo affascinante quanto crudele e irreversibile. 


Un processo che passa (accade così ancora oggi) dalla trasformazione del paesaggio in cartolina, icona turistica, bellezza da ammirare per sé, privata di ogni senso e funzione.


In vecchiaia, Macao e Cosmage chiedono di poter cercare un nuovo paradiso. E aparentemente lo trovano, visto che nell’ultima tavola, il paesaggio torna a essere non più sfondo all’uomo, ma protagonista con l’uomo.


Ma quello che ci interessa qui, al di là della bellezza delle illustrazioni, della finezza della realizzazione, della rarità dell’oggetto e dell’innovazione nella gestione del rapporto testo/immagine che il libro ci propone, è tornare indietro, alla prima pagina del libro, e leggere la dichiarazione che lo apre: un appello al bambino lettore che vale per questo come per ogni altro libro. E questo appello dice così:


“Bambino, nelle pagine seguenti ogni colore, ogni minimo oggetto, i più piccoli animali hanno una ragione d’essere… Tocca a te scoprirla. Guarda attentamente… non racconto altro che la storia di Macao e Cosmage. Questa storia sarebbe triste, se non fossi persuaso che, oggi, loro sono felici… Il solo mistero della vita ci è svelato, quando sappiamo dove risiede la felicità… Il tuo amico Edy Legrand.”

Se adesso ardete dal desiderio di tenere questo libro fra le mani, ma non avete un migliaio di euro da spendere per l’originale, vi potete acontentare della dignitosissima edizione Circonflexe, assai rispettosa dell’originale, che potete comprare qui.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Sporadica ma ammirativissima leggitrice di questo blog, cari Topi, vi segnalo due piccoli errori di francese in questo entusiasmante post. La tecnica del pochoir (e non pochior, come riportato nel testo) e una sfumatura nella traduzione dell'appello al bambino presente all'interno del libro. E cioè non come dite voi: "non racconto altro che la storia di..;" bensì: "Io non racconto solo la storia di..." cioè, vale a dire: "Fà attenzione, bambino, io non ti sto raccontando solo questo, ma ben altro..."Trovo che la differenza sia piccola ma importante, dato che (cito proprio dall'autore dello stesso testo) "ogni piccolo oggetto ha la sua ragion d'essere".

Topipittori ha detto...

Cara Beatrice: il primo è indubbiamente un refuso; il secondo, invece, è responsabilità del nostro pessimo francese. Possiamo ingannare qualcuno facendo finta di parlarlo bene, ma scriverlo e tradurlo è ben altra cosa.

Topipittori ha detto...

... dimenticavo: grazie!
Abbiti cura