martedì 21 dicembre 2010

È inverno!

All'inverno per i bambini è una gran gioia perché viene la neve ed essi possono tirar palle e poi scivolare colle scarpe, ma se passa un carabiniere sono come tanti uccellini col cacciatore.

Da tre anni ho lo slittino ma quante tombole in mezzo alla neve, perché, peccato, non ha i pattini ed è per quello che si fanno tante tombole. Una volta un ragazzo mi aveva detto di prendere un cerchio delle botti ma il mio babbo mi ha detto: No, lo adopero io. E così il mio povero slittino è rimasto senza pattini.


Questo pensiero, con cui inauguriamo la stagione invernale del nostro blog, appartiene a Giuseppe Noriller di Borgo Sacco che nel 1929 aveva nove anni. L'abbiamo trovato in un bel volume, Bambini di montagna. Storie d'infanzia 1870 – 1960, a cura di Quinto Antonelli e Cristina Zorzi, edito nel 2010 dalla Fondazione Museo Storico del Trentino e dall'Ente Parco Naturale di Paneveggio Pale di San Martino. Il libro raccoglie parte della documentazione esposta nella mostra Bambini di montagna – allestita nell’estate 2009 a Villa Welsperg e nella primavera 2010 presso le Gallerie di Piedicastello: vecchie fotografie in bianco e nero, illustrazioni, disegni e pensieri di bambini di molto tempo fa, storie vere e inventate, leggende, fiabe, oggetti, libri, quaderni, fogli sparsi e calendari. Per cercare di far rivivere le storie e le fantasie dei bambini e dei ragazzi vissuti sulle montagne trentine quando la vita era più difficile e molto più povera. Per ricostruire un mondo contadino che ora non esiste più, se non nella memoria scritta e orale delle donne e degli uomini più anziani. Alcuni di loro, in occasione della mostra, sono stati intervistati a commentare i luoghi e le tappe di queste infanzie contadine. Le loro testimonianze sono raccolte nel DVD allegato al libro.
A leggere queste pagine, intense e belle, vengono in mente certi racconti di Dino Buzzati, anche lui bambino cresciuto fra montagne, e di montagne poi per sempre appassionato frequentatore, narratore e pittore. È l'effetto che ci fa questa storia “gotica”, scritta nel 1930, in seconda elementare, da Marco Aurelio Eccel, di Pergine, per riassumere la leggenda di San Nicolò che la maestra aveva raccontato, la mattina, a scuola.

Tre bambini scapparono di casa. Venne la notte e ebbero paura e chiamarono mamma. Passò un oste e li prese con sé. Condusse i bambini nella sua cantina e li ammazzò. Tagliò la carne a pezzetti e la mise nel mastello e la salò. Il giorno dietro venne San Nicolò e disse all'oste: Datemi da mangiare carne salata. Non ne ho, rispose l'oste. Allora S. Nicolò scoperchiò il mastello e saltarono su i tre bambini sani. Il miracolo fece diventar buono l'oste.

Nessun commento: