mercoledì 27 aprile 2011

È l’albero che dà la vita

Qualche tempo fa, Isabella Meninno ci scrisse per metterci al corrente che alla scuola dell'infanzia Anna Frank di Reggio Emilia, dove lavora come atelierista, genitori, insegnanti e bambini stavano allestendo uno spettacolo tratto dal nostro libro Gli uccelli. Fummo orgogliosi che un’iniziativa così interessante potesse nascere da una nostra scelta editoriale. Ma non solo: il modo in cui Isabella descrisse quel lavoro, le parole che usò, ci fecero pensare che sarebbe stato bello sapere di più di quel che accadeva in quella scuola. Così le proponemmo, in futuro, di mandarci altri materiali sulle attività che vi si svolgevano. Mai come oggi, a nostro avviso, è importante mettere in luce la qualità del lavoro scolastico.

Alcuni giorni fa, ecco arrivarci il file di un libro dal titolo È l’albero che dà la vita: edizione realizzata dai bambini sotto la guida delle maestre Ines Cucchi, Cristina Vadacca,Teresa Napolitano; di Isabella, appunto, in veste di atelierista, e della pedagogista Paola Strozzi.
Qualche giorno fa abbiamo postato un articolo in cui parlavamo della necessità di spingere i bambini e i ragazzi, prima ancora che alla lettura, ai modi e ai tempi necessari alla costruzione di parametri utili a leggere quel che è intorno a loro, per stabilirne il valore. Ecco: nelle pagine di questo libro si coglie questa volontà al lavoro, si percepiscono il silenzio, il pensiero e l'attenzione all'opera, e la qualità di una creatività mai fine a se stessa, ma strumento di precisione volto all'indagine del mondo.
Siamo contenti di mostrarvene alcune parti e di farvi leggere alcuni brani tratti da questa pubblicazione che davvero dà conto della nobiltà di quel che può significare “fare scuola” (per leggere i testi, cliccate sulle immagini).

Un giardino non è solo un insieme di piante e nemmeno un albero è un insieme di foglie. Ogni foglia risponde alla vita in modo diverso, assumendo forme e colori dettati da un susseguirsi di sole, ombra, temperature, pioggia, vento, neve. Ogni foglia è diversa dall’altra seppure legata dalla familiarità all’albero madre. I misteri del tempo, dell’appartenenza, dell’invecchiamento sono diventati altre chiavi, altre lenti di ingrandimento che hanno fatto affezionare i bambini ai luoghi abitati. Il mistero si dipanava sotto i loro occhi solo nel susseguirsi dei giorni. Il disseccamento delle foglie non passava più inosservato ma valutava la capacità di un essere-foglia di resistere al tempo e trattenere acqua attraverso le sue venature. Insieme ai bambini ci siamo appassionati anche noi. Forse ancora non possiamo dire di aver aperto un progetto, ma di aver gettato solide basi per farlo. La bellezza dei loro disegni è indubbia. Le loro pitture sono di una bellezza fuori dallo stereotipo, dove si incontrano forme personalissime di foglie; dove in ogni foglia, convivono più di un’immagine di foglia, in un misto di astrazione e libertà compositiva, dove il colore è usato con decisione e grazia, dove i bambini dicono, senza dirlo: e chi ha detto che una foglia è verde? È da qui che ci interessava partire, da una visione personale, costruita nel tempo da ciascuno di loro, dalla sorpresa delle insegnanti di trovare un gruppo così interessato e capace in questo modo di rivisitare anche le cose più visitate....

(brano tratto dall'introduzione Tempo della comprensione, di Isabella Meninno)



Il  nostro modo di vedere le cose è influenzato da ciò che sappiamo o crediamo [...] ciò che guardiamo è, sempre, il rapporto che esiste tra noi e le cose.”
John Berger, Questione di sguardi

Nel quarantennale giardino della nostra scuola gli alberi ci accompagnano con la loro presenza, offrendoci bellezza, maestosità, testimonianza di un ciclo di vita che si ripete attraverso le stagioni. Sono presenze  preziose che hanno saputo incuriosire e affascinare i bambini. Il giardino è diventato così un luogo di ricerca dove sviluppare quella sensibilità empatica ed ecologica che sappiamo appartenere ai bambini ma che deve essere cura della scuola saper coltivare ed espandere Alternando momenti di esplorazione nel parco e di riflessione attraverso diversi linguaggi: quello verbale, ma anche quello grafico e costruttivo con la carta, la creta, il filo di ferro e la luce, i bambini hanno riflettuto sulla circolarità degli eventi naturali, sui segni di vita che possiamo leggere sulle cose. Anche una proposta apparentemente tanto semplice come avvicinarsi alle foglie che in ogni stagione si posano sul cortile della scuola, mettendole in relazione a diversi contesti di vita, crediamo possa rappresentare per i bambini un modo aperto, diremmo quasi etico e a tutto tondo di avvicinarsi alle cose, conoscendole e cogliendone anche da soli la complessità. 

Le esplorazioni dei bambini in giardino vengono riprese e amplificate dentro la scuola.
Le foglie raccolte vengono osservate, catalogate nella ricerca di similitudini, differenze, identità. Ciò che più ha fatto discutere i bambini è stato il ‘segreto’ delle foglie: nel tempo cambiano colore, si seccano, si accartocciano e si trasformano. Una vera e propria magia!
Una conferma di una “sensibilità accresciuta” da parte dei bambini, ci pare di averla colta nel cambiamento del loro atteggiamento nell’esplorazione del giardino. All’inizio le foglie erano solo qualcosa di interessante, sì, ma differenziate solo per forma, un po’ indipendenti dall’albero che le ospitava. Ora sulla vita degli alberi e delle foglie i bambini hanno costruito ipotesi e teorie. Si interrogano sulle loro identità e caratteristiche. È emersa con forza la capacità dei bambini di stabilire un contatto, un dialogo sottile e profondo con l’albero, la capacità di cogliere diversi elementi tutti in relazione tra loro. 


Abbiamo curato con attenzione il linguaggio grafico attraverso il quale i bambini potevano continuare ad interrogarsi e a costruire ipotesi sul cambiamento.
Riproducono una foglia accartocciata con la carta, riuscendo a dare forma e visibilità a un concetto molto importante nella vita dell’uomo e vicino anche alle curiosità e passioni dei bambini: il concetto di trasformazione. Infine ritornano alle foglie secche con una visibilità inaspettata e nuova.
Questa pubblicazione vuole rappresentare una prima provvisoria sintesi dell’esperienza di incontri nel parco attraversata nei primi tre mesi di questo anno scolastico. Provvisoria perché continueremo a seguire le evoluzioni della vita delle foglie e degli alberi attraverso l’inverno e la successiva primavera.

(brano tratto dall'introduzione Tempo al tempo, di  Ines Cucchi, Cristina Vadacca,Teresa Napolitano).

6 commenti:

aliciabaladan@gmail.com ha detto...

Un lavoro magnifico!
Molto interessante anche per noi illustratori, che dell’osservazione profonda dobbiamo fare continuo esercizio.

la lumaca querida ha detto...

un approccio al reale, alla vita in cui siamo immersi, che sarebbe utile anche per i cosiddetti "grandi"
Complimentissimi

Unknown ha detto...

Bellissimo lavoro! Complimenti alla scuola per l'infanzia Anna Frank! :)

Piero ha detto...

Un lavoro meraviglioso!
E poi che sollievo toccare con mano una cosa troppo spesso misconosciuta: la qualità altissima di molti insegnanti di questo paese!

Il tipo di approccio al mondo delle forme è molti punti di contatto con quello che (a mio parere) è forse il più fecondo e ancora vitale filone di ricerca delle avanguardie artistiche del secolo scorso: quello partito dal "Blaue Reiter" e giunto a maturazione nelle lezioni di Paul Klee alla Bauhaus all'inizio degli anni venti (tutte raccolte in due volumi editi anche in italiano).
«Teoria della forma e della figurazione. Storia naturale infinita» è stato di recente ripubblicato da Mimesis dopo (incredibilmente) quarant'anni dalla prima edizione presso Feltrinelli. Si tratta di un libro (sempre a mio parere) fondamentale.

Comunque: complimenti a Isabella e a tutte le insegnanti della scuola Anna Frank!

simona ha detto...

che bello.
Ma questo libro si può comprare?

Topipittori ha detto...

Temo di no, Simona. Proverò comunque a chiedere a Isabella...