martedì 12 aprile 2011

Lab007. La parola al teatro jeune public

Ank!Ang!, Malmö, 2011. Foto Karin Serres

[di Federica Iacobelli]

Se il teatro jeune public, come lo chiamano oltralpe, fosse un albo illustrato, le sue immagini sarebbero italiane e le parole francesi. È un paradosso, certo, ma significa che il "teatro ragazzi", come lo chiamiamo qui, ha vissuto e vive nel nostro paese soprattutto come visione, regia, spazio e azione, laddove in Francia ha prediletto e predilige invece il lavoro sulle storie, ovvero sulla lingua che può raccontarle. Perché le lingue del teatro, e tanto più di quel teatro che pensa e parla a un’età ancora in formazione, sono specchio delle cultura e della storia di un paese, del senso dell’infanzia in una società, del posto che il teatro occupa tra le altre arti nazionali e del ruolo che in esso il testo trova o non trova.

Crédit photo © Jasper, l'Oi photographe
 Un pomeriggio del 2007, mentre mi interrogavo sulle possibilità della parola per il teatro d’infanzia italiano, nel caffè del Centre Culturel Suedois di Parigi ho incontrato tre donne: la scrittrice, drammaturga e scenografa Karin Serres, la  ‘chargée de mission théâtre & jeune public’ dell’Istituto svedese parigino, Marie Selze Kraft, e la traduttrice franco-svedese Marianne Segol. Con loro c’era anche il neonato Lab007, un progetto di messa in rete tra le diverse scritture drammatiche europee per l’infanzia e per l’adolescenza. E nella nostra lunga conversazione di quel pomeriggio la parola che più ricorreva era un buffo verso, Ank! Ang!, ovvero il titolo del feuilletton teatrale multilingue di Lab007 al quale Karin Serres mi chiedeva di partecipare.

Karin aveva scritto il primo episodio di questo feuilletton, aveva lanciato il tema, i primi personaggi e le regole del gioco. Ank! Ang! era il verso di uomini, donne, ragazzi e bambini che a un certo punto, in diverse parti d’Europa, vedevano spuntare un paio di ali dalle proprie scapole e da quelle erano spinti a migrare, dal nord verso il sud, come uccelli. Per far volare Ank! Ang! nei cieli e sulle terre d’Europa, Karin Serres avrebbe coinvolto in successione autori di diverse nazionalità e chiesto a ciascuno di scriverne un episodio della durata di dieci-quindici minuti, ciascuno nella propria lingua e nello stile proprio e del proprio ‘teatro’, per poi tradurre tutto in tutte le lingue partecipanti e permettere a ciascuno di confrontarsi con le idee, le parole, le atmosfere, le domande delle altre scritture jeune public europee.

Ank! Ang! al Theatre Cafe Festival, 2010
Così, attraverso il feuilletton ma non solo, Lab007 cominciava a mettere insieme un gran numero di autori, traduttori e operatori culturali impegnati nel teatro contemporaneo per l’infanzia e per l’adolescenza. Così, mettendoli insieme, metteva in comune una serie di domande. In che cosa consistono le differenze tra un autore svedese e un autore francese o cèco o tedesco o italiano, oppure tra due diversi autori della stessa nazionalità ? È la cultura della società a cui si appartiene, a contare di più, o piuttosto il nostro personale mondo interiore ? Che cosa, invece, si può condividere come seme comune di un linguaggio? E a quale meta o cammino ci porta, far incontrare e scontrare diversità e comunanze teatrali?

Incontrarsi, appunto, conoscersi e conoscere, far circolare e mettere in comune le pratiche, le scritture e i loro autori in carne e ossa, così come le creazioni e le produzioni per l’infanzia e per l’adolescenza più ricche e più forti in Europa; e ancora, creare comitati di lettura in ciascun paese, lavorare in residenza in paesi stranieri sulla scrittura e sulla traduzione, promuovere letture e messe in scena ; e tutto questo a breve, medio e a lungo termine e, soprattutto, nel più gran numero di paesi possibile. Lab007 nasceva così, intorno a quel caffè di rue Payenne, metro St.Paul. E da lì cresceva, negli anni, coinvolgendo il Teatro de l’Est Parisien e quello de la Tete Noir, il Teatro Massalia a Marsiglia, la SACD Società degli Autori francese con l’Association Beaumarchais, l´Ambasciata di Francia in Svezia, la Maison Antoine Vitez di Montpellier, la Médiathèque di Bagnolet, Unga Klara, Riksteatern  e Teaterbiennalen a Stoccolma, il Baltic Center for Writers and Translators di Gotland, il Thalia Theater Halle di Halle, il Goethe Institut di Parigi e di Monaco e, via via, altri luoghi in altre parti d’Europa, a cominciare dall’Unicorn Theatre di Londra dove Ank! Ang!, il feuilletton, ormai arrivato a dieci episodi e a sette lingue (francese, tedesco, svedese, italiano, inglese, portoghese, catalano) è stato presentato alla fine del duemiladieci in lettura scenica con attori dagli otto ai quarant’anni.

Ank! Ang! a Villa San Michele ad Anacapri, estate 2008

Tra gli esperimenti più interessanti di Lab007 c’è senza dubbio il lavoro nelle scuole. L’idea dei comitati di lettura è stata infatti portata anche nelle classi, francesi e non solo, per far scoprire ai ragazzi delle elementari, delle medie e degli istituti superiori la scrittura teatrale contemporanea e far incontrare loro anche i suoi autori. I ragazzi leggono testi scelti dai comitati di lettura professionali nei diversi paesi. Quindi si riuniscono per scegliene uno e sono invitati a discuterne sia in classe che in situazioni pubbliche create appositamente. In questo modo, il testo teatrale diventa anche veicolo di conoscenza di lingue e culture straniere, permette di sperimentare senso e sonorità delle diverse lingue e anche di acquisire una sensibilità all’esercizio della traduzione. L’anno scorso per esempio, mi racconta oggi Marianne Segol, ragazzi francesi, svedesi e tedeschi hanno lavorato contemporaneamente, ciascuno nel loro paese e nella loro scuola ma di tanto in tanto anche insieme in occasioni di incontro internazionale, sui diversi episodi del feuilletton multilingue inventato da Karin Serres.
Ank! Ang! a Villa San Michele ad Anacapri, estate 2008
Quali sono, e quante, oggi, le possibilità della parola per il teatro d’infanzia italiano? Insieme a Lab007, la mia domanda non si è placata, anzi è cresciuta. Me la pongo ancora, e la pongo anche ad altri, scoprendo che non sono da sola. La visione, la regia, lo spazio e l’azione, sono lingue anche quelle, in teatro. Eppure oggi il bisogno di pensiero, di racconto, di profondità e di elaborazione di quelle emozioni e di quelle relazioni che la cultura del nostro tempo spesso rimuove, sembra portare con sé anche un bisogno più forte di parole e di testi.

Ank! Ang! a Villa San Michele ad Anacapri, estate 2008

1 commento:

s ha detto...

che post interessante proprio stamattina è venuta da noi nel piccolo centro educativo dove lavoro una ragazza che deve fare una tesi sull'intercultura nea teatro per la prima infanzia noi lavoriamo sulla narrazione attraverso gli albi illustrati coi bambini nelle scuole per varie fasce d'età ma non facciamo teatro invece questa esperienza mi pare una cosa bellissima!! grazie topi...preziosi e pittori naturalmente!