Qualche tempo fa, un amico mi ha scritto un messaggio che mi è arrivato dritto al cuore.
Diceva così: Ciao! Ma quando torni a fare qualche meraviglioso libro a naso? La mia risposta è stata: Caro Mauro, i libri a naso sono lontani mille miglia...
Per la precisione, l'ultimo è uscito nel 2006. Non poi così tanto tempo fa, perciò: cinque anni. Ma a me sembrano un milione. Il primo uscì nel 1998. E mi sembrano due milioni di anni fa.
Ma cosa sono I libri a naso?
I libri a naso sono gli ur libri illustrati dei Topipittori.
Sono i primi libri illustrati che abbiamo concepito, progettato e realizzato. Oddìo, per la verità non è del tutto esatto. Ma qual è stato il nostro primo libro illustrato, ve lo sveleremo fra qualche mese, in una speciale occasione.
I libri a naso erano piccoli volumi strenna che ogni anno a Natale, Calamus, il nostro tuttora attivo studio di comunicazione, produceva come regalo ai suoi clienti. Li facevamo insieme a Guido Scarabottolo, che li editava per la nostra stessa ragione, come doni.
Farli era un piacere puro. Arrivavamo trafelati a novembre senza uno straccio di idea.
Piombavo come una furia nello studio di Scarabottolo e cominciavo ad aggirarmi nervosamente fra le sue illustrazioni: occhi, orecchie e, per l'appunto, naso all'erta. Poi all'improvviso: colpo di fulmine. Alcune immagini cominciavano a farmi ronzare in mente delle frasi, dei raccontini. Alcuni personaggi prendevano ad aggirarmisi in testa con quella loro aria da vagabondi e dubbiosi esistenziali che hanno le creature di Scarabottolo: che si tratti di sedie, scolapasta, uomini, donne, tigri, telefoni, scheletri, sirene. In quattro e quatr'otto, mi mettevo sotto, e i testi erano pronti. A quel punto, trovate le immagini, individuate le parole, Guido, da grafico provetto qual è, li metteva insieme.
Infine si trovava un tipografo disposto a stampare il tutto a rotta di collo e il gioco era fatto.
Di solito I libri a naso erano pronti a vacanze natalizie appena terminate. Infatti sono sempre partiti a gennaio sulle ali delle poste italiane. Non prima. Un po' perché arrivavamo sempre col fiato corto all'appuntamento e, quindi, con un inevitabile ritardo, un po' perché in effetti ci piaceva di più l'idea che l'anno cominciasse, piuttosto che finisse, con un libro a naso sul comodino.
Perché I libri a naso sono stati degli oggetti un po' surreali e selvatici, poco convenzionali, non molto in linea con le atmosfere festive e le feste in famiglia.
I libri a naso battevano strade loro, marginali, si davano ai vagabondaggi su percorsi di secondaria importanza, seguendo modi propri, e poco definibili, di umorismo e serietà che sorprendevano persino noi che li facevamo.
Ma per quanto irregolari, per quanto solitari e fuori dagli schemi, avevano abbastanza nerbo da formare la loro brava collana, da fare gruppo, da riconoscersi e trovare l'uno nell'altro una propria dimensione amplificata.
Come se tutti insieme formassero effettivamente un corpo unico in cui scorgere il disegno, il senso complessivo di ognuno. Come se disegnassero una specie di costellazione e questa, ogni anno, registrata la propria rivoluzione astronomica, la restituisse sotto forma di racconto.
Dal 2003 si aggiunsero ai libri natalizi anche libri a naso editi in occasione di mostre e occasioni varie. E non solamente da noi.
Perché i libri a naso avevano uno spirito no logo, e chi voleva poteva stamparsene uno (sempre che avesse certe caratteristiche di famiglia) e poi comunicarcelo in modo da metterlo “in catalogo”, per così dire.
Quanti ne abbiamo pubblicati? Dodici. Alcuni hanno avuto anche edizioni in francese e in inglese, dato che i clienti, man mano, uscivano dai confini nazionali.
Ecco qui l'elenco:
1998 – G. Scarabottolo G. Zoboli – Storie dell’anno scorso
1999 – G. Scarabottolo G. Zoboli – Viaggio di HT
2000 – C. Piccioli G. Zoboli – Questo è un quartiere
2001 – F. Bazzurro G. Zoboli – Storia di Natale
2002 – G. Scarabottolo G. Zoboli – Vita e passione di BT quadro
2003 – G. Scarabottolo illustratore – 51° Premio Bancarella
2003 – C. Piccioli G. Zoboli – Cahier de la mode
2004 – Alberto Casiraghy Alberto Rebori – I nostri amici
2004 – G. Scarabottolo G. Zoboli – Love. A romantic novel
2005 – L. Ambrosi T. Bertacche G. Durì – La sindrome di Bau
2005 – G. Meschi G. Zoboli – Foto orizzontali
2006 – G. Scarabottolo G. Zoboli – Non crede alle sirene
Come vedete, ai libri a naso non ha lavorato solo Scarabottolo come illustratore. Ci sono stati Francesca Bazzurro, Alberto Rebori, Cristina Piccioli, e un libro a naso ebbe immagini fotografiche del grafico, e amico, lucchese Gabriele Meschi.
Cristina non è una illustratrice professionista. Però è agente di celebri illustratori. Così di illustrazioni e, soprattutto, di illustratori (cioè di casi psichiatrici) sa più lei di chiunque altro.
Dài e dài, a forza di veder disegnare, Cristina si è scoperta una vena di artista. Un giorno, nello studio di Scarabottolo, mi imbattei nei suoi folli personaggi e pretesi così, su due piedi, strepitando capricciosamente, di fare un libro a naso con i suoi schizzi. Ne feci due, poi.
Io adoro i libri fatti con Cristina. Trovo che siano degli iperlibri a naso, degli stralibri a naso, dei libri a naso all'ennesima: ne incarnano lo spirito con perfetta aderenza.
Detto questo, I libri a naso li amo pazzamente tutti: mi seduce irresistibilmente la facilità e il divertimento con cui venivano fuori, tipi con quell'aria così totalmente casuale, ma che al tempo stesso sanno da sempre che sarebbero venuti fuori esattamente così. Un prodigio. Mai più capitato.
Dipendeva dal fatto che li facevamo nella più piena libertà, nella totale mancanza di preoccupazioni circa il fatto che sarebbero dovuti piacere a qualcuno, che sui banchi delle librerie avrebbero dovuto gareggiare con altri libri, farsi vedere, essere venduti? Forse.
Li facevamo per regalarli e se a qualcuno non fossero risultati graditi, beh, poteva semplicemente disfarsene, cestinandoli o regalandoli a qualcun'altro, a sua volta.
In ogni modo, I libri a naso sono stati per noi una palestra importante di progettazione del libro: è più o meno con loro che ci siamo messi a lavorare con immagini, testi e illustratori.
Poi nel 2004 sono nati i Topipittori. E lì c'è stata la rivoluzione. Di libri ci siamo trovati a farne parecchi ogni anno. All'inizio, non molti: due. Ma in poco tempo il numero è cresciuto. Gradualmente tutte le energie e le cure sono confluite nella casa editrice, che siccome rappresenta, oltre che un lavoro bellissimo, un investimento molto serio, ti impone un senso di responsabilità, un'attenzione e un impegno costanti. Insomma, è una professione. Così I libri a naso, nella loro spensieratezza, sono andati tramontando.
Nessuna nostalgia: siamo cresciuti. Siamo cambiati. Abbiamo un'esperienza e soddisfazioni che mai ci saremmo sognati, solo pochi anni fa.
Però, ogni tanto, ripensandoci... i libri a naso... ah, che gioia!
Diceva così: Ciao! Ma quando torni a fare qualche meraviglioso libro a naso? La mia risposta è stata: Caro Mauro, i libri a naso sono lontani mille miglia...
Per la precisione, l'ultimo è uscito nel 2006. Non poi così tanto tempo fa, perciò: cinque anni. Ma a me sembrano un milione. Il primo uscì nel 1998. E mi sembrano due milioni di anni fa.
Ma cosa sono I libri a naso?
I libri a naso sono gli ur libri illustrati dei Topipittori.
Sono i primi libri illustrati che abbiamo concepito, progettato e realizzato. Oddìo, per la verità non è del tutto esatto. Ma qual è stato il nostro primo libro illustrato, ve lo sveleremo fra qualche mese, in una speciale occasione.
I libri a naso erano piccoli volumi strenna che ogni anno a Natale, Calamus, il nostro tuttora attivo studio di comunicazione, produceva come regalo ai suoi clienti. Li facevamo insieme a Guido Scarabottolo, che li editava per la nostra stessa ragione, come doni.
Farli era un piacere puro. Arrivavamo trafelati a novembre senza uno straccio di idea.
Piombavo come una furia nello studio di Scarabottolo e cominciavo ad aggirarmi nervosamente fra le sue illustrazioni: occhi, orecchie e, per l'appunto, naso all'erta. Poi all'improvviso: colpo di fulmine. Alcune immagini cominciavano a farmi ronzare in mente delle frasi, dei raccontini. Alcuni personaggi prendevano ad aggirarmisi in testa con quella loro aria da vagabondi e dubbiosi esistenziali che hanno le creature di Scarabottolo: che si tratti di sedie, scolapasta, uomini, donne, tigri, telefoni, scheletri, sirene. In quattro e quatr'otto, mi mettevo sotto, e i testi erano pronti. A quel punto, trovate le immagini, individuate le parole, Guido, da grafico provetto qual è, li metteva insieme.
Infine si trovava un tipografo disposto a stampare il tutto a rotta di collo e il gioco era fatto.
Di solito I libri a naso erano pronti a vacanze natalizie appena terminate. Infatti sono sempre partiti a gennaio sulle ali delle poste italiane. Non prima. Un po' perché arrivavamo sempre col fiato corto all'appuntamento e, quindi, con un inevitabile ritardo, un po' perché in effetti ci piaceva di più l'idea che l'anno cominciasse, piuttosto che finisse, con un libro a naso sul comodino.
Perché I libri a naso sono stati degli oggetti un po' surreali e selvatici, poco convenzionali, non molto in linea con le atmosfere festive e le feste in famiglia.
I libri a naso battevano strade loro, marginali, si davano ai vagabondaggi su percorsi di secondaria importanza, seguendo modi propri, e poco definibili, di umorismo e serietà che sorprendevano persino noi che li facevamo.
Ma per quanto irregolari, per quanto solitari e fuori dagli schemi, avevano abbastanza nerbo da formare la loro brava collana, da fare gruppo, da riconoscersi e trovare l'uno nell'altro una propria dimensione amplificata.
Come se tutti insieme formassero effettivamente un corpo unico in cui scorgere il disegno, il senso complessivo di ognuno. Come se disegnassero una specie di costellazione e questa, ogni anno, registrata la propria rivoluzione astronomica, la restituisse sotto forma di racconto.
Dal 2003 si aggiunsero ai libri natalizi anche libri a naso editi in occasione di mostre e occasioni varie. E non solamente da noi.
Perché i libri a naso avevano uno spirito no logo, e chi voleva poteva stamparsene uno (sempre che avesse certe caratteristiche di famiglia) e poi comunicarcelo in modo da metterlo “in catalogo”, per così dire.
Quanti ne abbiamo pubblicati? Dodici. Alcuni hanno avuto anche edizioni in francese e in inglese, dato che i clienti, man mano, uscivano dai confini nazionali.
Ecco qui l'elenco:
1998 – G. Scarabottolo G. Zoboli – Storie dell’anno scorso
1999 – G. Scarabottolo G. Zoboli – Viaggio di HT
2000 – C. Piccioli G. Zoboli – Questo è un quartiere
2001 – F. Bazzurro G. Zoboli – Storia di Natale
2002 – G. Scarabottolo G. Zoboli – Vita e passione di BT quadro
2003 – G. Scarabottolo illustratore – 51° Premio Bancarella
2003 – C. Piccioli G. Zoboli – Cahier de la mode
2004 – Alberto Casiraghy Alberto Rebori – I nostri amici
2004 – G. Scarabottolo G. Zoboli – Love. A romantic novel
2005 – L. Ambrosi T. Bertacche G. Durì – La sindrome di Bau
2005 – G. Meschi G. Zoboli – Foto orizzontali
2006 – G. Scarabottolo G. Zoboli – Non crede alle sirene
Come vedete, ai libri a naso non ha lavorato solo Scarabottolo come illustratore. Ci sono stati Francesca Bazzurro, Alberto Rebori, Cristina Piccioli, e un libro a naso ebbe immagini fotografiche del grafico, e amico, lucchese Gabriele Meschi.
Cristina non è una illustratrice professionista. Però è agente di celebri illustratori. Così di illustrazioni e, soprattutto, di illustratori (cioè di casi psichiatrici) sa più lei di chiunque altro.
Dài e dài, a forza di veder disegnare, Cristina si è scoperta una vena di artista. Un giorno, nello studio di Scarabottolo, mi imbattei nei suoi folli personaggi e pretesi così, su due piedi, strepitando capricciosamente, di fare un libro a naso con i suoi schizzi. Ne feci due, poi.
Io adoro i libri fatti con Cristina. Trovo che siano degli iperlibri a naso, degli stralibri a naso, dei libri a naso all'ennesima: ne incarnano lo spirito con perfetta aderenza.
Detto questo, I libri a naso li amo pazzamente tutti: mi seduce irresistibilmente la facilità e il divertimento con cui venivano fuori, tipi con quell'aria così totalmente casuale, ma che al tempo stesso sanno da sempre che sarebbero venuti fuori esattamente così. Un prodigio. Mai più capitato.
Li facevamo per regalarli e se a qualcuno non fossero risultati graditi, beh, poteva semplicemente disfarsene, cestinandoli o regalandoli a qualcun'altro, a sua volta.
In ogni modo, I libri a naso sono stati per noi una palestra importante di progettazione del libro: è più o meno con loro che ci siamo messi a lavorare con immagini, testi e illustratori.
Poi nel 2004 sono nati i Topipittori. E lì c'è stata la rivoluzione. Di libri ci siamo trovati a farne parecchi ogni anno. All'inizio, non molti: due. Ma in poco tempo il numero è cresciuto. Gradualmente tutte le energie e le cure sono confluite nella casa editrice, che siccome rappresenta, oltre che un lavoro bellissimo, un investimento molto serio, ti impone un senso di responsabilità, un'attenzione e un impegno costanti. Insomma, è una professione. Così I libri a naso, nella loro spensieratezza, sono andati tramontando.
Nessuna nostalgia: siamo cresciuti. Siamo cambiati. Abbiamo un'esperienza e soddisfazioni che mai ci saremmo sognati, solo pochi anni fa.
Però, ogni tanto, ripensandoci... i libri a naso... ah, che gioia!
7 commenti:
a quando una mostra? dovremmo accontentarci di vederli qui sul blog?
ah, scusate, non avevo visto il link sulla raccolta....
Come mi piace la definizione di "ur libri"! Mi ricorda (anche) il mio amato Luigi Meneghello
viva i bellissimi libri a naso! e viva i piccoli Topetti-disegnatori! :)
Che bello sentire la storia di una casa editrice in questi termini, immagino la gioia e il divertimento che si provava nel fare dei libri così... con leggerezza.
A furia di disegnare qualcosa viene fuori di certo! :) incoraggiante!
Questo post è la più bella spiegazione del motto che campeggia nel mio sito: Creativity works best when we aren't searching for outcomes but are simply allowing them (Sean Kernan).
Evviva!
Mauro
Alicia,chissà mai che prima o poi una mostra si faccia davvero...
Grazie Silvia e Giulia.
Mauro, il post è dedicato a te, ovviamente...
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