venerdì 6 maggio 2011

La vera storia dei Topipittori

Che anno era? Mi sembra il 2005.
I Topipittori esistevano da un anno, e siccome in quel periodo avevo avuto alcune collaborazioni con Vibrisse, il bollettino di scritture e letture di Giulio Mozzi, mi venne in mente di proporre un articolo che trattasse della difficoltà, per un editore per ragazzi, di trovare buoni testi per libri illustrati, cercando di mettere in luce le ragioni del problema. Nel cercare di far questo, poi, mentre scrivevo, mi resi conto di dover spiegare molte cose a proposito della nostra casa editrice, dei motivi per cui eravamo nati, del modo in cui lavoravamo, degli obiettivi che ci eravamo proposti, della nostre esperienze professionali prima di diventare editori, del rapporto con i nostri autori e illustratori, del modo in cui pensavamo e cercavamo di realizzare i libri illustrati.

Spiegai perfino la ragione per cui la casa editrice si chiama Topipittori, cosa che ci viene chiesta sempre, praticamente ovunque andiamo. Tutto questo fece sì che l'articolo in corso di redazione assumesse la forma di un ritratto abbastanza fedele della casa editrice, oltre che di una riflessione sulla scrittura e sulle immagini, e in generale sulla letteratura illustrata per bambini e ragazzi. Fu per questo che poi il pezzo si intitolò La vera storia dei Topipittori.
In effetti, raccontava un pezzo abbastanza significativo della nostra storia e dava una descrizione, fra l'altro ancora abbastanza corrispondente, dello spirito con cui ci dedicavamo al lavoro di editori.

Questo articolo sta da sempre nella pagina Chi siamo del nostro sito, ed è stato molto letto. Numerose sono le persone che quando ci mandano i loro materiali, cominciano il messaggio informandoci di avere letto La vera storia dei Topipittori e di trovarsi in sintonia con le nostre idee, oppure di essere un po' dubbiosi riguardo al fatto che quel che ci mandano, testi o illustrazioni, possano effettivamente andare bene per noi. L'articolo in effetti suscita entrambe le reazioni, che dunque possono anche darsi congiunte, il che è comprensibile: non sempre le idee che abbiamo su quel che vorremmo fare coincidono con quello che riusciamo a fare, nella pratica.

Studiare, documentarsi, provare, riprovare, esercitarsi serve, appunto, a superare questo gap.
Oggi abbiamo deciso di pubblicare nel blog questo pezzo per chi, eventualmente, non lo conoscesse ancora e potesse essere interessato alla sua lettura. I temi affrontati sono quelli che ci stanno a cuore da sempre, vale a dire: la parola e l'immagine, il loro rapporto, il concetto di libro illustrato, album o picture book, i tanti modi in cui questo è stato e viene fatto. Temi che nel nostro blog sono stati trattati anche in un altro post, dal titolo Educare allo sguardo è educare al pensiero, anche se in una chiave un po' diversa.

Ovviamente, adesso sono passati alcuni di anni. Oggi la nostra esperienza è maggiore e uno scritto come questo, se venisse riscritto, si arrichirebbe di una grande quantità di riflessioni e di esperienze importanti, legate alla produzione, all'ideazione, alla progettazione dei libri, oltre che a una quantità di letture sul tema che hanno approfondito le nostre conoscenze. Però, la sostanza rimane invariata.
E in più... posso dire che tutto sommato questo è uno scritto divertente?



Sovracoperta di La famosa invasione degli orsi in Sicilia, Rizzoli, 1945

1 commento:

gianlorenzo ingrami ha detto...

grazie per "la vera storia..." mi aveva aiutato molto a capire già da allora che anche voi, come i vostri lettori, siete persone "in crescita". E questa nota mi conferma quanto vi prendiate cura di essa, a braccetto con quella dei vostri lettori ed autori