lunedì 2 maggio 2011

Signor Ionesco, benvenuto nella terra dei picture book

Josette ha trentatre mesi, meno di tre anni, ma è già grande. Una mattina si affaccia alla camera dei suoi genitori che stanno smaltendo la sbornia della sera precedente, insieme alla governante, con un grande vassoio pieno di cose da mangiare per la colazione. Viene, ovviamente cacciata via. Con dolcezza, ma cacciata.
Torna in cucina, mangia tutta la colazione dei genitori in compagnia della governante, tale Jaqueline, poi torna all’assalto. Si butta sul letto, fra i due malcapitati reduci dalla gozzoviglia e insiste: vuole che suo padre le racconti una storia. In tutto questo, la mamma continua a russare come un orso in letargo.
Comincia così Story Number 1 for children under three years of age, scritto da Eugéne Ionesco, illustrato da Etienne Delessert e pubblicato da Harlin Quist, a New York,  nel 1968.


Non c’è da stupirsi che uno dei mostri sacri del “teatro dell'assurdo” – uno convinto che la ricerca di un senso e un ordine nella vita fosse futile –, con la complicità di un editore rivoluzionario e sfuggente – e che proprio dal teatro proveniva –,  in un anno che segna nell’immaginario collettivo una svolta storica, abbia proposto a bambini “di meno di tre anni” un libro che: comincia con una sbronza e le sue conseguenze; continua con una storia dove tutto – il padre, la madre, gli zii, i cugini e perfino il cavallo a dondolo e il vasino – si chiama Jaqueline, inventata sul momento da un padre ancora stordito dall’eccesso per far star buona una figlia credulona; e finisce in un negozio (la cui insegna recita E. Ionesco I) con una bambina che si chiama davvero Jaqueline, spaventata all'idea che il suo nome comporti necessariamente un universo dove tutto si chiama Jaqueline, con le conseguenti confusioni pratiche e identitarie.


Sul testo di questo libro, e dei suoi tre fratelli, pubblicati sempre da Harlin Quist fra il 1968 e il 1973, si dicono molte cose, ma non so quale sia quella esatta. Quel che è certo è che sono comparsi nelle tetre memorie personali di Ionesco Present Past Past Present nel 1968 (Passato e presente, Rizzoli, 1970) e sono allegramente precipitati nel mondo dei picture book. Si dice che Ionesco li abbia scritti per sua figlia, ma la cosa è resa improbabile dalla data di nascita della figlia (1944), così lontana dalla data di pubblicazione. Qualcuno ipotizza una nipote, ma la cosa resta nel vago.

Visto da oggi, con tutto il conservatorismo, a volte anche becero, che tende a prevalere nel mondo della cultura per ragazzi, stupisce e rallegra che nel risvolto della sovraccoperta si dica (traduciamo): «Da quando Ionesco ha scritto opere come Le sedie, La cantatrice calva, Il rinoceronte e La morte del Re, il teatro non è stato più lo stesso. Ionesco piega e trasforma la realtà, tuffandosi nell'assurdo, nel grottesco, nel tragico, nell'irreale: e la realtà acquisisce così altre dimensioni. Questo è il primo libro per bambini di Ionesco. Da oggi, fortunatamente, anche i più piccoli possono confrontarsi con il suo caratteristico sguardo.»

«Le assurdità impassibili di Ionesco e le surreali illustrazioni di Delessert riflettono il mondo interiore del bambino con immensa originalità. I loro Story Number 1 e Story Number 2 devono essere considerati fra i picture book più fantasiosi dell'ultimo decennio.» Questo diceva Maurice Sendak nel 1971, nel catalogo di Harlin Quist.
Ma esiste un altro interessante legame fra questo libro e Maurice Sendak: la presenza di uno dei suoi mostri selvaggi, trasformato in palloncino, tenuto da un’elegante signora, in una delle illustrazioni del libro.


Le illustrazioni di Delessert sono peraltro dense di dettagli simbolici e di rimandi “alti”: un rinoceronte che fa riferimento diretto a una delle opere più celebri di Ionesco; un anello con l’effigie di Cartesio al dito della governante che zittisce tutti alla fine della storia; un manipolo di guerrieri greci che escono da un cavallo a dondolo.


Per quanto Delessert non sia il nostro illustratore preferito, fa parte del pantheon dei Grandi e gli va riconosciuta la capacità stratificare nelle sue illustrazioni un universo di riferimenti simbolici e culturali che permettono livelli di lettura molti diversi da parte del bambino, solo o accompagnato da un adulto.


Di Ionesco e Delessert probabilmente continueremo a parlare. Di Harlin Quist riparleremo sicuramente. Non va dimenticato che Story number 1 è stato coraggiosamente pubblicato in Italia da Rosellina Archinto (Emme edizioni), alla quale noi editori di libri per ragazzi dobbiamo ancora oggi molto più di quanto potremo mai immaginare e riconoscerle.

2 commenti:

Isabella ha detto...

questo è il libro della mia infanzia... ne ho dei ricordi indelebili... e ricordo di come mi hanno cambiato il punto di vista sulle cose

isabel archer ha detto...

WOW! mi sembra fantastico!