mercoledì 14 settembre 2011

Alberi, tronchi, cortecce...


Ecco cosa scrive wikipedia a proposito di Land art:

Tra i più complessi e affascinanti esperimenti artistici ispirati alla natura si annoverano le opere riconducibili alla cosiddetta Land Art. Con la definizione di Land Art, e con quella di Earth Works, vengono indicate quelle operazioni artistiche che, a partire dal 1967-68, in particolare negli Stati Uniti d’America, fra New York e gli spazi sconfinati dell’Ovest americano, sono realizzate da un gruppo di artisti, che si autodefiniscono fanatici della natura, delusi dall’ultima fase del modernismo e desiderosi di sperimentare il potere dell’arte al di fuori dell’ambiente asettico degli spazi espositivi e anche delle aree urbane caratterizzate dalla presenza delle istituzioni, intervenendo direttamente nei territori naturali, negli spazi incontaminati come deserti, laghi salati, praterie, ecc., facendo emergere le contraddizioni dell’epoca contemporanea.

Quest'estate, sull’appennino tosco-emiliano, oltre, come sapete, a cadere dalla bicicletta, ho fatto bellissime passeggiate nei boschi. Uno di questi, una giovane faggeta, ha ospitato una piccolo esperimento di land art di Francesca, mia sorella.

Da alcuni anni, Francesca usa, come materiale prediletto per le sue numerose attività di artista, decoratrice, illustratrice, carte trattate nei modi più diversi e impresse con le tecniche più varie.

Con la carta ha tappezzato, vestito, dipinto, ricoperto, disegnato, modellato, raccontato, spessissimo ispirandosi a texture e pattern vegetali, minerali, animali.

In questo caso, ha utilizzato la carta intervenendo direttamente sugli alberi, confezionando e applicando sui tronchi, con colle organiche, strisce di corteccia cartacea che riprendono disegni, motivi e colori naturali. Il risultato è quello che vedete.

Segni vegetali e pittorici in commistione: da una parte a scompaginare, alterare la regolarità e la ripetitività degli schemi naturali, dall'altra a valorizzare le infinite risorse creative che le produzioni naturali mostrano con costanti invenzioni e variazioni.

L’effetto è interessante. Francesca ci ha indicato il bosco in cui aveva fatto l'intervento, senza dirci, però, il punto esatto dove si trovava.


E, per occhi e attenzione, trovare gli alberi trattati è stato un esercizio coinvolgente. Da lontano i segni umani si confondono, per comparire improvvisamente, nella loro alterità, solo a distanza ravvicinata.

Osservare cosa sia segno umano e cosa segno naturale, in effetti, di per sé, fa riflettere sul modo in cui questi mostrano differenze e affinità, e possono interagire, entrare in relazione, integrarsi, costruire insieme. Ma la cosa più divertente è che dopo un mese, tornati a dare un'occhiata, curiosi di vedere cosa fosse accaduto alle carte, abbiamo trovato segni di passaggio e interesse animale: in alcuni punti alcune carte erano rosicchiate, strappate, leccate. Topi? Caprioli? Pennuti? Chissà...

Sul tema degli alberi Francesca aveva già ragionato e prodotto piccole meraviglie a proposito del nostro libro C’era un ramo.




Libro che è fra i miei preferiti, certamente anche per una ragione sentimentale, perché insieme, da piccole, io e lei sugli alberi abbiamo passato parecchio tempo a fare le selvatiche, in quelle tipiche ere - preistoriche, immaginifiche, romanzesche -, che i bambini abitano con perfetta presenza, senza bisogno di macchine del tempo. A settembre 2012, avremo un prossimo libro di Francesca in cui il suo estro per le carte si dispiegherà trionfalmente, a inaugurare una nuovissima collana.


1 commento:

aliciabaladan@gmail.com ha detto...

interessante lavoro,anche il fatto che il museo sia la natura stessa.