Sabato, per il lancio di "Cult", il nuovo inserto culturale, la Repubblica, per mano di Pierdomenico Baccalario ha sferrato un violento attacco all’animazione 3D e, più in generale, alla computer animation. Titolo e strillo sono già abbastanza significativi del tono del pezzo: Fate uscire le favole dal 3D - Bentornato vecchio cartoon. Basta con computer ed effetti speciali, i cartoni animati tornano all'antico: disegni a mano e storie da far sognare. Perché se la tecnologia ha prodotto capolavori, a lungo andare è diventata la foglia di fico per nascondere l’assenza di fantasia. Ora invece i creativi hanno riscoperto gli strumenti del mestiere e la forza dell'immaginazione. Nascono nuovi racconti che i genitori possono condividere con i figli. Proprio come è bello e doveroso fare con le fiabe della buonanotte. Un grande scrittore ci spiega perché.
Non entro nello specifico dell’articolo, vuoi per mancanza di competenza tecnica, vuoi per carenza di spazio per argomentare. Ma mi sembra che il discorso sviluppato da Baccalario risponda al solito cliché che vuole le innovazioni tecnologiche foriere di decadimento dei contenuti. Questo può essere vero. Ma anche no. Il fatto che un film d’animazione sia “fatto a mano” non è in sé garanzia di nulla: non è la tecnologia a determinare la qualità (o l’assenza della stessa) né nell’animazione né in qualsiasi altro ambito. A determinarla sono le idee. E la qualità dell’idea prescinde dalla tecnologia utilizzata.
Recentemente, mi sono trovato a guardare i primi corti di animazione realizzati da John Lasseter per promuovere i computer PIXAR. (Sì, perché la PIXAR è nata come produttore di hardware e software e questi corti servivano a promuoverne le capacità e le potenzialità). Era l’alba di una nuova era. Visti a distanza di poco meno di trent’anni, dal punto tecnologico sono vera e propria archeologia. Ma le storie che raccontano, ci pare si possano considerare senza tempo. Capolavori. In sedicesimo, ma pur sempre capolavori.
Buona visione.
The adventures of André and Wally B. (1984)
Luxo Jr. (1986)
Tin Toy (1988)
Non entro nello specifico dell’articolo, vuoi per mancanza di competenza tecnica, vuoi per carenza di spazio per argomentare. Ma mi sembra che il discorso sviluppato da Baccalario risponda al solito cliché che vuole le innovazioni tecnologiche foriere di decadimento dei contenuti. Questo può essere vero. Ma anche no. Il fatto che un film d’animazione sia “fatto a mano” non è in sé garanzia di nulla: non è la tecnologia a determinare la qualità (o l’assenza della stessa) né nell’animazione né in qualsiasi altro ambito. A determinarla sono le idee. E la qualità dell’idea prescinde dalla tecnologia utilizzata.
Recentemente, mi sono trovato a guardare i primi corti di animazione realizzati da John Lasseter per promuovere i computer PIXAR. (Sì, perché la PIXAR è nata come produttore di hardware e software e questi corti servivano a promuoverne le capacità e le potenzialità). Era l’alba di una nuova era. Visti a distanza di poco meno di trent’anni, dal punto tecnologico sono vera e propria archeologia. Ma le storie che raccontano, ci pare si possano considerare senza tempo. Capolavori. In sedicesimo, ma pur sempre capolavori.
Buona visione.
The adventures of André and Wally B. (1984)
Luxo Jr. (1986)
Tin Toy (1988)
1 commento:
Luxo rimane ancora uno dei miei corti preferiti (con Geri's game ma qui la grafica inizia ad evolversi)
Bellissimi grazie!
Posta un commento