martedì 17 gennaio 2012

Presentarsi bene/ 3. A cosa servono le scuole di illustrazione

Per un illustratore, le Fiabe dei fratelli Grimm sono un cimento, nel senso etimologico del termine. Sono un “tentare la sorte”, invece che con le armi, con matite, pennelli e tavolette grafiche. Tanto per capirsi, a illustrare le fiabe dei Grimm si sono applicati Maurice Sendak e David Hockney (ne parleremo a breve). Per esporsi di fronte a tanta concorrenza, di coraggio ce ne vuole parecchio. E ancor di più ce ne vuole sapendo che il 2012, bicentenario della pubblicazione delle Kinder- und Hausmärchen, sarà l'occasione per molti editori di riproporre interpretazioni più o meno azzeccate dei popolari racconti collezionati dai fratelli di Hanau.
Quindi, è stata una sorpresa trovare nella cassetta della posta, nei primi giorni di gennaio Le Fiabe dei Grimm illustrate. Calendario 2012.

Ancona, 19 novembre 2011: il calendario in mostra alla presentazione.
Si tratta di un un fascicolo a punto metallico di 21 x 21 centimetri composto da 24 pagine (due per mese) stampate su carta da 140 grammi uso mano (penso riciclata), e da una copertina in cartoncino dello stesso tipo, ma da 300 grammi, con il suo bravo buco fustellato per appenderlo alla parete. L'oggetto raccoglie i lavori di dodici illustratori che hanno applicato stili e tecniche differenti a una fiaba di propria scelta.

Laura Paoletti - Il pifferaio di Hamelin:
«Con la mia musica posso condurre con me oggetti animali e uomini.»
La prima cosa interessante è che le dodici illustrazioni non sono affatto generiche, non tendono a una sintesi eccessiva, non aspirano a concludere e rappresentare un intero racconto, ma si riferiscono a un momento, a una frase, puntualmente citata, della fiaba scelta. E sorprende non poco la maturità di alcune di queste scelte: non un momento topico della fiaba, ma un istante preciso, magari non immediatamente evidente, ma importante per l'illustratore, che si fa così carico di rimandarci a una lettura significativa in quanto personale.
Questa riflessione sul testo da parte degli illustratori non è affatto scontata ed è perciò particolarmente apprezzabile. Si tratta di un approccio non casuale, ma programmatico, come rivela la breve introduzione al calendario, quando recita: «Ma per vedere cosa sta accadendo nella storia bisogna farsi un po' più vicino, bisogna tendere le mani, afferrare le parole, sfogliarle una a una e scoprire, dietro di esse, immagini.»

Claudia Palmarucci - I musicanti di Brema:
«Al gallo piacque la proposta e se ne andarono tutti e quattro.»
Questo calendario non è un capolavoro. Anzi, mostra qua e là una certa ingenuità. Ma è ben pensato e ben realizzato. E questa è cosa particolarmente rara e notevole se si ricorda che è il frutto di un lavoro collettivo di giovani alle prime armi (anche se qualcuno di loro ha già più di una pubblicazione e qualche prestigioso riconoscimento all'attivo) che non condividono uno spazio, uno stile, una tecnica o altro. Anzi, sembrano non condividere nulla.

Marisa Ventura - Il prode piccolo sarto:
«Mise il pane accanto a sé, riprese a cucire
e dalla gioia faceva punti sempre più lunghi.»
L'unica cosa che Giulia Frances Campolmi, Alfonsina Ciculi (che ringraziamo per averci spedito il calendario), Estella Guerrera, Marco Lorenzetti, Marisa Ventura, Marco Lafirenza, Sara Oddi, Francesco Giustozzi, Claudia Palmarucci, Laura Paoletti, Federica De Marco e Cecilia Tamburini sembrano avere in comune è l'aver frequentato i corsi AIF Master in Illustrazione per l'editoria a Macerata.

Estella Guerrera - L'oca d'oro:
«Poiché hai buon cuore e dividi volentieri con altri ciò che è tuo
voglio renderti fortunato. Là c'è un vecchio albero:
abbattilo e troverai qualcosa nelle radici.»
Dunque, le scuole di illustrazione a qualcosa servono. Anche se, per assurdo, non insegnassero nulla che i loro allievi già non sanno, avrebbero comunque il grande merito di creare legami, collegamenti, reti. I quali, a loro volta, generano idee, ipotesi di lavoro, esercizi. E contribuiscono a risolvere il problema dell'essere, in quanto illustratori, professionalmente, e per definizione, soli.

10 commenti:

Cristina Sestilli ha detto...

Ho avuto la fortuna di vedere gli originali a Macerata.
Bravi!

laura paoletti ha detto...

Topi grazie mille per il post!
Sono davvero contenta che avete apprezzato il nostro calendario.
Approfitto per farvi gli auguri di buon anno :)

Francesco Giustozzi ha detto...

Grazie per le parole che avete speso per il nostro calendario, siamo contenti che sia stato apprezzato!

i disegnatori ha detto...

Che bellissima iniziativa, è proprio vero che le scuole aiutano a unire gli illustratori e a renderli meno soli, a creare gruppi uniti che lavorano insieme. Anche noi grazie all'accademia di Belle Arti di Bologna abbiamo avuto la possibilità di unirci e lavorare insieme creando un gruppo creativo chiamato Io disegno a modo mio.

Complimenti ragazzi :)

Unknown ha detto...

Grazie a Topipittori per il contenuto INTERESSANTE e VERO del loro commento.

alfonsina ha detto...

Grazie a voi! Comunque anche se compare solo il mio nome sulla busta è chiaro che l'intenzione di spedirvelo era collettiva :-)

Estella Guerrera ha detto...

grazie per le vostre parole... è un onore!

Gianna ha detto...

Che bell'idea, il calendario delle fiabe! Per favore mi dite se è anche una mostra? Vorrei sapere se le tavole illustrate sono di formato espositivo.
Grazie.
Gianna

Claudia ha detto...

...grazie di cuore! Una bella e inaspettata sorpresa...

Topipittori ha detto...

@ Gianna: credo che le illustrazioni siano state in mostra, ad Ancona e Macerata. Se siano disponibili lo può chiedere a uno o più degli illustratori, contattandoli attraverso i link ai rispettivi blog o siti, inseriti nell'articolo.