Cinque mostre di illustrazione in pochi mesi, a Roma, in un quartiere culturalmente vivace. Abbiamo chiesto a uno degli illustratori coinvolti di raccontarci cosa è successo, come e perché, in occasione del vernissage della collettiva di chiusura.
[di Daniela Tieni]
È marzo, e nel pomeriggio, nelle ore che portano alla sera, Roma è sempre immersa in una bellissima luce. Calda, accogliente, che ti guarda e ti dice: «Vieni, vieni da me!» Se sei a casa e ti affacci alla finestra, è difficile trattenersi e non uscire. E infatti esco prima del previsto, decido di fare due passi e andarmene verso il rione Monti, luogo a me caro per le sue vie, i piccoli negozi, il tempo passato, i ricordi. Il lavoro alla facoltà di architettura, la pausa pranzo seduta sugli scalini della fontana in piazza della Madonna dei Monti, i quotidiani tentativi falliti di prendere coraggio e andare a stringere la mano a Mario Monicelli che passeggiava nei dintorni, le salite, le discese. Risalgo fino a incrociare via Merulana, nel quartiere Esquilino, il rettifilo che collega le basiliche di S. Giovanni e S. Maria Maggiore; quest’ultima si staglia in fondo alla via, maestosa, miracolosa come la nevicata che la leggenda vuole abbia avuto luogo proprio qui il 5 agosto del 356, e che convinse papa Liberio a costruire questo gioiello.
Quando mi ha contattata Letizia Silvestri, la curatrice dell’evento IllustrAzione, una delle prime cose che mi disse fu quanto ritenesse importante portare una novità nel quartiere Esquilino: un tipo di evento che mettesse in luce il mondo dell’illustrazione poco esplorato dalle tante gallerie nei dintorni. Letizia mi ha colpita subito per la sua determinazione e la ferma convinzione che lo spazio del Punto Einaudi Merulana (che aveva aperto i battenti in una traversa di via omonima), anche se piccolo potesse essere sfruttato subito, con una precisa e rigorosa programmazione e in accordo con il titolare che ben aveva accolto la proposta.
In più, i punti a nostro favore aumentavano grazie alla presenza di una libreria per ragazzi sulla stessa via, Il Posto delle Favole, comunicante per eventi, presentazioni e laboratori con l’Einaudi, ed entrambi luoghi di lavoro di Letizia. Letizia, per questo ciclo di mostre, ha chiamato Simone Rea, Alberto Macone, Francesca Protopapa (alias Il Pistrice), Alessandra Fusi, e me. A partire dal 22 luglio, con la prima mostra di Alberto, a distanza di un mese o poco più, si sono susseguite a turno le altre. Ritrovarsi a ogni inaugurazione, contenti ognuno per la buona riuscita dell’altro, ha creato tra noi una felicissima intesa. Forse questa è stata la parte più bella di questo nostro incontro, il ritrovarsi partecipi di un momento che rendeva omaggio al lavoro di ognuno, e ognuno con uno stile e un percorso differente, ognuno con il suo nome e la sua storia visiva.
Oltre che libraia, Letizia è una critica di arte contemporanea. Quando ci siamo incontrate per la prima volta, mi ha raccontato la sua formazione, parte della quale si è svolta alla Fondazione Baruchello, luogo e centro di ricerca per l’arte contemporanea. Fu istituita nel 1998 da Gianfranco Baruchello, artista livornese dalla smisurata attività. Mi interessò molto quest’aspetto, così le ho chiesto se e in che modo questo lasso di tempo immersa in un ambiente del genere avesse influito sul suo sguardo. Lei mi ha raccontato che in un percorso di studi centrato sull'arte contemporanea, la semiologia e l'estetica, sotto la guida di Carla Subrizi, ha imparato a guardare le cose da prospettive diverse: comprendere la direzione che l'arte sta prendendo grazie allo studio del suo percorso passato e presente, considerandolo non come un'unica grande strada, ma come l'intersecarsi di svariati percorsi, più o meno solcati dalla critica. Non una, ma molte storie dell'arte. E quella di esse che più sembra averla accresciuta è la storia trasversale e laterale che Gianfranco Baruchello porta avanti da oltre cinquant'anni nella sua attività artistica. «Se il corpo dell'arte - sottolinea Letizia - si è disperso, espandendosi, quello di Baruchello si è fatto ambiente, l'ambiente di una Fondazione meravigliosa, lavorare nella quale è l'esperienza che più ha formato il mio sguardo sul mondo dell'arte. La riflessione continua, il peso del dettaglio, il muoversi su territori inesplorati e il pensare con le mani... a chi domanda cosa faccia, Baruchello risponde “lavoro in un archivio”. Lavorare nell'archivio della fondazione è stato per questo un duplice viaggio nella sua attività, nella storia degli ultimi 50 anni, nella filosofia, la sociologia, la botanica, e qualsiasi campo del sapere che ha interessato la sua riflessione.»
Continua raccontandomi il filo conduttore che la porta a oggi: «Così in seguito ho affrontato l'illustrazione come un punto di vista anch'esso laterale, come uno sguardo che ha in comune con l'infanzia quel peso dato ai dettagli che concentrano, nella piccola area che ricoprono una composizione, tutto il peso del significato, ogni volta nuovo, sempre diverso se recepito dagli occhi di un adulto o di un bambino. L'illustrazione, nel riavvicinare il nostro sguardo a quello che avevamo un tempo, nell'infanzia, lo azzera dalle eccessive esperienze e lo apre a possibilità molteplici. Quando, al lavoro in libreria si è aggiunto l'incarico Punto Einaudi, ho pensato che uno spazio così particolare potesse mettere in piena luce le curate scelte editoriali del Posto delle Favole. Era come aprire gli albi illustrati per mostrarli a tutti, e insieme metterli in scena (con letture e laboratori, paralleli alle mostre). È stato grazie a questi presupposti molto favorevoli che è siamo riusciti a metterci in gioco in un quartiere particolare e multietnico come l'Esquilino e dedicarci all'illustrazione, che nella scena culturale romana è spesso poco visibile, fatta eccezione per poche gallerie specializzate. Rifuggendo una settorializzazione netta (gli stili degli illustratori scelti per IllustrAzione sono per questo tra i più vari), unendo sperimentazione e diversità abbiamo portato avanti questo progetto, che oggi, lieta, posso dire molto ben accolto, e continueremo a farlo crescere.»
Venerdì 9 marzo, a conclusione del ciclo di mostre, è stata organizzata una collettiva di tutti gli illustratori protagonisti dell'iniziativa, affiancata all’esposizione personale di Franca Rovigatti. La mostra sarà visitabile fino a fine mese. Noi, cinque illustratori, ringraziamo Letizia, Il Punto Einaudi Merulana e il Posto delle Favole per la disponibilità e lo spazio concesso. Io aggiungo un grazie a Simone, per avermi messa in contatto con Letizia, e Alberto per la sua disponibilità ad aiutare tutti nell’allestimento. Non sarà facile, adesso, disabituarsi a questo appuntamento mensile. Ma forse si ripartirà proprio da qui, con grinta, per alimentarlo nuovamente il prima possibile.
IllustrAzione al Punto Einaudi Merulana
Largo Sant’Alfonso, 3 (angolo via Merulana) - Roma
Orario: 10,30 – 13,30 / 16,00 – 19,30
Lunedì mattina chiuso
einaudimerulana@gmail.com
[di Daniela Tieni]
È marzo, e nel pomeriggio, nelle ore che portano alla sera, Roma è sempre immersa in una bellissima luce. Calda, accogliente, che ti guarda e ti dice: «Vieni, vieni da me!» Se sei a casa e ti affacci alla finestra, è difficile trattenersi e non uscire. E infatti esco prima del previsto, decido di fare due passi e andarmene verso il rione Monti, luogo a me caro per le sue vie, i piccoli negozi, il tempo passato, i ricordi. Il lavoro alla facoltà di architettura, la pausa pranzo seduta sugli scalini della fontana in piazza della Madonna dei Monti, i quotidiani tentativi falliti di prendere coraggio e andare a stringere la mano a Mario Monicelli che passeggiava nei dintorni, le salite, le discese. Risalgo fino a incrociare via Merulana, nel quartiere Esquilino, il rettifilo che collega le basiliche di S. Giovanni e S. Maria Maggiore; quest’ultima si staglia in fondo alla via, maestosa, miracolosa come la nevicata che la leggenda vuole abbia avuto luogo proprio qui il 5 agosto del 356, e che convinse papa Liberio a costruire questo gioiello.
Il vernissage del 9 marzo: la collettiva a chiusura di IllustrAzione |
Alcune tavole in mostra: si riconoscono, al centro le tavole di Simone Rea selezionate lo scorso anno a Bologna; e a sinistra tre composizioni di Daniela Tieni |
Letizia Silvestri, animatrice del ciclo di mostre IllustrAzione |
Alcune tavole del Pistrice, al secolo Francesca Protopapa |
Libri di Simone Rea in esposizione |
IllustrAzione al Punto Einaudi Merulana
Largo Sant’Alfonso, 3 (angolo via Merulana) - Roma
Orario: 10,30 – 13,30 / 16,00 – 19,30
Lunedì mattina chiuso
einaudimerulana@gmail.com
3 commenti:
Cara Daniela, colgo anch'io l'occasione per ringraziare Letizia Silvestri per questa sua felice intuizione ed i Topipittori che, attraverso il tuo racconto, hanno reso questo evento ancora più visibile. L'Esquilino è un quartire fisiologimanebte pronto ad accogliere ogni tipo di contaminazione culturale e sono convinto che questo piccolo seme che tutti assieme abbiamo gettato prima o poi germoglierà. :-)
Buondì Daniela, sono molto felice, non avresti potuto raccontare in modo più adatto la nostra esperienza, la sua atmosfera, il senso e il valore che ha. Ringrazio i Topipittori per averci dato lo spazio per questo racconto,e prima ancora il punto Einaudi Merulana per averci permesso di metterlo in scena. Grazie anche a tutti voi, che avete lavorato con me e avete creduto nella mia determinazione, e soprattutto grazie grazie e ancora grazie ad Alberto Macone, per la sua collaborazione preziosa nella realizzazione degli allestimenti. Siamo tanti piccoli semi, ma guarda...sta arrivando la primavera :)
Anch'io ringrazio i Topi e te Leti, sono proprio felice di sapere che sei felice :)
Sì, per fortuna la primavera è qui, si fa sentire.
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