venerdì 11 maggio 2012

Una follia necessaria

«Un giorno un bambino che non esisteva trovò una penna e un libro bianco...»
È bastata questa frase, letta in Storie Sparse di Giovanni Gandini (libro del quale abbiamo già parlato qui), per scatenare la furia bibliòfila: dovevo avere quel libro; non potevo proprio farne a meno.



Il libro in questione è Un libro bianco. L’autore è Copi, un disegnatore, scrittore e autore teatrale argentino di quella generazione che, fuggita alla dittature sudamericane, ha trovato rifugio a Milano e a Parigi, ha incontrato l’indimenticato Marcelo Ravoni e Coleta Goria (che poi erano, e Coleta è ancora, l’agenzia Quipos) e ci ha offerto, sulla carta porosa e grigiolina di Linus, e su quella più bianca e raffinata dei libri della Milano Libri Edizioni dei Gandini, una galleria di personaggi che ci ha insegnato a vivere - e a osservare la vita - con occhi ironici e disincantati.



Beh, adesso il libro è arrivato, e non posso fare a meno di condividerlo (fate un doppio clic sulle immagini, per godervi meglio la storia), insieme a quello che ne ha scritto Gandini nel sopracitato, imperdibile volume : «Può essere stata allora una pazzia pubblicare un libro con la copertina completamente bianca, senza il titolo, ma ciò corrispondeva esattamente a ciò che Copi proponeva, una favola che rivisitava l’infanzia proiettandola però su uno schermo di avventure a soggetto con maghi, eroi e fate un po’ diversi: Tarzan che fa il sindaco, un macho che vivrà in circhi magici o sul palcoscenico, ma che perde le pagine, ne esce verso un mondo rovesciato e pericoloso, affascinante ma triste.»


Immagino che di questa “follia” la Milano Libri ne abbia vendute copie a malapena sufficienti a giustificare i costi di produzione. Ma è quel genere di follia necessaria della quale, a volte, si nutrono i sogni - invero generalmente assai prosaici - degli editori.




Un libro bianco, di Copi è stato pubblicato nel 1969 dalla Milano Libri, di Anna Maria e Giovanni Gandini, ai quali il libro è dedicato. La prima e unica edizione, stampata nelle gloriose e ormai scomparse Officine Grafiche Sagdos, è accompagnata da un poster. In questo momento (9 maggio 2012) mi risulta ce ne sia una copia in vendita qui, nel caso qualcuno venisse preso dalla febbre del possesso. Copi, che si pronuncia all’italiana, non alla francese, in realtà si chiamava Raul. Lo pseudonimo che si era scelto era una contrazione di “copito de nieve”, che in spagnolo vuol dire “piccolo fiocco di neve”. Copi è morto di Aids, a Parigi, nel 1987.

3 commenti:

federico novaro ha detto...

ammirazione e complimenti e una carta, confortevole, aria di casa ^_^

federico novaro ha detto...

naturalemnte era "certa", aria di casa :) Copi è un grandissimo e in Italia quasi nessuna sa più chi sia, se non, raro, per il teatro. Grazie dunque!

Unknown ha detto...

Una follia che mi piace da morire! Mi sono persa con te...