mercoledì 27 giugno 2012

Ninna nanna per seguire una stella

Qualche mese fa la rivista LG Argomenti ha pubblicato un articolo di Maria Lunelli, bibliotecaria di Pergine Valsugana (che ben conosciamo per aver lavorato insieme in alcune occasioni), dal titolo Portatori di virus. Formare insegnanti per crescere lettori. Un tema interessantissimo che mette in primo piano la necessità ineludibile di formare gli adulti per far sì che nelle mani dei ragazzi arrivino i libri  migliori: quelli che spesso non si conoscono, che non si sanno valutare con la dovuta attenzione e libertà di sguardo e, un po', anche si temono, per la tendenza a essere fuori dagli schemi, a non rassicurare nella scelta delle storie e delle immagini. Maria in questo articolo ha scritto anche di un nostro libro Ninna nanna per una pecorella. Ci sono piaciute molto le riflessioni che gli ha dedicato, così le abbiamo chiesto di riprenderle per il nostro blog, di ampliarle, offrendoci la sua preziosa e approfondita esperienza di lettura condivisa, nel corso della sua esperienza di formatrice. Si può pensare che un editore conosca nel dettaglio i libri che pubblica. Sbagliato. Grazie a Maria anche noi abbiamo imparato a leggere meglio questa Ninna nanna. E di questo le siamo grati.

[di Maria Lunelli]

Ecco un albo illustrato che amo moltissimo e che propongo nei corsi di formazione per adulti interessati a conoscere o approfondire la letteratura per bambini. È un libro che si presta molto bene alla pratica della discussione di gruppo. Il metodo è semplice, ma efficace: si osserva, si evidenzia ciò che si vede e solo in seguito si prova a capire.
Si comincia, naturalmente, dalla copertina. Ci sono un titolo e un’immagine. Osservandoli chiedo che cosa ci si possa aspettare dal libro. Che tipo di storia sarà? Di che cosa parlerà? Che cosa sta facendo la pecorella? Salta? Arriverà dall’altra parte? Cadrà?


Destata la curiosità, senza attendere le risposte che devono rimanere private, passo alla lettura ad alta voce integrale del libro, mentre scorrono le immagini, ottenendo così una prima conoscenza della storia. Poi daccapo, pagina dopo pagina, ci si sofferma  a ogni tavola e la domanda che rivolgo agli astanti è: “Cosa vedete?”
È importante che vengano evidenziati gli elementi oggettivi, così come si presentano, senza cercare di dare un’interpretazione. Cercare di rimanere neutri di fronte a questa prima lettura delle immagini permette di cogliere particolari che rimarrebbero nascosti a un’occhiata superficiale e sbrigativa. Si procede in questo modo a ogni pagina, seguendo le parole di Eleonora Bellini che ci cullano in una ninna nanna che ha il ritmo della filastrocca e la profondità della poesia, mentre il tratto semplice e robusto di Massimo Caccia offre immagini lineari, essenziali, ma ugualmente evocative.


Dopo di che si è pronti per abbozzare dei significati. Ognuno può esprimere ciò che ha sentito risuonare dentro di sé. E ogni volta è una sorpresa. Poiché ogni lettore è diverso, di fronte al libro emergono contenuti assolutamente personali, come è bene che accada nella lettura. Come già disse Voltaire: “I libri più utili sono quelli dove i lettori fanno essi stessi metà del lavoro: penetrano i pensieri che vengono presentati loro in germe …”.


Ecco che, nel tentativo di dare un significato, la pecorella può risultare sbadata, ribelle o indipendente in quanto, pur appartenendo a un gregge, sceglie di seguire una stella. La stella a sua volta può rappresentare un desiderio, un sogno o un’illusione. Quando la pecorella procede nella naturale direzione della lettura, verso destra viene percepita come coraggiosa, capace di affrontare l’ignoto; mentre nei momenti di maggiore sconforto o dubbio, quando vorrebbe tornare indietro, è rivolta verso sinistra.


Queste riflessioni possono sorgere solo se si rivolge uno sguardo attento e curioso a ogni pagina e il contributo di più persone impreziosisce per ricchezza e varietà. Ad esempio nella pagina in cui la pecorella si rifugia sull’albero c’è chi dice che l’albero è spoglio e quello che si nota dietro di esso sono le colline al buio, e chi invece afferma che quelle sono le fronde accoglienti della pianta che offrono un riparo sicuro.


L’incontro con il lupo è cruciale. La pecorella è dibattuta fra il proseguire e il cercare il gregge perduto. È impaurita, non sa che fare, solo la testa fa capolino all’interno della pagina, mentre la mamma lupo si offre come mamma adottiva. In questo punto si percepisce una forte emozione, estesa a tutto il gruppo. Questo è il momento culminante del racconto.


Il testo non dice cosa decide la pecorella: si fiderà del lupo? Alla prima lettura della storia mi fermo a questa pagina e chiedo che cosa pensano potrebbe essere successo. La pecora è diventata la cena del lupo e del lupacchiotto, oppure no? Ma voltando pagina si ha la certezza, che tutto si concluderà bene. Il cielo illuminato di stelle ce lo racconta senza spiegare, non ce n’è bisogno. “Occhi di lupo le quattro fiammelle / fan pagina undici chiara di stelle”.


Al termine dell’analisi dell’albo tentiamo di evidenziarne le possibili tematiche. Nel corso delle numerose volte in cui l’ho proposto è emerso che oltre a essere una ninna nanna, una filastrocca, un libro per contare, questo è un libro che ci dice che dobbiamo seguire i nostri sogni, i nostri desideri, anche se la strada è difficile e non sappiamo chi possiamo incontrare; ci dice che chi si incontra non è per forza un nemico, anche se ci fa paura; inoltre ci racconta l’accoglienza e l’affido; che una mamma, anche se lupo, è sempre una mamma; infine ci rivela che i nostri desideri sono già lì, ci stanno aspettando, ci guardano e ci guidano.
Non male per un libro per bambini, no?

1 commento:

passpartù ha detto...

Grazie Topi per aver riportato questo interessante contributo di una saggia bibliotecaria (è una certezza che riscalda sapere che esistono tali persone!). Noi abbiamo utilizzato il vostro "C'è posto per tutti" in alcune letture con bambini e ragazzi e le conversazioni che ne escono sono molto curiose...
Barbara&Ilaria