lunedì 1 ottobre 2012

PIccola Pinacoteca POrtatile

L'autore avverte: "Le figure di questo libro sono copiate da quadri famosi
(una delle cose che puoi fare è cercare quelli veri, magari su internet)."
Per leggere l'intera spiegazione della PIPPO cliccare sull'immagine.

PIPPO significa PIccola Pinacoteca POrtatile. Ed è una nuova collana dedicata all'arte. Ci pensavamo da tempo, a una collana sull'arte. Il problema era: come la facciamo? Riguardo alle immagini, non ci piaceva l'idea di ricorrere a riproduzioni fotografiche. Riguardo ai testi, non ci piaceva l'idea di un taglio troppo didattico, da piccola storia dell'arte: per questo ci sono i libri di scuola, che non rientrano nei nostri intenti. Invece ci piaceva l'idea di un libro ibrido: fra il grande gioco e la cosa molto seria. E soprattutto ci piaceva l'idea di un libro su una cosa bella che è l'arte, che fosse anche lui bello.

La Dama con l'Ermellino di Leonardo Da Vinci, ridisegnata da Guido Scarabottolo.
Nella pagina accanto, il medesimo animale è disegnato con diverse tecniche e stili:
un modo per segnalare come è possibile lavorare in modo differente allo stesso soggetto.

Così, a un certo punto, ci sono venuti in mente dei disegni, strepitosi che Guido Scarabottolo ha appesi all'ingresso di casa sua. E che ha fatto nel 2009 per una mostra che si è tenuta a Givigliana, in Friuli: la PIPO (tutte le notizie qui, sull'ex blog di Andrea Rauch, Socialdesignzine). Che poi sarebbe la PInacoteca POrtatile (portatile perché Givigliana è un paese di cinque abitanti faticosamente raggiungibile e per farci una mostra c'era bisogno di quadri che fossero facilmente trasportabili, piccoli e leggeri: da qui l'idea della pinacoteca mobile). La PIPO a sua volta nasce dal lavoro di rielaborazione di grandi opere d'arte del passato e del presente che Scarabottolo ha realizzato per numerose copertine della casa editrice Guanda, casa editrice di cui è art director.


Le figlie di Loth di Carlo Carrà, ridisegnato da Guido Scarabottolo.

Il medesimo disegno colorato suggerisce un possibile modo di utilizzare le pagine.

L'idea della PIPO era così bella che quando un paese microscopico, ma dinamicissimo in campo artistico, che si chiama Topolò, ha chiesto a Scarabottolo di progettare un evento, lui l'ha ripresa e riutilizzata per creare la PUT. Che poi sarebbe la Pinacoteca Universale Topolò. Alla PUT ogni ospite che passa è invitato a creare il doppio di un'opera d'arte a sua scelta, per poi lasciarlo in omaggio alla locale Pinacoteca. Date un'occhiata al sito: ce ne sono di magnifici, e comunque tutti insieme funzionano a meraviglia. Funzionano così bene, che pensa che ti ripensa, abbiamo messe insieme tutte queste cose, PIPO e PUT, ed è nata la PIPPO, che è sì una pinacoteca, ma senza sede né temporanea né permanente. La P in più di PIccola segnala la destinazione ai bambini (ma ovviamente ci può giocare chiunque sia preso dal desiderio di farlo, anche in età adulta).

Il rinoceronte di Pietro Longhi, ridisegnato da Guido Scarabottolo.

La pinacoteca e collana d'arte PIPPO è una serie di libri che i bambini potranno usare come credono:  per leggere, guardare, ritagliare, colorare, disegnare, ricamare, incollare e via discorrendo. E tutte queste cose potranno esser fatte nel medesimo momento. A nostro avviso, se un bambino si mette a giocare con la figura della Dama dell'Ermellino o con l'Adamo ed Eva del Duomo di Modena, nel giocarci li guarda con grande attenzione. Ci entra dentro, ci fa amicizia. E alla fine, a forza di colori, forbici, colla, li conoscerà così bene che gli diventeranno familiari. Un modo unico di riflettere ed entrare in relazione con le forme dell'arte.

Adamo ed Eva di Wiligelmo, ridisegnati da Guido Scarabottolo.

POrtatile, poi, nel nostro caso significa che alla fine del gioco le pagine (che sono fustellate), si possono staccare e appendere, per creare dove lo si desidera la Propria PP ovvero Pinacoteca Personale. Così uno se le può tenere sotto gli occhi queste pagine che mescolano grandi pittori e rivistazioni personali, e può guardarle quando ne ha voglia, come si fa, dal vero o in cartolina, coi quadri che piacciono di più (e su quanto sia utile nel quotidiano guardare anche con la coda dell'occhio opere d'arte, Alan Bennett ha scritto cose illuminanti di cui abbiamo parlato qui e qui).
Il primo volume della PIPPO si intitola Quadri, quadretti animali, con illustrazioni di Guido Scarabottolo, ça va sans dire: chi altro poteva inaugurare la collana? E quale altro tema poteva essere migliore che quello degli animali, per i bambini, che nei quadri vanno sempre in cerca di cani, gatti, pappagalli, insetti, lepri, mucche...?
Francesco predica agli uccelli di Giotto di Bondone, ridisegnato da Guido Scarabottolo.

I testi della PIPPO, invece, si devono a Marta Sironi, studiosa di illustrazione e arte. Perché la scelta è caduta proprio su Marta? Perché quando ci siamo posti il problema di che testi scrivere per accompagnare queste immagini, ci siamo detti: dovranno esser scritti con lo stesso spirito con cui Munari parla di Leonardo da Vinci in Disegnare un albero.

Che poi è lo stesso spirito di Scarabottolo quando rifà con la biro e la matita i capolavori dell'arte: rispetto assoluto, ma nessun imbarazzo, grande libertà e piacere, ma al tempo stesso tutta la serietà che richiede il gioco. Volevamo dei testi brevi e belli, che dessero spunti, che incuriosissero i lettori parlando anche solo per accenni della cose meravigliose che abitano nei quadri, delle storie e delle parole che ci sono nascoste dentro, dei personaggi, delle scene, dei simboli... Così ci è venuta in mente Marta, che frequenta il nostro gruppo di lettura e ha curato per noi un'altra novità di questi giorni. Insomma lei ci sembrava perfetta per trovare le cose giuste da dire e perfetta lo è stata.
Nei prossimi giorni vi presenteremo il secondo PIPPO.
E poi naturalmente ce ne saranno altri di PIPPO... ma per questi bisognerà aspettare i prossimi mesi.

9 commenti:

elillisa ha detto...

Praticamente è un anno che aspetto Pippo.

Cominciavo a sentirmi come Didi e Gogo messi assieme.

Bye bye noiosissimi album da colorare.

Anna ha detto...

Che meraviglia!

Paola ha detto...

Questa collana non mi convince molto... da un lato trovo interessante l'intento di avvicinare i bambini al mondo dell'arte attraverso l'in-formalità del bozzetto e del testo, dall'altro mi lascia perplessa la scelta di sostituire la riproduzione fotografica dell'opera con una sua interpretazione molto scarna. In questo modo il libro è esteticamente accattivante perché sembra un carnet di schizzi, ma poco funzionale allo scopo prefissato dall'editore ovvero di giocare con l'arte.

elillisa ha detto...

Cara Paola, le voglio raccontare un piccolo aneddoto della mia vita per farle capire come invece, nel mio caso, Pippo sarà proprio un'occasione per mio figlio di giocare con l'arte.
Non so dalle altre parti, ma nella scuola materna di mio figlio ora, durante il momento del disegno, vengono date delle schede con dei disegni già fatti (tra cui orrende fatine e inquietanti gnomi con occhi enormi), da colorare dentro i bordi e con i bordi già del colore che il bambino dovrà utilizzare per il riempimento. Mio figlio è tornato a casa con una piccola noticina (dalla scuola materna) (non c'è la faccina che piange e ride disperatamente su blogspot?) perchè per mezz'ora aveva strenuamente difeso il diritto di dipingere di arancione una rosa invece tracciata con il bordo rosa, facendo così perdere tempo alla maestra.
Adesso qui non voglio discutere circa l'utilità di imparare a colorare all'interno dei bordi e seguire le indicazioni di un compito.
Volevo solo raccontarle che quando avrò il mio primo Pippo tra le mani lo darò a mio figlio e gli dirò: "Ecco, questi sono quadri famosisssssssssimi, colorali tu, decidi se stare dentro o fuori dai bordi, aggiungici particolari, incollaci cose e poi insieme guardiamo come era stato dipinto l'originale".
Per me (e per mio figlio), credo sarà già un decisivo e concreto approccio giocoso con l'arte.

(l'unico appunto che potrei fare ai Topi è l'aver messo la pagina con l'esempio di come colorare un quadro... forse non ce n'era bisogno)

con affetto
e.

Topipittori ha detto...

Grazie a tutte per i vostri commenti.
@Paola: capiamo il dubbio. Tuttavia giocare,in senso proprio, con riproduzioni fotografiche troviamo sia arduo (ed è una delle ragioni per cui non ci convinceva ricorrere a queste). L'immagine che offriamo, invece, è una interpretazione di un artista o illustratore e in questo senso è già un gioco e suggerisce, a nostro avviso al bambino, in che modo con l'arte si possa giocare.

Inoltre, oggi i bambini sanno usare perfettamente le tecnologie e troviamo sia plausibile suggerire esplicitamente di fare una ricerca su internet, per trovare l'immagine originale a cui si fa riferimento. Anzi, pensiamo sia interessante spingere a compiere una ricerca personale in questo senso. Se poi la si fa con la mamma o il papà, o un nonno o un adulto disponibile, può diventare un modo di fare una cosa insieme, divertendosi (scoprendo, magari, che i musei hanno spesso siti bellissimi, anche con sezioni specificamente dedicate ai bambini).

Daniela Iride Murgia ha detto...

Pippo mi pare proprio bello...uno dei miei ricordi più vividi è legato a quella volta quando, vedendo che la mia bambina aveva colorato un cane uscendo reiteratamente dai bordi le dissi:"bello, però stai attenta a non uscire dai bordi!", lei mi rispose:"Mamma! quelli (si riferiva al colore che sbordava a ciuffi) sono i peli del cane!" Questa frase mi accompagna ancora oggi con religiosa quotidianità...

Paola ha detto...

@ Topipittori
Mi auguro davvero che i bambini che sfoglieranno questo libro troveranno stimoli interessanti per la loro creatività e curiosità tali da indurli ad approfondire i soggetti trattati.
Le mie perplessità derivano dal fatto che lo schizzo dell'opera originale offre al bambino soltanto un livello interpretativo, costituito dalle linee di contorno delle figure (oltretutto quasi mai presenti negli originali). Come giustamente fate notare il disegno è un gioco dell'illustratore o dell'artista che "suggerisce in che modo con l'arte si possa giocare". In poche parole il bambino sarebbe invitato a giocare con l'arte allo stesso modo dell'illustratore... con l'unica differenza che quest'ultimo ha giocato con l'originale (fotografato, magari a colori) mentre il bambino dovrà farlo con una copia approssimativa (in bianco e nero). Le pinacoteche non comprendono solamente la pittura figurativa, dai contorni evidenti, ma anche quella astratta e informale, in cui spesso le forme sono determinate da semplici contrasti tonali o materici, impossibili da tradurre con una linea.
Privilegiando le espressioni pittoriche di stampo figurativo si escludono movimenti e correnti artistiche che hanno caratterizzato la storia dell'arte degli ultimi due secoli e che meriterebbero, quelle si, di essere avvicinate per la prima volta al mondo dell'infanzia.

@ elillisa
Apprezzo davvero la tua osservazione ma non credo che basti sottoporre a un bambino un disegno al tratto ottenuto dal ricalco di un'opera d'arte per stimolargli la creatività e nel contempo avvicinarlo all'arte.
Ho constatato che molti bambini rifiutano il disegno da colorare perché preferiscono di gran lunga essere loro stessi i creatori assoluti.
Inoltre non si considera mai che la linea che traccia un disegno è una convenzione del mondo adulto (applicata in maniera spropositata a quello infantile, aggiungerei).
L'ermellino di Leonardo o il rinoceronte di Longhi, presentati in questo modo convenzionale, si offrono alla stregua degli orrendi gnomi o fatine tirati in ballo poco sopra.

Topipittori ha detto...

@Paola. Nei Prossimi PIPPO ci saranno anche opere d'arte degli ultimi due secoli (peraltro Carrà, Savinio e Sironi sono artisti del '900). Tenga presente che sul mercato, per tutti i gusti e gli approcci, esistono numerosi libri il cui obiettivo è educare all'arte, la cui impostazione è più o meno didattica. Questi libri si fondano su riproduzioni fotografiche. Oggi le riproduzioni di opere d'arte sono dappertutto, e in rete se ne trovano, gratuitamente, della maggior parte delle opere, anche le meno conosciute. Questo per dire che è facilissimo accedervi, specie per i nativi digitali per cui la rete è pratica quotidiana. Tenga presente che una fotografia è anch'essa una riproduzione. E sicuramente anche a lei sarà capitato di conoscere un quadro in foto e di scoprire, vedendolo dal vero, notevoli differenze, per esempio cromatiche. PIPPO non è un'opera didattica, come esplicitato nel nostro post e in quarta di copertina. E' un libro per giocare partendo da copie, rielaborazioni di forme date e alte che fanno profondamente parte della nostra cultura. Il libro di Scarabottolo non invita solo al colore, ma per esempio anche al disegno, come viene spiegato nel post. E credo che la pratica del copiare, che implica quella del guardare con attenzione, in questo senso sia una magnifica palestra. Sarà certo capitato anche a lei di vedere studenti d'arte disegnare davanti a paesaggi o a opere più o meno famose: questi studenti in questo modo imparano a guardare e a rappresentare. Non si vuole vietare ai bambini di essere creatori assoluti: lo sono, e quando vogliono, senza bisogno del nostro beneplacito. Ma questo libro invita al gioco a partire da un riferimento specifico.

Alejandra Gonzalez ha detto...

Una linda idea.
Alejandra desde Buenos Aires.
http://gonzalezalejandra.blogspot.com.ar/