Questa primavera, a Roma, Alfabeto delle Fiabe è
stato in mostra in Campidoglio. Qualche giorno fa, a Montecitorio. Per l'occasione è stata creato un
allestimento ad hoc, realizzato da Stefano Baldassarre, graphic designer. Gli abbiamo chiesto di raccontarci da che
suggestione è nato il suo progetto che è riuscito così bene a
trasformare il libro in qualcosa di inatteso, a uscire dallo spazio
della pagina per entrare in quello tridimensionale per
incontrare i bambini. Perché una esposizione, quando non si limita a
mettere sotto vetro gli originali, è un lavoro altamente creativo che
parte sì dal libro con l'obiettivo di raccontarlo, ma va oltre, per
diventare essa stessa narrazione, creando un grande valore aggiunto al
progetto originale.
[di Stefano Baldassarre]
Roma, febbraio 2012
- Bene - mi dice Antonella - abbiamo il Campidoglio! -
- Cosa? -
- Sì, certo, hai capito bene... abbiamo il Campidoglio; dopo il Pinturicchio ci siamo noi. -
... ...
Il sopralluogo è entusiasmante; le Sale Terrene guardano proprio sulla piazza michelangiolesca. All'interno, attraverso le vetrate, irrompe senza ostacoli la luce squillante di una primavera romana piuttosto precoce. All'esterno, sulla piazza, bellezze nordiche spudoratamente già in sandali e T-shirt, io imbacuccato, sfiorano leggere la "stella" del selciato. Scolaresche allegre e vocianti si srotolano tra le scalinate, a perfetto agio fra balaustre e marmi del Palazzo Nuovo, sotto un cielo così azzurro da sembrare irriverente. Tutto è così forte, ma al tempo stesso si respira un'aria pura e leggera.
Da tre giorni lavoro, qualche schizzo sulla carta, qualche nodo dipanato, una prima idea di "percorso visivo" si fa strada. Certo la partenza è ottima, il materiale sul quale lavorare è eccellente. Ma tante sono le richieste di cui tener conto. Tante cose da assemblare, esigenze di ogni natura da ottimizzare, budget da contenere e le richieste dell'amministrazione, l'ordine di apparizione dei marchi degli sponsor, il sindaco...
Prendo il libro, leggo, rileggo; lo sfoglio al contrario, lo capovolgo, lo guardo da sotto in su: ritrovo le sue figure nette, i colori decisi, il fondo bianco; ne annuso l'odore poi con un salto mi ci butto dentro, mi confondo nel labirinto, ci volo sopra a cavallo di un uccello rosso. Sono piccolo, anzi no, è lui grande, avvolgente, vivo, forte e leggero come quei gruppi di ragazzi in gita, forte e leggero come i loro schiamazzi e quell'aria respirata al Campidoglio.
Torno sul posto, guardo ancora le pareti e riprendo le misure – il fare pratico mi aiuta – poi immagino... e il progetto della mostra è fatto: non sarà una galleria, una riproduzione in sequenza delle pagine del libro, ma un mondo reinventato, uno spazio luminoso e avvolgente dove un bambino che si fa beffe della strega, un re, un orco e un drago accoglieranno i visitatori dentro le loro pagine smisurate.
- Anna Maria? -
- Sì? -
- Ho bisogno delle autorizzazioni per l'allestitore, il montaggio è previsto martedì. -
- Ok. -
... ...
La mostra di Alfabeto delle fiabe è oggi disponibile per chi, istituzioni, biblioteche, scuole, musei, volesse adottarla. Qui trovate i contatti e tutte le informazioni tecniche, amministrative e organizzative relative a essa.
5 commenti:
Che capolavoro!
Meraviglia!
Una fantastica fiaba da vivere!
Che mostra meravigliosa! Ancora una volta, ci fa scoprire che un libro per ragazzi, non è mai "solo" un libro: è la voce che lo racconta, l’immaginario visuale che porta con sé, la tradizione letteraria e popolare a cui richiama, ma anche il gioco a partire dal libro, sentieri e percorsi che si snodano andando a comporre un progetto articolato, multimediale e a tutto tondo.
Nel corso di questi tre anni, L'Alfabeto ha continuato a incontrare i bambini, in diverse forme: il grande tappeto col gioco dell'oca gira di biblioteca in biblioteca, il libro è oramai - possiamo dirlo - un classico da tenere accanto alle Fiabe italiane di Calvino e quelle raccolte da Rodari, addirittura le tavole e le immagini di Antonella Abbatiello girano su tre ruote, grazie all'APELETTURA (di cui si parla sul numero di marzo 2015 di Andersen).
Un esempio importante per vedere come, un immaginario tradizionale, composito e ricco, possa oggi incontrare i bambini, assecondandone i modi, predilezioni e posture, senza rinunciare a stimolare e aprire orizzonti!
Grazie, care Cartestracce!
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