giovedì 24 gennaio 2013

Quei nuovi "cosi"

Tavoletta di argilla, scrittura cuneiforme, 3100-2900 a C., Uruk.
[di Giulia Orecchia]

I nostalgici temono di vedere scomparire il libro come lo conosciamo oggi, e lo piangono già, anche se il libro non è scomparso e molto probabilmente non scomparirà. Il libro d’altra parte è un’invenzione relativamente recente: prima del libro ci sono state narrazioni orali, tavole di pietra incisa, tavolette di cera e terracotta, papiri arrotolati e pergamene, libri scritti a mano.

Il libro è soltanto un supporto per i contenuti e i contenuti sono il valore principale del libro. Nel caso degli albi illustrati però anche la forma del libro ha un suo senso. Il libro è un'unità organica, fatta di carta, testi e immagini.

Libro dei morti. Papiro di Hunefer. 1300 a. C. British Museum.
Rotolo giapponese.
Torah.
Poesia persiana.
Codex Purpureus Rossanensis. Fine V inizio VI secolo. Rossano Calabro.

Nel corso della storia, gli artisti non si sono mai tirati indietro di fronte alla sperimentazione di linguaggi visivi e hanno sempre utilizzato le tecniche e gli strumenti a loro disposizione. Artisti e artigiani hanno sempre fatto uso dei mezzi più diversi, appropriandosi delle tecniche e delle nuove tecnologie, esplorandone le potenzialità, sperimentando soluzioni anche curiose e coraggiose: dalle pitture rupestri alle video-installazioni.

Grotte di Altamira. Magdaleniano Inferiore.

Giambattista Tiepolo, Antonio Bossi, Apoteosi del vescovo
Carl Philipp von Greiffenklau Residenz
, Wurzburg, 1751-1753.

Alexander Calder, Mobile.

Jean Tinguely, Grosse Méta Maxi-Maxi Utopia. Méta-Harmonie,
1987, Basel. Museum Tinguely.

Immagine dal video Marina Abramovic: The Artist Is Present di Marina Abramovic.

Senza nulla togliere al piacere fisico e alle implicazioni poetiche dell’uso delle tecniche, diciamo così, tradizionali, la possibilità di creare ed elaborare immagini con tecniche digitali ha aperto anche agli illustratori nuovi orizzonti da esplorare, scoprendo nuovi piaceri visivi e inattese implicazioni poetiche.

L’illustrazione è una immagine stampata, diciamo, per fare un esempio, su una pagina di un libro. Il motivo per cui un illustratore crea una illustrazione è perché sia stampata sulla pagina del libro. L’originale è allora “l’illustrazione stampata sulla pagina del libro”, e non l’immagine fatta dall’illustratore, da cui, attraverso vari procedimenti tecnologici, si arriva a stampare l’illustrazione, appunto, sulla pagina del libro. Il procedimento attraverso cui l’immagine è stata prodotta non è necessariamente lineare, e l’immagine non è necessariamente -ma può benissimo esserlo- realizzata attraverso un procedimento “artistico” classico. L’importante è il risultato, cioè il libro. Quello che porta alla realizzazione del libro illustrato è un percorso sia creativo sia tecnologico.

David Carter, Blue 2, Simon & Schuster, 2006.

Nell’ultimo secolo, i libri gioco sono stati progettati tenendo conto delle limitazioni tecniche della produzione industriale, ed escogitando moltissime soluzioni apparentemente improponibili: l’uso di carte particolari, di fustelle e cordonature, di piegature e rilegature originali. Si sono visti libri per bambini di ogni tipo: da bagno, di plastica, con applicazioni di spugna o stoffa, con bottoni sonori, cerniere e lacci, profumi e lucine, libri pop-up e libri con gadget e così via.

Bruno Munari, Libro illeggibile. 1967. Museum of Modern Art. New York.

Bruno Munari, Nella nebbia di Milano, 1968.

Bruno Munari, Prelibri, 1980.

In questi anni si affacciano all’orizzonte nuovi mezzi, nuovi supporti, nuove tecniche per raccontare. Emozionante!
I confini tra illustrazione, cinema d’animazione e video-giochi sono al momento molto confusi.

Per raccontare ci saranno “cosi” che non saranno più libri, ma qualcos’altro, per cui non c’è ancora un nome. Ci saranno illustrazioni che si muovono, con musica e voci, immagini tridimensionali. Ci saranno testi che si raccontano da soli e storie da leggere in modo non lineare: non una pagina dopo l’altra, ma esplorando liberamente, un po’ qui, un po’ là.


Bruno Munari, Libro letto, 1993.
Perché la produzione di questi “cosi” diventi veramente interessante credo che debbano incontrarsi gli autori con i tecnici, per affrontare insieme in modo creativo e condiviso la progettazione del nuovo modo di narrare, sfruttando poeticamente le immense e inesplorate potenzialità delle tecnologie.

Con gli studenti del MiMaster, master di illustrazione editoriale, abbiamo lavorato per una settimana a un progetto sperimentale di e-book. Il programma col quale è stato realizzato è semplicissimo e anche piuttosto limitato, ma alcune soluzioni tecniche fornite dal programma (creato per produrre “libri” di stampo prettamente didattico) possono essere sfruttate creativamente per un “libro” di narrazioni per immagini. L’e-book prodotto è scaricabile gratuitamente a questo link ed è un primo acerbo esempio di come con mezzi semplicissimi e relativamente economici è possibile realizzare e diffondere un “...” ( un “cosa”?) attraverso i nuovi mezzi tecnologici.

Quello che avete appena letto, è l'intervento di Giulia Orecchia al convegno L'editoria per l'infanzia volta pagina, tenutosi in occasione di Bookcity, di cui trovate tutti i contributi qui.

3 commenti:

Anna ha detto...

Ma la smettete di pubblicare post interessanti a questo ritmo?! Finisce che non faccio più nient'altro che leggere e commentare.

Volevo dire che se avessimo dei ministri illuminati si inizierebbe già a rendere obbligatorio, a partire dalle elementari, l'apprendimento di linguaggi di programmazione: Javascript, php, Css, etc... E' quella la lingua di domani. Ed è la comprensione profonda di questi nuovi sistemi di significazione che permetterà la nascita di nuovi artisti, nuovi scrittori e nuove forme di cultura.

Per ora siamo un po' come plebei che si rivolgono a qualche sacerdote per farsi scrivere su una tavoletta "che scenda l'acqua dal cielo, il limo cresca".










Pan ha detto...

con quale programma si sfoglia il “coso” che ho scaricato? scusatemi, sono abituato ad avere il coso di carta in mano e voltare le pagine, senza plug-in, apps, e altre connessioni straordinarie. grazie

Giulia O ha detto...

il "coso" va caricato su iPad e si può leggere con la app iBooks