martedì 23 luglio 2013

L'importanza del Pato Pollo

[di Valentina Colombo]

Dal 1 al 12 luglio, Valladolid, cittadina torrida nel mezzo della penisola iberica, ospita una serie di workshop e seminari per illustratori:  Ilustratour: Festival internacional de ilustraciòn y libros ilustrados. Quest'anno il titolo era "En otros charcos" (In altre pozzanghere, tradotto alla lettera). Ilustratour esiste dal 2007, e nel corso degli ultimi anni è cresciuto tanto da diventare uno degli imperdibili appuntamenti estivi per illustratori di ogni parte del mondo.

Cosa ci facevano i Topipittori a Ilustratour? Ebbene, quest'anno siamo stati invitati per il weekend del 5-7 di luglio in occasione di Ilustratour Network. Ma andiamo con ordine.


Oliver Jeffers e i suoi consigli agli illustratori (foto di Natascha Rosenberg)

Per due settimane, il teatro LAVA viene invaso da frotte di illustratori di ogni ordine e grado che si sottopongono a sessioni intensive ed emozionanti di progettazione, realizzazione e analisi di albi illustrati, accompagnati in questo percorso da professori del calibro di Kitty Crowther (una donna con un'energia esplosiva e una simpatia travolgente), Oliver Jeffers (alla sua prima esperienza di workshop) e Chris Haughton (professionale, divertente e deciso a imparare lo spagnolo in tre giorni).
Da notare che il prezzo di partecipazione a un laboratorio è di 210 euro, per una durata di cinque giorni.



Dal caldo della città agli ambienti freschi del teatro, con la sua libreria e i suoi spazi organizzati, perfetti e accoglienti, l'immersione nei seminari è un tuffo rigenerante. Un ambiente coinvolgente, aperto, sorridente. Un turbinare di centinaia di persone da un luogo all'altro, con ordine e disciplina, occhi appassionati di novità e immagini, orecchie tese e mani in movimento su fogli con materiali di ogni tipo, cervelli in fumo da sovraccarico di lavoro e ogni tanto una pausa nel giardino con una fetta di torta alle carote e un caffè. 
Le ragazze dell'organizzazione, efficientissime, scandiscono i tempi in modo svizzero. Tutto è calcolato al minuto e non ci sono eccezioni. Il tempo è denso e prezioso, senza briciole. 
Così tra l'inaugurazione della mostra di Per Carrió, Al otro lado de la línea (libro uscito sotto il marchio In Pectore) e luculliani pranzi a base di polipo alla galiziana, inizia anche Ilustratour network.

Una delle pareti dell'esposizione di Pep Carrió: un disegno da completare insieme

Un momento di incontro tra illustratori ed editori spagnoli e internazionali. Quindici minuti per ogni persona per far vedere il proprio lavoro a un editore, fare due chiacchiere, chiedere pareri e consigli. Un modo per mettere in contatto, in un conteso più rilassato di quello delle fiere (penso a Bologna in primis) che offre l'opportunità di conoscersi e, magari, lavorare insieme. Così incontriamo La Joie de Lire, Walker books, A Buen Paso, Kite edizioni, Orfeu Negro, Mamut Comic (che ha spiegato come funziona il fumetto per bambini), Nosy Crow (che ha parlato di editoria digitale e nuove forme di pubblicazione degli albi) e tanti altri (tutti qui), in questa sala ampia e fresca dove per due giorni analizziamo portfoli, vediamo progetti e ascoltiamo idee, diamo consigli, dove possibile, riceviamo input di ogni tipo, facciamo e rispondiamo a domande di ogni sorta. E terremo anche d'occhio un paio di promesse che ci hanno particolarmente colpito.

Un momento di Ilustratour Network - dalla pagina Facebook di Ilustratour

Ilustratour non è solo però un percorso di tipo artistico e di ricerca. Ha anche una bella e forte componente di formazione professionale su aspetti che, di solito, non si imparano nelle scuole, ma sul campo, e che creano non pochi grattacapi agli illustratori come agli editori. Si parla infatti di contratti, di metodologie di lavoro, di tempi di consegna, di insidie, di agenti letterari e di esperienze parallele al mondo editoriale, come è il caso di Made by Node, presentato da Chris Haughton.
 Made by Node è un progetto nato in Nepal nell'ambito del Commercio Equo cui ha partecipato, tra gli altri, anche la nostra Beatrice Alemagna, insieme a 18 illustratori da tutto il mondo. Si realizzano tappeti in modo artigianale, con un lavoro manuale pazzesco e a un prezzo più che accessibile. Un modo per unire illustrazione, formazione professionale e aiuto economico in zone in cui i bambini sono in difficoltà e le prospettive di vita deprimenti.



E poi si parla di autoedizione con Ediciones sinPretensiones, casa editrice fondata da Ana Lòbez, Elisa Arguilé e Alberto Gamòn (illustratori), Chus Juste (bibliotecaria), Julia Millan (illustratrice) e Daniel Nesquens (scrittore, che con noi ha pubblicato Il regalo). Un progetto editoriale interdisciplinare, in cui le competenze si fondono per creare libri - a oggi, tre titoli -, il tutto lavorando senza distributori. Un esperimento di mercato con regole diverse, che merita attenzione.



Ci sono stati poi due concorsi, di cui uno particolarmente divertente. Il Pato Pollo (letteralmente sarebbe come dire Papero Pollo) è la mascotte di Ilustratour ed è stata scelta da un team della casa editrice Edelvives e anche dalle votazioni del pubblico (per i curiosi e gli esperti di concorsi, vedi qui).



Esempi di Pato Pollo


L'altro, quello di Plum Pudding, agenzia di illustratori di Mark Mills, in collaborazione con la casa editrice Egmont (vedi qui), che ha offerto un viaggio a Londra, alcuni premi in denaro, e anche la possibilità di essere seguiti per un mese da un agente. Certo Plum Pudding è un'agenzia che si rivolge al mercato anglo-americano, dunque con un gusto molto lontano dal nostro, ma è comunque una occasione, per chi decide di partecipare, per mettersi alla prova.


La presentazione dei vincitori del concorso Plum Pudding

Ilustratour è proprio una bella esperienza. C'è il tentativo di spingere gli illustratori ad allargare i propri confini, a dar loro gli strumenti per leggere il proprio lavoro in ottica commerciale, capire come funziona il mercato e capire come presentarsi (su questo da sempre noi insistiamo, e lo abbiamo ribadito nei post della serie Presentarsi bene). C'è attenzione a realtà poco conosciute e al dibattito. C'è spazio per far frullare le idee. 
D'altra parte, anche Ilustrartour sta allargando il proprio raggio d'azione, convinti come sono gli organizzatori, e a ragione, che alla base di ogni buona strategia anticrisi c'è il concetto di rete, non solo tra soggetti diversi della filiera, ma anche tra soggetti affini. In questo sta forse il più bel regalo di Ilustratour a chi assiste ai suoi seminari. Un autentico e onesto desiderio di conoscenza e di scambio tra persone che fanno, lavorano e pensano nello stesso ambito e che si regalano in modo sincero e disinteressato opinioni e idee. La sicurezza in se stessi e nei propri mezzi che deriva da un confronto così aperto è preziosa per tutti e porta alla ricerca di una propria identità stilistica e personale che sicuramente rendono più forte, convinto e coinvolgente il proprio lavoro.

Ecco, Ilustratour a me ha fatto bene. Energie ricaricate, paure abbattute, aria fresca e nuova. E adesso, che arrivi pure l'anticiclone africano, io lavoro meglio di prima.

Chris Haughton, "Oh no, George!"

1 commento:

Laura ha detto...

Io a questo Illustratour ci voglio proprio andare....