Come si fa a parlare di arte ai bambini?
Se sto alla mia esperienza, per i miei genitori era sufficiente lasciarci libero accesso ai libri d'arte di casa, che erano fra i nostri preferiti, essendo pieni di figure. Il sabato e la domenica, poi, ci portavano con loro a mostre, musei, gallerie, a vedere cose che gli interessavano, ritenendo, giustamente, che a un bambino curioso sarebbero piaciuti posti nuovi e cose nuove, spesso entrambi molto belli e inusuali, da vedere e scoprire. E così era. Tornate a casa, poi, noi ci mettevamo a fare, disfare e rifare Baj, Raffaello, Fontana, a modo nostro, giocando, senza complessi di inferiorità.
Lo spirito della collana PiPPo (che poi è la Piccola Pinacoteca Portatile di cui abbiamo già parlato in una serie di post), non è troppo lontano da questa idea. Intrattenere fin da bambini un rapporto personale e quotidiano con l'arte, crea una relazione familiare che fa sì che in età adulta non si provi soggezione visitando i sacrari della bellezza (un po' come racconta Alan Bennett nei suoi deliziosi librini sull'arte), col risultato di finire col disertarli, pensando che si tratti di esperienze fuori dalla propria portata.
Deve essere in omaggio alla mia esperienza infantile che il terzo volume della PiPPo, Viva la natura morta! è dedicato a un genere pittorico a me prediletto, da piccola. Tutte quelle magnifiche tavole imbandite e quegli strepitosi vasi di fiori intorno a cui ronzano insetti mi sembravano insuperabili, per splendore. E mi chiedevo come facessero i pittori a riprodurre con una tale perfezione la forma e la materia delle cose. Era davvero un mistero che non finiva, e non finisce, di stupirmi.
Fin dall'inizio, abbiamo pensato che per questo tema sarebbe stata perfetta Francesca Bazzurro (che con noi è al quarto libro), illustratrice particolarmente versata in oggetti e architetture (non per niente si è aggiudicata una menzione d'onore a Bologna con una collana dedicata alle città). Francesca è una di quelle persone in grado di disegnare qualsiasi cosa. Un'autrice indisciplinatissima che raggiunge il massimo dei risultati nei taccuini: pagine in cui liberamente appunta forme, cose, ritratti di persone e situazioni, frasi, ritagli, scontrini, biglietti, profili di strade, case, sedie, scarpe... ne ha una collezione, e si possono trascorrere giornate, a sfogliarli. Quindi, una illustratrice ideale per la PiPPo, coi suoi disegni rapidi e al tratto.
Francesca ha accettato la nostra proposta e ha costruito il libro velocemente, con mano sicura, muovendosi fra le nature morte di ogni tempo senza impaccio, sbaragliando cronologie, mescolando autori notissimi a sconosciuti, accostando opere immortali a piccoli gioielli nascosti. Insomma, ha pensato a divertirsi, divertire e suscitare curiosità, perché per gli approcci filologici e accademici c'è tempo.
Accompagnano questa galleria non convenzionale i testi di Marta Sironi, storica dell'arte e dell'illustrazione, che ha firmato tutti i volumi della collana. Quando le proponemmo di occuparsi dei testi della PiPPo, gli mostrammo le maquette dei primi due volumi. Da parte nostra, aveva carta bianca e completa fiducia, solo ci sarebbe piaciuto che la strada fosse quella indicata da Munari, in Disegnare un albero, quando di Leonardo scrive:
Un mio vecchissimo amico di provincia, un certo Leonardo, nato in un paese vicino a Firenze (codice postale 50059) era un uomo molto curioso. Stava delle ore a osservare le piante e poi le disegnava e si annotava tutto quello che poteva capire sul come ramificano...
I testi di Marta sono venuti come li avevamo immaginati: seri e brillanti, divertenti e colti, imprevedibili e misurati. Dei quadri raccontano, in grande libertà, un sacco di cose, ci fanno ragionare sopra e soprattutto, li fanno guardare da punti di vista nuovi. Che poi è quello che amano e sanno fare i bambini, da soli, davanti alle immagini; una capacità che gli adulti dovrebbero aiutare a non perdere, con la crescita, educandola, sviluppandola, considerandola una risorsa, una cosa importante che serve a vivere meglio nella vita di tutti i giorni. Come sapeva Munari e come sa Marta, che non solo è stata all'altezza della richiesta, ma ha fatto molto di più, e oggi è un pilastro della PiPPo.
Sai perché i pittori di tutti i tempi hanno dipinto tanti quadri di frutta, fiori, vasi e vasetti? Perché dai loro atelier, dove i pittori trascorrono la maggior parte del tempo, non è sempre facile dipingere sanguinose battaglie o inventare chissà quali storie: allora si esercitano, descrivendo la vista dalla finestra, la stanza da letto, la mamma al balcone e soprattutto tavole apparecchiate, splendidi fiori, bottiglie, vasi e vasetti. Al momento opportuno possono chiedere al cane fedele, se ce l’hanno, di stare immobile come una tazzina. Basterebbe che muovesse le orecchie per dire la sua: tu capisci gli animali dalla posizione delle orecchie?
P.S.
Gli amanti di PiPPo noteranno un cambiamento nell'edizione: la copertina di Viva la natura morta è con alette e in cartoncino e non in cartone abbigliato; inoltre, le pagine non sono più fustellate. Chi le vuole staccare, deve ritagliarle lungo la linea tratteggiata. Due modifiche per irrobustire il fascicolo, rese necessarie dalla fragilità della precedente edizione, facilmente danneggiabile.
Se sto alla mia esperienza, per i miei genitori era sufficiente lasciarci libero accesso ai libri d'arte di casa, che erano fra i nostri preferiti, essendo pieni di figure. Il sabato e la domenica, poi, ci portavano con loro a mostre, musei, gallerie, a vedere cose che gli interessavano, ritenendo, giustamente, che a un bambino curioso sarebbero piaciuti posti nuovi e cose nuove, spesso entrambi molto belli e inusuali, da vedere e scoprire. E così era. Tornate a casa, poi, noi ci mettevamo a fare, disfare e rifare Baj, Raffaello, Fontana, a modo nostro, giocando, senza complessi di inferiorità.
Lo spirito della collana PiPPo (che poi è la Piccola Pinacoteca Portatile di cui abbiamo già parlato in una serie di post), non è troppo lontano da questa idea. Intrattenere fin da bambini un rapporto personale e quotidiano con l'arte, crea una relazione familiare che fa sì che in età adulta non si provi soggezione visitando i sacrari della bellezza (un po' come racconta Alan Bennett nei suoi deliziosi librini sull'arte), col risultato di finire col disertarli, pensando che si tratti di esperienze fuori dalla propria portata.
Deve essere in omaggio alla mia esperienza infantile che il terzo volume della PiPPo, Viva la natura morta! è dedicato a un genere pittorico a me prediletto, da piccola. Tutte quelle magnifiche tavole imbandite e quegli strepitosi vasi di fiori intorno a cui ronzano insetti mi sembravano insuperabili, per splendore. E mi chiedevo come facessero i pittori a riprodurre con una tale perfezione la forma e la materia delle cose. Era davvero un mistero che non finiva, e non finisce, di stupirmi.
Fin dall'inizio, abbiamo pensato che per questo tema sarebbe stata perfetta Francesca Bazzurro (che con noi è al quarto libro), illustratrice particolarmente versata in oggetti e architetture (non per niente si è aggiudicata una menzione d'onore a Bologna con una collana dedicata alle città). Francesca è una di quelle persone in grado di disegnare qualsiasi cosa. Un'autrice indisciplinatissima che raggiunge il massimo dei risultati nei taccuini: pagine in cui liberamente appunta forme, cose, ritratti di persone e situazioni, frasi, ritagli, scontrini, biglietti, profili di strade, case, sedie, scarpe... ne ha una collezione, e si possono trascorrere giornate, a sfogliarli. Quindi, una illustratrice ideale per la PiPPo, coi suoi disegni rapidi e al tratto.
Francesca ha accettato la nostra proposta e ha costruito il libro velocemente, con mano sicura, muovendosi fra le nature morte di ogni tempo senza impaccio, sbaragliando cronologie, mescolando autori notissimi a sconosciuti, accostando opere immortali a piccoli gioielli nascosti. Insomma, ha pensato a divertirsi, divertire e suscitare curiosità, perché per gli approcci filologici e accademici c'è tempo.
Accompagnano questa galleria non convenzionale i testi di Marta Sironi, storica dell'arte e dell'illustrazione, che ha firmato tutti i volumi della collana. Quando le proponemmo di occuparsi dei testi della PiPPo, gli mostrammo le maquette dei primi due volumi. Da parte nostra, aveva carta bianca e completa fiducia, solo ci sarebbe piaciuto che la strada fosse quella indicata da Munari, in Disegnare un albero, quando di Leonardo scrive:
Un mio vecchissimo amico di provincia, un certo Leonardo, nato in un paese vicino a Firenze (codice postale 50059) era un uomo molto curioso. Stava delle ore a osservare le piante e poi le disegnava e si annotava tutto quello che poteva capire sul come ramificano...
I testi di Marta sono venuti come li avevamo immaginati: seri e brillanti, divertenti e colti, imprevedibili e misurati. Dei quadri raccontano, in grande libertà, un sacco di cose, ci fanno ragionare sopra e soprattutto, li fanno guardare da punti di vista nuovi. Che poi è quello che amano e sanno fare i bambini, da soli, davanti alle immagini; una capacità che gli adulti dovrebbero aiutare a non perdere, con la crescita, educandola, sviluppandola, considerandola una risorsa, una cosa importante che serve a vivere meglio nella vita di tutti i giorni. Come sapeva Munari e come sa Marta, che non solo è stata all'altezza della richiesta, ma ha fatto molto di più, e oggi è un pilastro della PiPPo.
Sai perché i pittori di tutti i tempi hanno dipinto tanti quadri di frutta, fiori, vasi e vasetti? Perché dai loro atelier, dove i pittori trascorrono la maggior parte del tempo, non è sempre facile dipingere sanguinose battaglie o inventare chissà quali storie: allora si esercitano, descrivendo la vista dalla finestra, la stanza da letto, la mamma al balcone e soprattutto tavole apparecchiate, splendidi fiori, bottiglie, vasi e vasetti. Al momento opportuno possono chiedere al cane fedele, se ce l’hanno, di stare immobile come una tazzina. Basterebbe che muovesse le orecchie per dire la sua: tu capisci gli animali dalla posizione delle orecchie?
P.S.
Gli amanti di PiPPo noteranno un cambiamento nell'edizione: la copertina di Viva la natura morta è con alette e in cartoncino e non in cartone abbigliato; inoltre, le pagine non sono più fustellate. Chi le vuole staccare, deve ritagliarle lungo la linea tratteggiata. Due modifiche per irrobustire il fascicolo, rese necessarie dalla fragilità della precedente edizione, facilmente danneggiabile.
5 commenti:
Ma è fantastico!!!! non ne sapevo niente, sonoc apitata qui per caso. Forse 4 anni è un po' presto, ma non si può mai dire.
Benvenuta, Laura. Hai ragione, è così: non si può mai dire coi bambini... E grazie per il tuo commento!
Posso proporre di vendere il libro in duplice copia? Così una si ritaglia e l'altra si tiene, perchè la collana Pippo è troppo bella!
Gioia, vedila così, la distruzione del fascicolo PiPPo come atto rituale. :) Mi viene in mente Munari: uno dei suoi laboratori consisteva nel far costruire ai bambini un gigantesco albero di carta; l'ultima fase del laboratorio consisteva la distruzione collettiva del manufatto. E lui spiegava: è un'azione che, senza bisogno di parole, mostra che è più importante il metodo di lavoro del risultato...
Pippo è bellissimo
e Francesca dippiù.
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