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mercoledì 4 febbraio 2015

Piccola natura portatile

Prosegue il racconto di Marta Sironi su un'esperienza di didattica dell'arte intrapresa in una scuola primaria milanese, a partire da Viva la natura morta!, della collana Piccola Pinacoteca Portatile. Dopo la visita al Museo del 900 a caccia di nature morte, qui il post, i bambini si cimentano con quanto hanno imparato e osservato.

[di Marta Sironi]

Dopo alcuni giorni dalla visita con i bambini al Museo del 900, il secondo incontro, operativo e finalizzato alla pratica, ispirati dal percorso di osservazione, disegno e collage proposto dal libro della PiPPo, Viva la natura morta!, si è svolto in classe, guidati da Francesca Bazzurro.
I tavoli della classe sono stati uniti in gruppi di quattro e ogni gruppo ha composto la propria natura morta. Ogni bambino munito di foglio e matita ha iniziato a copiare ‘dal vero’ il soggetto che aveva di fronte.


Sono stati rarissimi i casi di bambini inibiti dall’esercizio ed è stato sufficiente ricordare loro la libertà di alcune opere viste per sbloccare la situazione. Naturalmente non si è trattato di un esercizio in senso stretto e accademico di copia dal vero, ma di invitare a tradurre con il disegno un oggetto reale. Per questo, precedentemente, avevo chiesto ai bambini di portare da casa degli oggetti di loro gradimento o per loro particolarmente interessanti, da inserire all'interno dei disegni che avrebbero realizzati (e sulla scelta delle cose che ognuno di loro ha scelto e portato si potrebbero scrivere volumi...).


Per cominciare, e prima di lasciare ogni bambino libero di procedere secondo la propria volontà, Francesca ha spiegato il concetto di composizione, che sta alla base di ogni natura morta: sulla superficie del quadro i singoli oggetti non sono disposti a caso, ma  secondo un ordine che l'artista stabilisce in base al proprio punto di vista e criterio compositivo: cromatico, simbolico, dimensionale, affettivo eccetera. Prima di procedere con il disegno, quindi, è importante che ognuno stabilisca in che modo i singoli oggetti entreranno a fare parte dell'unità costituita dal loro insieme.


Al di là di una tendenza a copiarsi nello stesso tavolo, sorretti magari dal compagno più disinvolto, fra i bambini sono emerse subito modalità di approccio al soggetto molto diverse tra loro: relegare la natura morta in un angolo e in dimensioni ridottissime rispetto al foglio; l’ambientazione della natura morta nella classe, inserendo il compagno di fronte, i mobili e gli oggetti d’arredo; presenza di riferimenti agli stili visti al museo, fino alla copia ‘realistica’ degli oggetti in fronte.


Una volta concluso il lavoro a matita, Francesca Bazzurro ha poi orientato ciascuno bambino a concludere l’opera, suggerendo aggiunte apparentemente molto strane – inserisci la tua mano, disegna il mezzo di trasporto con cui sei andato al museo… – indicazioni che sono servite a spostare l’attenzione dal livello ordinario di ciascun bambino, orientandolo verso un nuovo passo, nella direzione di una sempre maggiore libertà interpretativa.





















A questo scopo sono serviti anche i materiali aggiuntivi di grande fascino che mi sono procurata per realizzare questo laboratorio, interessanti soprattutto per il loro carattere ‘storico’: da pezzi di litografie dell’Ottocento a etichette, caratteri tipografici, carte decorate a mano... Questi materiali hanno aiutato i bambini a chiudere l’opera, arricchendo l’ambientazione, aggiungendo parole eccetera.


In ogni classe c’è stato almeno un bambino che ha dichiarato di volere diventare artista. E la sicurezza del tratto e dell’interpretazione dimostra come solo l’esercizio ricorrente al disegno, meglio ancora se accompagnato da un’altrettanta confidenza con le opere del passato, sia una scuola rigorosa e divertente.


Anche nella parte pratica del laboratorio ciascun bambino si è dimostrato in grado non solo di esprimere al meglio le proprie capacità manuali e creative, ma di dare espressione al suo più intimo sentire, particolarmente libero di esprimersi e affinarsi grazie alla preparazione avvenuta con l’avvicinamento ai dipinti del Museo del 900 e alla declinazione ludica dell’intera operazione.


Ringrazio ancora tutti i bambini, la scuola, le insegnanti, i genitori che hanno accettato questa proposta di attività e formazione che crediamo declinabile nei prossimi anni con un progressivo avvicinamento alle collezioni museali della città, accompagnato da sempre più approfondite e appassionanti esperienze di pratica artistica.

mercoledì 28 gennaio 2015

Bambini al museo

I mesi di novembre e dicembre sono stati pieni d’iniziative legate alla collana Pippo (Piccola Pinacoteca Portatile): la presentazione della collana e un laboratorio di Francesca Zoboli al Castello di Melegnano, durante Boockcity, e la seconda attesa edizione del gioco Pippo non lo sa (di cui potete leggere qui e vedere le opere qui). La terza iniziativa è una nuova sperimentazione didattica della collana, attuata a Milano, nell’interclasse di quarta elementare (5 sezioni) dell’Istituto Comprensivo 5 Giornate, a partire dal volume Viva la natura morta!. Questo post racconta la prima parte del percorso, la visita al Museo del Novecento insieme ai bambini, in cerca di natura morte. La seconda, riguarda la parte laboriale svolta in classe, uscirà il prossimo mercoledì, 4 febbraio.

[di Marta Sironi]

Il tema della natura morta non è certo il più immediato e diffuso della nostra tradizione artistica – diverso se fossimo in Olanda! – e nemmeno il più attraente per i bambini, ma i disegni di Francesca Bazzuro avvicinano al genere secondo vie insolite e divertenti.


Francesca Bazzurro, Marta Sironi, Viva la natura morta!, Topipittori, 2012.

A cominciare dal piacere di elencare gli oggetti e la loro relazione con il piano d’appoggio (mostrandoci per esempio la forma reale di un tavolo rappresentato al modo cubista), scoprire come si possa rappresentare il tempo (teschi e clessidre, foglie cadute o secche…), ma soprattutto la possibilità di far parlare un soggetto apparentemente ‘muto’ (dalle bottiglie o da un mazzo di fiori c’è spesso un fumetto da riempire).

Picasso, La bouteille de Bass,
Museo del 900.
Braque, Natura morta con chitarra, Museo del 900.




















Le scelte dei quadri presenti nel libro sono di Francesca Bazzurro, secondo le sue predilezioni che avvicinano ad artisti poco frequentati (il caso di Giovanna Garzoni), evitando in ogni caso scelte scontate. La varietà degli artisti scelti e la centralità del tema permettono di usare il libro adattandolo pertanto a ogni collezione museale che comprenda delle nature morte.

Giorgio Morandi, Natura morta, Museo del 900

Si è deciso di visitare il Museo del Novecento, andando a scoprire nature morte eseguite a partire dagli anni Dieci del Novecento e attraverso le modalità interpretative delle avanguardie storiche. Lo stesso percorso museale inizia con due esempi di nature morte cubiste (Picasso e Braque) affiancate da un esordio metafisico di Morandi.

Boccioni, Sotto la pergola a Napoli, Museo del 900.

Boccioni, Sviluppo di una bottiglia nello spazio, Museo del 900.

Boccioni ci ha dimostrato l’originalità del Futurismo nell’utilizzo del colore e della scomposizione della forma, sintetizzati rispettivamente nelle natura morta composta sul tavolo di Sotto la pergola a Napoli e nella sperimentale scultura Sviluppo di una bottiglia nello spazio (durante la nostra visita non visibile), facilmente scambiabile con l’esperienza spaziale del plastico Forme uniche della continuità nello spazio.

A. Soffici, Natura morta (Piccola velocità), Museo del 900.

A. Soffici, Composizione con fiammiferi, Museo del 900.

Due opere di Soffici hanno permesso non solo di focalizzare l’attenzione sulle varianti di un unico artista, ma anche di individuare l’inserimento di oggetti d’uso (la scatola di fiammiferi, il giornale) con una tecnica a collage molto diversa dai cubisti. Anche la reiterazione, in quadri diversi, delle stesse forme ottenute con mascherine prefabbricate – bottiglia e bicchiere – ha fornito spunti tecnici

Giorgio Morandi, Natura morta con manichino, Museo del 900

Giorgio Morandi, Natura morta, 1943, Museo del 900.

Giorgio Morandi, Natura morta, 1940, Museo del 900.

Nella sala dedicata a Morandi ci siamo finalmente seduti in terra e abbiamo osservato le silenti variazioni cromatiche del pittore bolognese, apprezzando la luce naturale dei suoi interni, il variare delle ombre e della disposizione degli oggetti.

Giorgio De Chirico, Les brioches, Museo del 900.

Un passaggio nella sala di De Chirico e un pizzico di magia metafisica ha fatto intravedere, a tutte le cinque classi, un cane nelle due panciute brioches (io naturalmente rimango ancora convinta della storica definizione e non sono riuscita a vederlo).

Achille Funi, Il bel cadavere, Museo del 900.

Donghi, Margherita,
Museo del 900.
È stata poi la volta di una caccia al tesoro, alla ricerca delle nature morte nascoste nei ritratti degli anni Trenta, scoprendo tra l’altro come gli oggetti aiutino a dare significato ai ritratti: il libro di Buzzi, Il bel cadavere, nell’omonimo quadro di Funi; l’iperrealismo delle mele e limoni nella Margherita di Donghi; infine i pasticcini, gli anelli, la sigaretta accesa del doppio ritratto di Marussig. Il nostro giro si è concluso davanti alla Grande natura morta di De Pisis, un modo ancora nuovo non solo di concepire il genere pittorico ma soprattutto di guardare e restituire figurativamente gli oggetti. La sua pittura ‘calligrafa’ tratteggia paesaggi ideali dove oggetti da collezione si animano e si mischiano in una realtà di natura immaginaria.


Marussig, Donne al caffè, Museo del 900.

Filippo De Pisis, Grande natura morta, Museo del 900.

L’attenzione dei bambini è stata esemplare, stimolata anche dal dover eseguire a breve una loro natura morta in classe: aver osservato autori, tecniche, soluzioni formali e significati dei quadri ha arricchito certamente le possibilità interpretative di questo soggetto così come, più in generale, di lettura delle opere. Ci siamo lasciati dandoci appuntamento in classe: ognuno avrebbe portato un oggetto a piacere per comporre una ‘piccola natura morta portatile’ insieme agli oggetti portati da altri 3/4 compagni.

Non perdete la prossima puntata di Bambini al museo, mercoledì 4 febbraio.

Ricordiamo che nei giorni 31 gennaio e 1 febbraio, la Piccola Pinacoteca Portatile sarà al centro di un corso di formazione rivolto a insegnanti, educatori e atelieristi presso il Mart di Rovereto, a cura della sezione didattica del museo e con la nostra partecipazione.